BACK TO THE BASICS: il blog

  1. I QUARANT'ANNI DELL'UOMO RAGNO - UN PICCOLO OMAGGIO - I PUNTATA

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    By aver2330 il 7 Jan. 2023
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    Sono passati pochi mesi da quando è caduto il sessantesimo anniversario dalla pubblicazione dell'ormai mitico Amazing Fantasy 15, che vide il debutto dell'Uomo Ragno.
    L'Uomo Ragno è indubbiamente il mio personaggio preferito, con cui sono cresciuto con alterne vicende.
    Non ho condiviso alcune scelte editoriali e di conseguenza per anni mi ci sono allontanato.
    Però approfittando dell'evento ho pensato di riesumare una mia vecchia nota che avevo sul mio profilo facebook in cui mettevo in fila le mie venti storie preferite di Testa di Tela.
    Ovviamente è una sorta di classifica fatta col cuore. A certe storie, infatti ci si affeziona anche se magari non sono dei capolavori ma perchè le si leggono in momenti particolari della nostra vita.
    Si parte naturalmente dal fondo...

    #20. Le ali della Vendetta (UR star 28) Stern-Romita jr.

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    Le ali della vendetta



    Tutto cominciò con questo numero...
    Certo avevo già letto di Spidey, sulla Corno, per esempio, e da piccolo compravo regolarmente il giornalino Supergulp.
    Dopo aver comprato questo numero, tuttavia, decisi che avrei recuperato il "tempo perduto" e cominciò la mia accanita ricerca dei vecchi numeri Corno fino ad arrivare appunto a questo della Star.
    La storia è tipica di quelle di passaggio tra la fine di una saga e l'inizio di quella mitica del primo Hobgoblin.
    E' anche una delle prime prove di Romita jr che non aveva ancora definito il suo inconfondibile stile.


    #19. La Mosca Umana (UR Corno 217) Mantlo- Kane


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    La Mosca Umana



    L'annual numero dieci di Amazing vedeva il debutto della sfortunata Mosca Umana. Anche questa non è che fu una storia indimenticabile, anzi in molti versi ricorda le origini dello Scorpione, ma il personaggio mi attrasse subito: il design del costume e il fatto che poteva essere davvero la nemesi del Ragno, insomma mi ritrovai da giovinetto a sperare in un suo ritorno che però avvenne solo sporadicamente.
    In effetti il personaggio era troppo piatto per reggere a lungo ...

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    Last Post by aver2330 il 7 Jan. 2023
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  2. "QUI COMINCIA LA SVENTURA..." CENTO ANNI FA

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    Il 1917 fu un anno buio per il nostro Paese. L'impegno nella Grande Guerra era diventato davvero oneroso e sembrava che la sconfitta fosse ormai dietro l'angolo. Di conseguenza la voglia di ottimismo, di vedere un futuro più roseo e migliore era grande.
    In quell’anno nasce sulle pagine de Il Corriere dei Piccoli, il Signor Bonaventura che diventa subito uno dei protagonisti della rivoluzione operata, per l’epoca, da questa rivista.
    Quando infatti debuttò, nel 1908, non c’erano altre riviste per ragazzi che ospitassero storie a fumetti, erano infatti presenti solo illustrazioni. Il Corriere, invece, pubblicava fumetti, dapprima importati dagli Stati Uniti e modificati in modo da non avere i balloon ma delle didascalie, poi anche di autori italiani. ll Signor Bonaventura fu pubblicato per la prima volta proprio nel 1917 e fu un successo così grande che divenne ben presto una presenza fissa della rivista per quasi cinquant’anni.
    Il suo creatore era Sergio Tofano, in arte Sto, nato a Roma il 20 agosto 1886, e morto il 28 ottobre 1973 sempre nella Capitale.
    Discendeva da una famiglia napoletana nella quale condanne a morte, carcerazioni, latitanze ed esilio per attività risorgimentali erano stati la norma fin dalla Rivoluzione Napoletana del 1799. Una famiglia nella quale era stato sempre presente l’amore per la libertà, per la giustizia e per l’arte.
    Figlio di un magistrato, conseguì la laurea in lettere con una singolare tesi sul ruolo del 'brillante' nel teatro italiano, e si avviò a una carriera di disegnatore e caricaturista firmandosi Sto. Fu anche attore, commediografo e regista.
    Ogni episodio del nostro eroe cominciava con la strofa: “Qui comincia la sventura del signor Bonaventura”. Si narravano infatti le sue vicende che cominciavano sempre con una disavventura (per esempio va a dormire dimenticando di chiudere la chiave del gas) che però per caso si tramuta in un colpo di fortuna che gli fa guadagnare ogni volta un milione (nel nostro esempio il signor Bonaventura apre frettolosamente le finestre perchè manca l’aria e finisce per sventare una rapina).
    Le storie si svolgono in un luogo indefinito e sono raccontate sempre in rima da didascalie che descrivono le vignette. Il segno è stilizzato, quasi caricaturale che rende le storie ancora più irreali, facendo entrare il Signor Bonaventura di diritto nel mondo delle favole. Tanto che qualche critico non ha esitato a definirlo l’”ultima maschera della commedia dell’arte”.

