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Replying to La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick

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  1. Posted 26/3/2013, 13:38
    In generale tendo a non eccedere in opinioni personali, preferisco incuriosire e non condizionare troppo chi magari apre il romanzo e legge.
    Se devo sbilanciarmi, a me questo romanzo è piaciuto molto. E' erroneamente considerato un romanzo per ragazzi e ha più livelli di lettura. C'è la vicenda del protagonista ma anche quella del giocattolaio e del suo amore folle per il cinema, e di sua nipote, che cerca la verità sulla sua famiglia, e della stessa stazione, "casa" di Hugo.
    Il senso di meraviglia che traspare in tutto il romanzo viene sottolineato dalle sequenze disegnate, e come in un film muto si racconta usando solo le immagini, rigorosamente in bianco e nero, usando i chiaroscuri in modo superbo.
    Secondo me l'autore con questo romanzo è riuscito molto bene a trasmettere al lettore il suo amore per il cinema "pionieristico" e per Melies in particolare
  2. Posted 25/3/2013, 20:35
    L'articolo è interessante e ben bilanciato nella scelta delle argomentazioni....Personalmente ho apprezzato particolarmente la parte "storica" he riesce a trasmettere la sensazione di quanto davvero Méliès sia stato un pioniere del Cinema...Siccome sono un rompitasche, ti faccio una piccola critica: il commento personale é troppo in breve..
  3. Posted 25/3/2013, 20:17
    Nella stazione di Parigi, tra le due guerre, si aggira uno strano ragazzo. Il suo nome è Hugo Cabret e si occupa della manutenzione degli orologi della stazione, all'insaputa di tutti, da quando suo zio è misteriosamente scomparso.

    hugocabretcoverlibro




    Lasciato a se stesso è costretto a compiere piccoli furti e non solo per mangiare. Suo padre, infatti, gli ha lasciato un automa, trovato su una soffitta di un museo, abbandonato. Aveva intenzione di ripararlo, dato che faceva l'orologiaio, ma è rimasto vittima di un incendio. Hugo ha deciso di completare l'opera del padre, perchè per lui quell'automa diventa speciale, non solo un ammasso di ingranaggi e viti, ma rappresenta la consapevolezza che una volta riparato gli darà le risposte che cerca, visto che sembrerebbe in grado di scrivere. Per far questo, però, è costretto a rubare piccoli ingranaggi e pezzi di ogni sorta. Scoperto da un venditore di giocattoli, nella vita di Hugo finiscono per fare irruzione altre persone come la nipote del giocattolaio e soprattutto il mondo del cinema che in quegli anni stava muovendo i suoi primi passi.
    Il vero protagonista di questo romanzo, infatti, che potremmo definire un ibrido tra letteratura e fumetto, poiché alcune passaggi sono raccontati per immagini, anzi per vere e proprie sequenze mute, è proprio quel cinema pionieristico e visionario, fatto da prestigiatori e illusionisti, come Georges Meliès (1861–1938).

    hugo1c



    Riconosciuto come il secondo padre del cinema (dopo i Fratelli Lumière), Meliès introdusse e sperimentò diverse novità tecniche e narrative. A lui è attribuita l'invenzione del cinema di finzione (che filma mondi "diversi dalla realtà") e di numerose tecniche cinematografiche, in particolare del montaggio, la caratteristica più peculiare del nascente linguaggio cinematografico. È universalmente riconosciuto come il "padre" degli effetti speciali. Il suo film più noto è “Viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune)” (1902), ispirato dal romanzo omonimo di Jules Verne e di H. G. Wells, per l’epoca fu un film spartiacque, pieno di passione e di trovate cinematografiche.
    Scoprì accidentalmente il trucco della sostituzione nel 1896 e fu uno dei primi registi a usare l'esposizione multipla, la dissolvenza e il colore (dipinto a mano direttamente sulla pellicola).
    Inizia la sua attività come mago illusionista nel prestigioso Teatro Robert-Houdin a Parigi, ma, rimasto affascinato dall’invenzione dei fratelli Lumiere decide di creare una cinepresa in proprio per poter girare in autonomia filmati. Leggenda e verità si mischiano nella sua storia come nei circa 1500 film che lui girerà tra il 1896 e il 1914 nel suo studio a Montreuil, un enorme teatro di posa cinematografici dove gli attori (spesso lo stesso Méliès) recitavano di fronte a scenografie appositamente dipinte, secondo la tradizione delle esibizioni di magia e del teatro musicale. Raggiunse il picco di popolarità tra il 1900 e il 1912, influenzando profondamente gli operatori già attivi e dando un contributo fondamentale alla genesi del linguaggio cinematografico per gli autori futuri.
    Già dopo il 1909, tuttavia, la produzione subì un calo, per via del pubblico divenuto più esigente.
    Nel 1913 la sua compagnia cinematografica, andò in bancarotta perchè Méliès vendeva le copie dei suoi film una per una, ma non percepiva nessun diritto d'autore per le singole proiezioni; per cui, paradossalmente, mentre i suoi film spopolavano in Europa e in America, era costretto a impegnarsi economicamente per creare continuamente nuove pellicole, e quando iniziarono ad essere troppo ripetitive, compassate, ridicole, il mercato perse interesse.
    In seguito Méliès tornò a dedicarsi solo agli spettacoli di magia con le repliche dei suoi film al Robert-Houdin, fino a che il teatro non venne demolito per aprire il Boulevard Haussmann.
    Nel 1932 grazie all'interessamento di un sindacato cinematografico, ricevette una pensione e si ritirò in una casa di riposo per artisti a Chateau D'Orly. Morì nel 1938 e fu sepolto al cimitero di Père Lachaise a Parigi.
    Le sue opere erano spesso delle visioni fantastiche, e il cinema era per lui un teatro dell'impossibile, capace di sovvertire anche le leggi della fisica, ma sempre in modo giocoso e divertito.
    Il romanzo di Brian Selznick cerca di far rivivere l'emozione e quella la poesia visiva che devono aver provato coloro che per primi hanno visto i film di questo formidabile illusionista e innovatore scrivendo e disegnando un profondo atto d'amore per il cinema e per l'artista. Secondo me ci riesce anche grazie alle sequenze "a fumetti", disegnate ottimamente e con un uso sapiente del bianco e nero, ad evocare la magia di quel cinema pionieristico così lontano da quello odierno.

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