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  1. HINTERKIND di Pietro Zerella

    By aver2330 il 17 Dec. 2015
     
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    Da un paio di anni a questa parte, dopo averla ridotta ai minimi storici, la DC Comics sta cercando di rilanciare la sua linea Vertigo. Per chi non lo sapesse, la Vertigo è quel marchio sotto il quale vengono pubblicate serie dalle tematiche più forti e più mature rispetto a quelle dei super eroi classici come Superman e Flash. Da una parte c’è il deciso tentativo di bissare il successo di critica di testate come Hellblazer o Sandman, dall’altra la necessità di contrastare l’ascesa della Image che ha studiato bene la lezione della Vertigo e, in qualche caso, l’ha persino migliorata. In questa ottica, nel novembre del 2013 viene lanciata una nuova serie “Hinterkind”. scritta da Ian Edginton e disegnata dal romano Francesco Trifogli. Le premesse di partenza non sono originalissime.
    Una misteriosa epidemia definita come ”The Blight” (La Ruggine) ha spazzato via la specie dominante del pianeta, gli uomini, in maniera brutale, inchiodandoli di fronte ad una realtà che avevano sempre rifiutato anche quando le Sacre Scritture la rivelavano apertamente: una generazione va, una generazione viene, ma la Natura rimane in eterno (Ecclesiaste 1-4).Soltanto piccole sacche di umanità sono sopravvissute all’evento, aggrappandosi alla vita con tutte le loro forze. E, incredibilmente hanno ritrovato la loro capacità di fare fronte comune alle avversità, tanto da ricostruire un minimo di ordine sociale. In qualche modo, nonostante tutto, il peggio sembra essere alle spalle.

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    Arroccati nelle loro enclavi gli uomini si stanno illudendo di essere tornati al vertice della catena evolutiva. Non è così. Le luci della ribalta non spettano più alla specie umana che dovrà, con ogni probabilità, rassegnarsi a vivere per sempre nell’ombra. Altre specie sono riemerse dalle tenebre per reclamare il loro posto nel mondo. Elfi, troll, folletti e tutte le altre creature che hanno ispirato le leggende, impregnandole di mito e di magia.
    Disgraziatamente, non sono solo creature dell’immaginario, sono fatte di carne e di passione e sono mosse da un odio profondo verso la razza umana che li ha costretti a infiniti secoli di esilio forzato. Questi “prodigi” si autodefiniscono Hinterkind e questa è fondamentalmente la loro storia, la storia dell’Elfo Jon Hobb e della sua brama di vendetta, o dello scontro generazionale tra la regina delle Fate Teische e la boriosa figlia Tersia o quella del simpatico satiro Lachlan.

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    E’ la storia del disperato Dottor Godwin che assembla in sé la figura del militare ottuso e dello scienziato pazzo e del suo esercito di uomini divorati da un morbo che ne divora le carni, costringendoli a cercare continuamente organi da trapiantare (concetto preso pari pari dalla “fagia” di Star Trek Voyager. E’ soprattutto la storia della costruzione di una vita, quella di Prosper Monday che , in compagnia dell’amico Angus Chung, (dotato di una misteriosa coda da rettile) deve lasciare la sicurezza e la solitudine del suo villaggio a Central Park per avventurarsi nella natura selvaggia alla ricerca del nonno Asa, scomparso durante una missione esplorativa. Decisamente sei numeri non sono sufficienti a dare un giudizio definitivo sull’opera di Edginton che presenta un vago sapore di già visto. Il tentativo dell’autore, abbastanza palese, è quello di fare da tramite narrativo tra due serie che hanno fatto scuola nell’ambito del fumetto qualitativo : Fables e Saga. Dall’opera di Bill Willingham arrivano le creature fiabesche , i “mostri dell’ignoto” che popolano la nostra fantasia, dal capolavoro della Staples e di Vaughan arrivano le commistioni tecnologiche e una certa crudezza narrativa appena addolcita dalle matite più classiche di Trifogli. In definitiva un discreto tentativo di ibridazione tra Fantasy e Fantascienza che avrebbe offerto buoni spunti e interessanti possibilità evolutive. Tutto ciò non lo vedremo mai perché l’accoglienza del pubblico è stata molto tiepida (6000 copie al mese, circa) e la serie ha chiuso col numero 18…Magari, emergerà da qualche altra parte. Tutto sommato, lo speriamo.

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