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  1. Plot! ovvero piccoli consigli per sceneggiatori e lettori di Alan Moore

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    By aver2330 il 21 Dec. 2023
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    Una cosa su cui [...] può essere utile meditare è ciò che una trama non è.
    Una trama non è il motivo centrale della storia, o la ragione principale per cui la storia esiste. E' qualcosa che viene inserito più per rafforzare l'idea che fa da fulcro alla storia e i personaggi che vi sono coinvolti, piuttosto che per "regnare" su questi elementi. Progettare uno schema narrativo che proceda meccanicamente in linea retta non è per niente difficile[...].
    Quel che è difficile invece, è ideare una trama che riesca a provocare una reazione più forte di "E allora?".
    Perchè "E allora?" è una specie di incantesimo che rivelerà all'istante se le vostre idee di trama possiedono veramente quanto serve per riuscire a raggiungere il pubblico e a comunicargli qualcosa.

    L'Uomo Gamma evade dalla prigione in cui era rinchiuso e si aggira fuori controllo spinto dal desiderio di vendetta nei confronti del suo arci-nemico, l'Uomo Veramente Tosto. Dopo un lungo combattimento, l'Uomo Veramente Tosto capisce che se riuscirà a separare l'Uomo Gamma dai raggi gamma che sono la fonte del suo potere, il suo avversario si indebolirà e sarà battuto. Così fonde alcuni tubi di piombo presenti nell'officina idraulica che fa per caso da teatro alla loro battaglia, e rovescia il piombo fuso sull'indistruttibile Uomo Gamma, che immediatamente si blocca, immobile come una statua, lasciando vincitore l'Uomo Veramente Tosto.
    E allora?

    l'Uomo Veramente Tosto è preoccupato perchè i suoi poteri stanno gradualmente scomparendo, proprio quando sei numeri dopo, l'Uomo Gamma si libera di colpo dal blocco di piombo che lo imprigionava, cercando subito tremenda vendetta. Ma entro la fine del numero la rarissima attività solare che aveva causato la sua temporanea perdita dei poteri è cessata, permettendo al nostro eroe di fare il mazzo all'Uomo Gamma e quindi confinarlo al centro della Terra.
    E allora?

    L'Uomo Veramente Tosto è innamorato della donna delle pulizie che gli rimette in ordine la fortezza segreta, ma non osa chiederle di sposarlo, perchè questo potrebbe fare di lei un bersaglio per i suoi nemici.
    E allora?

    Viene comunemente spesa quella che a me appare come una quantità sproporzionata di sforzi nell'ideare trame assurdamente elaborate che coinvolgono dozzine di personaggi, senza che queste abbiano rilevanza alcuna con nient'altro che con sè stesse.
    Prendete un fumetto contemporaneo medio e avvicinatelo all'orecchio e potrete quasi sentire il rumore del processo al lavoro: plot, plot, plot, plot, plot, plot, plot, plot, plot...

    (A. ...

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  2. I QUARANT'ANNI DELL'UOMO RAGNO - UN PICCOLO OMAGGIO - I PUNTATA

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    By aver2330 il 7 Jan. 2023
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    Sono passati pochi mesi da quando è caduto il sessantesimo anniversario dalla pubblicazione dell'ormai mitico Amazing Fantasy 15, che vide il debutto dell'Uomo Ragno.
    L'Uomo Ragno è indubbiamente il mio personaggio preferito, con cui sono cresciuto con alterne vicende.
    Non ho condiviso alcune scelte editoriali e di conseguenza per anni mi ci sono allontanato.
    Però approfittando dell'evento ho pensato di riesumare una mia vecchia nota che avevo sul mio profilo facebook in cui mettevo in fila le mie venti storie preferite di Testa di Tela.
    Ovviamente è una sorta di classifica fatta col cuore. A certe storie, infatti ci si affeziona anche se magari non sono dei capolavori ma perchè le si leggono in momenti particolari della nostra vita.
    Si parte naturalmente dal fondo...

    #20. Le ali della Vendetta (UR star 28) Stern-Romita jr.

