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Replying to CARMINE INFANTINO: UN “PAISA’” TRA LE NUVOLE di Pietro Zerella

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  1. Posted 14/7/2014, 19:31


    Se chiedete ad un fan di super eroi di elencarvi i suoi disegnatori preferiti, con tutta probabilità il suo nome non verrà citato. Eppure, Carmine Infantino può essere a giusta ragione considerato uno dei più grandi artisti che abbiano popolato il mondo della nona arte. La sua figura si staglia come quella di un autentico colosso del settore per la sua capacità di abbinare talento e professionalità, doti che lo portarono a diventare uno dei capisaldi dell’industria dei Comics. Julius Schwartz Il direttore generale della National (l’antesignana della DC Comics) di lui ebbe a dire: “Ogni giorno sedeva al tavolo e faceva due pagine, sempre perfette. Carmine Infantino nasce a New York nel quartiere “italiano” di Brooklyn il 24 maggio 1925.


    Il cognome ne “tradisce” le origini. Il papà, Pasquale "Patrick" Infantino è un musicista che, per sbarcare il lunario durante la “Grande depressione” , si è riciclato come idraulico , la mamma Angela Rosa Della Badia arriva invece da Calitri, in provincia di Avellino, Spinto da una naturale predisposizione al disegno, il piccolo Carmine fin dalla Junior High si mette a disegnare personaggi come Little Orphan Annie e Dick Tracy. Questa vocazione lo porta a fare delle scelte di vita ben precise e ad iscriversi alla School of Industrial Art,(che, in seguito diventerà una ben più prestigiosa “ High School of Art and Design”) situata nel cuore di Manhattan. Sotto la guida di Harry "A" Chesler, uno dei migliori esponenti della cosiddetta Golden Age del fumetto, Infantino continua la sua crescita artistica. Gli inizi della sua carriera fumettistica sembrano seguire una trama classica : come parecchi altri della sua generazione, comincia realizzando numerosi lavori come aiutante fantasma di artisti già affermati (Matite, inchiostri e persino lettering) per vari editori. Fortunatamente per i giovani disegnatori dell’epoca, il mercato è in grande espansione e per riempire le numerose pagine dei loro albi, gli editori pongono ben pochi paletti.


    Nel 1942, la prima piccola svolta : con Frank Giacoia, compagno di scuola e amico di vecchissima data , approda su Jack Frost, fumetto non epocale della Timely Comics (che attraverso diverse tappe successive è destinata a diventare l’odierna Marvel). In quel momento, Carmine prova una forte attrazione per l’opera di Mort Meskin (talentuoso disegnatore che lasciò presto il fumetto per la pubblicità) ma, inevitabilmente, apprezza anche le opere di quei due geniacci che si chiamano Joe Simon & Jack Kirby. Contemporaneamente, comincia a studiare anche artisti “classici” come Modigliani e Degas dei quali apprezza la sintesi e l’apparente semplicità. Dopo aver girovagato tra parecchi editori, nel 1946 arriva alla National presentando vari lavori, la maggior parte dei quali realizzati avvalendosi delle chine di Giacoia. Insieme a loro ci sono altri due “artistucoli” di belle speranze : Joe Kubert e Alex Toth. Proprio a questi imberbi ragazzotti viene commissionata una storia in tre parti (una per ciascuno) della Justice Society. Il supervisore della National, Sheldon Mayer, ne resta favorevolmente colpito e, poiché le testate di punta sono già assegnate lo mette al lavoro su albi di super-eroi di seconda fascia come Flash (ancora in versione Jay Garrick), Johnny Thunder, Green Lantern , Black Canary e The Ghost Patrol. QuestI primi lavori sono spigolosi e grezzi e mostrano chiaramente l’influenza di Harold Gray e Chester Gould Ci vorrà qualche anno per affrancarsene. Nel 1950, Infantino ridefinisce radicalmente il suo stile ispirandosi ai “pulp artists” Herbert Morton Stoops, e Lou Fine. Partendo da queste nuove basi artistiche , realizza dozzine di racconti di fantascienza e western raggiungendo continuità qualitativa e una grande maturità stilistica. Solo raramente si inchiostra da solo come su “The Space Museum” (su Strange Adventures) e, più tardi su The Elongated Man. Quasi sempre, le sue matite vengono rifinite da specialisti dell’inchiostro come Sid Greene, Joe Giella , Murphy Anderson e l’immancabile Giacoia. L’apice della sua carriera è nell’aria e arriva con Il nuovo Flash, (questa volta impersonato da Barry Allen ) , che debutta su Showcase N° 4 dell’ottobre 1956.


