BACK TO THE BASICS: il blog

  1. THE DARKSEID WAR di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 15 April 2021
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    Confesso di aver preso il volume Panini solo perché, seguendo il video di un amico, ho capito che aveva collegamenti con le storie Dc attuali pur essendo l’epilogo dell’universo New 52. Eppure all’inizio sono stato rapito dalla vicenda, con la Justice League ed il nostro pianeta presi tra due fuochi rappresentati da Darkseid, il sovrano di Apokolipse, e la versione New 52 dell’Anti-Monitor ovvero Moebius, precedente padrone dell’omonima sedia su cui viaggia Metron. Il tutto illustrato in maniera superba da un pool di disegnatori tra cui spicca Jason Fabok in stato di grazia (che mi ricorda un pò David Finch) ed in cui Francis Manapul compare solo di striscio (grazie a Dio, perché le sue sono le tavole che meno sono riuscito a leggere) l’Anti-Monitor, investito del potere dell’Equazione dell’Anti-Vita, distrugge un’universo dopo l’altro e viene attirato sulla nostra Terra da Grail, ovvero la figlia dell’amazzone Myrina Black e… Di Darkseid! A parte il fatto che non so come abbia fatto a concepirla, Myrina ha allevato sua figlia in modo che fosse lo strumento della distruzione del Dio Oscuro e lei non ha trovato niente di meglio che “reclutare” l’Anti-Monitor e portarlo da noi, mettendo fuori gioco la Lega, chiamata in causa dal fatto che i seguaci di Darkseid cercavano di trovare e uccidere sua madre. Alla festa si aggiunge anche Scot Free/Mister Miracle, e qui Johns fa a mio parere una genialata rendendoci partecipe dei sentimenti che Scot prova in seguito al famigerato scambio tra lui e Orion: in pratica lui era capitato per caso mentre Metron proponeva all’Alto Padre lo scambio dei figli come garanzia della pace (ben sapendo che la guerra era solo rimandata), e se da un lato odiava Darkseid e aveva sofferto per gli anni passati su Apokolipse, da un lato ce l’aveva anche con il padre che lo aveva sacrificato. Uno a questo punto va a pensare che lo scontro tra i due sarà devastante e si dilungherà per tutto il volume… Sbagliato! L’Anti-Monitor fonde Flash con il Black Racer facendolo diventare La Morte, uccide Darkseid sfruttando la stessa Equazione dell’Anti-Vita che questi bramava e lo squilibro di potere cosmico porta ad una serie di eventi: oltre a Batman, che in precedenza si era seduto sulla Sedia di Moebius al posto di Metron ed era diventato il Dio della Conoscenza, Capitan Marvel diventa il Dio degli Dei; Hal Jordan fonde il suo anello con la Scatola Madre diventando il Dio della Luce; Superman diventa il Dio della Potenza dopo che lui e Lex Luthor erano finiti su Apokolipse e questi, per ri-energizzarlo, lo aveva spedito dentro uno dei pozzi nucleari del pianeta; lo stesso Lex, sfruttando il vuoto di potere aveva convinto i servi del Dio Oscuro d...

