BACK TO THE BASICS: il blog

  1. SE CREDETE CHE QUESTO MONDO SIA BRUTTO di Mario Uccella

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    “I Beatles non li conosco
    Neanche il mondo conosco.
    Sì, sì, conosco Hiroshima ma del resto ne so poco, ne so proprio poco”.
    (“Chiedi chi erano i Beatles”, Stadio)

    “Se credete che questo mondo sia brutto, è perché non avete visto gli altri”.
    (Philip Kendrik Dick)



    Cosa vuole dirci il Profeta della fantascienza, autore di capolavori seminali come “Ubik”, “The man in the high castle” (La svastica sul sole), “Do androidsdreams of electricsheep?” (il classicissimo BladeRunner), con la citazione posta in esergo?
    Provate a immaginare un mondo in cui Internet non esista, non ci siano i cellulari e le comunicazioni intercontinentali siano possibili solo attraverso la rete telefonica fissa di casa e il telefax sia l’unico strumento un po’ più moderno che garantisce comunicazioni più rapide della corsa di una tartaruga…
    Ci siete riusciti? Avete provato orrore al solo pensiero di dover rinunciare a Google e al vostro smartphone ultimo grido da bimbominkia?
    Bene. Ora rilassatevi e pensate che questo era lo scenario del Belpaese appena due decadi fa, non tantissimo sotto il profilo temporale ma l’equivalente di due ere geologiche per quel che concerne la tecnologia e le sue applicazioni nella vita quotidiana. Un luogo dove le fumetterie si contavano sulle dita di una mano, persino in una megalopoli come Napoli, la mia città, e si chiamavano inmaniera un po’ avvilente, “Supermarket”, facendo intendere che se i proprietari, al posto dei fumetti, avessero venduto salumi e latticini, sarebbe stata la stessa cosa. Un luogo dove i comic books americani non c’erano più, nemmeno nella loro versione nostrana, dopo la caduta dell’editoriale Corno e i tentativi estemporanei della fuLabor Comics. Unico retaggio dell’Età dell’Oro dei supereroi era la testata di una allora giovane editrice perugina, la Star Comics, che aveva “osato” riportare in edicola le avventure del Tessiragnatele…
    Eppure talvolta i miracoli accadono dove mai avresti creduto possibile.
    Succede che in un giorno uguale a un altro, nel negozio succitato, io faccia un commento su di un disegnatore americano ad alta voce. Che tale commento attragga l’attenzione di un altro ragazzo, intento a scartabellare l’unico blocco di comic books americani, ammonticchiati alla rinfusa in una rastrelliera, e che quel ragazzo cominci a parlare con me e scopriamo d’avere affinità non solo per quel che riguarda le letture: entrambi sappiamo disegnare e sogniamo di fare i fumettari…
    La coppia diventa prima un trio, poi il gruppo man mano si espande fino a diventare composto di sei persone, grazie al coinvolgimento di altri conosciuti sempre all’interno del negozio, compreso il membro più “inquietante” e “tetro”, quello che nel corso del tempo diverrà uno dei tuoi migliori amici. Plurilaureato, sommo conoscitore della letteratura dis...

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    Last Post by supermario67 il 29 July 2013
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  2. DA BALBOA A ROSS : LA DOPPIA VITA DELL’AVVOCATO RONNY di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 29 July 2013
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    Nell’aprile del 1989 faceva la sua prima apparizione in edicola l’ennesimo albo che si rifaceva più o meno direttamente al modello bonelliano sia per il formato che per i contenuti. Il protagonista era Ronald “Ronny” Balboa , un avvocato penalista di origini italo-americane che operava presso il foro di San Francisco. Nata da un’idea di Mario Ferri (deus ex machina della Play Press), la serie aveva goduto della collaborazione grafica del grande Alberto Giolitti, prima di essere affidata ai testi di Sauro Pennacchioli e alla coppia di disegnatori formata da Giampaolo Morale e Wanda Stramaglia Cerreto. La premessa, tutto sommato, era interessante: trattare le vicende di cronaca evitando di ricorrere all’abituale figura dell’ex poliziotto o dell’investigatore. Le storie erano ambientate in una città ricca di problemi sociali( droga, omofobia, razzismo) ed avevano un taglio abbastanza realistico senza rinunciare alla necessaria spettacolarizzazione Infatti, le avventure dell' avvocato Balboa erano dense di azione e suspense, e le sparatorie e i combattimenti erano il sale di ogni vicenda