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    Le ali della vendetta



    Tutto cominciò con questo numero...
    Certo avevo già letto di Spidey, sulla Corno, per esempio, e da piccolo compravo regolarmente il giornalino Supergulp.
    Dopo aver comprato questo numero, tuttavia, decisi che avrei recuperato il "tempo perduto" e cominciò la mia accanita ricerca dei vecchi numeri Corno fino ad arrivare appunto a questo della Star.
    La storia è tipica di quelle di passaggio tra la fine di una saga e l'inizio di quella mitica del primo Hobgoblin.
    E' anche una delle prime prove di Romita jr che non aveva ancora definito il suo inconfondibile stile.


    #19. La Mosca Umana (UR Corno 217) Mantlo- Kane


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    La Mosca Umana



    L'annual numero dieci di Amazing vedeva il debutto della sfortunata Mosca Umana. Anche questa non è che fu una storia indimenticabile, anzi in molti versi ricorda le origini dello Scorpione, ma il personaggio mi attrasse subito: il design del costume e il fatto che poteva essere davvero la nemesi del Ragno, insomma mi ritrovai da giovinetto a sperare in un suo ritorno che però avvenne solo sporadicamente.
    In effetti il personaggio era troppo piatto per reggere a lungo ...

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  3. Una piccola recensione: Joe Haldeman- Guerra Eterna

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    By aver2330 il 2 June 2022
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    Come verrebe combattuta una guerra interplanetaria?
    A questa domanda hanno risposto tanti autori di fantascienza con risultati diversi, anche molto fantasiosi.
    Prendiamo, ad esempio, le due saghe fantascientifiche più famose della celluloide, cioè Star Trek e Guerre Stellari.
    Nella prima si è scelto di prendere come modello le battaglie navali del '600 e '700: enormi navi che si fronteggiano a cannonate fino al momento dell'arrembaggio. La scelta era strumentale, dato che l'Enterprise era una moderna nave che solcando il mare infinito delle galassia esplorava mondi nuovi.
    In Star Wars si sono prese ancora a modello le battaglie navali, ma stavolta quelle della II guerra mondiale. In questa saga infatti veloci caccia monoposto si fronteggiano nello spazio, lanciati a colpire astronavi ammiraglie e incrociatori ( per non parlare del planetoide artificiale detto la Morte Nera).

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    C'è poi un altro punto su cui spesso si sorvola ed è la relatività del tempo. Sempre prendendo come esempio le due saghe di cui sopra, entrambe considerano che il tempo scorre nello stesso modo ovunque. Per cui le comunicazioni, ad esempio, tra Enterprise e le basi terrestri sono immediate e il tempo soggettivo dell'astronave è uguale a quello del nostro pianeta.
    Ma secondo la fisica quantistica nessuno delle due soluzioni si avvicina neanche lontanamente alla realtà.
    Haldeman parte da invece proprio dai concetti della teoria della relatività che altri autori ignorano o minimizzano per mostrarci come sarà combattuta una guerra del futuro su pianeti lontani.
    Lo scenario che ci mostra è a dir poco desolante: la guerra con gli alieni scoppia quando un'astronave terrestre viene abbattuta senza un motivo apparente e senza chiedersi quali erano le motivazioni dell'aggressione o provare a comunicare con gli alieni, si passa ai fatti direttamente reagendo militarmente all'attacco.
    Il teatro delle operazioni, tuttavia, è lontano anni luce dalla Terra per cui mentre per chi combatte passa qualche anno, sul nostro pianeta passano decenni, addirittura secoli.
    Il risultato è che i soldati terrestri, man mano che va avanti il conflitto, si trovano sempre più estranei a quel pianeta che dovrebbero difendere, tanto da preferire di restare in eterno sul fronte piuttosto che tornare e trovare la Terra popolata da alieni perchè tali sembrano ai reduci vecchi di centinaia di anni. Anzi a causa del ritardo delle informazioni e delle comunicazioni continuano a combattere anche a guerra finita.
    Insomma un bel libro che ci mostra come la guerra sia deleteria anche per chi ritorna a casa vivo ma non intatto, anche se viene combattuta in un fu...

