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Replying to IL MONDO DI MAFALDA I PUNTATA: Mafalda la contestataria di Monica Menichini

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  1. Posted 15/11/2014, 20:23

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    Quella in cui nascono le sue prime strisce è un'epoca di profonde tensioni Joaquín Salvador Lavado Tejón, in arte Quino, realizza uno spaccato impietoso della realtà sociale dei suoi connazionali. Per farlo si avvale di un personaggio dalla simpatia disarmante, al contempo delicato e battagliero.
    Disegnata con pochi tratti dall'incredibile impatto espressivo, Mafalda è un simbolo di protesta ancor prima di essere un capolavoro del fumetto, incarna un ideale di pace universalmente condiviso.
    La sua semplicità ha conquistato il mondo e ancora oggi, a distanza di mezzo secolo dalle prime pubblicazioni, continua ad essere la bambina irresistibile di sempre.
    La striscia racconta le ristrettezze della Buenos Aires post peronista e le condizioni in cui versa la politica internazionale durante guerra fredda.
    La sua divulgazione richiese uno sforzo non indifferente, a ognuna delle venti lingue in cui fu tradotta fu chiesto di adattarla alla realtà del proprio Paese mantenendone inalterato umorismo e spirito critico. A dimostrare la riuscita di questa mastodontica operazione fu il successo improvviso e oceanico della striscia, tanto emblematico del suo tempo da spingere Umberto Eco a definirla “il personaggio degli anni Settanta1
    Mafalda non si spiega come l'umanità non sia riuscita nel corso della storia a realizzare un modo più efficace per organizzare il mondo.

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    Il suo stupore è contagioso, pagina dopo pagina le ingenue perplessità della bambina tornano le nostre, anche il lettore si riappropria della sua innocenza e si cala in quell'immaginario ricolmo di possibilità che è il mondo di Quino. Come non domandarci come sarebbe diversa la vita degli esseri umani se tutti collaborassimo al miglioramento delle condizioni del pianeta, se ci rapportassimo gli uni agli altri nel rispetto di una vera democrazia? I conti proprio non le tornano.
    Mafalda guarda la realtà come a un gioco di costruzioni, è disposta a fare a pezzi l'oggetto del proprio interesse per comprenderne l'incastro e identificare un modo più efficace di ricomporlo.
    Tanti sono gli aspetti contraddittori del mondo che la circonda e la sua attenzione irriverente non risparmia niente e nessuno, a cominciare dai suoi genitori.
    Angel, anonimo impiegato di una compagnia assicurativa e Raquel, casalinga, abitano nel centro di San Telmo, (al 371 di Via Cile, a due passi da quella che era l'abitazione di Quino a Buenos Aires all'epoca della creazione della striscia).
    Qualora la giovane coppia avesse contato sulla nascita della figlia per coronare l'idillio romantico sarebbe rimasta spiazzata non poco dal temperamento bellicoso e imprevedibile della primogenita. Capita spesso che Mafalda formuli quelle domande che loro stessi temono di porsi sull'effettiva convenienza delle scelte operate in passato. In una delle vignette Mafalda descrive i genitori come incomprensibili: sono un film in cui i figli intervengono solo a metà proiezione.
    Mafalda contesta l'atteggiamento rinunciatario e l'arrendevolezza di fronte a quello che sembra essere vissuto da entrambi come un destino ineluttabile.
    La madre, promettente pianista in gioventù, non ha portato a compimento i suoi studi universitari per dedicarsi interamente alla famiglia; il padre che accusa i sintomi di una prolungata esposizione allo stress lavorativo, si dedica compulsivamente alla botanica d'appartamento e ricorre frequentemente al 'nervocalm'.

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    Intendiamoci, Mafalda è molto legata alla famiglia, ma ne contesta la valenza compensatoria attribuitagli dalla mentalità piccolo borghese del tempo, non si può essere felici a dispetto della mortificazione, impassibili alla sofferenza o inermi di fronte alla prevaricazione. Nella sua lotta all'autorità costituita tanto vale cominciare da quella genitoriale.
    Quella di confidare nella spontaneità del modello educativo tradizionale, autorevole e fermo, nel rispetto del quale loro stessi erano cresciuti, si rivelerà presto una scelta fallimentare per i due malcapitati.
    Accusati di essere genitori senza preparazione specifica al loro esordio dovranno presto abbandonare la pretesa di cavarsela a buon mercato in questa sfida.
    Fidarsi degli adulti nell'attesa di avere l'età per interrogarsi sulle 'cose da grandi' non è una soluzione percorribile per Mafalda che non si fida del genere umano e non è disposta a delegare a due dilettanti del ramo le scelte che riguardano il suo futuro.

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    Per questo decide di stemperare l'impatto genitoriale nella relazione con il secondogenito. La nascita del fratellino ci permette di conoscere la parte più delicata di Mafalda, fin dall'annuncio datole dai suoi genitori prende il suo arrivo come qualcosa di folgorante: memorabile la vignetta in cui alla notizia si paralizza e cade dal suo pouff.
    Nel tentativo di filtrare la realtà per renderla masticabile per Nando ci avviciniamo a una Mafalda tenera, protettiva, che tollera gli egoismi e i capricci tipici del piccolo, che si dichiara intenzionato a fare il cattivo, mettendolo in guardia dai cattivi di professione che non hanno lasciato per gli aspiranti al ruolo neanche un misero posto vacante.
    Anche gli amici giocheranno un ruolo determinante, ma di questo parleremo meglio nella prossima puntata...

    blog



    CITAZIONE
    1- Umberto Eco: da 'Mafalda o del rifiuto', “In Mafalda si riflettono le tendenze di una gioventù irrequieta, che qui assumono l’aspetto paradossale di un dissenso infantile, di un eczema psicologico da reazione ai mass media, di un’orticaria morale da logica dei blocchi, di un’asma intellettuale da fungo atomico. Siccome i nostri figli si avviano a diventare -per nostra scelta- tante Mafalde, non sarà allora imprudente trattare Mafalda col rispetto che merita un personaggio reale” prefazione a 'Mafalda la contestataria', ed Bompiani, 1969.

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