BACK TO THE BASICS: il blog

  1. Raccontiamo Walt Disney-parte seconda di Ermelinda Tomasi

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    Dall’infanzia di Walt passiamo all’adolescenza. Ancora una volta un trasferimento della famiglia: da Kansas City a Chicago dove il padre acquistò le azioni di una fabbrica che produceva gelatina.
    Qui, Walt iniziò a frequentare la McKinley High School e la sera, invece, continuava la sua passione per il disegno alla Chicago Art Institute. All’età di sedici anni decise di entrare nell’esercito, ma la sua richiesta fu rigettata perché ancora minorenne.
    Tuttavia, si unì alla Croce Rossa e inviato in Francia come autista di ambulanza che era stata camuffata (inverosimilmente) dalle sue vignette per depistare il fronte nemico.

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    Ritornato negli Usa, decise di intraprendere la carriera artistica, ma i suoi sogni sono ancora ben lontani dal realizzarsi come egli sperava perchè, per il momento, nessuno era interessato ad assumerlo come vignettista.
    Suo fratello Rob venne in suo aiuto e gli trovò lavoro, tramite un suo collega, al Pesmen-Rubin Art Studio dove si occupava di inserzioni per giornali, riviste e cinema.
    Lì, incontrò Ubbe Iwerks, un vignettista, con il quale decise di iniziare un’attività commerciale (la Iwerks-Disney Commercial Artists) che, però, fu di breve durata. Dopo un inizio incerto, Walt prese la decisione di lavorare alla Kansas City Film Ad Company per guadagnare un po’ di soldi; più tardi, si unì anche Ubbe che, da solo, non riusciva a gestire la compagnia.
    Walt si occupò di inserzioni che riguardavano le animazioni che venivano ricreate ritagliando le sagome dei protagonisti (o altro) (cut-out animation)e da lì egli iniziò a interessarsi all’animazione. Il proprietario della compagnia gli permise di prendere in prestito una telecamera dal lavoro e fare allenamento con essa a casa.
    Walt cambiò idea sul tipo di animazione da sviluppare dopo aver letto il libro di Edwin G. Lutz Cartoni animati: come vengono realizzati, la loro origine e il loro sviluppo. Infatti, si convinse che l’animazione realizzata su carta lucida (cel animation) era molto più promettente e stimolante.
    Walt decise, così, di intraprendere la carriera di animatore aprendo una propria compagnia di animazione e assumendo il suo primo impiegato, Fred Harman, co-produttore alla Kansas City Film. Insieme produssero i primi cartoni animati con il titolo di Laugh O Grams mettendosi in affari con il proprietario del teatro locale, Frank L. Newman, uno showman molto popolare all’epoca, che mise a disposizione il suo stabile per la proiezione dei cartoni di Walt che, naturalmente, ebbero molto successo nei dintorni del Kansas; con il ricavato dei soldi Walt aprì un suo proprio studio (Laugh O Grams) assumendo nuovi animatori, tra cui il fratello di Fred Harman, Hugh Harman, Rudolf Ising e l’amico Ubbe.
    Ancora una...

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    Last Post by aver2330 il 20 Aug. 2015
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  2. Walt Disney I parte - di Ermelinda Tomasi