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    Sin dal primo numero della serie, Ronny utilizzò la macchina della verità, camuffata nella poltrona dove faceva accomodare il cliente, per stabilirne l'innocenza o meno .Si trattava di una discriminante fondamentale perché Balboa difendeva solo persone innocenti Tuttavia. questa regola verrà infranta in alcuni casi particolari aventi lo stesso comune denominatore: la pena di morte. Le sue motivazioni nello schierarsi contro la pena capitale traevano origine da una tragedia personale. Il padre di Ronny era stato, infatti, vittima innocente di un complotto mafioso. Dopo una giovinezza da ribelle segnata dalla partecipazione alla guerra in Vietnam e da una seconda tragedia familiare ( la prematura scomparsa della madre, stroncata da una malattia incurabile).Ronny aveva trovato la sua strada diventando uno dei più bravi e stimati avvocati di San Francisco, Ad aiutarlo nelle indagini c’era una numerosa galleria di comprimari : da Cnut, muscoloso ex-poliziotto (modellato fisicamente su Arnold Schwarzenegger) a Debra, segretaria pasticciona con velleità investigative ad Adam, esperto informatico e addetto alla macchina della verità. Completavano il cast il cane Golia, fondamentale elemento di sdrammatizzazione, il Capitano Simpson, un poliziotto ottuso, sempre al limite della legge e Steve il praticante avvocato di Ronny. spesso in disaccordo con il suo capo a causa delle divergenze sulla pena di morte.

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    Un discorso a parte merita Sonny Stern . Giornalista da...

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    Last Post by Sauro Pennackioli il 30 July 2013
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  3. GLI ORFANI DELL’EDITORIALE CORNO di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 25 July 2013
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    Oggi parleremo di una Terra alternativa. Molti di voi strabuzzeranno gli occhi, increduli di fronte a ciò che leggeranno: C’è stato un periodo in cui le pubblicazioni dedicate ai Super Eroi in Italia non esistevano più!!.
    Ebbene si, per qualche anno Spidey e Supes, I Vendicatori e la Justice League erano diventati solo dei fantasmi che si agitavano nella inquieta mente del lettore. Con la chiusura della Editoriale Corno, avvenuta nel con l’Uomo Ragno Gigante N° 93 (ma le testate inedite si erano interrotte molto prima) e quella della Cenisio sia la Marvel che la DC Comics erano totalmente sparite dal suolo italico.. E’ vero, le storie di quel periodo erano “mediamente” brutte e dopo un decennio di vacche grasse, forse un calo di vendite era nella logica delle cose C’era stata l’invasione dei cartoni giapponesi ma aveva coinvolto più la televisione che l’editoria che solo da poco aveva cominciato ad intravvedere le incredibili possibilità di commercializzazione di robottoni, piccole montanare svizzere e affini . Probabilmente alla Corno non giovò l’eterna diatriba tra Luciano Secchi e Andrea Corno che condusse alla defezione dell’alter ego di Max Bunker e a scelte editoriali sciagurate come quella dell’ignobile “Settimanale dell’Uomo Ragno”.
    Un intero patrimonio di storia editoriale venne bruciato in un attimo di follia. Ogni timido tentativo di risalita fallì in maniera clamorosa e, anche a causa della salute malferma dell’Editore milanese, la Corno dovette sventolare bandiera bianca. Per la Cenisio, avvenne qualcosa di simile, compreso il maldestro scimmiottamento del formato a quaderno della concorrenza. Se si aggiungeva il fatto che la popolarità degli eroi della DC Comics in Italia, non era mai stata altissima, si intuisce che le possibilità di sopravvivenza su un mercato asfittico erano praticamente nulle. Molti dei motivi di questa improvvisa e irreversibile crisi dei Super eroi restano ancora da indagare, io ne ho forse individuato uno, il più semplice di tutti. .I vecchi lettori erano diventati adulti e, presi dallo studio e dal lavoro non avevano più tempo da dedicare ai loro “vecchi” eroi. E siccome le Case editrici avevano fatto ben poco per attirare la generazione di ricambio si era creato un colossale vuoto d’interesse sfociato in una insanabile crisi di vendite. Si entrava così nell’Anno Zero. Passarono un paio di anni e pian piano qualcosa cominciò ad agitarsi nel cuore dei lettori. Internet era ancora al segreto nei laboratori USA ma la tecnologia cominciava a dare qualche strumento in più. Non pensate ai PC, quelli erano ancora lontani da venire e i cellulari erano deposti nel grembo di Giove. Bande di ragazzi, armate di fantasia e voglia di fare, si coalizzarono per dar vita ad un fenome...

