BACK TO THE BASICS: il blog

  1. CAPITOLO 7 di Loredana Micceri

    By aver2330 il 2 July 2013
     
    4 Comments   159 Views
    .


    sybu



    Dal lettore CD uscivano cristalline le note della “Pastorale” di Beethoven e si diffondevano nella stanza semibuia. L’uomo sulla poltrona seguiva come in trance il movimento della musica, ne conosceva tutte le sfumature e quindi poteva ben giudicare che la versione della Leningrad Symphony Orchestra era di gran lunga la migliore che avesse mai ascoltato fino a quel momento... Aveva quel non so che di pathos e limpidezza di suoni che mancava alle ben più barocche versioni della Deutsche Grammophone... Quel Dimitrijev sapeva il fatto suo... Conduceva l’orchesta con grande fermezza e lucidità... Come lui guidava la Meridian Coorporation... La Meridian era come un ensamble di strumenti e professionisti da portare tutti a suonare un’unica sinfonia, tutti a tempo e tutti in armonia, possibilmente. E senza note fuori dalla partitura originale. Quello che era successo alla rete informatica della Meridian era un fatto di una gravità estrema, era il segno che c’erano dei solisti che male s’integravano con il resto degli orchestranti e questo un buon direttore sa di non poterlo tollerare, per il bene dell’orchestra tutta. C’era da tenere gli occhi bene aperti... Ah, iniziava il terzo movimento, il migliore di tutta la sinfonia... Allegro, Allegro, Allegretto.


    Alle 18 in punto, il Dr. Malcolm Yuichi, di madre americana e padre giapponese e Senior R&D presso la Meridan Coorp., si presentò allo sportello dell’agenzia della Banque Commérciale Suisse di Los Angeles per chiedere l’apertura della cassetta di sicurezza intestata a suo nome. Presentò, come era previsto dalle regole della banca, tre documenti comprovanti la sua identità, compilò un modulo che firmò, lo scanner riconobbe la sua calligrafia e l’impiegato, un po' a malincuore, forse, lo condusse nel caveau, digitò il codice di apertura della cassetta n. 28 e lo lasciò solo un momento affinché il cliente potesse ritirarne il contenuto in tutta privacy, dopo di che lo accompagnò all’uscita, salutandolo con deferenza. Il cliente si accomodò sul sedile posteriore del taxi, fece un cenno con la mano e scomparve.
    Lo stesso cliente, appena fu lontano dalla banca, aprì la ventiquattr’ore e soppesò il pacco che aveva preso dalla cassetta n. 28; non era grande e neanche pesante, probabilmente si trattava di un CD-ROM, lo avrebbe guardato con comodo al computer gentilmente fornito in albergo... ..Già, peccato che il taxi non stava affatto andando verso l’albergo!
    -Scusi, mi saprebbe dire dove mi sta portando, per piacere?-
    Il tassista si voltò verso il suo cliente con un ghigno, che però gli morì sulla faccia quando si accorse di avere la canna di una Magnum puntata dritta dritta sulla carotide. Questo non era assolutamente previsto...
    Senza che il tassista avesse nemmeno il tempo di pensare a una risposta, un colpo di fucile a pompa falciò il taxi, mandando in frantumi i finestrini. Migliaia di minuscole briciole di vetro investirono sia Yuichi che il tassista, il quale diede istintivamente un’energica sgasata e schizzò via, inseguito a ruota dalla macchina da cui era partita la fucilata e da cui continuavano a partire altri colpi... Il guidatore cercò di seminare gli inseguitori, sterzando vigorosamente in un vicolo buio, ma non fu abbastanza lesto; un’ultima sventagliata lo colpì dietro la nuca ed egli si abbatté sul volante, la macchina totalmente priva di controllo finì contro i cassonetti dell’immondizia rimbalzando più e più volte, prima di terminare la sua corsa... la macchina che li aveva inseguiti si era dileguata rombando...
    Yuichi uscì accquattato dai sedili posteriori e si rialzò solo quando fu sicuro che non c’era più alcun pericolo... Aveva dato una bella capocciata e sentiva già crescersi il bernoccolo... ma il “tassista” stava sicuramente peggio di lui. Il lato sinistro all’altezza della nuca era quasi completamente andato, il parabrezza era tutto scheggiato e ricoperto di sangue ed altro materiale che Yuichi non volle darsi la pena di riconoscere... per non parlare della carrozzeria, che sembrava un groviera svizzero...
    In lontananza si sentivano già le sirene della polizia che accorreva; Yuichi mormorò uno: - Spiacente, amico - all’indirizzo del tassista e si dileguò nella sera, rimuginando fra sé e sé che L.A. era davvero una delle città più violente del mondo.