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    In occasione dell’uscita al cinema di due eventi collegati alla figura di Disney (ne parlerò alla fine della recensione) quale momento migliore per parlare di lui e del suo impero incentrato sull’intrattenimento, sulla fantasia e sui sentimenti genuini.
    Walt Disney (nome completo Walter Elias Disney) nacque il 5 dicembre del 1901 a Chicago nell’Illinois da padre di sangue irlandese e da madre tedesca.
    Il nonno paterno, Arundel Elias Disney, era nato in Irlanda ed era il discendente di Robert d’Isigny, di origine francese, che era giunto in Inghilterra con Guglielmo il Conquistatore nel 1066. Molto probabilmente, Disney deriva proprio dal nome anglicizzato di Isigny che, con la sua famiglia, si era trasferito in un villaggio della contea di Lincolnshire: Norton Disney.
    Nel 1906, Walt e la sua famiglia si trasferirono in una fattoria costruita sul terreno che il fratello Roy aveva acquistato a Marceline, nel Missouri.
    Walt qui iniziò a mostrare il suo talento per il disegno che si trasformò in passione grazie al dottor Sherwood, in pensione, che gli commissionò dei disegni a pagamento del suo cavallo di nome Rupert.
    Un’altra passione di Walt erano i treni. Egli, spesso, accostava l’orecchio sulle rotaie per sentire l’arrivo del treno. Infatti, Marceline era vicino la linea ferroviaria di Atchison, Topeka e Santa Fe. Suo zio, Michael Martin, era un macchinista che lavorava sulla linea tra Fort Madison, Iowa e Marceline. Walt, successivamente, ebbe un lavoro a contatto con le ferrovie vendendo giornali, popcorn e bibite ai viaggiatori.
    Il primo approccio, invece, con il cinema avvenne con uno spettacolo in bianco e nero sulla crocifissione e risurrezione di Gesù.

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    La famiglia di Walt si trasferì nuovamente, a Kansas City; qui, egli frequentò, con la sorella Ruth, la Benton Grammar School dove conobbe Walter Pfeiffer il quale proveniva da una famiglia di appassionati del teatro che lo avvicinarono al mondo del vaudeville (intrattenimento di carattere popolare in cui si mischiava la commedia burlesca con canti e balli) e al cinema. Walt, a scuola, imitava il suo idolo Charlie Chaplin o raccontava storie ai suoi compagni contemporaneamente illustrandole sulla lavagna.
    Il sabato, Walt frequentava la Kansas City Art Institute dove poteva continuare gli studi di disegno.
    Suo padre, però, non era molto d’accordo con le sue scelte, ma Walt ebbe al suo fianco sua madre e suo fratello Roy che lo incoraggiarono sempre di perseguire i suoi sogni.
    Insomma, un Walt poliedrico le cui passioni si rispecchieranno nei suoi film d’animazione futuri.
    A proposito delle due prossim...

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    Last Post by aver2330 il 21 July 2015
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  3. ASCOLTATE I CIELI 1: SPECIE MORTALE di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 7 May 2014
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    Il piccolo ominide sollevò il suo sguardo verso il cielo. Nei suoi occhi corrucciati si accese il lume della consapevolezza e si ritrovò ad osservare con un inedito interesse quelle torce luccicanti che brulicavano nel cielo notturno. “Io chi sono? Da dove vengo? Ci sono altri come me oltre le nuvole?” Magari non sarà andata proprio così ma è innegabile che una delle domande che da sempre l’Uomo si pone riguarda la possibile esistenza di vita su altri pianeti. Per dare una risposta, almeno parziale, a questo atavico interrogativo, esattamente 40 anni fa, Frank Drake e Carl Sagan fondarono il SETI, un’organizzazione scientifica, senza fini di lucro che si prefiggeva un obbiettivo molto ambizioso ed estremamente complicato. Il progetto SETI( acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence -Ricerca di Intelligenza Extraterrestre),si assunse l’ingrato compito di scandagliare l’Universo alla ricerca di una civiltà extraterrestre, dotata della tecnologia necessaria ad inviare o a ricevere segnali radio nello Spazio.


