BACK TO THE BASICS: il blog

  1. Plot! ovvero piccoli consigli per sceneggiatori e lettori di Alan Moore

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    By aver2330 il 21 Dec. 2023
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    Una cosa su cui [...] può essere utile meditare è ciò che una trama non è.
    Una trama non è il motivo centrale della storia, o la ragione principale per cui la storia esiste. E' qualcosa che viene inserito più per rafforzare l'idea che fa da fulcro alla storia e i personaggi che vi sono coinvolti, piuttosto che per "regnare" su questi elementi. Progettare uno schema narrativo che proceda meccanicamente in linea retta non è per niente difficile[...].
    Quel che è difficile invece, è ideare una trama che riesca a provocare una reazione più forte di "E allora?".
    Perchè "E allora?" è una specie di incantesimo che rivelerà all'istante se le vostre idee di trama possiedono veramente quanto serve per riuscire a raggiungere il pubblico e a comunicargli qualcosa.

    L'Uomo Gamma evade dalla prigione in cui era rinchiuso e si aggira fuori controllo spinto dal desiderio di vendetta nei confronti del suo arci-nemico, l'Uomo Veramente Tosto. Dopo un lungo combattimento, l'Uomo Veramente Tosto capisce che se riuscirà a separare l'Uomo Gamma dai raggi gamma che sono la fonte del suo potere, il suo avversario si indebolirà e sarà battuto. Così fonde alcuni tubi di piombo presenti nell'officina idraulica che fa per caso da teatro alla loro battaglia, e rovescia il piombo fuso sull'indistruttibile Uomo Gamma, che immediatamente si blocca, immobile come una statua, lasciando vincitore l'Uomo Veramente Tosto.
    E allora?

    l'Uomo Veramente Tosto è preoccupato perchè i suoi poteri stanno gradualmente scomparendo, proprio quando sei numeri dopo, l'Uomo Gamma si libera di colpo dal blocco di piombo che lo imprigionava, cercando subito tremenda vendetta. Ma entro la fine del numero la rarissima attività solare che aveva causato la sua temporanea perdita dei poteri è cessata, permettendo al nostro eroe di fare il mazzo all'Uomo Gamma e quindi confinarlo al centro della Terra.
    E allora?

    L'Uomo Veramente Tosto è innamorato della donna delle pulizie che gli rimette in ordine la fortezza segreta, ma non osa chiederle di sposarlo, perchè questo potrebbe fare di lei un bersaglio per i suoi nemici.
    E allora?

    Viene comunemente spesa quella che a me appare come una quantità sproporzionata di sforzi nell'ideare trame assurdamente elaborate che coinvolgono dozzine di personaggi, senza che queste abbiano rilevanza alcuna con nient'altro che con sè stesse.
    Prendete un fumetto contemporaneo medio e avvicinatelo all'orecchio e potrete quasi sentire il rumore del processo al lavoro: plot, plot, plot, plot, plot, plot, plot, plot, plot...

    (A. ...

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    Last Post by aver2330 il 21 Dec. 2023
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  2. Una piccola recensione: Joe Haldeman- Guerra Eterna

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    By aver2330 il 2 June 2022
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    Come verrebe combattuta una guerra interplanetaria?
    A questa domanda hanno risposto tanti autori di fantascienza con risultati diversi, anche molto fantasiosi.
    Prendiamo, ad esempio, le due saghe fantascientifiche più famose della celluloide, cioè Star Trek e Guerre Stellari.
    Nella prima si è scelto di prendere come modello le battaglie navali del '600 e '700: enormi navi che si fronteggiano a cannonate fino al momento dell'arrembaggio. La scelta era strumentale, dato che l'Enterprise era una moderna nave che solcando il mare infinito delle galassia esplorava mondi nuovi.
    In Star Wars si sono prese ancora a modello le battaglie navali, ma stavolta quelle della II guerra mondiale. In questa saga infatti veloci caccia monoposto si fronteggiano nello spazio, lanciati a colpire astronavi ammiraglie e incrociatori ( per non parlare del planetoide artificiale detto la Morte Nera).

