BACK TO THE BASICS: il blog

  1. X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 18 June 2014
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    Bryan Synger è tornato... E si vede!! Infatti, rispetto a "Conflitto Finale" (l'ultimo film sui mutanti che ero riuscito a vedere), l'accento si sposta maggiormente sui personaggi e sulle loro motivazioni, il loro carattere, perdendo l'effetto da "fuoco alle polveri".
    Devo dire che, a dispetto delle immagini circolate, Warpath e Blink sono resi a meraviglia, e sono rimasto sorpreso anche per la presenza di Sunspot in una forma che ricorda il suo periodo in X- Force e con un attore molto somigliante; finalmente viene anche mostrato Bobby che usa la celebre slitta... da fan di vecchia data sono andato in brodo di giuggiole! A dispetto di quello che pensavo all'inizio, è logica anche la motivazione per cui è stato mandato Logan. Unico neo: che c'azzecca Kitty Pride con i viaggi nel tempo?
    I suoi sono poteri basati sull'intangibilità, non hanno una natura psichica... Costava tanto far fare un cameo anche a Rachel Summers?!? Tornando a noi, devo dire che sto rivalutando James McAvoy come attore: molto convincente nella parte del giovane Professor X e il suo "dialogo" con Magneto sull'aereo è una piccola perla. Mostra come i due si siano allontanati non solo per diversità di vedute, ma anche perchè ognuno credeva che l'altro lo avesse abbandonato e perchè entrambi tengono a Raven/Mistyca. Alla fine si può dire che non saranno mai veramente nemici accaniti, come dimostra anche il futuro dominato dalle Sentinelle...
    Capitolo Quicksilver: il personaggio è carino, divertentissima la scena dei proiettili, dove sembra quasi essere un pittore che da gli ultimi ritocchi (mi riferisco quando sposta i proiettili che potrebbero colpire gli altri), ma è meglio che il vero Pietro Maximoff non veda il film, o almeno che lo veda nei suoi giorni buoni, visto che il personaggio sembra quasi una spalla comica e glisso sulla tuta.
    Le macchine ammazza-mutanti sono uscite, da una parte puramente figurativa, meglio del loro creatore: con un pizzico di gioia ho visto che sono più simili alle sentinelle di Bastion in Zero Tolerance che non hai robottoni classici; Trask, invece, nonostante la bravura di Peter Dinklage, sembra Tiryon Lannister con la parrucca...


    Ma adesso veniamo alla cosa che maggiormente mi ha dato fastidio: la continuity. Ora, è un argomento che è stato trattato molte volte, e non vorrei sembrare un "purista assoluto", ma conviene che uno si decida: nei primi film , Xavier è su una sedia a rotelle; in Wolverine: Le Origini cammina, ok; anche nel passato di "Conflitto Finale", ok; qui viene fatto camminare solo grazie ad un siero che gli inibisce i...

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  2. GIOCHI STELLARI di Alfonso Verdicchio