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  2. HOUSE/POWER OF X di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 21 Mar. 2021
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    Jonathan Hickman è un genio. O quasi. Ho da poco finito di leggere le due miniserie che riscrivono la storia e lo status quo degli X-Men e non ho potuto fare a meno di ammirare tutto l’incastro tra passato, presente e futuro che ha creato, con tanto di “krakoano” che appena mi avanza tempo inizierò a tradurre. Un lavoro veramente di fino, coadiuvato ai disegni da un’abile Pepe Larraz e da un (parere mio) non altrettanto abile ma comunque efficace R.B. Silva.
    Questo è un rovescio della medaglia, quello positivo, ma dall’altro devo dare ragione a chi dice che questi non sono gli X-Men che conosciamo e amiamo: i mutanti di Hickman sono quasi degli esaltati, più simili ad una qualche setta/congrega, con un Charles Xavier talmente machiavellico che potrebbe benissimo cambiare nome in “Henry Bendix” ( i più “anziani” sanno a chi mi riferisco) e una Moira McTaggart resuscitata e resa mutante omega nonché deus ex machina di tutta la faccenda con un’altrettanto dubbia moralità. Ora: prendendo la cronologia creata da Hickman, il tutto ha una sua logica spiegazione se consideriamo che gli eventi così come li conosciamo dovrebbero rappresentare la nona vita di Moira, mentre questa è la sua decima vita e quella splendida morte che abbiamo visto a suo tempo era una farsa; cosa fareste al posto di un giovane Charles Xavier se vi capitasse di sondare la mente di una donnna che ha vissuto altre nove vite ed in tutte il sogno che coltivi è destinato a fallire? Tuttavia non posso fare a meno di pensare che sia una scappatoia data dal fatto che dei mutanti ormai non gliene frega niente a nessuno e non sapevano più come gestirli… E parlo della dirigenza Marvel, non di Hickman, eh! Mi spiego meglio: il sogno di Xavier ha avuto almeno 3-4 occasioni per avverarsi, tra 1) la normale scuola sotto la direzione di Scott Summers; 2) l’integrazione con la città di S. Francisco; 3) la nascita di Utopia. In tutti e tre i casi si potevano sviluppare brevi storie con giovani mutanti e tra una minaccia e l’altra si poteva far vedere Scott e soci insegnare ai ragazzi come padroneggiare i loro poteri, i vari tentativi di integrarsi col mondo, ecc. Ricordo (e va a finire che menziono) sempre quando su Terra X il giovane Bruce Banner disse che l’errore più grande di Charles Xavier è stato quello di nascondere i mutanti al mondo: paradossalmente, la creazione della X-Corporation era una buona idea, come pure rendere Scott Summers colui che era andato oltre Xavier e Magneto per creare una strada per tutti… Peccato che abbiano pensato di mandare tutto in vacca prima con Scisma e poi con Avengers vs. X-Men (per vari motivi non mi esprimo sullo scontro con gli Inumani). Infatti, se ci pensate bene, c...

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  3. ARROWVERSE: LA CRISI SULLE TERRE INFINITE di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 8 Feb. 2021
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    Crisi sulle Terre Infinite è agli archivi.
    Se da una parte ha seguito un pò il filo della mitologica Crisis, dall'altro il finale manca quasi totalmente di pathos, con uno scontro finale con l'Anti-Monitor assai scialbo.
    Oddio, non si salva la seconda morte di Oliver Queen: se la prima è stata epicità pura, la seconda non ha detto niente con in aggiunta una piazzata telegrafata come "Tu hai tradito questo universo!!" Eddai... Carine le battute circa l'essere in un crossover, belle anche le apparizioni di Tom Welling e Brandon Routh nei loro vecchi Super-ruoli, ma se nel caso di Tom va bene così (doppiaggio italiano buono solo in parte) nel secondo caso si manca l'obbiettivo: il Superman di Brandon è più sul "doppelganger" di Ray Palmer che non sull'Uomo d'Acciaio di Kingdom Come.
    Paradossalmente è un carattere che si vede solo per colpa di/grazie a Lex Luthor... Almeno ho avuto i brividi nel sentire la classica theme di Superman... A proposito di "classico", John Wesley Shipp devo dire che fa ancora la sua figura nel vecchio costume, non così improbabile come pensavo e senza gli stivali neri del crossover precedente. Alla fine non dico di essere rimasto proprio deluso, ma mi chiedo: ci sono stati problemi di budget o di idee? Perché uno scontro finale così smorto... So di ripetermi, ma da appassionato accanito mi viene da fare l'improvvido paragone con l'originale e non capisco come in una Terra unica non si siano potuti richiamare TUTTI i super comparsi finora... Se Crisi deve essere, si conferma un qualcosa che potrebbe dare luogo quantomeno ad una miniserie televisiva o ad un paio di film tipo Signore degli Anelli, concordandosi per far apparire come si deve anche Titani, Doom Patrol e la Justice League cinematografica.