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    C'è poi un altro punto su cui spesso si sorvola ed è la relatività del tempo. Sempre prendendo come esempio le due saghe di cui sopra, entrambe considerano che il tempo scorre nello stesso modo ovunque. Per cui le comunicazioni, ad esempio, tra Enterprise e le basi terrestri sono immediate e il tempo soggettivo dell'astronave è uguale a quello del nostro pianeta.
    Ma secondo la fisica quantistica nessuno delle due soluzioni si avvicina neanche lontanamente alla realtà.
    Haldeman parte da invece proprio dai concetti della teoria della relatività che altri autori ignorano o minimizzano per mostrarci come sarà combattuta una guerra del futuro su pianeti lontani.
    Lo scenario che ci mostra è a dir poco desolante: la guerra con gli alieni scoppia quando un'astronave terrestre viene abbattuta senza un motivo apparente e senza chiedersi quali erano le motivazioni dell'aggressione o provare a comunicare con gli alieni, si passa ai fatti direttamente reagendo militarmente all'attacco.
    Il teatro delle operazioni, tuttavia, è lontano anni luce dalla Terra per cui mentre per chi combatte passa qualche anno, sul nostro pianeta passano decenni, addirittura secoli.
    Il risultato è che i soldati terrestri, man mano che va avanti il conflitto, si trovano sempre più estranei a quel pianeta che dovrebbero difendere, tanto da preferire di restare in eterno sul fronte piuttosto che tornare e trovare la Terra popolata da alieni perchè tali sembrano ai reduci vecchi di centinaia di anni. Anzi a causa del ritardo delle informazioni e delle comunicazioni continuano a combattere anche a guerra finita.
    Insomma un bel libro che ci mostra come la guerra sia deleteria anche per chi ritorna a casa vivo ma non intatto, anche se viene combattuta in un fu...

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    Last Post by aver2330 il 2 June 2022
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  3. TEEN ROBOT VOL.1 -Una piccola recensione

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    By aver2330 il 20 Nov. 2015
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    In un lontano futuro su Marte viene ritrovata dai terrestri e dai loro alleati un'arma in grado di porre fine alla guerra interplanetaria che li vede impegnati contro i Centauriani. Si tratta del Paladino, un enorme robot da combattimento, abbandonato dagli antichi abitanti di Marte.
    Ma chi guiderà il Paladino contro gli invasori? Il governo terrestre decide di indire una sorta di torneo tra tutti i piloti di androidi che si terrà su una stazione spaziale . Il migliore avrà l'”onore” di pilotare il Paladino. Al torneo decidono di partecipare anche le due protagoniste della storia, Silvia e Nora la sua sorella adottiva, che condividono la stessa passione e sono in perenne competizione per stabilire chi sia tra le due la migliore nel pilotare i robot giganti.
    Le due ragazze partono per la stazione orbitante con i loro rispettivi meccanici, Hansel, saggio ed esperto, e Marco, giovane aspirante ingegnere alla sua prima esperienza con gli androidi, ma il viaggio non sarà nient'affatto tranquillo anzi riserverà non pochi pericoli e sorprese per il nostro gruppetto.
    Paolo Motta, ai testi e Marco Ballò ai disegni ci presentano un manga a tutti gli effetti, non solo per quanto riguarda i disegni. Gli autori infatti attingono a piene mani dalla fantascienza nipponica e dai suoi sottogeneri, non solo i robot giganti ma anche, ad esempio, il torneo in stile "Cavalieri dello Zodiaco" o altre serie simili.

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    Anche le citazioni ad anime e manga sono tante dal punto di vista "grafico", da Mazinga Z a Daimos solo per fare due esempi.
    Il ritmo della storia è buono anche se la trama per ora è un po' troppo lineare, forse accelera un po' troppo verso la fine, e i personaggi sono caratterizzati abbastanza bene. Buoni anche i disegni, lo stile è fluido e le tavole ben costruite.
    Il più grande difetto è il lettering sia per il font utilizzato che nella costruzione dei balloon nei dialoghi, ma sono difetti che possono essere facilmente corretti.

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    Naturalmente essendo il primo volume non si può dare un giudizio complessivo sulla storia. Ciò presentato in questo volume
    però lascia ben sperare, soprattutto per un paio di spunti che riguardano proprio il rapporto tra robot e pilota. Altri temi devono essere approfonditi e chiariti, come le motivazioni dell'invasione, ad esempio.
    Attendiamo quindi i prossimi volumi per leggere come andrà a finire la storia dei nostri eroi e poterne tornare a parlare su questo blog.
    Nell'augurare in bocca al lupo agli...