    Ovviamente, il mondo del Cinema che si nutre di “missioni impossibili” non poteva tralasciare una fonte d’ispirazione del genere e nella seconda metà degli anni ‘90 si occupò, a modo suo, dell’argomento con due pellicole estremamente diverse tra loro : Species (Specie Mortale) e Contact, Nel primo caso si puntava chiaramente sulla spettacolarizzazione dell’evento, nell’altro sui contenuti filosofici, quasi mistici che avrebbe comportato il primo contatto con intelligenze extraterrestri. Ricordiamo la trama di Species: Quello che i ricercatori del Seti attendevano da sempre alla fine è successo davvero. Da una misteriosa civiltà , sperduta nello spazio profondo è arrivata una comunicazione che contiene una sequenza di DNA alieno e tutte le istruzioni per combinarlo con quello umano. Il dottor Xavier Fitch, porta a termine l’esperimento di ibridazione e fa nascere il prodotto di quell’incrocio genetico, una bambina bionda dal rapidissimo accrescimento che viene denominata Sil. Gli scienziati dell’equipe di Finch si accorgono che la creatura ,durante il sonno, scoppia in violente crisi distruttive .Preoccupati che possa trasformarsi in una minaccia, decidono di sopprimerla usando del cianuro. Sil sembra sul punto di morire ma, improvvisamente, sfonda il vetro della sua gabbia e scappa dal laboratorio. In poche ore il fisico della”bambina” si evolve, e nello scomparto di un vagone letto dove si era rifugiata, subisce una ulteriore e violenta trasformazione, rinchiudendosi in un bozzolo, dal quale “emerge”una Sil adulta. Il governo USA organizza una squadra per recuperarla. Oltre al padre putativo di Sil, (Fitch) ne fanno parte la s...

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    Last Post by aver2330 il 7 May 2014
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  4. CAPTAIN AMERICA- THE WINTER SOLDIER di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 7 April 2014
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    Devo dire che aspettavo con ansia questo film: i vari trailer, le immagini, vedere Steve con il costume da Comandante Rogers ma l'elmetto da Capitan America... Da una parte ero preoccupato, in quanto a look sono leggermente purista. Poi volevo vedere come rendevano la figura del Soldato d'Inverno/Bucky. se a questo aggiungiamo che è stata la prima volta da tanto che mi son visto un film 2D con lo sconto... Fortunatamente non sono rimasto deluso.
    E' stato un buon film, con le dovute differenze rispetto al fumetto, ma senza troppe esagerazioni (tranne Cap che in un ascensore mette fuori combattimento sei persone). Tuttavia, bisogna dire che oltre alla storia del Soldato d'Inverno, c'è anche più di una strizzatina alla saga "Nick Fury vs SHIELD", dove il colonnello si ritrova a dover combattere contro la sua stessa agenzia, ormai compromessa: lì si trattava (se non erro) di LMD, qui dell'Hydra; confesso che questo mi ha un pò deluso: mi aspettavo qualcos'altro, non lo stesso nemico de "Il Primo Vendicatore", anche se mica potevo pretendere che Zola riapparisse nella sua forma fumettistica... Qualcuno potrà poi obiettare sulle battute umoristiche (incomincio a sentire qualche brusio), ma devo dire che non sono esagerate: su questo versante è stato peggio Iron Man 2. Che poi, il film in sè, ripeto, è stato godibilissimo.
    Scarlet Johansson è stata Vedova Nera come e meglio che negli altri film, e la new entry Anthony Mackie è stato credibile come Falcon, e la resa del personaggio conferma la volontà della Marvel di usare come base l'Universo Ultimate più che quello reale (scelta che condivido); ormai Chris Evans è un Capitan America fatto e finito, nonostante a volte sembri ancora un ragazzo (ma d'altronde Cap non è invecchiato, per cui si può chiudere un occhio): i suoi giorni come Torcia Umana sono un ricordo (sebbene per me piacevole, visto il cast); su Samuel L. Jackson/Fury non credo che ci sia qualcuno che possa obiettare; Robert Redford regge bene la scena, anche se si vede bene che è invecchiato e che il suo Alexander Pierce non ha il carisma del Lukin fumettistico. Quello che mi ha fatto riflettere, però, è stato il quesito posto dall'Hydra su come il bisogno di sicurezza arriverà a compromettere la libertà dell'individuo: certo, si approntano nuove tecnologie, i satelliti garantiranno maggiore protezione da minacce terroristiche e potranno porre fine preventivamente ad ogni minaccia, ma chi ci garantisce che non verranno usati anche per spiarci? Oppure per eliminare/neutralizzare potenziali pericoli allo status quo? Non è una domanda facile, ma la risposta di Steve Rogers ha portato allo smantellamento dell'intero SHIELD (buffo vedere Maria Hill alle ...