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    Last Post by aver2330 il 2 June 2022
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  4. INCONTRO FORTUITO

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    By aver2330 il 15 May 2022
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    Tutta imbacuccata, infreddolita, ti accucci sotto l’ombrello cercando di affrettare ancora il passo sotto il diluvio che stasera proprio non accenna a diminuire d’intensità.
    Finalmente volti l’angolo e imbocchi l’ultimo rettilineo che ti porterà a casa, ma, d’improvviso, ti prende una strana inquietudine, rallenti, vorresti, d’istinto, tornare indietro. Ma dove? E, soprattutto, perché? Non sai spiegartelo: casa tua si trova in fondo a questa strada, è lì che devi tornare.
    Ti dici che la stanchezza di una lunga giornata di lavoro ti sta giocando qualche brutto scherzo, ma intanto hai rallentato il passo e ti guardi attorno, cauta.
    Il rumore secco di colpi di pistola ti gela all’istante: che sta succedendo, ti chiedi mentre l’inquietudine si è voltata immediatamente in panico, da dove…?Dal vicolo distante pochi metri da te senti delle urla e tu, invece di fare la cosa più saggia ed andartene, muovi un passo in quella direzione tenendoti ben stretta all’ombrello, quasi fosse la tua unica difesa. Al tuo secondo passo qualcosa sfreccia fuori dal vicolo, come un sacco di stracci oppure…Sgrani gli occhi quando ti accorgi che, accasciato al suolo, c’è un uomo, svenuto evidentemente, che stringe ancora una pistola. Così passi dal panico alla curiosità di sapere cosa sta succedendo esattamente.Il vicolo è cieco ma si allarga velocemente divenendo il piazzale di un deposito abbandonato. Al centro di esso due figure stanno lottando illuminate, a tratti, dai pochi lampioni ancora funzionanti. Nascosta dietro un cassonetto dei rifiuti dopo qualche attimo riesci a vederli più chiaramente e, soffocando un grido di sorpresa, riconosci uno dei due.
    E’ il tuo ex ragazzo che, come passatempo, fa il vigilante mascherato. “Che razza di passatempo…” , pensi oziosamente mentre osservi il logo per porta sul braccio. D'altronde l’hai lasciato proprio per questo: chi riuscirebbe ad amare una specie di fenomeno da baraccone, sempre a correre pericoli assurdi, senza nessuna prospettiva di una vita normale. Eccolo lì, che gira in tondo con quell'altro tipo armato di coltello. Dall’ultima volta che l’hai visto ti sembra ancora più orribile, mette quasi paura. Indossa un’uniforme scura, ora; il viso è coperto da un cappuccio e anche gli occhi sono coperti, nascosti da un paio di lenti a specchio. Porta, adesso, i capelli lunghi, raccolti a coda di cavallo che, a causa della pioggia e del sangue gli si sono tutti attaccati addosso ed allo spadone che porta dietro alla schiena; a completare l’armamentario, ai fianchi porta un cinturone con due pistole. Sanguina da una spalla e da vari tagli superficiali che deve avergli fatto il tipo.
    Mentre ti chiedi come mai lui si stia difen...

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    Last Post by aver2330 il 15 May 2022
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  5. PARLIAMO DI FUMETTI- UNA REPLICA