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    Edited by aver2330 - 10/2/2021, 13:39
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  4. WATCHMEN & DOOMSDAY CLOCK di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 19 Dec. 2020
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    Piccola premessa: ho sempre pensato che visto il suo pathos, l’opera di Alan Moore fosse perfetta così, senza bisogno di prequel, sequel e quant’altro. Detto questo, ho da poco completato la rilettura serale sia di Watchmen che di Doomsday Clock, visto che volevo capire quanto “suonassero” insieme. Che dire? Contrariamente a quello che pensa qualcuno, Watchmen non è minimamente invecchiato: denso, a tratti struggente, Alan Moore riesce in 12 capitoli a descrivere tutte le complicazioni o quasi della vita umana: Daniel Dreiberg/Nite Owl, nonostante quello che dice all’inizio, si sente vivo (e virile) solo reindossando il costume, quasi che come con esso riesca ad esprimersi appieno. Il rapporto contorto tra Sally Jupiter ed Edward Blake, dove paradossalmente lei finisce per amare veramente solo l’uomo che l’ha stuprata, lo stesso figlio di… amorale il cui unico accenno di umanità sembra mostrarlo verso sua figlia, la stessa che senza sapere nulla lo odia per quello che ha fatto a sua madre. Il distacco a volte gelido del Dottor Manhattan, paradossalmente il suo punto debole e la dimostrazione che non è poi così onnipotente. La rilettura mi ha portato ad apprezzare di più il racconto delle sue origini, che prima trovavo un pò noioso… La pazzia di Rorschach, il cui non voler cedere a compromessi lo rende tragico e limitato al tempo stesso, un uomo letteralmente creato dal proprio dolore. Ho lasciato per ultimo Ozymandias perché rileggendo il racconto dei pirati che fa da accompagnamento verso la “fine” mi sono accorto che narra quasi la sua storia… Pensateci bene: l’uomo più intelligente del mondo, che cerca di trovare una soluzione ai veri problemi del mondo, alla fine si rivela forse come il più pazzo di tutti arrivando a sacrificare milioni di vite senza batter ciglio, legando al contempo le mani ai suoi amici. Alan Moore a suo tempo disse che “i fumetti sono risposte semplici a problemi complessi”: cosa avreste fatto voi davanti al piano di Adrian Veidt? Avreste veramente mandato al diavolo la pace ritrovata in nome della Verità, oppure, com’è successo, avreste taciuto per non rovinare quella che è a tutti gli effetti una conquista? Purtroppo, il ritrovamento del diario di Rorschach lascia ad intendere che non c’è niente di perfetto… Qui si ferma Watchmen ed inizia, senza sbavature, Doomsday Clock: gli anni sono passati, il diario è stato effettivamente reso pubblico e tutta l’impalcatura di Ozymandias è crollata. Il mondo è ancora alle prese con la distruzione nucleare imminente, ma Adrian Veidt ha ancora un piano da mettere in atto: trovare il Dottor Manhattan nel luogo dove si è rifugiato, ovvero l’universo Dc, e convincerlo a salvare la loro Terra. Geoff John...

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    Last Post by aver2330 il 19 Dec. 2020
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  5. KINGDOM COME E’ DECOSTRUZIONISTA? di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 26 Nov. 2020
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    Per me la risposta è assolutamente si. Infatti bisogna fare un pò di chiarezza sul termine: il decostruzionismo non implica necessariamente parolacce e comportamenti che si potrebbero definire antisociali, ma significa più che altro far scendere gli eroi dal loro piedistallo dorato. Kingdom Come fa proprio questo: infatti tutto parte da un mondo senza Superman, visto che Clark Kent ha deciso di ritirarsi dopo la morte di Lois per mano del Joker (passato da Gotham a Metropolis e dopo che la gente gli ha preferito il più violento Gog (dall’aspetto simil-Cable) come eroe simbolo; il guaio è che assieme a lui se ne vanno anche gli altri eroi della vecchia guardia, lasciando il mondo alle prese con nuovi superesseri che non hanno un codice morale e che agiscono quasi come delle bande. Il tutto porta alla distruzione del Kansas durante lo scontro tra il Parassita e una squadra di eroi guidata da Gog, con successiva perdita radioattiva che ha avvelenato i raccolti e ad un clima di violenza non più tollerabile. Tocca quindi a Diana Prince/Wonder Woman convincere Superman ad uscire dal suo isolamento e a tornare in azione. Scena topica: Clark invita Diana a non spaventare gli animali, e l’amazzone gli risponde “Quali animali?” Un tocco rivela come la “fattoria” in cui si trova l’ex Uomo d’Acciaio non sia altro che un ambiente virtuale ricreato dalla Fortezza della Solitudine (un nome mai così azzeccato).