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    Cinema
    Videogames
    By aver2330 il 8 May 2014
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    Agli inizi degli anni '80 i videogiochi erano ancora molto lontani da quelli che vediamo adesso girare su console e pc, sia per la grafica che per trama e svolgimento dell'azione. Erano ancora sinonimo di coin op, cioè di videogiochi “a gettone” che riempivano le sale giochi di città piccole e grandi e lasciavano tantissimo spazio all'immaginazione di chi si cimentava in battaglie spaziali o affrontando mostri fantastici oppure gareggiando alle Olimpiadi. Tuttavia il cinema già si interessava di questo nuovo linguaggio, allora ancora “grezzo” e che veniva considerato dai più come poco più che un passatempo.
    Nel 1982 infatti la Disney produsse Tron in cui già si immaginava un mondo virtuale, anzi un universo parallelo, popolato dai programmi realizzati dal protagonista la cui esistenza consiste nell'eseguire i comandi che vengono impartiti dal programma in funzione. Nel caso dei videogame, ad esempio, questi esseri virtuali devono combattere senza sosta, giocandosi l'esistenza in base alle sfide proposte dal gioco stesso.
    Nel 1984 viene prodotto The Last Starfighter, che in Italia viene tradotto col titolo Giochi Stellari. Interpretato da Lance Guest, e Robert Preston, tra gli altri, per la regia di Nick Castle, il film parte da una domanda che magari molti dei giocatori di allora si facevano quando si trovavano a giocare nelle “cabine” degli sparatutto spaziali di allora: e se fosse tutto vero?
    La storia infatti racconta di Alex Rogan, il classico bravo ragazzo che vive con la madre e fratellino in un villaggio della provincia americana fatto di case mobili e baracche. I dintorni non offrono grandi distrazioni per i ragazzi come lui e l'attrazione più grande è il videogame spaziale del bar del villaggio.
    Alex ne è campione indiscusso, per tempismo e precisione finchè un giorno, avendo egli raggiunto il massimo del punteggio, viene avvicinato da un certo Centauri - a suo dire, il gestore della catena dei "games" - ma che è, in realtà, un reclutatore di "cacciatori dello spazio" lo convince a seguirlo. Preso a bordo di un'auto dalla struttura avveniristica che si trasforma in astronave, viene così prelevato e trasferito su di un altro pianeta.
    Qui scopre che il videogioco di cui era campione era in realtà un sistema per reclutare piloti stellari. Il pianeta è in realtà la base della Lega stellare che si sta preparando a difendersi, perché sta per essere di nuovo attaccata dalla flotta del perfido Xur, figlio ribelle del Capo della Lega medesima. Ad Alex viene offerta l'occasione di pilotare un vero StarFighter tuttavia rifiuta: lo strano fantastico ambiente lo sgomenta e d'altra parte, ha lasciato sulla Terra famiglia e fidanzata.

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  3. LE MILLE VITE DI LARA CROFT di Alfonso Verdicchio

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    Nel marzo dello scorso anno Lara Croft è tornata con un nuovo episodio di Tomb Raider su PC e sulle principali consolle con un videogam edito dalla Square Enix.
    Questo è il nono capitolo nella storia di un personaggio che, nato a metà degli anni '90, ha finito per diventare tra i più famosi e seguiti nel mondo videoludico. Anzi il più famoso, visto che nel 2006 le fu assegnata una stella nella "Walk of Game", e fu inserita anche nel "Guinness World Record" come "L'eroina dei videogame più famosa al mondo". Lo testimoniano ulteriormente anche i due film che la vedono come protagonista e una serie a fumetti.
    Tutto cominciò nel 1996. In quell'anno infatti uscì il primo Tomb Raider, sviluppato da Core Design e pubblicato da Eidos Interactive, e originariamente rilasciato per PC, PlayStation e Sega Saturn. Il videogame ci presentò per la prima volta, Lara Croft, un'archeologa inglese alla ricerca di antichi tesori, che vagamente ricordava Indiana Jones.
    L'archeologa in questo suo primo episodio viene contattata e successivamente ingaggiata da Jacqueline Natla, potente, ricca e determinata donna d'affari, per recuperare il frammento di un antico quanto potente manufatto magico: lo Scion di Atlantide, la città perduta. La ricerca di questo manufatto porterà Lara prima in Perù, precisamente nel cuore della preistorica città Inca Vilcabamba. Poi in Grecia, dove secondo i calcoli dovrebbe trovarsi il secondo frammento, celato nelle viscere di un antico monastero sulle montagne: la Follia di San Francesco. Quindi la sua ricerca la porta in Egitto.
    Recuperato l'ultimo frammento dello Scion, Lara può finalmente completare il prezioso manufatto magico; una volta ricongiunto Lara assiste a una visione; tramite la quale scopre che Jacqueline Natla fu un membro dell'antico popolo di Atlantide, che per punizione fu ibernata in una capsula di ghiaccio, nella quale rimase imprigionata per diversi secoli fino al 1945, quando riuscì finalmente liberarsi dalla prigionia durante un test nucleare svolto a Los Alamos, Nuovo Messico, luogo nella quale era stata sepolta. Lara torna finalmente al presente, e con grande orrore scopre di essere in trappola. Natla infatti, assieme ad alcuni suoi scagnozzi, immobilizza Lara, e dopo averla disarmata le sottrae lo Scion con il quale, racconta, intende creare una micidiale armata di creature magiche con cui dominare l'intero mondo. Lara sfugge alla morte ancora una volta e, una volta tornata a bordo della sua motocicletta, parte all'inseguimento di Natla, che nel frattempo intende raggiungere la Grande Piramide di Atlantide . Una volta penetrata nella Grande Piramide, Lara riesce a distruggere lo Scion con un colpo di pistola, e più ...