    By aver2330 il 7 Oct. 2020
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    Dunque, nell'ultimo decennio il fumetto ha finalmente trovato un posto nei premi letterari dallo Strega allo Hugo, ci sono autori che ormai vengono messi allo stesso livello di romanzieri o registi, alcune case editrici "tradizionali" pubblicano fumetti regolarmente (penso per esempio a Feltrinelli), finalmente non solo in libreria c'è una sezione dedicata a loro, ma soprattutto nelle biblioteche, baluardo della cultura con la maiuscola, hanno una sezione dedicata al fumetto dove si trova di tutto da Eisner a Starlin, da Kirby a Matsumoto fino a Toppi e Castelli.
    Eppure...eppure si parla ancora di "dignità del fumetto", ma di quale fumetto? Di un particolare genere che da sempre, tranne per un breve, felicissimo periodo, mira soprattutto all'intrattenimento.
    Certo non c'è solo quello ma le major vogliono soprattutto quello: il plot, la trama ad effetto dove succede tutto per non far succedere nulla.
    Non c'è nulla di male in questo eppure molti lettori cercano una legittimazione a questo tipo di genere, legittimazione che secondo me già ha incassato con la produzione sconfinata, ormai, di cinecomics e serial tv.
    Per concludere e rispondere alla domanda di Gaiman: "C’è ancora posto per la sperimentazione? Che posto occupa la creatività?" io rusponderei che sì, c'è ancora posto per la sperimentazione, anzi la creatività e lo "sfondamento" del fumetto tradizionale in altri generi (dalla pittura alla fotografia fino al teatro), per non parlare delle tecniche e della concezione stessa della tavola (basterebbe sbirciare qualche tavola de "La mia cosa preferita sono i mostri" della Ferris o "Asterios Polyp" di Mazzucchelli per dirne due a caso) continuano a mutare, a far evolvere il fumetto.
    Per quanto riguarda invece le due major del genere supereroi rimanderei al Linus dedicato a Moore in cui viene riportato un passaggio di una sua intervista in cui spiega bene perchè quel genere sia fermo a Civil War come creatività e sperimentazione.
    "In giro si sente dire continuamente che tutte le storie di supereroi sono state già raccontate, che non c'è nulla di nuovo e che quelle idee e avventure potevano essere originali, una volta. Allora si deve provare a fare qualcos'altro di nuovo. Ci vuole un po' di lavoro e posso capire perchè molti autori, al giorno d'oggi, non sembrano preparati a farlo. Preferiscono piuttosto che sia qualcun altro a creare qualcosa di innovativo e poi salire sul carro perchè è molto più semplice. E' molto sicuro per la carriera..." "...La mia opinione è che le idee sono infinite, illimitate e dipende solo da noi rius...

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    Last Post by aver2330 il 7 Oct. 2020
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  6. Vicolo Della Desolazione di Bob Dylan

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    Musica e Fumetti
    By aver2330 il 17 June 2020
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    Sul numero di Dicembre 2019 dedicato ad Alan Moore c'è un bell'articolo di Adriano Ercolani su quanto e come Bob Dylan sia stato una fonte di ispirazione per la creazione di Watchmen. Carnival Rod ne è una delle principali fonti e così ho pensato di riportare il testo nella sua interezza:

    Vendono cartoline dell'impiccagione
    tingono i passaporti di marrone
    il salone di bellezza è pieno di marinai
    il circo è in città
    ecco che arriva il commissario cieco
    l'hanno fatto cadere in trance
    ha una mano legata al funambolo ubriaco
    l'altra la tiene nei pantaloni
    le forze dell'ordine sono irrequiete
    hanno bisogno di un posto dove andare
    mentre la mia donna e io ci teniamo alla larga
    dal vicolo della desolazione

    Cenerentola sembra così tranquilla
    ci vuole uno come lei per capirla
    sorride poi infila le mani nelle tasche di dietro
    alla Betty Davis
    poi arriva Romeo che si lamenta
    “tu appartieni a me credo”
    e qualcuno dice
    “sei nel posto sbagliato amico
    è meglio che te la fili”
    così l'unico rumore che rimane
    dopo che le ambulanze sono partite
    è Cenerentola che ramazza
    nel vicolo della desolazione



    Adesso la luna è quasi nascosta
    e le stelle incominciano a svanire
    perfino l'indovina
    ha messo via i suoi arnesi
    tutti eccetto Caino e Abele
    e il gobbo di Notre Dame
    tutti fanno l'amore
    oppure aspettano la pioggia
    il Buon Samaritano si sta vestendo
    si prepara per lo spettacolo
    andrà al carnevale stasera
    nel vicolo della desolazione