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    La prima storia di Bonaventura ci m...

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    Last Post by aver2330 il 6 Nov. 2017
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  3. THE MASK di Alfonso Verdicchio

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 26 May 2015
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    Uno dei personaggi a fumetti più originali e divertenti degli anni '90 è stato sicuramente The Mask.
    Il personaggio venne creato nella sua forma attuale nel 1989 da John Arcudi(testi) e Doug Mahnke (disegni) sulle pagine della rivista Mayhem. Tuttavia il personaggio aveva già debuttato due anni prima con il nome di The Masque, per i soggetti di Mike Richardson e con alle sceneggiature e alle matite Mark Badger, pubblicato sempre dalla Dark Horse sulla riviste Dark Horse Presents n. 10 (settembre 1987). Dato che però Badger diede un taglio sempre più “politicizzato” alla serie, Richardson decise di chiudere la serie stessa e riportare il personaggio al concept originale.

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    In tutte le versioni proposte sottoforma di miniserie, la storia ruota attorno ad una misteriosa maschera magica che dà a chiunque la indossi un potere illimitato e un aspetto mostruoso, caricaturale, caratterizzato da una grande bocca con una serie di denti enormi e una testa verde.
    La Maschera cambia la personalità di chi la indossa, rimuovendo qualsiasi tipo di inibizione, tanto che chi la indossa per lungo tempo finisce per impazzire.
    Il personaggio è stato ispirato da una combinazione di caracters precedenti : Dal Joker e il Creeper, creato di Steve Ditko, della DC comics, al Dr. Jekyll e Mr. Hyde.
    Nelle storie a fumetti originali, i personaggi che indossano la maschera diventano degli antieroi pericolosi e crudeli, anche se magari questa non era l'intenzione originaria di chi la indossa. Man mano che la storia va avanti veniamo a sapere che la Maschera è molto antica e probabilmente è appartenuta allo stesso Loki, il dio dell'inganno e del caos.
    Il risultato è una miscela di atmosfere cupe e urbane e situazioni grottesche e tragicomiche, ricche di humor nero.
    L'apporto delle matite di Mahnke è fondamentale nel descrivere sia le ambientazioni in cui si muovono i personaggi che questi stessi, sottolineando il carattere grottesco delle miniserie.
    Quando il personaggio venne adattato in film, la violenza venne attenuata per rendere la Maschera “semplicemente” pericolosa a secondo chi la indossa. Se infatti la indossa una persona disonesta o malvagia ne amplifica le caratteristiche.
    Infatti sia nel film del 1994 e nel cartone animato televisivo, il protagonista Stanley Ipkiss viene raffigurato come un supereroe benevolo anche se un po' sopra le righe.
    Lo stesso vale per il protagonista del sequel 2005 interpretato da Jamie Kennedy, che prende il nome, invece di Tim Avery.
    Il titolo del fumetto originariamente si riferiva alla maschera e non alle caratteristiche fisiche che questa scatena nel trasformare il malcapitato che la indossa. Nei primi numeri, infatti, il personaggio veniva in...

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    Last Post by aver2330 il 26 May 2015
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  4. CARMINE INFANTINO: UN “PAISA’” TRA LE NUVOLE di Pietro Zerella

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    Se chiedete ad un fan di super eroi di elencarvi i suoi disegnatori preferiti, con tutta probabilità il suo nome non verrà citato. Eppure, Carmine Infantino può essere a giusta ragione considerato uno dei più grandi artisti che abbiano popolato il mondo della nona arte. La sua figura si staglia come quella di un autentico colosso del settore per la sua capacità di abbinare talento e professionalità, doti che lo portarono a diventare uno dei capisaldi dell’industria dei Comics. Julius Schwartz Il direttore generale della National (l’antesignana della DC Comics) di lui ebbe a dire: “Ogni giorno sedeva al tavolo e faceva due pagine, sempre perfette. Carmine Infantino nasce a New York nel quartiere “italiano” di Brooklyn il 24 maggio 1925.