    Neanche una mezz’ora più tardi era seduto al tavolino di una camera d’albergo di terz’ordine, con davanti a lui il note-pad acceso ed una birra. Il computer era collegato alla banca dati della Meridian ed entrò nel file riservato a Malcolm Yuichi (con la solita combinazione numerica che in realtà era un passepartout digitale). Qui, alla voce “spese”, il Dr. Yuichi aveva segnati come dati recenti un pernottamento al Waldorf Astoria, (e qui
    Malcolm ruggì di rabbia per non aver potuto usufruire del servizio), e l’acquisto di un portatile. Chiedendo mentalmente scusa al Waldorf e soprattutto al negozio di computer, Yuichi selezionò i dati e cliccò su Delete.
    Poi per sicurezza, scollegò il computer da WORLDWEB ed infilò il cd nel driver, lo aprì e trovò due directory: “greetings” e “codes”. Aprì “greetings”.

    “ Hello, Muso Giallo. Se sei arrivato fino a qui, vuol dire che sei anche in grado di continuare. Ti sarai sicuramente chiesto il perché di tante cautele se in fondo tutto quello che dovevo fare era farti avere questo cd, ma più andrai avanti, più capirai che la faccenda è grave e che sei in serio pericolo, forse hanno già capito dove sei e ti hanno mandato un comitato di benvenuto, o forse no, non lo so, ma te lo manderanno, non temere.
    (Perspicace, l’americano.)
    Comunque sia, penso che avrai capito che si tratta di applicazioni militari, e sia la Meridian che il Pentagono sono molto suscettibili quando si tratta di segreti militari. Il protocollo 10 è una delle applicazioni più ambiziose degli ultimi tempi, ha coinvolto le menti migliori del mondo, ha scatenato la corsa a chi lo riusciva a realizzare per primo, ha impiegato molti e molti dei fondi dei contribuenti americani, quindi un fallimento sarebbe improponibile per qualunque politico e/o generale; del resto, mi sono posto il problema di considerare il fatto che solo poche persone al mondo conoscono procedure e codici di attivazione del Protocollo, e questo dà loro un potere tale che non mi sembra giusto che il destino del mondo sia solo nelle loro mani. Io, per fortuna o disgrazia, sono una di quelle poche persone, ma sono generoso e quindi dividerò con te il segreto a patto che tu mandi tutto a monte.
    Nella directory “codes”, troverai i codici che ti permetteranno di accedere alle procedure del Progetto. Poi sei abbastanza intelligente da capire da solo quello che devi fare. E’ inutile che ti dica che devi stare attento perché la Meridian ha occhi ed orecchie dappertutto, specialmente dove non te lo aspetti. Buona fortuna, cheerio. “


    Malcolm cominciava ora ad avere le idee leggermente più chiare, ma solo leggermente, poi pensò che in fondo forse era meglio così per lui. Meno ne sapeva meno era coinvolto, e a lui ormai quella faccenda puzzava abbastanza di spionaggio per fargli desiderare di non aver mai sentito parlare di Duke Nukem o chiunque altro avesse a che fare con la Meridian Coorp. Sospirò ed aprì la famigerata directory “codes”


