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Replying to DAGO : DA SCHIAVO BIANCO A GIANNIZZERO NERO di Pietro Zerella

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  1. Posted 7/5/2014, 18:51


    Esistono personaggi che sanno diventare “simbolici”. Dago è uno di essi e, per certi versi, può rappresentare l’essenza dell’Avventura. La sua prima apparizione non sembra così dirompente. E’ solo uno dei tanti progetti ospitati dalla rivista argentina Nippur Magnum della Editorial Columba. Ad occuparsi delle sceneggiature è l’onnipresente Robin Wood ,le cui stesse origini sembrano un fumetto (è nato infatti in Paraguay nella utopistica colonia socialista denominata Nueva Australia). I disegni vengono affidati ad Alberto Cèsar Salinas (figlio di Josè, popolarissimo artista argentino). Siamo nel 1980.Tre anni dopo sul settimanale “Lanciostory” delle Edizioni Lancio (ora Aurea) la lunghissima saga di Dago approderà anche da noi.
    Dal 1996, il ruolo di Salinas verrà rilevato dall’abilissimo Carlos Ernesto Gomez che darà una sua forte impronta grafica alla serie. Ecco in estrema sintesi la vicenda di Dago. Negli anni a cavallo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, Venezia vive uno dei momenti di massimo splendore. Cesare Renzi si gode a pieno l’opulenza della sua città: è il giovane rampollo di una delle famiglie più in vista , è ricco ed affascinante e passa da un divertimento all’altro. Per sua sfortuna, però, la sorte sta presentargli il conto. Suo padre, infatti,ha in mano le prove di un complotto ai danni della Repubblica ordito da un dignitario turco (Ahmed Bey), un mercante greco (Kalandrakis) e due nobili veneziani, Giacomo Barazutti,(che è il miglior amico di Cesare) e il principe Bertini( braccio destro del Doge) che ha saputo agire con grande accortezza. Renzi ignorando il suo coinvolgimento nella trama consegna proprio a lui i risultati delle sua indagini e firma in questo modo.


    La condanna a morte di se stesso e della sua famiglia. Nella notte scoppia la tragedia : Giacomo Barazutti pugnala Cesare mentre sta leggendo una lettera di suo padre che gli rivela il tradimento del suo amico. Nello stesso momento, tutta la sua famiglia viene sterminata dai sicari inviati dai congiurati. Come se non bastasse, nella sua casa vengono trovate delle lettere, abilmente falsificate, che indicano suo padre, e non il principe Bertini, come capo della congiura. La famiglia Renzi, annientata fisicamente, ora deve conoscere anche il gusto atroce del perpetuo disonore. Il giovane viene dato per morto e abbandonato in mare. Sopravvissuto miracolosamente, viene recuperato da una nave saracena sulla quale inizia per lui una nuova e tormentata esistenza.. Ribattezzato per dileggio Dago, in ricordo della daga che aveva nella schiena, viene venduto come schiavo. Quelli che lo aspettano sono anni di violenza, di crudeltà e di continuo pericolo. Nulla gli viene risparmiato, dalle miniere ai remi, dalle paludi infestate di sanguisughe agli intrighi del palazzo, Sostenuto dalla smania di sopravvivere per portare a termine la vendetta contro chi ha distrutto tutto il suo mondo, supera ogni difficoltà e, riesce ad affermarsi in quel mondo ostile fino a diventare dapprima giannizzero(e di fatto rinnegato!).e quindi uomo di fiducia di personaggi importantissimi come Ibrahim,( il Gran Visir di Solimano) e Khair ed Din,(il Barbarossa) , il pirata di Algeri che si sta rivelando come il vero padrone del Mediterraneo. E proprio in veste di fiduciario, Dago torna in Europa e comincia a trattare alla pari con i potenti del tempo , incontrando, tra gli altri, il Re Francesco di Francia, il Papa, e Re Carlo V. Contemporaneamente porta a termine con fredda risolutezza il suo piano Kalandrakis è il primo a morire. Dago lo uccide, annegandolo, mentre è ospite del palazzo di Barbarossa ad Algeri. Ahmed Bey è il secondo degli sterminatori della famiglia Renzi a conoscere la stessa fine , morso dai serpenti velenosi con i quali intendeva uccidere Dago. Il Principe Bertini, nel frattempo divenuto Doge, riesce a farlo arrestare mentre si trova a Lucca e gli sguinzaglia contro un vero esercito di tagliagole. Appreso il fallimento del suo tentativo, muore per paura a Lucca . La morte non sarà altrettanto pietosa nei confronti di Barazutti .Viene raggiunto in Abissinia dall’amico tradito , che gli rivela la sua identità e gli taglia entrambe le mani. Da quel momento , tornato a Venezia, vivrà in preda al terrore aspettando la conclusione della vendetta di Cesare.


    La figura di Dago è una figura molto intrigante e ben costruita che rappresenta felicemente l'incarnazione del "cavaliere senza macchia e senza paura" della letteratura cortese.E`un uomo che ha subito il tradimento ma che non tradisce mai, che ha subito le peggiori ingiustizie ma non ne commette e che riesce a non spadroneggiare sui deboli. Conosce profondamente la morte e l’ha dispensata senza troppi scrupoli ma ha conservato un profondo rispetto per la vita degli altri.Il suo senso della giustizia gli consente di rispettare gli umili e di onorare chiunque meriti rispetto e onore, senza badare alla sua classe sociale,alla sua fede, alla sua ricchezza. Crede nei suoi valori ed è pronto a morire piuttosto che rinunciarvi. E’ animato dall’odio, ma conosce bene anche le gioie e i turbamenti dell’amore . Frequenti sono le sue incursioni nell’universo femminile (dalla sua prima fidanzata Ginetta della Barca alla pirata Karim Bey, dalla mercenaria svizzera Magdalena alla nobile Antonia di Medina) , benché tenti sempre di soffocare i suoi sentimenti, nella convinzione che gli siano d'intralcio nella sua ricerca di vendetta. Da un punto di vista “tenico” l’impianto narrativo e lo stile grafico sono quelli della classica saga di cappa e spada. Tuttavia gli autori hanno saputo scansare la retorica optando per un approccio basato sulle più moderne regole della Storiografia. Le vicende dei primi decenni del XVI secolo, non vengono quindi viste come susseguirsi di battaglie, alleanze, armistizi ma come storie di uomini. Il risultato è un affresco di raro fascino dove possiamo incontrare accanto a personaggi di fantasia, i grandi nomi che appartengono alla storia dell’umanità: da Michelangelo a Lutero, da Benvenuto Cellini a Nostradamus, da Giovanni dalle Bande Nere a Hernan Cortés. Quello fu momento fondamentale di transizione all’età moderna, il periodo in cui nacque e si affermò il concetto stesso di società per come la intendiamo noi. Ed è bello fantasticare che anche un personaggio immaginario come il nostro Dago abbia avuto una parte su quello straordinario palcoscenico...


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