    L’evento è talmente importante che viene preso come punto d’inizio di una nuova fase storica del fumetto definita Silver Age. Carmine Infantino guiderà le imprese del “Velocista Scarlatto” per ben 11 anni. Durante questo periodo il disegno delle anatomie e le invenzioni per simulare la velocità diventano uno standard di riferimento assoluto per tutti i comics. La sua fantasia si sbizzarrisce soprattutto nella creazione di una vasta e variopinta galleria di Super Criminali. Due nomi su tutti : Capitan Boomerang e Gorilla Grodd! Tra una storia e l’altra di The Flash, Infantino realizza anche un fumetto di fantascienza molto acclamato dalla critica , Adam Strange(al quale, però, non arriderà un pari successo commerciale). Ancora una volta, Infantino, darà prova del suo talento, addolcendo le linee in maniera elegante e raffinata. Non a caso, la sua Alanna, compagna aliena di Adam , è ritenuta una delle più belle ragazze che mai si siano viste in un fumetto! Quando, nel 1964, la National decide di tentare il rilancio di una delle sue icone, Batman (ai suoi minimi storici qualitativi e in odore di soppressione ), l’immarcescibile’editor” Julius Schwartz, affida la patata bollente alle abili mane di Infantino (e del suo “inker” Anderson), Carmine nicchia, Il personaggio non gli piace più di tanto ma, per spirito aziendale, accetta la sfida. Studia un nuovo look del “Pipistrello” e ne sfronda alcune caratteristiche che lo rendevano praticamente ingestibile, elaborando delle linee guida che rimarranno inalterate per un quarto di secolo. Eppure più che per il rinato Uomo Pipistrello il cuore artistico di Carmine batte per il bizzarro e misconosciuto Detective Chimp, singolare scimpanzé- investigatore nato dalla mente di John Broome . Una nuova fase sta per cominciare nella vita e nella carriera dell’artista .Nel 1967 I dirigenti della National, convinti delle sue doti organizzative lo spingono ad abbandonare il tavolo da disegno per una più confortevole scrivania da direttore editoriale. Nelle nuove vesti dà il via ad una grande stagione di esperimenti editoriali: propone Bat-Lash, un fumetto western realizzato da un altro “paisà” Nick “Viscardi “ Cardy (che avrà una certa risonanza fuori dal territorio USA), si circonda di straordinari artisti come Steve Ditko, Sergio Aragones e molti altri, e “importa” alcuni eccellenti disegnatori filippini (Ernesto Chan e Pablo Marcos, su tutti) .Si tratta di proposte ed esperimenti di altissima qualità ma quasi mai vengono premiati dal successo di vendite .Imperterrito, Infantino continua a sperimentare: e sotto la sua guida, la National resuscita classici come Capitan Marvel o The Shadow, lancia il comic book di Tarzan e produce sofisticate ristampe di pietre miliari dei comics. Il picco qualitativo viene raggiunto con la bellissima storia”on the road” di Dennis O’Neil e Neal Adams (su Green Lantern-Green Arrow ) che mette alla berlina senza pietà le aberrazioni della opulenta società statunitense. Un altro colpo da manuale viene realizzato quando l’editor, si assicura la collaborazione di Jack Kirby, transfuga dalla Marvel che creerà per la DC una miriade di personaggi (compresa la mirabolante saga del Quarto Mondo).


    Come si vede, la direzione di Infantino è decisamente illuminata, eppure, per sua sfortuna, si trova a convivere con la crisi più acuta che il fumetto americano abbia mai dovuto sopportare. Le vendite scendono ai minimi storici e le Major traballano ma la Marvel, grazie alla maggiore modernità dei suoi personaggi, regge meglio. . In quel periodo oscuro che passa sotto il nome di “DC Implosion” decine di testate cadono vittime della guerra dei numeri. Infantino non ha colpe specifiche da farsi perdonare ma serve un capro espiatorio. I vertici della DC lo “costringono”, alla fine degli anni ’70, a dare le dimissioni. La parabola discendente è ormai iniziata e la carriera dell’artista si incanala verso una fase non brillante. Dopo una breve esperienza con la Warren, firma per la Marvel Comics. . L’esperienza che lo vedrà alle prese con i personaggi di Star Wars ma anche con Nova e Spider Woman sarà breve e senza particolari fiammate. Nuove generazioni di disegnatori stanno affacciandosi sul mercato (da lì a breve comincerà l’esperienza dei ragazzi che fonderanno l’Image Comics!) e lo stile di Carmine ha un pochino perduto in freschezza. Alcune delle sue vecchie spigolosità di tratto sono riaffiorate e le sue soluzioni grafiche ormai non sono più così innovative. Dopo una fugace esperienza nel mondo delle strisce (Homefront), il suo ritorno alla DC sarà abbastanza malinconico. Si limiterà a qualche storia del suo” Flash” fino ad arrivare al momento della pensione. Il 4 aprile del 2013, Carmine abbandona il palcoscenico della vita lasciando in eredità a noi lettori un patrimonio di grandi opere che hanno contribuito in maniera significativa alla storia del fumetto. Non male per un ragazzino che imbrattava fogli con i suoi scarabocchi!!




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