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  1. CAPITOLO 6 di Pietro Zerella

    By aver2330 il 28 June 2013
     
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    Nella sala –mensa della gloriosa University of Georgia di Athens, tutto sembrava placido e tranquillo mentre gli studenti celebravano il rito pagano dell’abbuffata. Appoggiato su una mensola impolverata, che aveva conosciuto giorni decisamente migliori, un vecchio televisore gracchiava inascoltato. Le immagini di morte e distruzione che arrivavano da Savannah non riuscivano a scuotere i ragazzi dalla loro consueta apatia. La catastrofe non li riguardava, le 200 miglia che separavano le due città li mettevano al sicuro da ogni pericolo. C’era una sola persona che cercava di cogliere nella cacofonia di suoni e di parole, qualche frammento di notizia. Il vocione baritonale di Angel Carrizo interruppe la sua concentrazione: “Hey, signorina, ho sentito dire che Miss Talbot sta facendo le selezioni per scegliere le nuove ragazze pon pon. Dovresti provarci, secondo me hai ottime possibilità!” Brian O’Kelly non lo degnò di uno sguardo, lo ignorò come si fa con un insetto fastidioso. “ Lurido irlandese, quando io parlo, tu mi stai a sentire.” Il colorito olivastro di Carrizo si era convertito in un rosso paonazzo che non prometteva nulla di buono. “Chi ti credi di essere sei solo un signor nessuno che sta per ricevere una lezione che non scorderà facilmente….Difenditi, femminuccia!” “…Io lo lascerei stare.” Dall’altra parte della sala, il consiglio risuonò in maniera piuttosto perentoria. “Ah….Eccoli lì, dovevo saperlo che voi due eravate nei paraggi. Venite pure avanti, ho tenuto in serbo qualche pugno pure per voi. Il fisico imponente di Kevin Rosemann e quello tozzo ma solido di Nicholas Panosian avrebbero avuto un forte potere dissuasivo su chiunque ma Angel sapeva di poter contare sulle dinamiche del branco. Infatti, i suoi fedelissimi si erano già schierati al fianco del loro capo riconosciuto. Lo scoppio della rissa sembrava ormai inevitabile . D’improvviso, però, il televisore cominciò a vibrare, spostandosi in avanti fino a cadere dalla mensola. Alcune delle sedie si mossero da sole e i lampadari iniziarono ad oscillare. Durò solo qualche secondo, un semplice tremito che non riuscì a spaventare nessuno, un banale avvenimento che sarebbe stato velocemente rimosso dalla memoria. Per Carrizo e i suoi, l’attimo di esaltazione era passato.
    “OK, “sposini”, per questa volta è arrivata la grazia del Presidente. Ragazzi, prendete la vostra roba e andiamo a farci una birra. Il tanfo che c’è in questa stanza è davvero insopportabile”. Angel e i suoi infilarono la porta d’uscita senza curarsi minimamente di rimettere a posto sedie e tavolini. Non era un loro compito, ci avrebbero pensato gli inservienti del Campus. In quel momento l’unico pensiero coerente che girava nelle loro teste era quello di una colossale bevuta. Nella sala rimasero solo i tre amici. “Allora, Brian, cosa hai detto a quel simpaticone di Carrizo per farlo imbestialire in quel modo?” Kevin cercava di stemperare la tensione. Nella classifica delle doti possedute da O’Kelly, il coraggio non era proprio al primo posto e la situazione di pericolo lo aveva messo a dura prova. Bofonchiò un “Tu mi conosci, Kev, non farei niente che non faresti anche tu.” Al cospetto del poderoso ragazzone biondo che gli stava accanto, quelle parole assumevano un vago senso di ridicolo. “Come no, se non ci fossi stato io a togliervi le castagne dal fuoco, quegli sciroccati vi avrebbero fatti a pezzi almeno un migliaio di volte.” Due voci echeggiarono nel locale, praticamente all’unisono, quasi a dare una ulteriore conferma della loro profonda conoscenza reciproca. “ Cosa vuoi farci, Nicholas, ciò che la natura non ti ha dato in bellezza te l’ha reso in forza bruta!” La risposta non tardò ad arrivare: “Sappiate che io sono bellissimo.”La risata collettiva finalmente stemperò la tensione.