    Il cognome ne “tradisce” le origini. Il papà, Pasquale "Patrick" Infantino è un musicista che, per sbarcare il lunario durante la “Grande depressione” , si è riciclato come idraulico , la mamma Angela Rosa Della Badia arriva invece da Calitri, in provincia di Avellino, Spinto da una naturale predisposizione al disegno, il piccolo Carmine fin dalla Junior High si mette a disegnare personaggi come Little Orphan Annie e Dick Tracy. Questa vocazione lo porta a fare delle scelte di vita ben precise e ad iscriversi alla School of Industrial Art,(che, in seguito diventerà una ben più prestigiosa “ High School of Art and Design”) situata nel cuore di Manhattan. Sotto la guida di Harry "A" Chesler, uno dei migliori esponenti della cosiddetta Golden Age del fumetto, Infantino continua la sua crescita artistica. Gli inizi della sua carriera fumettistica sembrano seguire una trama classica : come parecchi altri della sua generazione, comincia realizzando numerosi lavori come aiutante fantasma di artisti già affermati (Matite, inchiostri e persino lettering) per vari editori. Fortunatamente per i giovani disegnatori dell’epoca, il mercato è in grande espansione e per riempire le numerose pagine dei loro albi, gli editori pongono ben pochi paletti.


    Nel 1942, la prima piccola svolta : con Frank Giacoia, compagno di scuola e amico di vecchissima data , approda su Jack Frost, fumetto non epocale della Timely Comics (che attraverso diverse tappe successive è destinata a diventare l’odierna Marvel). In quel momento, Carmine prova una forte attrazione per l’opera di Mort Meskin (talentuoso disegnatore che lasciò presto il fumetto per la pubblicità) ma, inevitabilmente, apprezza anche le opere di quei due geniacci che si chiamano Joe Simon & Jack Kirby. Contemporaneamente, comincia a studiare anche artisti “classici” come...

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    Last Post by aver2330 il 14 July 2014
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  5. JANE : NUDA ALLA META!! di Pietro Zerella

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    La piccola storia del Fumetto non è fatta solo di svolte epocali. Accanto ai grandi eventi che ne hanno segnato il cammino in maniera fragorosa e spettacolare, esiste una specie di sentiero parallelo in cui i cambiamenti avvengono senza clamori ma sono altrettanto radicali. Quella che andremo a rievocare brevemente è la storia di una piccola e ingenua donna di carta che seppe rivoluzionare il mondo con la sola arma della sua lingerie!. Come spesso accade, le storie hanno un inizio casuale. Prendete un brillante artista britannico di nome Norman Pett (1891-1960), mettetelo a parlare con gli amici e sottoponetelo ad un richiamo al quale nessun anglosassone può resistere, quello delle scommesse!. Norman è già il fortunato autore di una strip per bambini “Pip, Squeak e Wilfred “ma come se la sarebbe cavata con un fumetto popolare per adulti? La risposta a questo interrogativo viene data il 5 dicembre 1932 sulle pagine di “The Daily Mirror” popolarissimo tabloid dell’epoca. La striscia si chiama Jane's Journal, Or the Diary of a Bright Young Thing e e la protagonista è l’avvenente Jane Gay che presto “perderà” il cognome diventando per tutti l’adorabile Jane! Ricalcata inizialmente sulle fattezze di Mary Pett, moglie di Norman , verrà poi rimodellata sul corpo di Chrystabel Leighton-Porter che l’artista ha ammirato mentre posava per una classe di studenti d’Arte nella natia Birmingham. Le strisce narrano le disavventure di Jane ma presentano una caratteristica che le distingue da tutte le altre viste prima .