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    Successivamente, la scena più memorabile: il ritorno dell’Eroe, che cattura tutti i super che finora stavano lottando e si staglia nel cielo; Alex Ross dà il suo meglio nel disegnare sia le scie del movimento che l’iconico Superman, una visione che aspetto con ansia e mi fa venire i brividi ogni volta che leggo Kingdom Come… Purtroppo, le cose seguono il vecchio adagio del Vate, al secolo Alan Moore “i fumetti sono risposte semplici a problemi complessi”: infatti le cose peggiorano. Lo stesso reverendo Norman McKay, testimone e narratore della storia insieme allo Spettro, pensa che ora che è tornato Superman le cose andranno meglio… Per poi accorgersi con orrore che è solo l’inizio della fine. Infatti qui sta la chiave di volta dell’opera: simbolo quanto si vuole, ma non basta tornare, dare un paio di colpi e poi aspettarsi che la gente ricominci a seguirti come se niente fosse. Sia il mondo che i super non sono molto disposti ad obbedire all’Uomo d’Acciaio e alla sua Justice League; lo stesso Batman, da alcuni visto come un fascista, critica i metodi del suo vecchio amico e mette insieme un gruppo per “opporsi” e cercare di arg...

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    Last Post by aver2330 il 26 Nov. 2020
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  6. PARLIAMO DI FUMETTI di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 22 Sep. 2020
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    Premessa: adoro Neil Gaiman. E sia il titolo che lo stesso articolo sono stati ispirati da “Questa non è la mia faccia”, la sua raccolta di saggi edita dalla Mondadori. Detto questo, negli interventi dedicati al fumetto espone le sue idee in merito e per la maggior parte (se non proprio tutte) sono giuste e meritano una riflessione.
    Il Sommo vede nei fumetti una fucina per la sperimentazione, un luogo dove la creatività non ha limiti e chiunque può mettere su carta le proprie idee e qualcuno, da qualche parte, vorrà leggerle; i fumetti sono “bastardi”, fusione di tanti generi. In massima parte ha ragione, visto che nei fumetti c’è arte, letteratura, critica sociale, poesia (a seconda della storia e di chi la racconta), storyboard per un film… Ma allora viene spontanea una domanda: perché il fumetto fatica a trovare una sua dignità?
    Forse perché viene comunque visto ancora come lettura d’evasione… Ma anche “evasione” non significa mancanza di qualità; forse è una sorta di “fratello povero”… Ma povero de che?!? Se si vanno a leggere alcuni comics americani o anche manga giapponesi, ci sono opere che, in un modo o nell’altro, lasciano il segno.
    Penso sia perché certe persone hanno la puzza sotto il naso e una (in)sana presunzione su quello che si ritiene letteratura “alta” e “bassa”, distinzione (anche questa) un pò desueta. A questo proposito, Gaiman pensò che l’uscita del Batman di Tim Burton potesse far guadagnare al fumetto la dignità che meritava, farlo uscire dall’ombra… Col senno del poi, si può dire che in parte è successo, ma dall’altra il risultato sullo schermo non ha retto il paragone con l’originale: Alan Moore, da sempre critico riguardo le sue opere sullo schermo, fu talmente stanco di vedere brutti film realizzati dai suoi fumetti che decise di rinunciare ai guadagni da essi ricavati (almeno così dice la leggenda). Non è che posso dargli tanto torto: in un precedente articolo ho mostrato come i risultati siano stati altalenanti, qualcosa è stato lasciato da parte e qualcos’altro ha proprio fallito (anche se, contrariamente a quello che pensano i due Vati, La Leggenda degli Uomini Straordinari non è così male preso come passatempo. Dimenticandosi che non c’azzecca nulla con l’opera originale). Lo stesso Nei Gaiman dichiarò di provare sollievo quando trascorre un altro anno senza che abbiano fatto un brutto film su Sandman… Quando il progetto di un film su Sandman di e con Joseph Gordon-Levitt non andò in porto, io pensai candidamente che fosse perché Gaiman aveva posto il veto su esplosioni, mazzate a gogò e amenità varie: su Sandman non c’era niente di tutto questo, quindi per i produttori non aveva senso farlo. Fu proprio Moore a dichiar...