    AB969 AC123 AC567 BD678 DD000 LM972 AV971 FC973

    SC055 MM968 CM993 RM946 FS950 VM981 MY960 TR973


    Malocm sgranò gli occhi ed emise un grugnito. Certo che Nukem non gliela rendeva facile, l’esistenza: va bene che lui era intelligente o almeno così si reputava, ma una parola di spiegazione non sarebbe stata accolta male. Per il momento l'unica cosa che sapeva è che l'alluvione che aveva colpito Savannah non era stato un evento naturale e che nella cosa c'entrava la Meridian per cui lui lavorava. E infine, che quando sei amico di uno che si fa chiamare Duke Nukem non sei destinato ad avere una vita tranquilla.

    1nt3



    - Cretini! Ve lo siete fatto sfuggire! Adesso dobbiamo ricominciare tutto da capo!... ... Cosa racconto al committente, ora?-esclamò stizzito l’uomo al telefono.
    I due all’altro capo del filo si scambiarono un’occhiata eloquente. - Senti, - rispose uno dei due- abbiamo fatto quello che dovevamo fare, era stato tutto studiato a tavolino, non è certo colpa nostra se ci si è messo il tassista di mezzo... Ora vogliamo i nostri soldi, com’era stato concordato.-
    L’uomo al telefono si risentì leggermente. - Ah, no, non erano questi i patti... I patti erano che l’avreste ucciso, non che ci avreste solo provato, quando avrò il suo cadavere, voi avrete i vostri soldi, e non un minuto prima, chiaro?-
    - Chiaro un corno! Noi vogliamo i nostri soldi o verremo a fare a voi lo stesso servizietto che abbiamo fatto al tassista e forse anche al nostro amico... Del resto, per sicurezza abbiamo crivellato tutto il taxi di colpi, molto probabilmente non si è salvato nemmeno lui...-
    -... ma non potete, anzi, non possiamo esserne certi, mentre i soldi sono certi, certissimi, non c’è niente di più certo di un milione di dollari, per cui il discorso è chiuso. E poi non sono autorizzato ad effettuare il pagamento in prima persona, e non credo che chi di dovere lo autorizzerà, sapendo come stanno le cose. Spero di avere al più presto vostre nuove notizie, signori, e che siano migliori di quelle di oggi. Ah, poi volevo dirvi... Non riferirò la vostra minaccia a chi di dovere, altrimenti sareste voi a subire il “servizietto”, non credo che sia il caso, vero?...- e riagganciò.