    Ofelia è sotto la finestra
    per lei ho molto timore
    a ventidue anni
    è già una vecchia zitella
    lei crede la morte una cosa romantica
    indossa una maglia di ferro
    la sua professione la sua religione
    il suo peccato è la mancanza di vita
    e sebbene tenga lo sguardo fisso
    sul grande arcobaleno di Noè
    passa il suo tempo a spiare
    nel vicolo della desolazione

    Einstein travestito da Robin Hood i suoi
    ricordi chiusi in un baule
    passò da questa parte un'ora fa
    con il suo amico un monaco geloso
    ora sembra così immacolatamente spaventoso
    mentre scrocca una sigaretta
    e se ne va annusando gli scoli dell'acqua
    e recitando l'alfabeto
    non si direbbe a vederlo
    ma era famoso molto tempo fa
    per come suonava il violino elettrico
    su...

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    Last Post by aver2330 il 17 June 2020
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  7. MAX HEADROOM - VENTI MINUTI NEL FUTURO

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    Serie TV
    By aver2330 il 10 Mar. 2020
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    Nel 1986 fu trasmesso dai teleschermi italiani il videoclip del nuovo singolo del gruppo pop sperimentale Art of Noise, dal titolo Paranomia. Il protagonista del video era un personaggio creato al computer, o almeno così dichiararono i suoi “creatori”, chiamato Max Headroom.
    Il pubblico italiano conobbe così il primo personaggio “virtuale”il cui nome deriva dall'espressione inglese “altezza massima" utilizzata sia nei segnali stradali (altezza massima nei sottopassi o nei tunnel), sia in elettronica e nel campo dell'audio (sia digitale e che analogico). Il termine headroom è infatti usato per descrivere il livello massimo di un circuito amplificatore nel gestire segnali in modo che non vadano in distorsione.
    In realtà Max aveva già esordito in televisione fin dal 1985 come annunciatore di videoclip sul canale inglese Channel Four nel programma The Max Talking Headroom Show.

    Capelli biondi, occhi azzurri e dall'aria aggressiva, Max è la creatura perfetta per quell'era di immagini. È assolutamente irreale e assolutamente convincente. Inquadrato solo dalla vita in su e apparentemente senza braccia, Max appare su un monitor televisivo avente uno sfondo di linee mobili. Recita monologhi, introduce video musicali, canta, narra diari di viaggio e intervista gli ospiti in studio. E lo fa sorridendo, ridacchiando, sogghignando e sgridando, insomma un personaggio “più umano che umano”.
    I suoi autori, Annabel Jankel, John Stone e Rocky Morton, cercarono all'inizio di far credere al proprio pubblico che Max era stato interamente creato al computer, ma la “commedia” durò poco poichè quegli anni nessun computer era così potente da poter creare da zero un personaggio digitale così complesso come il nostro Max.
    Ammisero, pertanto, che era stato utilizzato un attore truccato adeguatamente con protesi e parrucche. Per rendere il tutto più credibile, il montaggio delle apparizioni di Max Headroom veniva realizzato utilizzando effetti a scatti, stacchi, interruzioni e balbettii, così che venne scambiato per un prodotto di pura computer grafica. L'attore in questione è Matt Frewer, che forse ricorderete recentemente nel ruolo di Moloch nella riduzione cinematografica di Watchmen di Alan Moore e Dave Gibson.
    Il successo del personaggio spinse la ABC, nel 1987, a mettere in cantiere una serie di telefilm con protagonisti Frewer e il suo alter-ego digitale.
    Nacque così Max Headroom – venti minuti nel fut...

