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Replying to PARLIAMO DI FUMETTI- UNA REPLICA

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  1. Posted 7/10/2020, 18:45

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    Dunque, nell'ultimo decennio il fumetto ha finalmente trovato un posto nei premi letterari dallo Strega allo Hugo, ci sono autori che ormai vengono messi allo stesso livello di romanzieri o registi, alcune case editrici "tradizionali" pubblicano fumetti regolarmente (penso per esempio a Feltrinelli), finalmente non solo in libreria c'è una sezione dedicata a loro, ma soprattutto nelle biblioteche, baluardo della cultura con la maiuscola, hanno una sezione dedicata al fumetto dove si trova di tutto da Eisner a Starlin, da Kirby a Matsumoto fino a Toppi e Castelli.
    Eppure...eppure si parla ancora di "dignità del fumetto", ma di quale fumetto? Di un particolare genere che da sempre, tranne per un breve, felicissimo periodo, mira soprattutto all'intrattenimento.
    Certo non c'è solo quello ma le major vogliono soprattutto quello: il plot, la trama ad effetto dove succede tutto per non far succedere nulla.
    Non c'è nulla di male in questo eppure molti lettori cercano una legittimazione a questo tipo di genere, legittimazione che secondo me già ha incassato con la produzione sconfinata, ormai, di cinecomics e serial tv.
    Per concludere e rispondere alla domanda di Gaiman: "C’è ancora posto per la sperimentazione? Che posto occupa la creatività?" io rusponderei che sì, c'è ancora posto per la sperimentazione, anzi la creatività e lo "sfondamento" del fumetto tradizionale in altri generi (dalla pittura alla fotografia fino al teatro), per non parlare delle tecniche e della concezione stessa della tavola (basterebbe sbirciare qualche tavola de "La mia cosa preferita sono i mostri" della Ferris o "Asterios Polyp" di Mazzucchelli per dirne due a caso) continuano a mutare, a far evolvere il fumetto.
    Per quanto riguarda invece le due major del genere supereroi rimanderei al Linus dedicato a Moore in cui viene riportato un passaggio di una sua intervista in cui spiega bene perchè quel genere sia fermo a Civil War come creatività e sperimentazione.
    "In giro si sente dire continuamente che tutte le storie di supereroi sono state già raccontate, che non c'è nulla di nuovo e che quelle idee e avventure potevano essere originali, una volta. Allora si deve provare a fare qualcos'altro di nuovo. Ci vuole un po' di lavoro e posso capire perchè molti autori, al giorno d'oggi, non sembrano preparati a farlo. Preferiscono piuttosto che sia qualcun altro a creare qualcosa di innovativo e poi salire sul carro perchè è molto più semplice. E' molto sicuro per la carriera..." "...La mia opinione è che le idee sono infinite, illimitate e dipende solo da noi riuscire a tirarle fuori... Il mondo delle idee è infinito e inesauribile. Preferiscono piuttosto che sia qualcuno come Jack Kirby a fare tutto l'estenuante lavoro di scavo e estrazione; trenta o quaranta anni a scavare nella miniera dei comics e poi le pepite portate da Kirby arrivano ad altri che le reinterpretano. Questi autori non vogliono fare la parte difficile del lavoro."
    Non vuole essere una condanna generalizzata nei confronti dell'intero settore ma credo sia giusto dire che c'è un certo numero di autori che sono molto più contenti di lavorare su materiale già esistente piuttosto che concentrare i propri sforzi per costruire qualcosa di nuovo." (Alan Moore da Alan Moore 5 interviste)

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