    La sede della Meridian sorgeva alla periferia di Los Angeles, come si addice alle sedi delle maggiori multinazionali del pianeta, ed era illuminata a giorno e provvista di tanto di guardiola con servizio di sicurezza e sbarre abbassate. Non era la prima volta che Malcolm Yuichi si presentava al lavoro in orari insoliti e le tre di notte come orario era abbastanza insolito perche la guardia notturna non si preoccupasse e lo salutasse invece con un bel sorriso. Appena entrato Yuichi si diresse con sicurezza verso l'ascensore ed al settimo piano, dove erano i suoi uffici.
    Inserì la sua tessera nella serratura elettronica e digitò il suo PIN.- Buon giorno, Dottor Yuichi, e buon lavoro.- recitò una voce metallica. e si udì lo scatto di una serratura. “Buona notte”, pensò Malcolm ed entrò. Lungo il corridoio c'erano le stanze dei suoi collaboratori ed in fondo la sua; accese le luci ed il computer ed attese che si caricassero le routine, poi cominciò a cercare un modo per usare i codici che Nukem gli aveva passato. Gli parve promettente il materiale che uscì fuori facendo una ricerca su Savannah, alluvione. Il sito della Meridian era aggiornato con le notizie che provenivano dal WORLDWEB, ma se si sapeva leggere fra le righe le cose potevano essere comprese per come erano e non come te le propinavano. Infatti, nell'area privata del sito, accessibile solo agli addetti (e decisamente Yuichi lo era, un addetto), la Società informava i collaboratori che in seguito all'alluvione, le scadenze dei progetti di ricerca erano state procastinate a data da destinarsi ed il materiale contenuto nei laboratori era stato trasferito per quanto possibile presso l'Università della Georgia in attesa di poter riprendere gli esperimenti. Inoltre si avvertiva che il Progetto 10 era stato sospeso a tempo indeterminato...
    Yuichi cominciò a pensare freneticamente... Protocollo 10, Pentagono, progetti militari... dopo l'alluvione sono stati sospesi, perché? Digitò “Progetto 10” nel campo Ricerca del sito ed uscì un disclaimer: “IL WORLDWEB è autorizzato a reperire informazioni sugli indirizzi IP che effettuano la ricerca di elementi che contengano le seguenti parole :Progetto DIECI. Per interrompere la ricerca scegli il tasto ANNULLA, se si accetta di proseguire ci si dichiara consapevoli che, in caso di accessi non autorizzati, verranno applicate le sanzioni previste dalla legge.” “Addirittura”, pensò Malcolm...... Trattandosi già di un'area privata del sito, l'avvertenza suonava ancora più sinistra... ecco dove i codici potevano essere utili...già, ma quale tra quelli che gli aveva passato il suo contatto era la password giusta? Pensa, Malcolm, pensa...
    Come ogni volta che era sotto pressione e quasi per un istinto del suo cervello a proteggersi dal sovraccarico, Malcolm tendeva a divagare; del tutto incoerentemente ricordò che aveva letto di alcuni esperimenti all'Università della Georgia su alcune specie animali che mostravano delle lacune nella secrezione di acetilcolina per cercare di capire se questo potesse avere qualche relazione con la sindrome che colpiva fasce sempre più ampie di popolazione...
    Fece una ricerca, ma a parte quello che aveva già letto, non trovò altro. Non erano stati terminati o i risultati non erano stati pubblicati. Possibile ci fosse qualche relazione...?
    Improvvisamente squillò il telefono. Yuichi saltò sulla sedia... chi lo chiamava a quell'ora lì nel suo studio...? chi sapeva che era lì? Solo la guardia notturna... ma che lo chiamava a fare? Con circospezione rispose:
    -Malcolm Yuichi.-
    -Pronto, signor Yuichi, sono Bob dalla guardiola. Mi scusi se la disturbo, ma sono venuti due uomini a cercarla e non mi hanno detto chi erano. Io... ecco... forse non avrei dovuto permettermi, ma ho preferito non dire loro che lei era qui in ufficio... mi sembrava così strano che la venissero a cercare qui a quest'ora... forse ho sbagliato, ma mi sembravano... sospetti...-
    -Ha fatto benissimo, Bob. Non aspettavo visite da nessuno. Li aveva mai visti prima?-
    -No, signor Yuichi.- Ci fu una pausa in cui Malcolm si diede il tempo di riflettere.
    -Grazie di avermi avvertito, Bob. Io non ci sono per nessuno qui, se dovesse rivederli me lo dica.-
    -Certamente, signore.-
    Era braccato. Ora doveva cercare di uscire vivo da quella situazione e se non ne usciva vivo, almeno fare in modo di passare il materiale scottante a qualcuno di fiducia. D'istinto pensò a Brian O' Kelly, uno dei più brillanti studenti che avevano frequentato un suo corso sulle Intelligenze Artificiali, un ragazzo attento, sensibile e preparato. Era forse la persona giusta e se non lo fosse stata... beh, forse nessuno più avrebbe avuto modo di preoccuparsene. Gli scrisse una mail in cui per sommi capi raccontò cosa gli era capitato, ma senza scendere troppo nei dettagli e gli allegò i codici e gli articoli delle riviste che aveva trovato, sperando che il ragazzo sapesse fare i giusti collegamenti.
    Stava per uscire e richiudere la porta quando le luci si riaccesero improvvisamente e lo schermo del PC si illuminò. Malcolm si avvicinò incredulo e impaurito e lesse quello che il cursore stava digitando:

    “Se vuoi conoscermi, devi cercarmi. Non è difficile trovarmi. Sono ovunque e in nessun luogo e stanarmi è un gran bel giuoco. Se tu poi mi scoprirai, la partita vincerai. (forse.)
    Dài, cercami! Ma attenzione al lupo cattivo!”