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    Last Post by aver2330 il 20 Nov. 2015
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  4. LE INCREDIBILI CREATURE DEI MONDI DI ALDEBARAN di Marco Caggese

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    By aver2330 il 16 Nov. 2015
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    E’ il 1994 quando Luiz Eduardo de Oliveira, fumettista brasiliano del 1944, meglio noto con lo pseudonimo di Leo pubblica presso le librerie francesi il primo episodio della lunga saga dei mondi di Aldebaran.
    Lo stupore esplode sin dalla prima pagina, quando vediamo uno strano essere acquatico, metà balena/metà rettile, uscire dal mare ed agitarsi morente sulla spiaggia. E’ solo il preludio alle vicende incredibili che Leo, autore molto sofisticato, ci proporrà per più dei vent’anni a seguire, ed oggi la saga non è ancora terminata.
    La storia di esordio è ambientata sul pianeta Aldebaran, colonizzato dall’uomo, dove la vita è pacifica e scorre in un’apparente normalità, rotta da una gigantesca creatura marina che sembra voler devastare le coste, ma che nasconde una sorta di coscienza divina. Nei successivi racconti, ambientati su Betelgeuse e su Antares, troviamo sempre come protagonista Kim una giovane scienziata che sembra essere uno dei pochi esseri umani a comprendere il rispetto per le diversità ed i capricci della natura.

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    E’ evidente che l’autore brasiliano ha voluto creare una favola ecologica fortemente critica nei confronti dell’umanità ormai troppo avvezza a sfruttare e distruggere l’ambiente che lo circonda, e per farlo Leo inventa un gran numero di animali e vegetali incredibili. Ad ogni pagina i protagonisti, buoni e cattivi, si trovano a fare i conti con una natura che si ribella e che si mostra ostile. Ecco quindi innocenti fiorellini diventare piante carnivore, enormi squali volanti e quadrupedi variopinti disposti a fare da mezzi di trasporto per gli esseri umani.
    E’ questa l’incredibile ricchezza di questa monumentale opera, che tocca ormai le 1000 pagine circa, che riesce ad avvincere con una storia che può essere considerata di fantascienza classica, ma che finisce per lambire il genere fantasy, con le creature sempre più stupefacenti ad ogni pagina che si volta.
    Leo ci stupisce per la sua strabordante fantasia e per come riesce a creare atmosfere quasi sempre pregne di pathos, anche nei rari momenti di apparente rilassamento dei personaggi. L’autore sa dosare con grande sapienza il puro intrattenimento della lettura con forte dose di impegno ecologista e ci regala una lettura fluida ed accattivante. Della saga, fino ad oggi solo due dei quattro racconti concepiti dall’autore sono giunti a compimento, “Aldebaran” e “Betelgeuse”, composti entrambi da 5 episodi (che ricodiamo, in Francia escono con la cadenza di un episodio l’anno circa…), mentre “Antares” ed “I sopravvissuti” sono alle battute finali ed in Francia dovrebbero uscire gli episodi conclusivi tra l...

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    Last Post by aver2330 il 16 Nov. 2015
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  5. THE MASK di Alfonso Verdicchio

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 26 May 2015
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    Uno dei personaggi a fumetti più originali e divertenti degli anni '90 è stato sicuramente The Mask.
    Il personaggio venne creato nella sua forma attuale nel 1989 da John Arcudi(testi) e Doug Mahnke (disegni) sulle pagine della rivista Mayhem. Tuttavia il personaggio aveva già debuttato due anni prima con il nome di The Masque, per i soggetti di Mike Richardson e con alle sceneggiature e alle matite Mark Badger, pubblicato sempre dalla Dark Horse sulla riviste Dark Horse Presents n. 10 (settembre 1987). Dato che però Badger diede un taglio sempre più “politicizzato” alla serie, Richardson decise di chiudere la serie stessa e riportare il personaggio al concept originale.

