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Replying to GIOCHI STELLARI di Alfonso Verdicchio

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  1. Posted 8/5/2014, 19:07


    Agli inizi degli anni '80 i videogiochi erano ancora molto lontani da quelli che vediamo adesso girare su console e pc, sia per la grafica che per trama e svolgimento dell'azione. Erano ancora sinonimo di coin op, cioè di videogiochi “a gettone” che riempivano le sale giochi di città piccole e grandi e lasciavano tantissimo spazio all'immaginazione di chi si cimentava in battaglie spaziali o affrontando mostri fantastici oppure gareggiando alle Olimpiadi. Tuttavia il cinema già si interessava di questo nuovo linguaggio, allora ancora “grezzo” e che veniva considerato dai più come poco più che un passatempo.
    Nel 1982 infatti la Disney produsse Tron in cui già si immaginava un mondo virtuale, anzi un universo parallelo, popolato dai programmi realizzati dal protagonista la cui esistenza consiste nell'eseguire i comandi che vengono impartiti dal programma in funzione. Nel caso dei videogame, ad esempio, questi esseri virtuali devono combattere senza sosta, giocandosi l'esistenza in base alle sfide proposte dal gioco stesso.
    Nel 1984 viene prodotto The Last Starfighter, che in Italia viene tradotto col titolo Giochi Stellari. Interpretato da Lance Guest, e Robert Preston, tra gli altri, per la regia di Nick Castle, il film parte da una domanda che magari molti dei giocatori di allora si facevano quando si trovavano a giocare nelle “cabine” degli sparatutto spaziali di allora: e se fosse tutto vero?
    La storia infatti racconta di Alex Rogan, il classico bravo ragazzo che vive con la madre e fratellino in un villaggio della provincia americana fatto di case mobili e baracche. I dintorni non offrono grandi distrazioni per i ragazzi come lui e l'attrazione più grande è il videogame spaziale del bar del villaggio.
    Alex ne è campione indiscusso, per tempismo e precisione finchè un giorno, avendo egli raggiunto il massimo del punteggio, viene avvicinato da un certo Centauri - a suo dire, il gestore della catena dei "games" - ma che è, in realtà, un reclutatore di "cacciatori dello spazio" lo convince a seguirlo. Preso a bordo di un'auto dalla struttura avveniristica che si trasforma in astronave, viene così prelevato e trasferito su di un altro pianeta.
    Qui scopre che il videogioco di cui era campione era in realtà un sistema per reclutare piloti stellari. Il pianeta è in realtà la base della Lega stellare che si sta preparando a difendersi, perché sta per essere di nuovo attaccata dalla flotta del perfido Xur, figlio ribelle del Capo della Lega medesima. Ad Alex viene offerta l'occasione di pilotare un vero StarFighter tuttavia rifiuta: lo strano fantastico ambiente lo sgomenta e d'altra parte, ha lasciato sulla Terra famiglia e fidanzata.


    Così Centauri lo riporta a casa, ma qui Alex non solo scopre che un suo perfetto duplicato (inviato da Xor) ha preso il suo posto, ma apprende che i ribelli hanno mandato dei cacciatori di taglie per ucciderlo.
    Decide allora di accettare l'incarico e mentre il suo duplicato muore nel rogo dell'auto di un vecchio amico, Centauri lo riporta sulla base della Lega. Qui un'altra sorpresa l'attende. I ribelli con un attacco a sorpresa hanno ucciso tutti gli starfighter per cui rimane solo lui a difendere la Frontiera dall'invasione.
    Alex è addestrato da un bizzarro e più anziano pilota: insieme sbaragliano in un gigantesco scontro la flotta nemica, che il giovane, forte della sua abilità nei videogiochi, centra con implacabile precisione. Xur e gli altri "cattivi" sono distrutti. La lega vorrebbe che il giovane eroe restasse per sempre sul pianeta vittorioso e Alex accetta, non senza prima aver fatto una capatina a terra, per salutare familiari e amici ma, soprattutto, per imbarcare con sé la sua stupefatta ragazza.
    Il film si segnala come uno dei primi, insieme al già citato Tron, ad utilizzare per gli effetti speciali la grafica computerizzata. Pur non essendo un film da una trama molto complessa fu comunque un grande successo commerciale, e sicuramente oggi sarebbe un film superato con un intreccio simile, tipico della produzione dei film d'azione di quegli anni. Ma ultimamente si sta parlando di un suo remake, e sarei curioso di vedere come aggiorneranno la storia ai gusti del ventunesimo secolo.
    Ironia della sorte, malgrado l'Atari ci abbia provato per anni, non è mai riuscita a produrre un gioco derivato dal film e degno di questo nome.
    Il videogioco in versione coin op The Last Starfighter citato anche nei crediti del film, ed il cui sviluppo era cominciato per la produzione del cinema, non fu infatti mai distribuito.


    Fino ad allora, Atari aveva usato per i suoi giochi 3D dei sistemi a grafica vettoriale ma per The Last Starfighter decise di sviluppare un sistema di grafica 3D basato sui poligoni. La cabina sarebbe derivato da quello del videogioco Star Wars del 1983. L'allora vicepresidente di Atari decise tuttavia di bloccare lo sviluppo del gioco, nonostante questo fosse stato ultimato per il 75%, perché la macchina, a causa dei costi di sviluppo e delle sue caratteristiche hardware, avrebbe avuto un prezzo finale di vendita di circa 10.000 dollari, ritenuto eccessivamente alto tenendo conto anche della crisi dei videogiochi di quel periodo.
    Atari portò avanti anche le versioni del gioco per le sue console Atari 2600/5200 e per i suoi computer ad 8 bit ma anche qui il titolo subì ritardi e cancellazioni.
    Il gioco non aveva nulla della versione arcade che si vedeva nel film, perché Atari decise di sviluppare The Last Starfighter a partire da un gioco già in corso di realizzazione, denominato Orbiter, uno sparatutto a sua volta derivato da un precedente gioco, Star Raiders. Le versioni per Atari 400/800/5200 furono cancellate mentre la versione per 2600 fu terminata ma messa in vendita nel 1984 con il nome di Solaris.
    Successivamente Atari riprese in mano il progetto originale e nel 1987 distribuì un videogioco che riprendeva l'originale progetto di The Last Starifghter con il nome di Star Raiders 2, pubblicato per i suoi home computer ad 8 bit 400/800 e per altre piattaforme, quali il Commodore 64, il Sinclair ZX Spectrum e l'Amstrad CPC. Il gioco riprendeva l'idea alla base dello Star Raiders originale, un titolo basato sull'universo di Star Trek, a cui erano aggiunti alcuni elementi tratti dalla pellicola di Giochi Stellari.
    Nel 1990 un gioco con il nome The Last Starfighter fu pubblicato per la console Nintendo NES ma, nonostante il nome e la copertina del titolo che riprendeva alcune immagini della pellicola, il gioco era un clone di Uridium, un gioco precedentemente pubblicato per altri sistemi.
    Nel 2007 la società Rouge Synapse ha pubblicato una versione freeware per sistemi Win32 del gioco, cercando di riprodurre la grafica e la modalità di gioco dell'arcade del film.
    Ultima curiosità, l'automobile usata da Centauri per prelevare il protagonista era guarda caso una DeLorean.




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