    Erano pazzi. Alla Meridian erano tutti pazzi. Qualcuno sapeva che lui era là, lo osservavano e lo stavano sfidando a eludere i sistemi di sicurezza, forse sapevano pure perché lui era lì e il motivo per cui lo sapevano era perché glielo aveva detto Nukem. Ormai era chiaro come il sole, poteva essere stato solo lui, anche se era pazzesco, non c’erano motivi plausibili, ma era l’unica spiegazione reale. Bene, avrebbe venduto cara la pelle.
    Lo scatto di una serratura interruppe i suoi lugubri pensieri e Yuichi corse nel corridoio appena in tempo per verificare che la porta del piano si era chiusa ermeticamente ed il codice in suo possesso risultava sconosciuto. L’avevano fottuto! Quasi in preda al panico, cominciò a spalancare tutte le porte che si affacciavano sul corridoio e su tutti i terminali del piano era visibile lo stesso messaggio ma appoggiato ad uno degli schermi, in bella mostra, trovò una scheda magnetica. Al termine del corridoio, c’era una porta con apertura a scheda; Malcolm intuì che doveva usare quella che aveva trovato. La porta si aprì per un istante e per un niente non fu investito da una raffica di mitra. Con uno scatto di reni, si appiattì sulla parete e fece penetrare una raffica di proiettili nel taglio della porta che si stava richiudendo e fece in tempo a sentire l’urlo del suo avversario colpito a morte prima che si richiudesse del tutto. Con estrema cautela, riaprì la porta con la scheda, attento a non farsi cogliere di sorpresa, ma tutto il corridoio era libero.
    Malcolm uscì ed aprì la porta della seconda sala che dava sul corridoio e qui riuscì appena ad intravedere che c’erano almeno sette uomini che cominciarono a sparare, cosicché fu costretto a precipitarsi di nuovo nella stanza di prima, al sicuro.
    “Bastardi, in tanti contro uno, ci si sanno mettere... Vediamo un po' che si può fare.”
    Dal suo armamentario personale, Yuichi tirò fuori una delle due granate che si era portato per sicurezza e si complimentò con sé stesso per l’accortezza, uscì di nuovo nel corridoio, sganciò la sicura e aprì la porta della stanza infestata, lanciando contemporaneamente la bomba, poi volò letteralmente a mettersi al riparo.
    Fu mentre veniva investito dallo spostamento d’aria dello scoppio che si rese conto che aveva fatto uno sbaglio. Infatti immediatamente cominciò a suonare una sirena assordante ed entrò in funzione l’impianto anti-incendio, per cui dal soffitto cominciò a piovere. Inoltre, come se non bastasse, chissà da dove uscirono fuori dei soldatacci urlanti che, nel trambusto generale ed in mezzo al fumo e all’acqua, a Malcolm parvero molto somiglianti nel fisico a Duke Nukem. Senza però perdere altro tempo, si lanciò nel corridoio e, facendosi strada a furia di colpi di pistola, raggiunse le scale che lo portavano al garage.
    Qui lo attendevano altri brutti ceffi e Malcolm, tenendosi al riparo dietro ad una colonna, dovette affrontare un’altra sparatoria. Quando gli sembrò che la strada fosse libera, cominciò a correre verso l’uscita, seguendo la segnaletica sul pavimento ma con un tuffo al cuore si rese conto ad un certo punto che l’uscita non c’era. Non che lui avesse sbagliato strada, semplicemente, gira che ti rigira, tornava sempre al punto di partenza.
    Con il cuore in gola, sentì il rumore di passi furtivi che si avvicinavano alle sue spalle e si girò tenendo ben puntato la Magnum davanti a sé e fece fuoco. Fece cilecca. Quel che si trovò davanti lo fece vacillare.
    Non era una sua allucinazione. Pur nella penombra del garage, lo riconobbe: era Duke Nukem. Indossava la mimetica e lo fissava stolidamente soddisfatto, come il gatto che aspetta di mangiarsi il topo ed intanto si diverte come un matto a vedere che quest’ultimo si divincola in preda al panico. Malcom avrebbe voluto parlare, chiedergli perché, tutto quello che era successo non riusciva proprio a capirlo; invece, l’unica cosa che riusciva a pensare coerentemente era che i muscoli di Nukem erano troppo grossi per essere frutto di palestra: dovevano essere stati gli steroidi, tutti gli americani prendono gli steroidi.
    Duke sorrise, alzò la mitraglietta puntandola verso Malcolm...
      Share  
     