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    Last Post by Angelo La Rosa il 24 July 2014
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  4. STORIA DELL'ULTRAVERSE di Claudio Mondini

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    C'era una volta la Malibu Comics , che aveva un pò di soldi.

    E poi c'era la Marvel Comics , che ne aveva molti di più.

    Fine della recensione.

    N.B. = Nei primi anni '90 le FUMETTERIE erano lontane e sparute , e le mostre mercato le contavi sulle dita di una mano della COSA.
    Internet era una roba da siuri ed anche chi (come me) aveva una connessione doveva fare i conti con un modem analogico a 14.4 Kbs....quindi era già un'impresa leggere le proprie e-mail.
    I fumetti perciò li compravamo in luoghi magici che chiamavamo "edicole".
    Quando trovai il primo numero di "Ultraverse:Strangers" e vidi in copertina il logo di una sconosciuta "General Press" pensai per la prima volta in vita mia che forse , in futuro , non sarei più riuscito a leggere TUTTO quello che usciva...pensiero che poi si sarebbe ovviamente avverato.
    Ma poco m'importava : riconobbi PRIME in copertina dato che avevo già acquistato il primo numero della sua testata STAR COMICS alcuni giorni prima , e spesi sorridendo le mie £ 2.800.
    All'interno di quell'albo ( che divorai nei 10 minuti seguenti in mezzo alla strada ) Prime NON c'era...ma c'erano altri personaggi collegati al "suo" universo ai quali mi sarei affezionato nei mesi a venire.

    In Italia era arrivato l'ULTRAVERSE della Malibu Comics ed aveva portato in dono una nuova e mirabolante miriade di supereroi con relativi supercasini.
    L'esordio della Image in Usa aveva presumibilmente dato fiducia anche ad altre case editrici...e le vendite degli albi stavano ritornando a segnare traguardi notevoli.
    Era iniziata la MODERN AGE dei comics.

    Nel giro di pochi mesi , sia la General Press che la Star Comics iniziarono a pubblicare anche in Italia quell'interessantissimo materiale ed i nomi degli autori che partecipavano alla realizzazione di questo nuovo universo erano già di per sè una certezza : S.Englehart , G.Jones , S.Gerber , Barry W.Smith e bla bla bla non erano certo degli sconosciuti , bensì delle chiare garanzie che [ inoltre ] non avrebbero più neppure dovuto rendere conto ai colossi Marvel & Dc delle loro "sindacabili" idee.

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    Ecco una lista delle pubblicazioni di Star Comics e General Press (oggi Magic Press) pubblicate tra il Maggio del 1994 fino al Maggio 1995 :

    General Press :

    Ultraverse Strangers 1/8 (+ Prototype e Hardcase)
    Ultraverse Freex 1/5 (+ Solitaire e Firearm)
    Speciale Ultraverse
    Speciale Exiles

    Star Comics :

    Prime 1/12 ( + Mantra e Solution)
    Star Magazine 43/53 (con Rune,Sludge,Night man e Wrat...