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    In tutte le versioni proposte sottoforma di miniserie, la storia ruota attorno ad una misteriosa maschera magica che dà a chiunque la indossi un potere illimitato e un aspetto mostruoso, caricaturale, caratterizzato da una grande bocca con una serie di denti enormi e una testa verde.
    La Maschera cambia la personalità di chi la indossa, rimuovendo qualsiasi tipo di inibizione, tanto che chi la indossa per lungo tempo finisce per impazzire.
    Il personaggio è stato ispirato da una combinazione di caracters precedenti : Dal Joker e il Creeper, creato di Steve Ditko, della DC comics, al Dr. Jekyll e Mr. Hyde.
    Nelle storie a fumetti originali, i personaggi che indossano la maschera diventano degli antieroi pericolosi e crudeli, anche se magari questa non era l'intenzione originaria di chi la indossa. Man mano che la storia va avanti veniamo a sapere che la Maschera è molto antica e probabilmente è appartenuta allo stesso Loki, il dio dell'inganno e del caos.
    Il risultato è una miscela di atmosfere cupe e urbane e situazioni grottesche e tragicomiche, ricche di humor nero.
    L'apporto delle matite di Mahnke è fondamentale nel descrivere sia le ambientazioni in cui si muovono i personaggi che questi stessi, sottolineando il carattere grottesco delle miniserie.
    Quando il personaggio venne adattato in film, la violenza venne attenuata per rendere la Maschera “semplicemente” pericolosa a secondo chi la indossa. Se infatti la indossa una persona disonesta o malvagia ne amplifica le caratteristiche.
    Infatti sia nel film del 1994 e nel cartone animato televisivo, il protagonista Stanley Ipkiss viene raffigurato come un supereroe benevolo anche se un po' sopra le righe.
    Lo stesso vale per il protagonista del sequel 2005 interpretato da Jamie Kennedy, che prende il nome, invece di Tim Avery.
    Il titolo del fumetto originariamente si riferiva alla maschera e non alle caratteristiche fisiche che questa scatena nel trasformare il malcapitato che la indossa. Nei primi numeri, infatti, il personaggio veniva in...

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    Last Post by aver2330 il 26 May 2015
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  6. Enigma, la strana vita di Alan Turing- Recensione di Francesca Sperelli

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    By aver2330 il 26 Jan. 2015
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    Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo/
    Andrea gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo/
    Il secchio gli disse “Signore, il pozzo è profondo/
    più profondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto.”/
    Lui disse:”Mi basta, mi basta che sia più profondo di me.”/
    Lui disse: “Mi basta, mi basta che sia più profondo di me.”
    (“Andrea”- Fabrizio De André)



    “Per costruire la mente di una macchina, è naturale che io mi ispiri alla mente di un essere umano! Questo però non mi induce a credere che gli umani possano essere trattati come oggetti inanimati. Vorrei che questo pensiero fosse valido anche per le mie macchine.”
    Ho sempre detestato la matematica e per questo la pagella di fine quadrimestre era una vera penitenza ogni anno.
    I numeri, per quanto grandi, nella mia mente di bambina non erano in grado di descrivere la sublimità di un paesaggio emozionale o i terremoti spirituali.
    Scoprii molto più tardi che l’universo è riducibile in formule matematiche e che la matematica stessa può essere non soltanto il più detestabile dei supplizi per uno studente, ma uno strumento al servizio dell’umanità nell’ora più buia.
    Alan Turing, genio solo e solitario, di una psiche difficilmente semplice, inventò una macchina, Colossus, in grado di decifrare i messaggi di Enigma, terrificante strumento in grado di criptare i messaggi segreti dei nazisti.
    Colossus sarebbe stato l’antenato dell’odierno computer e per questo Steve Jobs e Bill Gates hanno riconosciuto il loro debito nei riguardi dello sfortunato scienziato, colpevole di trivellare il buco sbagliato.
    Oggi il mondo celebra Turing con il lungometraggio “The imitation game” (nei panni del genio il celebre Benedict Cumberbatch), ma anche la Nona Arte rende omaggio all’illustre studioso con l’opera “Enigma” di Tuono Pettinato (in collaborazione con la fisica Francesca Riccioni), edito da Rizzoli Lizard.
    Gli Autori, a differenza del film che pone risalto all’emotività del protagonista, ricostruiscono la mente complessa del genio alla luce dell’evoluzione della scienza matematica del primo Novecento con la disarmante semplicità di una matita senza particolari fronzoli.
    Lo stile grafico del barbuto fumettista è, infatti, molto simile a quello del Corriere dei Piccoli della prim
    a metà del XX secolo ...