    L'eroina, infatti, frequentemente perde una parte dei suoi vestiti . In questo senso Jane è davvero un’antesignana dell’emancipazione femminile se non altro a livello esteriore. Stilisticamente, l’ardita pin-up si rifaceva ad attrici iconiche come Betty Grable o Betty Hutton ma a livello comportamentale si avvicinava allo stereotipo della candida esibizionista alla Marilyn. Il terreno delle sue avventure è quello giallo-rosa e Jane si muove su di esso calpestando alcuni tra i più seguiti principi del comune senso del pudore, caratterizzandosi, però, per l’ assoluta mancanza di malizia. Fattori costanti del suo fumetto sono gli incidenti che le capitano in serie e la inducono ad un involontario spogliarello. Man mano si stabilisce un patto tra lei e il lettore che in ognuna delle strisce “pretende” di vedere quasi nuda la svampita biondina ma deve accontentarsi dell’effetto erotizzante della triade calze, slip e giarrettiere.
    Ciò che rende accettabile la visione di questi piccanti siparietti (spesso accompagnati da gridolini di sorpresa) è l’apparente veridicità. I pretesti sono “possibili”: lo scivolone su una buccia di...

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    Last Post by Pietro Zerella il 31 May 2014
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  6. DAGO : DA SCHIAVO BIANCO A GIANNIZZERO NERO di Pietro Zerella

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    Esistono personaggi che sanno diventare “simbolici”. Dago è uno di essi e, per certi versi, può rappresentare l’essenza dell’Avventura. La sua prima apparizione non sembra così dirompente. E’ solo uno dei tanti progetti ospitati dalla rivista argentina Nippur Magnum della Editorial Columba. Ad occuparsi delle sceneggiature è l’onnipresente Robin Wood ,le cui stesse origini sembrano un fumetto (è nato infatti in Paraguay nella utopistica colonia socialista denominata Nueva Australia). I disegni vengono affidati ad Alberto Cèsar Salinas (figlio di Josè, popolarissimo artista argentino). Siamo nel 1980.Tre anni dopo sul settimanale “Lanciostory” delle Edizioni Lancio (ora Aurea) la lunghissima saga di Dago approderà anche da noi.
    Dal 1996, il ruolo di Salinas verrà rilevato dall’abilissimo Carlos Ernesto Gomez che darà una sua forte impronta grafica alla serie. Ecco in estrema sintesi la vicenda di Dago. Negli anni a cavallo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, Venezia vive uno dei momenti di massimo splendore. Cesare Renzi si gode a pieno l’opulenza della sua città: è il giovane rampollo di una delle famiglie più in vista , è ricco ed affascinante e passa da un divertimento all’altro. Per sua sfortuna, però, la sorte sta presentargli il conto. Suo padre, infatti,ha in mano le prove di un complotto ai danni della Repubblica ordito da un dignitario turco (Ahmed Bey), un mercante greco (Kalandrakis) e due nobili veneziani, Giacomo Barazutti,(che è il miglior amico di Cesare) e il principe Bertini( braccio destro del Doge) che ha saputo agire con grande accortezza. Renzi ignorando il suo coinvolgimento nella trama consegna proprio a lui i risultati delle sua indagini e firma in questo modo.


    La condanna a morte di se stesso e della sua famiglia. Nella notte scoppia la tragedia : Giacomo Barazutti pugnala Cesare mentre sta leggendo una lettera di suo padre che gli rivela il tradimento del suo amico. Nello stesso momento, tutta la sua famiglia viene sterminata dai sicari inviati dai congiurati. Come se non bastasse, nella sua casa vengono trovate delle lettere, abilmente falsificate, che indicano suo padre, e non il principe Bertini, come capo della congiura. La famiglia Renzi, annientata fisicamente, ora deve conoscere anche il gusto atroce del perpetuo disonore. Il giovane viene dato per morto e abbandonato in mare. Sopravvissuto miracolosamente, viene recuperato da una nave saracena sulla quale inizia per lui una nuova e tormentata esistenza.. Ribattezzato per dileggio Dago, in ricordo della daga che aveva nella schiena, viene venduto come schiavo. Quelli che lo aspettano sono anni di violenza, di crudeltà e di continuo pericolo. N...

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    Last Post by aver2330 il 7 May 2014
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  7. WILL EISNER, UNA VITA PER IL FUMETTO di Massimo Gamberi