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    Last Post by aver2330 il 17 July 2013
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  5. ISABELLA : LA DUCHESSA DELL’EROTISMO di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 7 July 2013
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    Nella seconda metà degli anni ’60 (del secolo scorso!), un voluttuoso tornado sconvolse le abitudini dei lettori italiani.. Nell’aprile del 1966 approdava in edicola l’antesignana di una marea di eroine procaci e discinte che divennero presto un autentico fenomeno di costume.
    Il fumetto in questione (in un agile ed “occultabile” formato tascabile) venne pubblicato dall’Editrice 66 di Renzo Barbieri, ribattezzata in seguito Erregi ed Ediperiodici e presentava le strane avventure di Isabella de Frissac, signora di Chateau Salinas, soprannominata la duchessa dei Diavoli. Nell’editoriale introduttivo, la bella duchessina veniva presentata come "una donna più seducente di Angelica, più perfida di Cleopatra, più astuta di Modesty Blaise" che vive le sue avventure di cappa e spada attraverso tutta l’Europa del secolo XVII. Creata da Giorgio Cavedon e disegnata da Sandro Angiolini. Isabella era stata ricalcata dal disegnatore sul personaggio di Angelica, Marchesa degli angeli; creato da Anne e Serge Golon, anche se il suo viso era più somigliante a Brigitte Bardot che a Michele Mercier, interprete di Angelica sullo schermo. La protagonista, viveva ai tempi di Re Luigi XIII circondata da personaggi inventati (Eric Von Nutter, Fofito, Martignan Consuelo, Jacula, che sarà uno dei primi casi di spin off fumettistico, e tanti altri) ma anche da personaggi realmente esistiti come Concino Concini, Richelieu, Maria de' Medici e Filippo II,.
    Isabella è una splendida ragazza bionda che, rimasta orfana, viene allevata da famiglia di zingari. Audace e risoluta, presto diventa un’ottima spadaccina,. Alla perpetua ricerca delle sue origini apprende di essere l’unica superstite di una famiglia di nobili, i De Frissac di Chateau Salins, sterminata dal barone Von Nutter, (un crudele feudatario tedesco che indossa una maschera di cuoio per celare il suo volto deturpato) per impadronirsi dei loro possedimenti.. Isabella consacra la sua vita alla vendetta, ma anche al piacere. Era qui l’assoluta novità narrativa,: in un fumetto italiano mai, prima di allora, si erano viste immagini di nudi femminili e situazioni erotiche. Tali “sudicerie” fecero subito scattare la censura che obbligò la casa editrice ad apporre un avviso in copertina. L’indicazione di “ Solo per Adulti” che doveva essere un deterrente si rivelò come la migliore delle pubblicità.

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    Dopo una partenza relativamente soft con gli episodi “La duchessa dei diavoli” e “Nelle spire del Barone “(l'aspetto sexy di queste storie può essere considerato alquanto casto ) progressivamente i contenuti diventano più espliciti Tra duelli, agguati, torture, omicidi, arti ...

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  6. SILVER SURFER : IL CAVALIERE DELLE STELLE di Pietro Zerella

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    Recensioni
    Storia del fumetto
    By aver2330 il 4 July 2013
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    E’ un giorno come tutti gli altri sul pianeta Zenn-La. nel Sistema Deneb della Via Lattea La longeva ed antichissima razza umanoide che lo popola è riuscita a realizzare l’utopia. Le malattie, la povertà, le guerre,tutti i tipi di contrasto sociale sono stati sconfitti. E’ una società perfetta che ha, inevitabilmente, il suo rovescio della medaglia. Privi di ogni stimolo, gli abitanti si sono completamente adattati ad un’esistenza pigra ed edonistica. Qualcuno, però, non si lascia trasportare dalla corrente. Il nobile Norrin Radd, figlio di Jartan ed Elmar Radd (entrambi morti suicidi) non accetta questa rilassata passività, convinto che la realizzazione di ogni singolo individuo passi per la ricerca interiore, l’ambizione di realizzare i propri desideri e la voglia di mettersi continuamente in gioco. La sua dolce compagna, la bellissima Shalla Bal lo ama profondamente e anche se non lo comprende a pieno lo asseconda e lo ascolta.

