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  1. JSANA JURIC di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 13 Mar. 2018
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    Ammettiamolo senza reticenze. Non siamo mai stati particolarmente teneri nei confronti della Sergio Bonelli. Alla prestigiosa casa editrice italiana abbiamo sempre contestato una certa staticità di fondo ed una difesa ossessiva, quasi maniacale, di determinati parametri narrativi ormai largamente obsoleti. Tuttavia, non fosse altro che per onestà intellettuale è doveroso riconoscere che, seppure in maniera farraginosa, le cose stanno cambiando. Partiamo da Orfani quella che nasceva con l’intento programmatico di essere la serie spartiacque tra il prima e il dopo. Creata da Roberto Recchioni e, per la parte grafica, da Emiliano Mammucari, probabilmente non è riuscita a coinvolgere il numero di lettori che la casa editrice si augurava. Tuttavia la sua struttura narrativa a blocchi autoconclusivi ha permesso di rischiare presentando numerosi personaggi in ambientazioni radicalmente diverse. Dopo le prime tre miniserie lunghe nell’ottobre del 2016 è approdata in edicola la quarta stagione composta da soli tre numeri e dedicata a Juric, la spietata sociologa (Presidente del Governo Straordinario di Crisi, l’organo che si è fatto carico di salvare l’umanità) morta, uccisa dalla “Mocciosa” ( Uno degli Orfani originali) nella cataclismatica conclusione della stagione precedente. Ora tocca al biografo Emile Bogdan ricostruire il passato di una figura umana e politica così controversa attraverso un dossier di documenti segreti raccolto dalla donna stessa. Originaria di un Paese dei Balcani, la piccola Jsana vive con l’apparente normalità dei suoi anni la triste condizione di immigrata. Quando rimane orfana la bambina viene adottata e cresciuta da Sandor Kozma, presidente di un’associazione umanitaria che intende sfruttarla per fini propagandistici.

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    Fin da piccola Jsana dimostra come l’arte della manipolazione sia per lei una specie di seconda pelle : nulla le sembra incongruo o immorale; perfino la sua festa di laurea diventa l’occasione per dare un’immagine di sé ad uso e consumo dei media, Per ora Jsana ha ancora un’unica e inattesa debolezza, l’affetto che prova per il padre adottivo anche se non esita ad usare la figura di Kozma a come facciata presentabile della sua organizzazione. La sua innata mancanza di scrupoli le consente di muoversi tra i sentimenti con implacabile inflessibilità. E quando serve non esita a mettere in palio il suo stesso corpo, ad usarlo come chiavistello per sedurre l’anziano magnate Tadao Kojima e coinvolgerlo nei suoi oscuri disegni. La Juric deve però affrontare due prove terribili che coincidono...

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    Last Post by aver2330 il 13 Mar. 2018
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  2. LADY DEATH : LA MORTE SI FA BELLA!! di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 9 April 2015
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    Ci sono due argomenti che occupano un posto predominante nella psiche di un adolescente americano: il sovrannaturale e le tette.
    L’autore di scarsa fama Brian Pulido , ormai non è più così adolescente (è alle soglie dei 30 anni!) ma, evidentemente non ha dimenticato i suoi “pensieri” giovanili e quando progetta il suo ennesimo personaggio decide di mettere insieme queste due componenti. In realtà, ha già esplorato i sentieri narrativi dell’eterna lotta tra il bene e il male con la sua creazione precedente, Evil Ernie ma ora la sua fervida fantasia (ed un certo sovraccarico di ormoni androgeni) gli suggeriscono di addentrarsi anche nell'immaginario erotico.
    Nasce così quella che alcuni critici definiranno “la paladina della crociata anti-silicone”ovvero Lady Death. Con la complicità artistica di Steven Hughes, realizza per la misconosciuta casa editrice Eternity un fumetto in bianco e nero : Evil Ernie in cui si narrano le efferate imprese di Ernest Fairchild, un ragazzo con forti disturbi mentali. Lady Death, nella sua prima esplosiva apparizione è un costrutto irreale di un cervello sciroccato. Promette amore eterno ad Ernie, in cambio della sua fedeltà. Peccato che il suo scopo sia leggermente insano (e anche un pizzico velleitario…): l’uccisione di tutti gli abitanti della Terra. Dopo una successiva apparizione in Evil Ernie: The Resurrectioni, una mini-serie pubblicata da Pulido per la sua società Chaos! Comics nel 1994. Lady Death sembra destinata ad un precoce accantonamento. In realtà, però, la signorina “Grandi Forme” deve ancora dare il meglio di sé. Il fatto è che è in America si sta verificando una autentica battaglia in cui le armi principali sono “anatomiche”.