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    Last Post by aver2330 il 23 Sep. 2020
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  7. NOI E I FUMETTI di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 21 July 2020
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    Giuro, non avevo alcuna intenzione di parlare di quello strafalcione del cartello della Feltrinelli, ma a quanto sembra mi toccherà ripetere cose già dette e ridette più altre riflessioni.
    Incominciamo con l’individuare gli errori del suddetto cartello: innanzitutto, “fumetti” è il loro nome, non un qualche termine semplicistico e/o dispregiativo come “giornaletti” (io, da piccolo, li chiamavo “giornalini”); “graphic novel” non indica invece i fumetti tout court ma volumi autoconclusivi che spesso hanno pochi legami con le serie regolari e che, impropriamente, potremmo dire essere di qualità medio-alta e/o sperimentale e di argomento vario; “anime” è un’errore, se possibile, anche peggiore: indica NON i fumetti di provenienza giapponese, ovvero i manga, quanto il loro adattamento televisivo; passiamo a “Nuvole Parlanti”, che proprio non capisco da dove lo hanno preso… Un amico ha detto che è il nome di una fumetteria, io mi ricordo un sito con questo nome, ma in linea di massima è comunque inadatto.
    Onestamente, quando ho visto il cartello, non mi sono indignato o arrabbiato, nemmeno deluso… Ero rassegnato. In fondo, siamo in Italia: da noi la cultura fumettistica, nonostante alcuni grandi nomi, è perlopiù sotto le scarpe e si pensa di abbellire qualcosa cambiandole il nome: collaboratrice domestica (alias cameriera), collaboratore scolastico (insomma, il bidello), operatore ecologico (ovvero lo spazzino), ecc. Altrove la figlia di Alan Moore scrive tesine sul lavoro del padre, vengono erette statue in onore di grandi fumettisti, in Giappone erigono una riproduzione a grandezza naturale di Gundam… Da noi? Beh, noi dobbiamo accontentarci di una (grossomodo) velata disapprovazione, di una risibile approvazione e di ragazzi che se gli menzioni la Marvel ti rispondono “Ah si, quella dei film” (credetemi, è successo). In realtà quello dei fumetti è un mondo molto più vasto e sfaccettato, un media in cui fondere disegno e scrittura, dove puoi veicolare molto più facilmente concetti complessi nelle forme più varie… Quindi come è possibile questa pluriennale sottovalutazione?
    Riflettendoci un pò su, mi sono posto un’altra domanda: e se non fosse anche colpa di noi appassionati? Trattando il fumetto come un “fenomeno di nicchia” e noi come emarginati, non è che abbiamo finito per “adagiarci” su questa definizione e diventare settari a nostra volta? Perché intendiamoci: come per dipinti, libri,ecc. anche gli appassionati sono divisi tra coloro ai quali piacciono i comics americani, quelli a cui piacciono i manga, quelli che leggono solo fumetti di produzione italiana e via discorrendo. Alcuni sono così legati al proprio genere, agli eroi con i quali sono cresciuti ...