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    Last Post by aver2330 il 10 Mar. 2020
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  8. "QUI COMINCIA LA SVENTURA..." CENTO ANNI FA

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    Il 1917 fu un anno buio per il nostro Paese. L'impegno nella Grande Guerra era diventato davvero oneroso e sembrava che la sconfitta fosse ormai dietro l'angolo. Di conseguenza la voglia di ottimismo, di vedere un futuro più roseo e migliore era grande.
    In quell’anno nasce sulle pagine de Il Corriere dei Piccoli, il Signor Bonaventura che diventa subito uno dei protagonisti della rivoluzione operata, per l’epoca, da questa rivista.
    Quando infatti debuttò, nel 1908, non c’erano altre riviste per ragazzi che ospitassero storie a fumetti, erano infatti presenti solo illustrazioni. Il Corriere, invece, pubblicava fumetti, dapprima importati dagli Stati Uniti e modificati in modo da non avere i balloon ma delle didascalie, poi anche di autori italiani. ll Signor Bonaventura fu pubblicato per la prima volta proprio nel 1917 e fu un successo così grande che divenne ben presto una presenza fissa della rivista per quasi cinquant’anni.
    Il suo creatore era Sergio Tofano, in arte Sto, nato a Roma il 20 agosto 1886, e morto il 28 ottobre 1973 sempre nella Capitale.
    Discendeva da una famiglia napoletana nella quale condanne a morte, carcerazioni, latitanze ed esilio per attività risorgimentali erano stati la norma fin dalla Rivoluzione Napoletana del 1799. Una famiglia nella quale era stato sempre presente l’amore per la libertà, per la giustizia e per l’arte.
    Figlio di un magistrato, conseguì la laurea in lettere con una singolare tesi sul ruolo del 'brillante' nel teatro italiano, e si avviò a una carriera di disegnatore e caricaturista firmandosi Sto. Fu anche attore, commediografo e regista.
    Ogni episodio del nostro eroe cominciava con la strofa: “Qui comincia la sventura del signor Bonaventura”. Si narravano infatti le sue vicende che cominciavano sempre con una disavventura (per esempio va a dormire dimenticando di chiudere la chiave del gas) che però per caso si tramuta in un colpo di fortuna che gli fa guadagnare ogni volta un milione (nel nostro esempio il signor Bonaventura apre frettolosamente le finestre perchè manca l’aria e finisce per sventare una rapina).
    Le storie si svolgono in un luogo indefinito e sono raccontate sempre in rima da didascalie che descrivono le vignette. Il segno è stilizzato, quasi caricaturale che rende le storie ancora più irreali, facendo entrare il Signor Bonaventura di diritto nel mondo delle favole. Tanto che qualche critico non ha esitato a definirlo l’”ultima maschera della commedia dell’arte”.

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    La prima storia di Bonaventura ci m...

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    Last Post by aver2330 il 6 Nov. 2017
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  9. TOFFSY E L'ERBA MUSICALE di Alfonso Verdicchio

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    Serie TV
    By aver2330 il 11 June 2016
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    Ci sono stati a partire dagli anni '70, in Italia, delle vere piccole chicche passate per la programmazione per ragazzi. Erano dei cartoni animati magari ingenui per i ragazzi di oggi ma sicuramente ben fatti sia come disegni che come animazioni e prodotti interamente da italiani.
    Molte di quelle serie sono finite nel dimenticatoio nonostante siano stati fatti dei tentativi di riesumarle magari ripresentadole in versione DVD.
    Una di queste serie è Le avventure di Tofffsy e l'erba musicale.
    La serie fu presentata la prima volta al Festival Internazionale di Zagabria nel 1974 dove vince il premio come migliore serie a cartoni animati.
    Viene però trasmesso per la prima volta in Italia solo nel 1977 su Telemontecarlo e narra le avventure del piccolo folletto Tofffsy, che abita nel castello di una ricca contessa.
    La serie è composta da 26 episodi ciascuno della durata di 6 minuti, realizzati da Pierluigi De Mas in collaborazione con Gian Andrea Garola e Dodi Melegaro.
    De Mas sarà anche l'autore del cartone animato di Cocco Bill di Jacovitti ma il suo nome è legato soprattutto a Carosello.
    Tofffsy, come abbiamo accennato, è un giovane folletto vestito di rosso, come ogni folletto che si rispetti, con un cappello a punta e una grossa cintura alla vita. Il nostro eroe si contraddistingue dagli altri folletti, però, per due peculiarità. Porta due grossi ciuffi biondi posti sui lati della folta chioma, che quando ha un idea, si restringono e si allungano come una molla. E' inoltre dotato di grande intelligenza e acume, doti che gli rimangono utili per avere la meglio sugli avversari che di volta in volta deve affrontare.
    Il primo episodio della serie narra delle origini dell'erba musicale e di come Tofffsy ne sia venuto in possesso. La storia ha inizio con Tofffsy che aziona per caso un vecchio proiettore della contessa, dove viene trasmesso un film che racconta la leggenda dell'erba musicale. In un'epoca antica il visconte di Toifell (antenato della contessa) riuscì a sconfiggere il mago Nero, reo di aver rapito il figlio del mago Giallo. Per ricompensare il visconte, il mago Giallo gli regalò due semi di un erba magica musicale, che soltanto le persone buone potevano far suonare. Il visconte seminò un seme, l'erba germogliò e poichè questi era una brava persona onesta e coraggiosa, riuscì a farla suonare. Il secondo seme si trova nascosto nella feritoia della più alta torre del castello della contessa. Colui che vorrà far germogliare l'erba, dovrà seminarlo in una notte di luna piena ed innaffiarlo con tre lacrime.
    Tofffsy vive da anni all'interno del castello e conosce porte segrete, scorciatoie in grad...