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  4. INVASIONI ROBOANTI ED INVASIONI STRISCIANTI di PIETRO ZERELLA

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    Approfondimenti
    Cinema
    By aver2330 il 18 Feb. 2013
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    Il 15 agosto del 1945, Hiro Hito, il divino imperatore del Giappone, mentre due delle sue città ancora bruciavano nella fornace atomica, firmò la resa incondizionata.
    Il Mondo intero tirò un sospiro di sollievo, la guerra che aveva causato centinaia di milioni di morti era finita! L’illusione durò un attimo perché il fungo radioattivo che si era sollevato dai corpi carbonizzati di Hiroshima e Nagasaki aveva creato un nuovo “inferno” potenziale, peggiore di tutti quelli che, con insensata ostinazione, l’umanità aveva generato nei millenni precedenti.
    L’Unione delle Repubbliche Sovietiche e gli Stati Uniti d’America, i due colossi usciti trionfanti e i loro vassalli si contrapponevano ora in un perfido gioco dall’equilibrio instabile, ordigno contro ordigno come in una infantile gara al massacro.
    Era iniziata quella “Guerra Fredda” che per quasi 50 anni avrebbe stritolato l’intero pianeta in una spirale di paranoia. Negli Usa la paranoia si era presto concretizzata in un nuovo nemico da combattere : “Il pericolo rosso”. Il Paese venne soffocato dal “maccartismo” che annusava la minaccia bolscevica in ogni angolo riposto. La ricca America dell’operoso capitalismo aveva il” diritto” di difendersi da ogni attacco al suo “stile di vita” ma, come spesso capita, si scatenò una dissennata caccia alle streghe che portò l’intolleranza ai massimi livelli.
    Il Cinema, da sempre specchio della società americana, seppe cogliere questi umori e cavalcare le tensioni. Allo scoccare degli anni ’50, nelle sale cinematografiche, iniziò una massiccia invasione aliena.
    Dietro ogni creatura spaventosa, ogni vischioso baccello e ogni mostro tentacolare si avvertiva, neppure tanto nascosta, l’ombra dell’invasore comunista. Fondamentalmente gli sceneggiatori scelsero due grandi filoni, quello dell’invasione di massa e quello dell’infiltrazione strisciante.


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    Al primo modello fanno senz’altro capo film celeberrimi come “La Guerra dei Mondi” (War of the Worlds, 1953) in cui esseri potentissimi squassano la Terra coi loro indistruttibili “tripodi” e annientano ogni resistenza umana prima di essere sconfitti dalla “Divina Provvidenza”
    ( concretizzatasi nelle letali forme batteriche terresti che sgominano gli invasori ) o come “La Terra contro i dischi volanti (Earth versus the flying saucers, 1956) che vede protagonisti alieni dalle fattezze robotiche che infliggono alle città terrestri immani distruzioni prima di essere, inopinatamente, sconfitti dalla “Scienza”.
    Per sua natura più inquietante è il modello dell’invasione subdola che vanta illustri esempi.
    Ne “Gli Invasori spaziali” (Invaders from Mars, 1953), gli alieni si nascondono nel sottosuo...

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