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    Last Post by Pietro Zerella il 29 Jan. 2015
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  7. Mater Morbi – Roberto Recchioni e Massimo Carnevale - Recensione di Francesca Sperelli

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    By aver2330 il 30 Dec. 2014
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    “Cos’è che ci uccide? Il tempo passato o la strada percorsa?”

    Premessa: non leggo Dylan Dog.
    Se mi fosse passato accanto Recchioni, non avrei avuto le palpitazioni, non mi sarei sbracciata a salutarlo, né lo avrei tempestato di domande sul prossimo numero.
    Oggi posso dire di aver incontrato il secondo fumettista italiano, dopo Silver, a non starmi sui coglioni. Sì, non faccio sviolinate, io.

    Accarezzo la carta, vi struscio le dita per tastarne la finezza. Potrà sembrare un particolare di poco conto, ma per il feticista della carta lo spessore e la grana sono imprescindibili.
    In MM la carta è pregiata, non abbastanza spessa, però, come quella usata dalla Fandango per la stampa delle opere di Gipi.
    Mi permette comunque di osservare a occhio nudo le sfumature di colore senza ricorrere alla lente di ingrandimento ed è abbastanza ruvida perché le mie dita comincino a farvi le fusa.

    Il disegno. Erotismo, surrealismo, psicosi di bianco e nero.
    Gli occhi, cazzo, gli occhi sono tutto in questa storia.
    Gli infermieri richiamano i mostri di Silent Hill: ripresi dall’occhio di pesce, poi, conducono all’esaltazione.
    L’iperuranio lontanissimo, perfetto e immoto, il sottosuolo marcio di lacrime. Le forme costruite non dal chiaroscuro ma dal buio nelle ombre.
    Non vedevo un ossimoro disegnato in modo così brutale dai tempi di William Blake.
    E ho detto tutto.

    Arriviamo alla storia. Prima lettura: porca puttana. Seconda lettura: porca troia.
    Però… forse è il caso di elaborare meglio questi due elementari concetti…
    Per fortuna, l’apparente Eros e Thanatos della copertina viene clamorosamente smentito. In questa storia non c’è spazio per l’amore, se senti la frusta della “Madre di tutte le malattie” cantare.
    Dylan prigioniero di una nuova ossessione, di un incubo che non ha dimensioni umanamente misurabili. Dell’atomo opaco del male. Non è ammessa misericordia alcuna neanche nel corso di un’estemporanea anestesia. La tensione deve essere sempre altissima, il lettore deve mordersi le dita in attesa dell’epilogo.

    Leggendo per la terza volta MM, ho fatto ricorso alla sceneggiatura completa e originale. E anche qui l’ennesimo colpo di scena.
    Non è la prima volta che mi imbatto in una sceneggiatura, però, non ho potuto fare a meno di domandarmi se Recchioni stesse dirigendo un film o un fumetto (il termine “piano americano” non si usa di più nella fotografia o appunto nella cinematografia?). Inoltre, c’è un’accurata, meticolosa precisione sui particolari e come questi debbano disporsi nello spazio (“Fumetti o morte!”, “Il f...

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    Last Post by aver2330 il 30 Dec. 2014
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  8. DIMENTICA IL MIO NOME DI ZEROCALCARE - recensione di Francesca Sperelli

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    By aver2330 il 18 Nov. 2014
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    Dites-moi d’où il vient

    Enfin je serais où je vais

    Maman dis que lorsqu’on cherche bien

    On finit toujours par trouver.

    (Papaoutai- Stromae)



    “È difficile trovare una persona capace di rispettare  questo silenzio. Rispettarlo, ma anche riempirlo. Non lasciarlo alle ombre. Perché il silenzio è l’acqua in cui nuotano.”


