BACK TO THE BASICS: il blog

  1. GLI ORFANI DELL’EDITORIALE CORNO di Pietro Zerella

    Tags
    Storia del fumetto
    By aver2330 il 25 July 2013
     
    5 Comments   1,070 Views
    .

    gjrm


    Oggi parleremo di una Terra alternativa. Molti di voi strabuzzeranno gli occhi, increduli di fronte a ciò che leggeranno: C’è stato un periodo in cui le pubblicazioni dedicate ai Super Eroi in Italia non esistevano più!!.
    Ebbene si, per qualche anno Spidey e Supes, I Vendicatori e la Justice League erano diventati solo dei fantasmi che si agitavano nella inquieta mente del lettore. Con la chiusura della Editoriale Corno, avvenuta nel con l’Uomo Ragno Gigante N° 93 (ma le testate inedite si erano interrotte molto prima) e quella della Cenisio sia la Marvel che la DC Comics erano totalmente sparite dal suolo italico.. E’ vero, le storie di quel periodo erano “mediamente” brutte e dopo un decennio di vacche grasse, forse un calo di vendite era nella logica delle cose C’era stata l’invasione dei cartoni giapponesi ma aveva coinvolto più la televisione che l’editoria che solo da poco aveva cominciato ad intravvedere le incredibili possibilità di commercializzazione di robottoni, piccole montanare svizzere e affini . Probabilmente alla Corno non giovò l’eterna diatriba tra Luciano Secchi e Andrea Corno che condusse alla defezione dell’alter ego di Max Bunker e a scelte editoriali sciagurate come quella dell’ignobile “Settimanale dell’Uomo Ragno”.
    Un intero patrimonio di storia editoriale venne bruciato in un attimo di follia. Ogni timido tentativo di risalita fallì in maniera clamorosa e, anche a causa della salute malferma dell’Editore milanese, la Corno dovette sventolare bandiera bianca. Per la Cenisio, avvenne qualcosa di simile, compreso il maldestro scimmiottamento del formato a quaderno della concorrenza. Se si aggiungeva il fatto che la popolarità degli eroi della DC Comics in Italia, non era mai stata altissima, si intuisce che le possibilità di sopravvivenza su un mercato asfittico erano praticamente nulle. Molti dei motivi di questa improvvisa e irreversibile crisi dei Super eroi restano ancora da indagare, io ne ho forse individuato uno, il più semplice di tutti. .I vecchi lettori erano diventati adulti e, presi dallo studio e dal lavoro non avevano più tempo da dedicare ai loro “vecchi” eroi. E siccome le Case editrici avevano fatto ben poco per attirare la generazione di ricambio si era creato un colossale vuoto d’interesse sfociato in una insanabile crisi di vendite. Si entrava così nell’Anno Zero. Passarono un paio di anni e pian piano qualcosa cominciò ad agitarsi nel cuore dei lettori. Internet era ancora al segreto nei laboratori USA ma la tecnologia cominciava a dare qualche strumento in più. Non pensate ai PC, quelli erano ancora lontani da venire e i cellulari erano deposti nel grembo di Giove. Bande di ragazzi, armate di fantasia e voglia di fare, si coalizzarono per dar vita ad un fenomeno che segnò profondamente la vita di alcuni di essi fino a far diventare “professione” quella che era solo una divertente passione. Nascevano le Fanzine e su una di esse, la mitica (e ancora viva e vitale) Fumo di China si ricominciava a parlare di super- eroi. Forte del suo “accordo” con Alessandro Distribuzioni (uno dei pochi ad importare fumetti dagli USA), un imberbe Marco Marcello Lupoi, ci raccontava le imprese eroiche e sentimentali dei super-eroi nella sua fortunata rubrica “Cuore di China”. In un'altra fanzine,Marvel Story, venduta in abbonamento postale, un centinaio di lettori ebbero modo di leggere la prima avventura Marvel (un What if di Devil) inedita dopo tempo immemore (io c’ero!).

    qa8u


    E macchinosamente, qualcosa cominciò a smuoversi e il merito fu, incredibile a dirsi, della Bonelli che col suo marchio Isola Trovata, ci presentò le avventure a fumetti di Indiana Jones. Tornavano a far capolino su quelle pagine nomi che erano entrati nel nostro immaginario come John Byrne e Steve Ditko. E alla fine venne il giorno della grande illusione. Si era nel dicembre del 1985 e in un’anonima edicola l’occhio scafato dell’attempato lettore scorse qualche cosa che ne calamitò l’attenzione. Onestamente, molti di noi non sapevano cosa accidenti fossero Raven Banner o Vigilante ma non si poteva essere troppo schizzinosi.

    uhlh


    La Labor Comics passò come un tornado sul mercato italiano. Aveva accesso a tutti i diritti, Marvel, DC e quant’altro perché nessuno se li filava e aveva arruolato una pattuglia di ragazzi che si erano fatti le ossa proprio sulle fanzine. Sfornò in pochi mesi una marea di albi patinati e refilati, bellissimi ma dai prezzi (per l’epoca) assolutamente altissimi, prima di cadere sulle proprie gambe come un colosso dai piedi di argilla. E tuttavia, i semi nel terreno erano stati gettati e Giovanni Bovini un piccolo editore\tipografo di Perugia aveva annusato l’affare. L’inizio della Star Comics fu cauto, quasi timoroso: un albetto di 32 pagine con una copertina gialla in cartoncino. C’era una scritta rossa in alto: L’Uomo Ragno!!....

    xwqr


    Era il marzo 1987…La Fenice era rinata dalle sue ceneri…I Super Eroi, erano tornati…e questa volta sarebbero rimasti!!



    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 15:19
      Share  
     
    .

Comments
  1. cristofaro
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    :wub: sniff, mi sono commosso
     
    Top
    .
  2. Claudio Mondini
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    Pietro ha ipotizzato una motivazione molto realistica riguardo al calo di interesse verso i supereroi nei primi '80.

    Faccio parte anche io dei "colpevoli" , dato che abbandonai tutte le testate Corno intorno al 1981... ed effettivamente ricordo che i miei interessi si spostarono altrove perchè sia le storie che le "confezioni" di quegli albi cominciavano veramente ad apparirmi irritanti.

    Posi le mie attenzioni su riviste come Metal Hurlant , Totem , Frigidaire , Tempi supplementari e bla bla bla che furono , in quel periodo , bombe di controcultura che mi aiutarono anche a formare una nuova coscenza fumettistica.
     
    Top
    .
  3. raes
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    io l' abbandonai nel 1979, per tornare solo nel 1991
     
    Top
    .
  4. supermario67
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    Ottimo intervento, le tue riflessioni sono esatte, Pietro.
    Io sono tra quelli che non abbandonai, cominciai, ma solo verso il 1984a compra albi direttamente dagli States, e poi segui il percorso di Fumo Di China e della Star Comics.
    Ed anch'io misi all'impiedi (insiem a Dario Gulli) una fanzine alla fine del 1988, si chiamava Comic Book, Si scriveva di fumetti americani, ovviamente, n. zero Batman in copertina, n. 1 elektra in copertina. Poi non ne uscirono altri.
    Sulle ceneri di CB nacque nel 1990 la Fanzine, ora Pro-zineFumettomania, che esiste ancora.

    Edited by supermario67 - 26/7/2013, 23:52
     
    Top
    .
  5. Angelo La Rosa
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    Io caddi vittima delle serie robotiche, ma la colpa fu anche della Corno che non ne azzeccò più una.
     
    Top
    .