    .

Comments
  1. Matteo Pisaneschi
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    Sarò cattivo.

    CITAZIONE
    Dal lettore CD uscivano cristalline le note della “Pastorale” di Beethoven e si diffondevano nella stanza semibuia. L’uomo sulla poltrona seguiva come in trance il movimento della musica, ne conosceva tutte le sfumature e quindi poteva ben giudicare che la versione della Leningrad Symphony Orchestra era di gran lunga la migliore che avesse mai ascoltato fino a quel momento... Aveva quel non so che di pathos e limpidezza di suoni che mancava alle ben più barocche versioni della Deutsche Grammophone... Quel Dimitrijev sapeva il fatto suo... Conduceva l’orchesta con grande fermezza e lucidità... Come lui guidava la Meridian Coorporation... La Meridian era come un ensamble di strumenti e professionisti da portare tutti a suonare un’unica sinfonia, tutti a tempo e tutti in armonia, possibilmente. E senza note fuori dalla partitura originale. Quello che era successo alla rete informatica della Meridian era un fatto di una gravità estrema, era il segno che c’erano dei solisti che male s’integravano con il resto degli orchestranti e questo un buon direttore sa di non poterlo tollerare, per il bene dell’orchestra tutta. C’era da tenere gli occhi bene aperti... Ah, iniziava il terzo movimento, il migliore di tutta la sinfonia... Allegro, Allegro, Allegretto.

    un buon incipit con metafora annessa, espresso in una bella prosa. Peccato per tutti quei maledetti puntolini di sospensione.

    CITAZIONE
    Alle 18 in punto, il Dr. Malcolm Yuichi, di madre americana e padre giapponese e Senior R&D presso la Meridan Coorp., si presentò allo sportello dell’agenzia della Banque Commérciale Suisse di Los Angeles per chiedere l’apertura della cassetta di sicurezza intestata a suo nome.

    Dopo giapponese meglio mettere una virgola

    CITAZIONE
    Presentò, come era previsto dalle regole della banca, tre documenti comprovanti la sua identità, compilò un modulo che firmò, lo scanner riconobbe la sua calligrafia e l’impiegato, un po' a malincuore, forse, lo condusse nel caveau, digitò il codice di apertura della cassetta n. 28 e lo lasciò solo un momento affinché il cliente potesse ritirarne il contenuto in tutta privacy, dopo di che lo accompagnò all’uscita, salutandolo con deferenza.