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    Last Post by aver2330 il 7 April 2014
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  5. QUANDO ENDER GIOCA ALLA GUERRA di Pietro Zerella

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    Cinema e Fumetti
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    By aver2330 il 1 April 2014
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    Mentre la Marvel e (in misura minore), la DC Comics continuano a sbancare il botteghino con i loro variopinti super eroi, alcune proposte cinematografiche stanno tentando di percorrere una via alternativa che accontenti gli spettatori a cui è gradito un approccio alla SciFi meno rutilante e fracassone . E’ il caso di film come Gravity o Snowpiercer o dell’imminente Transcendence. In questo filone alternativo può essere tranquillamente inserito anche “Il Gioco di Ender”
    (Ender’s Game ) di Gavin Hood, un film uscito nell’autunno del 2013 che non ha raggiunto iperbolici incassi ma che, a mio avviso, ha toccato vette di ottima qualità Tratto (con una discreta fedeltà narrativa) dal romanzo omonimo di Orson Scott Card, è un opera che molti hanno classificato come “Storia di formazione”(accostandola, addirittura alla saga di Harry Potter) ma che personalmente inquadrerei come storia di sentimenti che non lesina interrogativi su irrisolte questioni morali. Descriviamo, per sommi capi, la trama del film che in qualche punto si distacca da quella del romanzo originale riuscendo, però, a non stravolgerne i contenuti La vicenda è ambientata in un futuro in cui il genere umano ha dovuto accettare dei rigidi compromessi ed una profonda restrizione delle libertà di scelta individuali. Il progressivo depauperamento delle risorse ha spinto le Autorità ad emanare delle ferree leggi demografiche ma, nonostante ciò, l’equilibrio rimane molto precario. Poi, improvvisamente, l’auspicato e temuto contatto con gli alieni c’è stato. In due ondate successive, orde di creature spaziali, definite “Formics” hanno portato morte e distruzione sul pianeta Terra lasciandosi dietro un numero altissimo di vittime. La seconda ondata avrebbe vinto la guerra se non fosse stato per l'eroismo leggendario del comandante della Flotta Internazionale, Mazer Rackham, immolatosi per distruggere il nemico. Ora le Forze Terrestri si preparano allo scontro definitivo Alla Flotta , servono leader, menti brillanti che sappiano fronteggiare l’attesa terza ondata. E queste menti brillanti devono avere la dinamica plasticità che solo il cervello, non appesantito dalle sovrastrutture culturali, dei bambini possiede.


    Il reclutamento di questi potenziali leader avviene in tempi precocissimi, a sei anni d’età i migliori prospetti vengono selezionati per essere avviati alla “Scuola di Guerra” una durissima Accademia militare che ha il compito di forgiarne il carattere e di esaltarne le qualità. Ciò che occorre alla Flotta è un talento fuori da ogni scala, un ragazzo che, da solo,dovrà portare alla vittoria o alla sparizione dell’Umanità. Il Colonnello Hyram Graff è sicuro che questo elem...

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    Last Post by aver2330 il 1 April 2014
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  6. CAPITAN HARLOCK 3D di Luigi Riggio