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    Last Post by aver2330 il 11 June 2016
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  10. TEEN ROBOT VOL.1 -Una piccola recensione

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    Recensioni
    By aver2330 il 20 Nov. 2015
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    In un lontano futuro su Marte viene ritrovata dai terrestri e dai loro alleati un'arma in grado di porre fine alla guerra interplanetaria che li vede impegnati contro i Centauriani. Si tratta del Paladino, un enorme robot da combattimento, abbandonato dagli antichi abitanti di Marte.
    Ma chi guiderà il Paladino contro gli invasori? Il governo terrestre decide di indire una sorta di torneo tra tutti i piloti di androidi che si terrà su una stazione spaziale . Il migliore avrà l'”onore” di pilotare il Paladino. Al torneo decidono di partecipare anche le due protagoniste della storia, Silvia e Nora la sua sorella adottiva, che condividono la stessa passione e sono in perenne competizione per stabilire chi sia tra le due la migliore nel pilotare i robot giganti.
    Le due ragazze partono per la stazione orbitante con i loro rispettivi meccanici, Hansel, saggio ed esperto, e Marco, giovane aspirante ingegnere alla sua prima esperienza con gli androidi, ma il viaggio non sarà nient'affatto tranquillo anzi riserverà non pochi pericoli e sorprese per il nostro gruppetto.
    Paolo Motta, ai testi e Marco Ballò ai disegni ci presentano un manga a tutti gli effetti, non solo per quanto riguarda i disegni. Gli autori infatti attingono a piene mani dalla fantascienza nipponica e dai suoi sottogeneri, non solo i robot giganti ma anche, ad esempio, il torneo in stile "Cavalieri dello Zodiaco" o altre serie simili.

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    Anche le citazioni ad anime e manga sono tante dal punto di vista "grafico", da Mazinga Z a Daimos solo per fare due esempi.
    Il ritmo della storia è buono anche se la trama per ora è un po' troppo lineare, forse accelera un po' troppo verso la fine, e i personaggi sono caratterizzati abbastanza bene. Buoni anche i disegni, lo stile è fluido e le tavole ben costruite.
    Il più grande difetto è il lettering sia per il font utilizzato che nella costruzione dei balloon nei dialoghi, ma sono difetti che possono essere facilmente corretti.

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    Naturalmente essendo il primo volume non si può dare un giudizio complessivo sulla storia. Ciò presentato in questo volume
    però lascia ben sperare, soprattutto per un paio di spunti che riguardano proprio il rapporto tra robot e pilota. Altri temi devono essere approfonditi e chiariti, come le motivazioni dell'invasione, ad esempio.
    Attendiamo quindi i prossimi volumi per leggere come andrà a finire la storia dei nostri eroi e poterne tornare a parlare su questo blog.
    Nell'augurare in bocca al lupo agli...

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    Last Post by aver2330 il 20 Nov. 2015
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