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    Eppure, nonostante tutto, nella mente di Brian si era accesa una strana ed inquietante lucina d’allarme. Passeggiando nei viali della U.G.A. , i tre amici si resero immediatamente conto che la vita era già tornata alla banale piattezza di sempre. Come ogni giorno, gli studenti sciamavano da un edificio all’altro, parlottando meccanicamente del più e del meno. L’alluvione non entrava neanche lontanamente in quei discorsi e anche il terremoto in cui erano stati coinvolti era ormai accantonato alla voce “insignificante interruzione della routine”.. In quel posto che era stato un autentico tempio di cultura e un maestoso monumento all’ingegno umano tutto era palesemente ed inequivocabilmente noioso. In quell’assurdo contesto Kev, Brian e Nick erano davvero isole nella corrente. Per fortuna la deriva li aveva portati ad incontrarsi tra loro fino a costruire un argine comune in cui intrappolare l’ignavia dei colleghi. “Sapete….la catastrofe di Savannah ed il terremoto di poco fa mi hanno fatto ricordare una cosa.” “Ecco, ci avrei scommesso l’ultimo calzino pulito, ora se ne uscirà fuori con qualche scalcinata profezia degli Aztechi. A volte mi domando perché mai un dannato pel di carota irlandese abbia un tale interesse per le civiltà pre-colombiane.” “ Mi deludi, Nicholas, potrei anche pensare che ti sei beccato la sindrome….. Comunque, che ci crediate o no- Aggiunse Brian- nella piramide di Xochicalco, in Messico, c’è una incisione che recita più o meno così……Nell’undicesimo giorno avvenne la sciagura una pioggia violentissima e cenere cadde dal cielo e il cielo precipitò!” Per un attimo, Nick e Kev rimasero interdetti. Il primo a parlare fu proprio il biondone: “ Dai, Brian….Cosa può mai significare? Ogni piramide che si rispetti ha la sua bella incisione che promette sventure. Ciò che è accaduto a Savannah è solo il frutto bacato dell’incuria umana accoppiato ad un fenomeno naturale più violento del solito. Almeno in questo dovrai darmi credito, in fondo il laureando in meteorologia è il sottoscritto” Ancora una volta la terra emise un brontolio. “Titolo per titolo qui ci sarebbe anche un tizio che sta per laurearsi in geologia” – intervenne, piccato, Nick- e a tal proposito, vi garantisco che questa è stata una tipica scossa di assestamento”. Iniziavano i corsi pomeridiani e i tre studenti, pur malvolentieri, si separarono per raggiungere gli edifici di loro competenza. Da osservatore attento, Brian, non aveva potuto fare a meno di notare che quando aveva citato la profezia, i muscoli facciali dei suoi amici , per un istante, si erano contratti. Il resto della giornata passò seguendo le insulse lezioni di professori che parlavano per frasi fatte in puro stile wikipedia. Era il trionfo della cultura di massa nel senso più becero della espressione. La sera venne accolta come un’autentica liberazione dal tormento. Nel suo letto, Brian continuava a rimuginare su quell’antica iscrizione. Il sonno tardava a venire ed aveva una gran voglia di condividere i suoi pensieri con gli amici ma quei due cialtroni si erano dati alla macchia. O’Kelly era uno dei pochi studenti della UGA che poteva permettersi ancora una stanza singola, col passare del tempo, la quantità di denaro necessaria per frequentare quel prestigioso college era salita alle stelle. Brian aveva accettato l’offerta di papà per il timore di dover condividere la stanza con qualche idiota di passaggio. Il suo vecchio poteva permettersela, Alan O’Kelly era riuscito a dare una svolta alla sua vita, nato in una famiglia di modesti mangiapatate, aveva coronato il suo “Sogno americano”diventando un riverito e facoltoso funzionario di Banca. Proprio mentre esercitava le sue