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    Cinema e Fumetti
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    By aver2330 il 8 Jan. 2014
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    Premetto di essere fan di Capitan Harlock, ma non sfegatato. Nonostante ciò ero curioso di vedere come lo avessero reso (avendo letto anche alcuni commenti negativi ma tant'è). Non sono rimasto deluso. certo, come per l'anime ci vuole un pò per seguire determinati discorsi, ma la figura mitica di Harlock è stata rispettata in pieno, anche se si sono presi qualche libertà (averlo reso immortale, per esempio): addirittura parla meno di Clint Eastwood!! scherzi a parte, la grafica era magnifica anche se a volte un pò troppo cupa; l'Arcadia compare nella versione Death Shadow (ovvero quella dalla seconda serie in poi) ma, contrariamente all'anime, vederla al cinema mi ha fatto venire la pelle d'oca... E dire che preferivo la classica...
    Nel film, l'idea di libertà è resa in maniera molto ampia, andando a comprendere anche la libertà dal senso di colpa (Capitan Harlock), la libertà dalle catene "spirituali" (come nel caso di Yama), dalla propria vita (Isra), e dalle illusioni (come quando gli apparecchi olografici che celavano il vero aspetto della Terra dopo la guerra di "ComeHome"). Per esigenze "cinematografiche" è stato dato un tallone d'achille all'ombroso capitano (la sua dipendenza dal motore di dark matter) ma non per questo è meno invincibile o cessa di essere un simbolo. Fin dal primo momento, quando viene accolto nell'equipaggio, si capisce che Harlock vede qualcosa nel giovane Yama, come un riflesso di sé stesso: la cosa è mostrata non solo dall'aspetto, ma anche, nel proseguire del film, dal fatto che entrambi portino il fardello di una colpa a cui porre rimedio. Alla fine, come avevo previsto, è proprio il ragazzo ad ereditare il manto ed il nome di Capitan Harlock, come ultima difesa dalle paure ancestrali della razza umana che, ansiosa di prolungare la propria flebile esistenza, ha finito con il distruggere la patria tanto cercata... Del canto suo, l'equipaggio ritorna alla vita per proseguire il suo viaggio, quasi fosse veramente una ciurma di spettri, simbolo eterno di libertà sotto l'emblema del Jolly Roger risorto a nuova vita dopo la battaglia...
    Ultima nota, per "addolcire" l'atmosfera solenne: alzi la mano chi non è rimasto a bocca aperta nel vedere la bionda Kai che si fa la doccia!!!


    Edited by aver2330 - 17/8/2019, 18:43
    Last Post by aver2330 il 8 Jan. 2014
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  7. THOR- DARK WORLD di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 6 Dec. 2013
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    E venne il giorno... in cui finalmente posso scrivere questo articolo. ma bando alle ciance: si può tranquillamente dire che The Dark World è meglio del primo film.
    Qualcuno può obbiettare che sembra il solito film catastrofico, che ci sono le solite botte e i soliti siparietti comici, ma il risultato generale è perfetto (o quasi) e non si conclude con un senso di cliffhanger (ovvero come se dovesse esserci qualcos'altro). Il primo Thor infatti, rivedendolo e facendo il paragone, sembra quasi un antipasto, buono per presentare i personaggi e nulla più. Intendiamoci, a me è piaciuto, ma forse Kenneth Branagh ho messo più il tono shakespeariano che quello Marvel. Sia come sia, in entrambi i film la stella di Loki brilla, visto che sembra il personaggio più "vitale" del cast, senza nulla togliere agli altri, seguito a ruota (opinione personale) da Anthony Hopkins, che ha il difetto di essere un pò "stereotipato". Il "guaio" di quel poveretto di Hemsworth è di essere perfetto come Thor, come se fosse il dio del tuono ad interpretare Hemsworth e non viceversa. Mi spiego meglio: sembra quasi come se il personaggio usasse l'attore per compiere le sue eroiche gesta nel mondo reale, aggiungiamoci a questo che lo stesso Thor a volte sembra un pò imbolsito, e il gioco è fatto... (beninteso, non è una critica).
    Sul versante femminile, c'ìè poco da dire, visto che confermo l'impressione che ho avuto nel primo film: la pur brava Natalie Porter ha visto la sua jane surclassata in bravura... Dalla sua stagista!!! merita comunque una menzione la Frigga di Rene Russo, che in The dark World vediamo finalmente sia nel ruolo di madre che in quello di guerriera (e direi finalmente, visto che nel fumetto non compare quasi mai e nel primo film non aveva fatto moltoConcludo con una domanda "comica": sono io, o le sberle di Jane Foster rimbombavano per il cinema? Ha menato 3 schiaffi incredibili!
    P.S.: E il cattivo? Ninn'è che me ne sono scordato, è che, semplicemente, Christopher Ecclestone il ruolo di cattivo lo ha cucito addosso... Voglio dire, l'unico ruolo da "buono", che io sappia, è quella della nona incarnazione del Doctor Who!
    Last Post by Pietro Zerella il 17 Dec. 2013
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  8. ALAN MOORE E IL CINEMA... E' COMPLICATO?- di Luigi Riggio

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    Cinema e Fumetti
    By aver2330 il 6 Nov. 2013
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    Parlando di fumetti, se cercate "Vate" sul dizionario, ci troverete una foto di Moore. Personalmente non lo conoscevo bene, ma dopo aver avuto modo di leggere i suoi (capo)lavori, concordo nel dire che è anche troppo poco. Normale che se ne appropriasse anche il cinema, visto il successo che stanno avendo i cinecomics... Ma i risultati? Non così eccelsi.