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    Immaginate la scena. Improvvisamente il serpente abbatte il cancello dell’Eden e annienta tutte le certezze di un attimo prima. Una gigantesca astronave si materializza nel cielo di Zenn-La e reca con sé un latore di morte che non concede nessuna possibilità di sopravvivenza. E’ arrivato l’essere il cui nome viene sussurrato con terrore in tutto il cosmo: Galactus, il Divoratore di Mondi. Totalmente amorale, è mosso solo dal bisogno primario della ricerca del nutrimento. La sua è una fame continua e spaventosa che può essere placata solo attingendo alle energie vitali degli sventurati mondi che incontra nel suo girovagare tra le stelle. Il popolo è inebetito, il Consiglio è imbelle e rassegnato. Un solo uomo si erge a difesa del pianeta: Norrin Radd. Contratta con Galactus e gli offre la sua ubbidienza perpetua per la salvezza di Zenn-La. Inopinatamente, l’Entità accetta il patto. E gli fornisce gli strumenti necessari ad adempiere ai suoi compiti. Profondi cambiamenti fisici squassano la conformazione strutturale di Norrin e un involucro argenteo circonda il suo corpo per dotarlo della necessaria protezione e anche la sua personalità viene parzialmente schermata per evitare coinvolgimenti emotivi. Come mezzo di trasporto gli viene concesso un indistruttibile manufatto (che assomiglia ad una asse da surf!) collegato psichicamente alla sua mente. Norrin Radd non esiste più, al suo posto c’è l’araldo del Divoratore di Mondi : Silver Surfer. Il suo compito è semplice: dovrà trovare per il suo padrone nuovi mondi da “mangiare”.

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    Questa è, in breve, l’origine di uno dei personaggi più belli e ...

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    Last Post by supermario67 il 9 July 2013
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  7. GHITA DI F. THORNE di Maurizio Torrisi

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 3 July 2013
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    Quando la Marvel decise di dedicare una testata a RED SONJA, scelse come disegnatore: Frank Thorne..!
    Questo artista si innamorò del genere, ed essendo anche uno scrittore oltre che disegnatore, nel 78 decise di creare - GHITA DI ALIZARR-di cui ne scrisse anche le sceneggiature per avere una maggiore libertà nell'esprimere la sua visione di donna guerriero.

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    Ad una prima occhiata,Ghita ricorda Red Sonja ma sono profondamente diverse.
    Red Sonja è cupa e poco avvezza al sorriso...e meno che mai ai piaceri della carne; dal canto suo Ghita, più sorridente e totalmente spregiudicata, non rinuncia mai al piacere della carne con qualsiasi tipo di creatura, purché sia lei a scegliere e dominare la situazione. Ghita ha anche un compagno d'avventura, un falso stregone di nome THENEF che spesso assume anche il ruolo di amante di Ghita ( per il volto di thenef,Frank Thorne gli da il suo...chiamalo fesso) !! Ghita di alizarr nasce come prostituta e poi concubina favorita del re KHALIA, dopo diventa un'abile guerriera, infine...una regina!!!
    Le sue avventure spaziano tra magia, combattimenti, demoni ecc ...e anche qualche amplesso ( la bionda Ghita , spesso viene raffigurata in tutta la sua magnifica nudità).
    Il volume dell'editrice nord è stata una delle migliori edizioni a livello mondiale, in quanto il buon Frank aggiunse qualche tavola inedita nelle edizioni estere!!!


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 15:38
    Last Post by Pietro Zerella il 4 July 2013
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  8. UN CICLONE DI NOME SUPERMAN di Pietro Zerella

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    L’uscita nelle Sale cinematografiche della nuova versione dell’Uomo d’Acciaio ci fornisce il pretesto per rivangare le radici di questo eroe in calzamaglia dalla fama imperitura. Con i suoi 80 anni di vita (l’esordio ufficiale è datato 1938 ma in realtà Jerome Siegel e Joe Shuster lo avevano creato cinque anni prima senza mai riuscire a trovare un editore che lo stampasse), Superman è entrato ormai a pieno diritto nella storia (Anche quella con la “S” maiuscola ) del nostro pianeta. In questo articolo ci soffermeremo su uno degli aspetti , tutto sommato marginale, di questa storia, ripercorrendo, a grandi falcate, il cammino editoriale che Superman ha percorso in Italia. Si è trattato, come vedremo, di un percorso accidentato, interrotto da frequenti cadute alle quali hanno sempre fatto seguito miracolose resurrezioni. Come è giusto per tutte le figure mitologiche, le prime apparizioni del personaggio nel Bel Paese sono avvolte dalle fitte nebbie del mistero. In effetti, l’esordio dovrebbe essere avvenuto sul N° 19 degli Albi dell’Audacia (Luglio 1939- Edizioni Juventus). Fu un esordio sotto mentite spoglie, perché, in ossequio alle leggi fasciste, l’offensivo vocabolo venne trasformato in un roboante ed autarchico “Ciclone”.