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    Last Post by aver2330 il 21 July 2020
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  8. Superman tra Vandal Savage e… Neil Gaiman di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 9 May 2020
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    Faccio una premessa: il Superman del New 52 non mi è mai interessato più di tanto, neanche sfogliando qualcosa, a differenza di Batman, Flash, Lanterna Verde e la Justice League. Tuttavia, quando ho saputo della sua run senza poteri, non ho saputo resistere… E ho fatto bene: è qualcosa che va alle radici del personaggio, al di là dei suoi poteri, indagando Clark Kent come uomo ed il suo vero valore. Infatti, come ebbi modo di dire anche in un precedente articolo, non sono i poteri a fare l’eroe ma è l’uomo: credete che con i poteri ridotti al minimo Clark se ne sia stato buono buono? Macchè, ha continuato ad aiutare gli altri al meglio delle sue possibilità. Soltanto che anche lui ha pensato: cosa sono io senza i miei poteri? Senza non poteva dire la sua i suoi compagni si sarebbero comportati “come volevano, ma non come voleva Superman”. La frase è un tantinello ambigua, ma trova il suo significato nell’Uomo d’Acciaio come esempio di un elevato standard morale che viene (consciamente o meno) “imposto” agli altri. Parte significativa della run è la carriera di Clark come lottatore a “Botte da Leggenda”, un luogo dove i vecchi miti possono narrare le loro storie sotto forma di combattimenti; in un certo senso mi ricorda il Neil Gaiman di American Gods, dove i vecchi dei si scontrano con con le nuove “divinità” del mondo moderno, cambiano prospettiva, vengono corrotti… Qui accade qualcosa di simile: attraverso gli scontri (con relativi promo) si narrano antiche leggende in modo che la gente non si dimentichi di loro. La presentatrice, non a caso, si chiama Sherazad e il luogo “La Casa Mille a Uno”: lei presenta e gestisce Botte da Leggenda, ma ha la capacità di guarire i lottatori solo se la loro “storia” è vera. In un certo senso tutti noi siamo delle storie che ci rappresentano e che definiscono chi siamo, spesso al di là di quello che ci raccontiamo. E’ qui che a Clark Kent viene sbattuta in faccia l’amara verità: la gente lo amava non per le sue buone azioni, ma perché era forte. Poi, grazie all’articolo di Lois Lane (volto a proteggere Superman), hanno scoperto che il loro invincibile campione gli aveva mentito, che non era chi diceva di essere… Solo quando Superman accetterà il nuovo status la “storia” raccontata da Sherazad cambierà. Si arriva così a scoprire chi c’è dietro a tutto quello che è successo all’(ex)Uomo d’Acciaio e a minacce come Hord_Root, Puzzler, Ira, ecc.: l’immortale Vandal Savage.

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    E’ un personaggio che mi ha sempre affascinato per il suo aplomb dovuto ad una vita millenaria, al suo esser...

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    Last Post by aver2330 il 9 May 2020
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  9. OLD MAN LOGAN di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 22 April 2020
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    LA SAGA- Rileggendola tutta d'un fiato ho notato come non abbia perso neanche un pò del suo smalto, anzi: se possibile scorre anche meglio. Dite quello che volete di Mark Millar, ma il suo Logan, vecchio e tormentato, è perfetto; ogni volta che leggo quello che successe quella fatidica sera, quando Wolverine "morì", la tensione e la commozione sono palpabili. Qualcuno dirà, non a torto, che era impossibile che Wolverine potesse essersi fatto fregare così, che la faccenda dei criminali che si alleano e hanno la meglio sugli eroi non sta in piedi (ma già su questo il dubbio viene)... La mia risposta è: chissene. Serve solo come canovaccio iniziale. Altra cosa che, ahimè, non è cambiata, è il giudizio sull'ultimo capitolo: bello il finale, con un Logan/Wolverine che si avvia verso il tramonto in stile Clint Eastwood, ma l'intera vendetta non aggiunge nè toglie niente. Puro fan service per quelli che volevano vedere Wolverine massacrare gli Hulk: già dopo lo SNIKT a tutta pagina si sapeva come sarebbe andata a finire... In pratica, hanno rovinato un capolavoro.

