BACK TO THE BASICS: il blog


Replying to THE BATMAN di Luigi Riggio

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  1. Posted 14/3/2022, 20:06

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    Devo dire che, nonostante le perplessità, il film mantiene quanto promette. Qualcuno potrebbe dire: quali perplessità? E’ presto detto: 1) Il protagonista. Pur se ben conscio che Robert Pattinson si è costruito una solida carriera di attore, il suo aspetto “costipativo” mi lasciava dei dubbi circa la sua capacità di interpretare Bruce Wayne/Batman. Come Bruce ha, a mio parere, toppato: perfetto per l’idea che aveva in mente Matt Reeves (che ha peraltro recentemente affermato di aver pensato l’intero film con lui come attore principale), ma sembra ancora un ragazzino o quasi; l’originale, infatti, aveva già attorno ai trent’anni quando divenne il Pipistrello. Come Batman è invece stato perfetto: nonostante il costume e le movenze mi ricordassero più il Daredevil di Charlie Cox, alcuni primi piani mi hanno dato veramente la sensazione che lui FOSSE Batman. 2) Il “colore” di Gordon e Selina. Partiamo da un presupposto: sono contrario a qualsiasi forma di discriminazione, ma allo stesso tempo non mi va proprio giù che sembri esserci una moda “nero è bello” che spinge a mettere attori di colore dove i personaggi sono bianchi. Quasi come se non ci fossero attori adatti. Detto questo, se un’attore/attrice è perfetto/a per il ruolo alzo le mani e do a Cesare quel che è di Cesare. Come in questo caso: se la Selina Kyle di Zoe Kravitz (degno prodotto di Lisa Bonet e Lenny Kravitz) è molto somigliante a quella di Batman Anno Uno, per com’è impostato Gordon nel film Jeffrey Wright ci sta a pennello e recita di conseguenza. Già, il film… Non è precisamente un film di Batman. Nel senso che sì, il protagonista è lui, Gotham è quella (anche se ricorda più New York in alcuni punti), il cast di personaggi pure, ma si tratta più che altro di un film giallo/thriller: il Pipistrello è una sorta di detective inviso ai colleghi nonostante la sua abilità e James Gordon è il suo partner; Selina è la femme fatale; Pinguino (un’irriconoscibile ma perfettamente in parte Colin Farrell) il braccio destro che prende il post del boss; Carmine Falcone (date un’Oscar a John Turturro) il “cattivo”.

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    Nota a margine: Andy Serkis è bravo, ma non mi ha dato l’impressione di un Alfred. E’ a metà strada tra Sean Pertwee (Gotham) e Michael Cane (Nolan Trilogy) senza avere una caratterizzazione specifica tutta sua. Fino a ¾ di film fila tutto e le cose vanno grossomodo come devono andare, salvo che… L’Enigmista non va. Intendiamoci, Paul Dano è stato bravo, ma si tratta più che altro di una figura che (per sua stessa ammissione) mira più ad innescare gli eventi, un pò come il virus chimera in Mission: Impossible 2: lì il fulcro era il duello tra Ethan Hunt e Sean Ambrose, qui quello tra Batman e… Carmine Falcone. Anche il fatto che l’Enigmista fosse giunto a sapere chi era in realtà il Pipistrello si scioglie come neve al sole, come se fosse tutto nella sua testa: perdente era e perdente è rimasto. Anche la tragedia dell’inondazione è fatta più per dare un finale “cataclismatico” che altro: quelli che si vestono da Enigmista sembrano più una brutta copia dei seguaci del Joker et similia che altro. Il che ci porta, però, a definire il film (o quantomeno il finale) la storia di una sconfitta: Batman viene sconfitto perché non riesce ad impedire il disastro e viene tenuto sempre un passo indietro, l’Enigmista viene sconfitto perché alla fine non si dimostra all’altezza, Carmine Falcone perché non è così intoccabile come pensava. Fortunatamente, dalla sconfitta emerge un barlume di luce (per quanto scontato). In definitiva, The Batman è da vedere? Assolutamente sì: perlopiù ogni film di Batman, Georgino Clooney a parte, è garanzia di qualità, soprattutto negli ultimi tempi. Il problema è che nessuno si può legare al resto dell’universo Dc: Burton perché allora non esisteva nessun universo Dc, Nolan prima e Reeves poi perché sono prodotti autoriali in cui i registi propongono una loro visione personale del Cavaliere Oscuro. Il che porta ad una domanda non da poco: che futuro avrebbe un Cinematic Universe senza Batman?
    P.S.- Riflettendoci durante la visione, Paul Dano su una cosa aveva ragione: nessuno si cura degli orfani, i veri orfani che stanno nei bassifondi. Certo, tutti a piangere per il piccolo Bruce Wayne, ma alla fine nessuno se ne frega, lui è ricco e almeno ha Alfred. Gli orfani che stanno in mezzo alla strada, invece, non hanno nessuno. Morto Thomas Wayne, la speranza è morta e tutti hanno usato il suo Progetto Rinnovamento come fonte di guadagni e per scalare il vertice del potere

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