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    Seguirono altre sporadiche apparizioni su “Gli Albi dell’Audacia” e su “L’Audace” (…Complimenti per la fantasia!). Si trattava di storie rivolte ad un pubblico pre-adolescenziale e lo stile narrativo era ingenuo e ripetitivo, spesso oltre i limiti del comico. Le imperfezioni, e i rimaneggiamenti effettuati sulle tavole originali abbassavano ulteriormente la già modesta qualità. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale impose alla Patria cimenti ben più ardimentosi della lettura di un giornalino e la pubblicazione venne rapidamente accantonata. Spettò alla Casa Editrice Milano (poi divenuta Edizioni Mondiali), l’onore e l’onere di riprovarci. Così Superman ritornò su un’anonima collana antologica dal formato ridotto (stile albetto) e con una foliazione di appena 8 pagine. Ben presto, però, approdò sulla collana di punta della Casa Editrice quella “Collezione Uomo Mascherato” che dal N° 67 si trasformava in “Collezione Uomo d’Acciaio”. Con la fine della guerra, infatti, Superman, poteva recuperare se non il nome, almeno il soprannome originale. La serie vivacchiò per qualche anno ma la svolta era ormai nell’aria. E’ il 16 maggio del 1954….L’editore Arnoldo Mondatori manda nelle edicole una serie tascabile (12,5 X 16 cm, 32 pagine a 20 lire) con iniziale cadenza quattordicinale. La collana si chiama “Gli Albi del Falco”! Per i primi 30 numeri, l’eroe di Siegel & Shuster fu il padrone...

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    Last Post by Pietro Zerella il 2 July 2013
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  9. LETTURE DA BRIVIDO : IL CORRIERE DELLA PAURA di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 19 June 2013
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    Sono passati 39 anni da quel giugno del 1974 in cui nelle edicole italiane apparve una rivista dall’inconsueto formato e dallo strano nome: Il Corriere della Paura. Quella rivista “anomala”durò solo 22 numeri ed ebbe meno di due anni di vita editoriale eppure il suo ricordo è “fissato” nella memoria di chi la lesse all’epoca e di chi ha avuto la possibilità di leggerla successivamente. Quale è il motivo di questa incredibile “durata”, di questo successo che continua ancora oggi? A mio modesto parere, molto nasce dal felice connubio tra fumetti (“Made in USA”) e articoli (di completa produzione nostrana). L’Editoriale Corno stava vivendo il momento di massima espansione; l’anno prima aveva cominciato a pubblicare gli Albi dei Super Eroi, una collana in cui i personaggi si alternavano a rotazione senza una testata fissa. Si trattava di storie dai contenuti diversissimi che spaziavano dal “western” di Red Wolf allo Sword and Sorcery di Conan the Barbarian all’”horror” raffinato del Dracula di Gene Colan e del Werewolf by Night di Mike Ploog. Proprio partendo dalla discreta accoglienza accordata a questi personaggi, la Direttrice Responsabile della Corno, Maria Grazia Perini, propose al suo editore una vera e propria rivista di genere. Ricevuto l’”imprimatur” la Perini, confermando tutto il suo talento, snocciolò una serie infinita di idee vincenti:

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    1) La scelta del nome che certamente rimanda allo storico “Corriere dei Piccoli” ma che richiama alla memoria anche prestigiosi quotidiani come il Corriere della Sera.
    2) Il formato di dimensioni maggiorate (cm 21 x27,5) rispetto agli albi dedicati ai supereroi che permette una adeguata visibilità nelle edicole.
    3) la scelta di un rigoroso bianco e nero (stile a cui grazie agli albi della Bonelli, il lettore è ormai affezionato)
    4) L’utilizzo (almeno per i primi 15 numeri) di copertine pittoriche; quella del N°1 (Tratta da Dracula Lives! N° 5) dell’illustratore argentino Luis Dominguez (1923-) con un Dracula alle prese con la vittima di turno, cattura l’attenzione e così sarà anche per quelle successive, affidate al talento di artisti come Earl Norem e Boris Vallejo.
    5) L’allestimento di un apparato redazionale, interessante e ben curato, affidato ad esperti di rilievo come Cesare Medail (1943-2005 ), curatore di una serie di articoli sui vari aspetti dell’esoterismo o come Giovanni Mongini (1944-) , critico e storico del Cinema che si occupò di una rubrica fissa sull’horror in celluloide.
    E poi c’era lei, “la strega” Maria Grazia con la sua asciutta ma esauriente pagina introduttiva e la sua seguitissima rubrica della posta in cui dava prova delle sue inneg...

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    Last Post by raes il 20 June 2013
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  10. LE DUE VITE DI ALIKA di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 6 June 2013
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    L’autore francese Jean Claude Forest aveva aperto nuovi orizzonti al fumetto. Nel 1962, la sua Barbarelle aveva ottenuto un incredibile successo planetario, affrontando con coraggio il tabù del sesso e trattando l’argomento in un contesto decisamente insolito: la fantascienza! Sulla scia della sexy eroina bionda nacquero innumerevoli personaggi che in maniera più o meno riuscita tentavano di farle il verso. Anche l’Italia diede il suo contributo alla causa, lanciando sul mercato editoriale una pletora di eroine sensuali e disinibite. Nacquero così personaggi come Astrella, Gesebel, Uranella, Cosmine, Venus e…Alika. Il 1° Luglio 1965 faceva il suo esordio nei chioschi dei giornalai, un albetto mensile (128 pagine a 150 Lire!) della Cofedit\ Attualità Periodici che, a suo modo, sarebbe entrato nella storia del fumetto popolare italiano.

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    La testata ebbe, tutto sommato una vita breve e tormentata. Da “Il Pianeta Giallo” a “Minigoglie nel mondo di Neanderthal “ si susseguirono venti albi, fino al luglio 1967. (In realtà venne annunciato anche il N° 21 dal titolo “La Vendetta di Mot” che non fu mai pubblicato). I testi erano realizzati da Alessandro Pascolini e Anna Taruffi ed i disegni da Giorgio Chiapperotti, Angelo Todaro, Umberto Sammarini e Romano Felmang Mangiarano. Alle copertine si alternarono Umberto Sammarini, Franco Piccioni ed un giovanissimo Franco Verola. Apparentemente, Alika, era del tutto simile alle sue colleghe dell’epoca. Originaria del pianeta Absur, un mondo precipitato nel caos e nel disordine sociale, Alika si muove nello spazio a bordo di un’astronave sospinta dalle onde cerebrali. Accompagnata dall’astronauta Martell e da un fedelissimo robot, l’eroina vaga nel cosmo alla ricerca del pianeta Terra,. Alika Si dimostra, fin dall’inizio, una donna forte ed emancipata, libera da ogni tipo di complesso nei confronti dei maschi e con una inesauribile gusto per la vita. Per i primi 7 numeri, vive una serie di avventure a metà tra il thrilling (Il sottotitolo della testata è proprio “ Il Thrilling dello Spazio) e l’erotismo. In realtà i siparietti sexy si limitano a qualche allusione ed il nudo non si spinge mai oltre la rappresentazione di qualche fugace seno scoperto.. Detto così, potrebbe apparire un personaggio come tanti altri ma dal N° 8 la serie virerà verso una incredibile svolta satirica. Improvvisamente, il mondo della procace eroina si popola di facce note provenienti dalla politica, dalla televisione e dallo spettacolo. Il nuovo corso spiazza i lettori ma non evita i colpi della censura. Il numero 12, “Il cavaliere mascherato” viene sottoposto a sequestro.

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    Last Post by aver2330 il 6 June 2013
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