    Periodo troppo lungo e passante

    CITAZIONE
    Il tassista si voltò verso il suo cliente con un ghigno, che però gli morì sulla faccia quando si accorse di avere la canna di una Magnum puntata dritta dritta sulla carotide. Questo non era assolutamente previsto...
    Senza che il tassista avesse nemmeno il tempo di pensare a una risposta, un colpo di fucile a pompa falciò il taxi, mandando in frantumi i finestrini. Migliaia di minuscole briciole di vetro investirono sia Yuichi che il tassista, il quale diede istintivamente un’energica sgasata e schizzò via, inseguito a ruota dalla macchina da cui era partita la fucilata e da cui continuavano a partire altri colpi...

    troppe ripetizioni "a cui", "colpo/i", "che": appesantiscono il periodo
    le briciole da di per sè sono minuscole

    CITAZIONE
    Yuichi uscì accquattato dai sedili posteriori e si rialzò solo quando fu sicuro che non c’era più alcun pericolo... Aveva dato una bella capocciata e sentiva già crescersi il bernoccolo... ma il “tassista” stava sicuramente peggio di lui. Il lato sinistro all’altezza della nuca era quasi completamente andato, il parabrezza era tutto scheggiato e ricoperto di sangue ed altro materiale che Yuichi non volle darsi la pena di riconoscere... per non parlare della carrozzeria, che sembrava un groviera svizzero...

    accquattato?!
    sicuramente/completamente troppo vicini fra loro. pesante.

    CITAZIONE
    Per il momento l'unica cosa che sapeva è che l'alluvione che aveva colpito Savannah non era stato un evento naturale e che nella cosa c'entrava la Meridian per cui lui lavorava.

    ecco qua il collegamento. bene.

    CITAZIONE
    Pensa, Malcolm, pensa..

    questo lo devi mettere come pensiero. così, nel discorso indiretto della voce narrante suona davvero male.

    CITAZIONE
    Duke sorrise, alzò la mitraglietta puntandola verso Malcolm...

    cliffanger! nella speranza che il prossimo autore decida di continuare la tua trama e non riparta (ancora) con una nuova situazione.

    Nel complesso una spy story gradevole, seppur standard con qualche clichè, soprattutto il "misterioso uomo del pc": un deus ex machina per spiegare al lettore il complotto che costituisce il mistero della trama. il lato positivo è che sei la prima a dare una vera sterzata alla storia, con un bel po' di action, riprendendo allo stesso tempo qualche spunto dei capitoli precedenti.
    Diverse ingenuità stilistiche nel racconto: molti avverbi e pronomi relativi potevano essere tolti snellendo un testo a volte pesante per la lunghezza eccessiva di alcuni periodi.
     
    Top
    .
  2. view post
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Administrator
    Posts
    374

    Status
    Offline
    Comunque almeno non c'è la "calma piatta" dei primi capitoli e si è tentato di dare un minimo di collegamenti, i personaggi sono abbastanza "nella situazione", non hanno l'atteggiamento di stare in gita davanti ad una situazione pericolosa. Sullo stile non mi sono mai pronunciato, ognuno ha il suo...
    Tra poco posto il mio "pezzettino"...
     
    Top
    .
  3. MaryBuscicchio
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    mf_bookread ;)
     
    Top
    .
  4. thunder45
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    2 SubServers:
    #1= PVP
    #2 = Non-PVP
    Server: OpenMu
    Server is From: Bulgaria
    Version: Season III Episode I
    Experience: 99999999x
    Drops: MAXXX

    Bless Bug: On
    Reset Lvl: 400
    Max Level: 400
    Reset Zen: 1 mil
    Reset Points: Keep STATS!
    Points Per Level: 20/30
    Box+1,2,3,4,5 In Shop Lorencia !
    Wings 1,2,3 Level in Shop !
    All Jewels in shop

    Maximum Stats: 65000
    Max Resets: 999
    Clear Inventory: No
    Clear Skills: No
    Clear Stats: No

    - Vote System - Vote for Us and Get Rewarded!
    - Grand Reset Feature - Exchange resets for WebShop Credits.
    - 24/7 Online Dedicated Server hosted in Bulgaria, Sofia.
    Prmoted By -ZeroKiryu
     
    Top
    .