funzioni per la First Chatham Bank , pa’ era approdato a Savannah. Brian si rese conto che il suo interesse per la città devastata non era soltanto accademico. Aveva 6 anni quando vide per la prima volta quelle strade che ora non esistevano più e per quanto non volesse ammetterlo quei posti in cui aveva speso 24 mesi di vita gli erano rimasti dentro. Quella che non ricordava per niente era la gente, anonima, quasi impalpabile….tramortita. L’unica persona di cui si ricordava perfettamente era una bimba di un paio di anni più grande di lui. I loro sguardi si erano incrociati più volte nei corridoi che portavano da un’aula all’altra. Negli occhi di quella ragazzina c’era la stessa luce che ardeva nei suoi, la fiamma dell’intelligenza creativa. Non le aveva mai chiesto il nome, nella mente gli era rimasto solo lo strano soprannome con cui la chiamavano gli altri ragazzini. Che fine avrà fatto Bisturi Trina? Quei tre proprio non riusciva a sopportarli. Il suo era un odio a pelle che non aveva nessuna motivazione razionale ma nel tempo era diventato una delle poche costanti della sua vita. C’era qualcosa che non andava in quei tre tizi. Se ne stavano sempre insieme a parlottare tra loro e chissà cosa diavolo stavano complottando. Per Angel un comportamento così era davvero inspiegabile e più volte aveva chiesto ai suoi amici se sapessero qualcosa di preciso. E poi in tutto il College nessuno li aveva mai visti con delle ragazze, sembravano sposati tra di loro. Con un bruciante scatto di fantasia, Carrizo li aveva ribattezzati “La Compagnia dell’Anello” e questo era ormai il nomignolo con cui i tre erano universalmente noti alla UGA. A ben vedere erano loro che non sapevano quello che si perdevano. Lui si portava addosso la fama del conquistatore latino e ogni tanto doveva rinnovarla con nuove conquiste. Adesso era il turno di Shania Kristensen , la ragazza che aveva conosciuto qualche giorno prima nella segreteria degli studenti,. In realtà non gli piaceva più di tanto, era alta una decina di centimetri di troppo e ciò lo metteva in imbarazzo . Tuttavia cosa avrebbe pensato la sua gang se si fosse fatto sfuggire una potenziale preda?. Così si era messo in ghingheri e si era riletto tutti i consigli che il WORLDWEB dispensava in tema di corteggiamento. La serata aveva seguito perfettamente quelle regole . Shania era stata al gioco concedendogli il giusto e negandogli il superfluo. Niente di nuovo sotto il sole, il trito e ritrito gioco di ruoli tra un ragazzo e una ragazza. La mezzanotte era passata da un pezzo e “il coprifuoco” nel dormitorio maschile era ampiamente scattato. Non se ne preoccupava più di tanto, il WORLDWEB aveva pensato anche a quello. Qualche dollaro mollato all’addetto alla sorveglianza avrebbe sistemato la faccenda. Non c’era dunque motivo di affrettarsi più di tanto., passando per la facoltà di Scienze sarebbe arrivato prima ma perché mai darsi tanta pena? . Il tempo non prometteva nulla di buono, si stava preparando un bel temporale e non era il caso di bagnarsi come uno stupido per quella Kristensen del cavolo. “Massì, tagliamo per Scienze!”Lo notò persino lui, la luce che filtrava da uno dei laboratori della Facoltà di Scienze si distingueva con troppa facilità dalla penombra della notte. Si fermò ad osservare “incuriosito”. Dietro quella luce scorgeva delle ombre e quelle ombre gli erano familiari. Certo, erano il biondo e il nano ma che ci facevano lì all’una di notte? Non fece in tempo a darsi una risposta. La terra tremò ancora una volta, molto più violentemente delle prime due e il risveglio degli studenti di Athens fu davvero brusco.
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  1. MaryBuscicchio
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