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    Orde di ragazze dai nomi sempre più improbabili ed evocativi: Purgatori, Chastity, Poison, Razor, Devil Girl e compagnia cantante affiancano la veterana Vampirella in una sarabanda di intrecci all’insegna del sesso e della violenza. . La bigotta società americana vacilla sotto i colpi mentre i costumi delle ragazze si riducono a striminzite striscioline messe a estrema tutela della pudicizia e le storie virano sempre di più verso il rosso sangue. Lady Death rinasce staccandosi dal suo ruolo di fidanzata di Ernie, e iniziando la sua storia autonoma. A partire dal gennaio 1994 , con la miniserie “The Reckoning”, Il personaggio viene completamente rivisitato. In un medioevo dai contorni abbastanza indefiniti, vive una ragazza di nome Hope (Speranza). La sua esistenza non si può certo definire tranquilla perché è costretta a subire una serie infinita di umiliazioni e di violenze.
    Tuttavia c’è un terribile segreto legato alla sua nascita. Ho...

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    Last Post by Bread Pak il 17 Sep. 2015
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  3. 2 o 3 COSE DA DIRE SU “ORFANI” di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 19 Sep. 2014
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    Con la fine del primo ciclo di Orfani mi permetto di fare qualche considerazione assolutamente personale sulla “discussa” testata della Bonelli.
    Partiamo da una prima osservazione. Se togliamo la tara dell’autore(che, a dire il vero, è abbastanza ingombrante) com’è il prodotto che è arrivato nelle nostre edicole e nelle nostre fumetterie? La risposta, a mio avviso, è semplice: Orfani è un onesto prodotto medio con delle punte di eccellenza ma anche dei notevoli punti di “aurea mediocritas”.
    Cambierà il corso della storia del fumetto italiano?. Certamente no (e non credo neppure che ciò fosse nelle intenzioni dello sceneggiatore) più probabilmente verrà annoverato tra i progetti dalle buone potenzialità che non sono riuscite a concretizzarsi in toto. Al di là delle eterne ed irrisolte diatribe tra i fan dell’autore e i suoi detrattori, credo, che questa sua opera abbia colto solo in parte il bersaglio. Alla fine dei giochi (almeno di questa prima fase), la sensazione che ti resta dentro è quella del “burro spalmato su troppo pane”. Una marea di premesse e di promesse rimaste nel limbo, un finale che vorrebbe essere catartico ma non contiene il necessario pathos, una storia che si sgrana tra morti annunciate ed asettiche che non stupiscono e poco emozionano. Purtroppo, l’impressione è quella di un pallone aerostatico, gigantesco e rutilante di luci ma fondamentalmente vuoto dentro.

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    In questo “Orfani” è molto Hollywoodiano, disgraziatamente, però, prende come modello di riferimento le dinamiche fracassone di Roland Emmerich o di Michael Bay. Non approfondisce(scelta stilistica?), le personalità dei ragazzi che rimangono intrappolati nei loro ruoli per 12 numeri. Cosa sappiamo di loro? Praticamente solo i nomi di battaglia. E poi , poco mi convince, il concetto di fondo del “Siamo tutti colpevoli e non c’è differenza tra bene e male”. La mia potrà sembrare anche una posizione romantica ma per come la vedo io, un confine, fosse anche labile tra le due aree, deve esistere perché altrimenti anche una condanna morale equivale all’indulgenza plenaria. A questo punto, per tornare in ambito cinematografico, preferisco la retorica militaristica di Starship Troopers in cui, perlomeno, i ruoli sono delineati con precisione. Ovviamente, Recchioni avrà meditato queste sue scelte narrative com’è suo preciso diritto autoriale, io, da lettore, mi limito a non condividerle. Esisterebbe poi, un lungo discorso da fare sul tipo di narrazione. Qui la situazione si sdoppia. Se da un lato ho apprezzato l’uso di lunghe sequenze cinematografiche e l’utilizzo accorto delle tecniche di decompressione, dall’altra ho “odiato” visceralmente le parti dialogate. Troppe frasi fatte, troppi slog...

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    Last Post by aver2330 il 19 Sep. 2014
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