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    League of Extraordinary Gentleman- Tradotto in Italia con "La Leggenda degli Uomini Straordinari" (un bel "WHAT?!?" ci sta, considerando il titolo originale del film) è un bel film passatempo, benchè molti lo denigrino. Il suo unico, cruciale difetto è che è tutta un'altra cosa rispetto al fumetto!! Lasciando stare le aggiunte di Tom Sawyer e di Oscar Wilde, tralasciando anche il COME l'Uomo invisibile sia veramnte entrato nel gruppo, si è visto comunque che hanno stravolto la trama... Passi che Alan Moore non è un autore "facile", ma questo è il suo film più innocuo!!!

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    V for Vendetta- Paradossalmente, il film è fedele al 50% al fumetto nonostante il solito combattimento che non manca mai e una storia d'amore che non c'era ma tant'è. Qualcosa è stato cambiato, ma non puoi pretendere di ritrovare tutta la sottigliezza e l'angoscia che trasmette Moore in un film di 2 ore e passa. Grazie a Dio. Perchè anche così, mia sorella ha detto "questo film mi angoscia"... Se il precedente merita un -270 per la fedeltà (almeno i personaggi son gli stessi) e un 6 1/2 di per sé, questo si merita un 9 pieno in entrambe le categorie.

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    From Hell- Il momento buono poteva durare a lungo? Macché... Certo, l'opera originale è abbastanza pesante e "pregna" di simbologia, ma ecchecavolo!! Se lì il focus è sul cattivo e le sue motivazioni, con tutto il resto sullo sfondo, qui invece il protagonista è un ispettore Abberline/Johnny Depp (che non si sa dove lo siano andato a pescare), che finisce per innamorarsi di Mary Kelly/Heather Graham (la cosa migliore del film), effettivamente l'unica prostituta sopravvissuta. Ora, il film non si può vedere, l'ispettore non mostra poi tanto acume (anche se hanno aggiunto un elemento soprannaturale), e il cattivo è incontrastato o quasi... Non sarà che hanno toppato? Ceerrto che hanno toppato, e anche di brutto! Dei significati nascosti del fumetto, poi, non c'è quasi traccia... Capisco che non potevano condensare tutto, passi ed è giustificabile, fare protagonista un cattivo di quello stampo era rischioso, ok, ma se il risultato è qu...

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    Last Post by Sergio Rochira il 18 Nov. 2013
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  9. NOI, ZAGOR -Recensione di Marco Caggese