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    È diventato famoso grazie al suo alter-ego dalle inconfondibili sopracciglia in compagnia di multiformi aspetti del suo carattere rappresentati sotto forma di cartoni animati, personaggi famosi o animali (“La profezia dell’Armadillo”, Bao Edizioni), per poi vederlo destreggiarsi in una ritratto della propria infanzia dolceamaro in “Un polpo alla gola”.

    L’abbiamo visto combattere, perdere, vincere lo sbattimento quotidiano nelle mitiche strisce di “Ogni maledetto lunedì su due” e, infine, rimanere perduto in un limbo nel corso di un’apocalisse zombie in “Dodici”.

    Dopo una frenetica attesa Zerocalcare regala ai suoi innumerevoli lettori un nuovo romanzo a fumetti, “Dimentica il mio nome”, sempre edito dalla Bao.

    Il libro è stato venduto anche in edizione speciale con copertina disegnata sempre da Zerocalcare ma i colori di Gipi, supremo maestro dell’acquerello in grado di illuminare perfino l’inferno.

    Tentare di descrivere la copertina variant non renderebbe l’immensità che ho provato.

    Dal punto di vista del disegno trovo vi sia molta più dinamicità e profondità delle scene d’azione perfino rispetto a “Dodici”, quando prima i personaggi rimanevano fermi a scambiare battute o immobili nello sfondo.

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    E adesso è il caso di tirare il freno a mano, mettere il motore a folle e tenere bene a mente che il viaggio dell’anima che si farà attraverso l’Autore e il suo amico armadillo richiede una non indifferente dose di coraggio oltre allo spegnimento del navigatore.

    Questa vita lascia i lividi, indubbiamente. E non è nemmeno tanto parsimoniosa nel tirare schiaffi, nel momento in cui la tua mente registra che sei sopravvissuto a una persona cara, specialmente poi se quella era il tuo sangue.

    Il nostro eroe di Rebibbia deve fare i conti con un gravissimo lutto, la perdita di quella che può essere considerata la sua Seconda Madre, Uguette.

    Oltre a tutto il carico di dolore che esso comporta, deve cercare di riempire silenzi che gridano all’interno del passato della propria famiglia, compiere un terribile viaggio alla (ri)scoperta d...

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    Last Post by Maria Grazia il 20 Nov. 2014
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  9. X-MEN: GIORNI DI UN FUTURO PASSATO di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 18 June 2014
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    Bryan Synger è tornato... E si vede!! Infatti, rispetto a "Conflitto Finale" (l'ultimo film sui mutanti che ero riuscito a vedere), l'accento si sposta maggiormente sui personaggi e sulle loro motivazioni, il loro carattere, perdendo l'effetto da "fuoco alle polveri".
    Devo dire che, a dispetto delle immagini circolate, Warpath e Blink sono resi a meraviglia, e sono rimasto sorpreso anche per la presenza di Sunspot in una forma che ricorda il suo periodo in X- Force e con un attore molto somigliante; finalmente viene anche mostrato Bobby che usa la celebre slitta... da fan di vecchia data sono andato in brodo di giuggiole! A dispetto di quello che pensavo all'inizio, è logica anche la motivazione per cui è stato mandato Logan. Unico neo: che c'azzecca Kitty Pride con i viaggi nel tempo?
    I suoi sono poteri basati sull'intangibilità, non hanno una natura psichica... Costava tanto far fare un cameo anche a Rachel Summers?!? Tornando a noi, devo dire che sto rivalutando James McAvoy come attore: molto convincente nella parte del giovane Professor X e il suo "dialogo" con Magneto sull'aereo è una piccola perla. Mostra come i due si siano allontanati non solo per diversità di vedute, ma anche perchè ognuno credeva che l'altro lo avesse abbandonato e perchè entrambi tengono a Raven/Mistyca. Alla fine si può dire che non saranno mai veramente nemici accaniti, come dimostra anche il futuro dominato dalle Sentinelle...
    Capitolo Quicksilver: il personaggio è carino, divertentissima la scena dei proiettili, dove sembra quasi essere un pittore che da gli ultimi ritocchi (mi riferisco quando sposta i proiettili che potrebbero colpire gli altri), ma è meglio che il vero Pietro Maximoff non veda il film, o almeno che lo veda nei suoi giorni buoni, visto che il personaggio sembra quasi una spalla comica e glisso sulla tuta.
    Le macchine ammazza-mutanti sono uscite, da una parte puramente figurativa, meglio del loro creatore: con un pizzico di gioia ho visto che sono più simili alle sentinelle di Bastion in Zero Tolerance che non hai robottoni classici; Trask, invece, nonostante la bravura di Peter Dinklage, sembra Tiryon Lannister con la parrucca...