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    LA SERIE- Premessa: continuo a considerare l'introduzione di Vecchio Logan un modo per mettere alla porta Wolverine e farlo rientrare dalla finestra. Detto questo, per quel che ho potuto leggere, Jeff lemire e Andrea Sorrentino hanno fatto un'ottimo lavoro: ho rivalutato soprattutto quest'ultimo, che mi aveva lasciato perplesso nell'albo del Free Comic Book Day dedicato a Secret Empire. Certo, il suo tratto ricorda un pò Jae Lee (altro disegnatore che mi sta simpatico a fasi alterne), ma le soluzioni grafiche mostrate nella serie mi sono sembrate quantomeno interessanti; Lemire, del canto suo, lavora sul solco lasciato da Millar, approfondendo un pò il passato di Vecchio Logan e rendendo con efficacia la figura non solo di un uomo fuori dal tempo ma ancora segnato dalle tragedie vissute: non solo la sua "morte" come Wolverine, ma anche la morte dei suoi familiari. A questo proposito due sono le cose che mi hanno colpito: 1) Maureen, dipinta nella saga quasi bionda, castana, qui diventa una rossa, quasi a testimoniare il fascino che ha avuto questo colore di capelli su Wolvie per tutta la sua vita; 2) in Past Lives viene ripercorsa la "carriera" di Logan (con qualche differenza rispetto al "nostro") ma di tutti i posti dello spazio-tempo, l'unico che sembra far recedere il Vecchio dal suo proposito di ritornare nelle Terre Desolate è rivivere i momenti passati con la moglie ed i figl...

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  10. QUAL'E' IL VERO VALORE DI STRACZYNSKI? di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 18 Mar. 2020
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    In un’intervista di tanto tempo fa, visto il successo della maxiserie Rising Stars J. Michael Straczynski venne paragonato ad Alan Moore e Neil Gaiman. Lui si schermì rispondendo che, nella strada del fumetto, Moore e Gaiman sono sulla strada principale mentre se girate un angolo, in un posticino, c’è lui. Aveva ragione. Ho amato alla follia Rising Stars sebbene abbia iniziato dal numero due (l’uno sto ancora cercando di recuperarlo), ma rileggendolo dopo tanto tempo ha perso un pò di smalto; certo il cambio continuo di disegnatori non ha aiutato, così come la pubblicazione a singhiozzo, ma sono proprio i personaggi a non essere rimasti così impressi: volendo fare un paragone, pur se invecchiato Watchmen di Moore segna ancora il passo e Rorschach è diventato quasi un personaggio iconico… Cosa che non è successa al Poeta o a Ravenshadow, o a qualcun altro di Rising Stars. L’idea non era nemmeno male: invece dei soliti supereroi, qui i poteri erano capitati a dei bambini, poi ragazzi, che hanno dovuto imparare a conviverci; non sono mai stati dei veri eroi, ma almeno alcuni ci hanno provato. E’ una storia che fa presa, sono tutti ben caratterizzati, sbavature narrative quasi assenti… Ma allora cosa manca? E’ presto detto: manca quel di più, quella “potenza narrativa” che rende una storia, una saga, eterna. Ad esempio, molta più potenza narrativa l’avrà Midnight Nation, con la sua attenzione agli ultimi, a quelle persone che a forza di essere ignorati sembrano quasi scomparire dal mondo, nonché con il suo proporre un’alternativa al solito rapporto tra bene e male, tra Dio ed il Diavolo. Però, ancora, viene superato (nonostante l’apporto di un Gary Frank in stato di grazia o quasi) da uno dei numi: stavolta Neil Gaiman.

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    Perché diciamocelo, poche opere nella storia del fumetto hanno una potenza narrativa come il Sandman di Gaiman: una storia nella storia, una storia delle storie, dove le tessere di un domino surreale si incastrano pian piano fino al climax finale. Inoltre Gaiman, con Death, sorella di Morfeo, ha creato un personaggio che ha acquisito una fama superiore a quella del protagonista. Altro punto è la carriera: Alan Moore, oltre a Watchmen ha dato vita anche a V for Vendetta e From Hell, creando un trittico difficilmente superabile, a cui poi ha aggiunto League of Extraordinary Gentleman, Promethea, Top10, Tom Strong, dimostrando una certa ecletticità; Neil Gaiman, anche solo con Sandman è da “giù le mani”, ma anche quando dimostra una certa flessione come in 1602, oppure quando ricicla sé stesso come n...

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