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    Cinema e Fumetti
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    By aver2330 il 25 Oct. 2013
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    Veramente ben riuscito questo film-documentario sullo Spirito Con La Scure.
    La pellicola è articolata in 7 sezioni che spaziano dai creatori, alla produzione alla redazione, ai fans del personaggio. Si parte con una bella intervista a Gallieno Ferri, un uomo di 84 anni, pieno di una dignità e di un’umiltà commoventi. Ferri racconta come lui e Sergio Bonelli hanno creato passo-passo il personaggio, come è stato pensato fisicamente, il perché della scure (un’arma che doveva servire a non uccidere), e questo simpatico ragazzo ottantenne dice che lo disegna ancora perché si diverte a farlo.
    Moreno Burattini mostra quanto sia elaborata la gestazione di ogni numero, di quanto lavoro ed approfondimento ci sia dietro ogni vignetta, è parla senza mezzi termini del suo lavoro su Zagor come di una “missione”.
    Le corde del cuore vengono toccate quando la camera percorre i corridoi della Sergio Bonelli Editore, dense di colori, di carta, con mille tavole originali appese ai muri, tra scrivanie colme di scarabocchi, di appunti, di persone con il capo chino a tirar fuori quelle 100 pagine in bianco e nero che con tanta semplicità andiamo a comprare in edicola. Poi arriviamo alla scrivania di Sergio Bonelli, e tutto assume una dimensione diversa. Dietro questo “tarzanide” con una vistosa casacca rossa e 52 anni di vita editoriale c’è un universo di passioni, di dedizione e di vero amore da parte di tutti coloro che lo realizzano.
    E aldilà dell’aspetto tecnico ciò che traspare da questo film è la grande passione che lega i lettori a questo personaggio. Infatti l’ultimo capitolo è dedicato alla comunità di Zagoriani, italiani e non, uno strano popolo mosso da un legame ad un personaggio diventato un fenomeno della storia fumettistica italiana, dotato di un’etica, di una morale e di un senso della giustizia non facili da trovare altrove. I dati di vendita dicono che Zagor è l’unica testata Bonelli che, in tempi di crisi, non ha perso nemmeno un lettore, e questo qualcosa vorrà dire.
    I 70 minuti scorrono veloci, accompagnati dalle musiche di Graziano Romani, ed il film si chiude con una lunga (forse un po’ troppo) carrellata delle più celebri copertine degli albi dello Spirito Con La Scure: brividi in sala…


    Edited by aver2330 - 22/7/2020, 11:51
    Last Post by cristofaro il 27 Oct. 2013
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  10. TRADIZIONE E MODERNITA'- di Luigi Riggio

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    Cinema e Fumetti
    By aver2330 il 2 Oct. 2013
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    Tempo fa ho avuto modo di vedere un film (a dire il vero ho scoperto essere una miniserie) su Phantom girato nel 2009.
    Debbo dire che, dopo un'iniziale torcinaso, la cosa si è rivelata nient'affatto male. Se non fosse per una cosa: hanno "modernizzato" il costume, facendolo totalmente diverso dall'originale. Questo punto mi ha un pò spiazzato, spingendomi a riflettere... Ok, magari il film con Billy Zane può non essere stato un granchè, ma io lo guardo sempre con piacere: certo, le sue belle panzane le ha, ma presenta l'Ombra che Cammina nella sua ambientazione giungla- anni Trenta, il costume è ben reso, e finalmente si vede l'eroe senza maschera; se a questo ci aggiungiamo Catherine Zeta Jones e una Kristy Swanson niente male...
    Tutto il contrario di quello del 2009: al posto del costume tradizionale, indossato da tutti i Phantom precedenti, il Kit Walker di adesso ne sceglie uno tecnologico che non c'azzecca nulla.
    Però, però, però... Siamo sicuri che sia una scelta tanto malvagia? Certo, vedere il costume tradizionale nella teca, esposto, fa venire la pelle d'oca al pensiero del retaggio che si porta dietro (son sensibile a questo tipo di stimoli), ma che figura avrebbe fatto ai nostri giorni?
    Il famoso costume viola non è molto adatto alla città, è più da giungla o scontri su navi corsare (e il film di Zane lo dimostra); per quanto gli voglia bene, Phantom non è Batman, e vederlo destreggiarsi per una città moderna con quel suo costume viola così appariscente mi farebbe un pò specie... Oltretutto, se anche i Singh si sono messi al passo con i tempi, poteva non farlo il loro acerrimo nemico? Passi che da eroe solitario lo hanno fatto diventare capo di un'organizzazione segreta, ma il cambio di costume, almeno all'inizio, ho pensato che potessero evitarlo... Mica costava tanto modificare il tessuto dell'originale! Tuttavia la trama del film, lungi dall'essere "semplice" come il predecessore, mi ha fatto cambiare idea, sia per le riflessioni sopra esposte, sia per il fatto che l'abito viene fatto passare in secondo piano. Voi che ne pensate?

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    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 12:11
    Last Post by Pietro Zerella il 2 Oct. 2013
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