    Ma adesso veniamo alla cosa che maggiormente mi ha dato fastidio: la continuity. Ora, è un argomento che è stato trattato molte volte, e non vorrei sembrare un "purista assoluto", ma conviene che uno si decida: nei primi film , Xavier è su una sedia a rotelle; in Wolverine: Le Origini cammina, ok; anche nel passato di "Conflitto Finale", ok; qui viene fatto camminare solo grazie ad un siero che gli inibisce i...

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    Last Post by aver2330 il 18 June 2014
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  10. THUNDERBOLTS: "LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI" O "LA GIUSTIZIA COME UN FULMINE!"

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    By aver2330 il 4 June 2014
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    Lo scontro con il quasi onnipotente Onslaught, il mondo era rimasto senza Vendicatori e Fantastici Quattro, ovvero senza gli eroi più potenti e stimati.
    Rimanevano solo l'Uomo Ragno, gli X- Men e pochi altri. A colmare il vuoto, comparve (in appendice all'Uomo Ragno) un nuovo gruppo di eroi: Citizen V (erede dell'omonimo eroe della 2 Guerra Mondiale), Techno, Atlas, Mach- 1, Meteorite e Songbird... I Thuderbolts!
    Ben presto conquistarono la fiducia di tutti, e il sindaco diede loro come sede nientemeno che il Four Freedom Plaza, la sede dei Fantastici Quattro. ma nascondevano un segreto: in realtà si trattava dei Signori del male del Barone Zemo, intenzionati a sfruttare il vuoto lasciato dalla tragedia per i loro piani di conquista.... Citizen V era Zemo stesso, Meteorite era Moonstone (Karla Sofen), Atlas era Golia (Erik Josten), Songbird Mimi Spaventia (Melissa Joan Gold), Mach- 1 Lo Scarabeo (Abner Jenkins) e per finire Techno era Fixer (Norbert Ebersol). Naturalmente Moonstone era la vice di Zemo, ed altrettanto naturalmente cercava un modo per manipolare le cose a suo favore. Tuttavia la vita degli eroi aveva i suoi lati positivi, quasi tutti i membri avevano un passato da cui scappare o fare ammenda, e le cose iniziarono a cambiare, soprattutto quando al team si unì la giovane Hallie Takahama, vittima delle manipolazioni genetiche di Arnim Zola, con il nome di battaglia di Jolt. La ragazzina era una grande fan degli eroi, credeva veramente che il gruppo fosse dei buoni ed il suo ottimismo trasformò Atlas in una sorta di fratello maggiore e persino Karla si stava affezionando a lei; oltrretutto era in atto un avvicinamento tra Abe e Melissa, e quando i due si trovarono a lavorare insieme alla Vedova Nera, incominciarono a pensare ad una vera carriera da eroi. Ma il sogno era destinato ad infrangersi: in due speciali da edicola Zemo, per dimostrare di avere ancora il comando, svelo pubblicamente le loro vere identità e, con l'aiuto di Techno (nel frattempo mutato in un essere robotico) diede il via al suo vero piano. Quando gli eroi tornarono, ai Thunderbolts spettò una difficile scelta: stare con Zemo o essere dei veri eroi? Alla fine, tranne Techno gli altri decisero di mettersi contro Zemo (Moonstone più perchè Helmut aveva rovinato i suoi piani) e toccò a loro salvare la situazione quando gli eroi finirono sotto il controllo del loro ex- leader. Quest'ultimo riuscì a fuggire sfruttando il debito che Erik sentiva di avere con lui. Purtroppo, poco dopo lo scontro, i Thunderbolts finirono per essere trasportati sul pianeta Kosmos ed invischiati nella lotta per il trono. Tornati sulla terra (e nelle edicole in appendice a Capitan America), ormai dovevano vivere da fuggiaschi, nascondendosi, e...

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    Last Post by aver2330 il 4 June 2014
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