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 17 Oct. 2013
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    Quando si parla di biografie "autorizzate" si cammina sempre su un campo minato. Si corre il rischio di avere per le mani un volume di parte.
    Ci sono biografie autorizzate che tacciono parti "scomode" della vita del personaggio preso in questione.
    Non è però il caso di Will Eisner, una vita per il fumetto, straordinario libro di Bob Andelman, finalmente in italiano edito da DoubleShot. Questa versione italiana è diversa da quella originale, pubblicata in America. Comprende infatti una serie di interviste condotte dopo la pubblicazione dell'opera. Alcune, in
    particolare coi disegnatori Chaykin e Friedman, hanno lo scopo di chiarire alcuni punti rimasti in sospeso. Altre, come quelle con Darwin
    Cooke, Pete Poplaski, Gary Chaloner e Andrew D. Cooke, autore di un documentario su Eisner, hanno contribuito ad approfondire la conoscenza
    del corpus eisneriano. Per una volta tanto, si racconta innanzitutto l'uomo dietro la matita. Anche l'artista, ovviamente; ma in ogni caso si cerca di far luce proprio sull'Eisner uomo.
    Interessante il rapporto di grande complicità con la moglie, col fratello Pete, e soprattutto il rapporto con i figli.
    Si parte dall'inizio: dallo Studio Eisner & Iger con tutti i retroscena di quel pionieristico periodo. I primi comic books: all'inizio sono ristampe di
    strisce sindacate, poi contenitori di storie nuove, realizzate appositamente da "botteghe di fumetto", come quella diretta da Eisner e
    Iger. Poi, la sofferta decisione di staccarsi dal socio e creare il personaggio più famoso: THE SPIRIT.
    La biografia, inoltre, contiene un'infinità di documenti privati (la corrispondenza tra Eisner e Iger nel periodo successivo alla "rottura" tra i due) e di curiosità. Fa luce sul periodo post Spirit, che va dal 1952 all'inizio degli anni '70. Viene approfondito il rapporto tra Eisner e l'esercito (e la rivista da lui
    diretta: PS MAGAZINE). Il periodo della sua riscoperta (con le ristampe della Warren) e, soprattutto, viene affrontata in maniera scrupolosa e
    completa la seconda parte della sua carriera fumettistica, quella più autoriale e matura.
    Insomma un volume fondamentale per capire al meglio il mondo eisneriano. Il ritratto dell'Autore più innovativo di sempre,
    quello che al medium FUMETTO credette da subito, quando gli altri consideravano i giornalini solo spazzatura.
    Il prezzo di 30 euro è accettabile, anche perchè si tratta di un "librone".
    Da avere.
    Last Post by aver2330 il 17 Oct. 2013
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  8. I VIAGGI NEL TEMPO DI ALLEY OOP di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 24 Sep. 2013
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    La letteratura fantastica ed il Fumetto che ne è una diretta emanazione si basa su alcuni capisaldi. Tra essi rivestono un particolare fascino l’ambientazione preistorica e la possibilità di viaggiare nel tempo. Ottanta anni fa un personaggio riuscì ad integrare in sé stesso, in maniera mirabile, queste due tematiche. Si Chiamava Alley Oop (Da noi Up il Cavernicolo) ed era un simpatico uomo preistorico dall’aspetto vagamente scimmiesco e dal corpo tozzo che si appoggiava saldamente su grosse gambe elefantine.Il creatore di questa divertente striscia ambientata tra antichissimi vulcani e mastodontici (e anacronistici) dinosauri era un giovanotto nato nello Iowa nel 1900: Vincent T. Hamlin. Vincent aveva alle spalle una storia molto particolare…Partito volontario per il Fronte europeo, aveva avuto uno spiacevolissimo incontro ravvicinato con l’iprite tedesca che lo aveva lasciato intossicato ed ustionato. Durante la sua lunga convalescenza, aveva scoperto la sua felice vena di narratore, rallegrando i compagni di corsia con le sue vignette umoristiche. Ritornato in America, dopo alcune esperienze lavorative poco proficue, ebbe modo di fare amicizia con un geologo che lo “iniziò” ai piaceri della paleontologia. Da quel momento,la preistoria divenne per lui una sorta di benevola ossessione. Quando, nel 1933, la NEA, una grossa agenzia di distribuzione giornalistica, gli commissionò la creazione di una nuova striscia Vincent non battè ciglio. Rapidamente progettò il suo protagonista, un cavernicolo dal corpo robusto e dalle braccia vagamente animalesche con una faccia dal naso importante incorniciata da una barbaccia incolta a sottolinearne l’aspetto decisamente arcaico. Restava da decidere il nome della striscia e l’autore si ricordo di quell “Alley Oop”, il grido d’incitamento che gli acrobati circensi si lanciavano nel momento culminante della loro esibizione. Tutto era pronto e il successò gratificò immediatamente le audaci scelte di Hamlin, portando l’irsuto ominide a diventare il beniamino di milioni di lettori. Le disavventure del protagonista e della sua combriccola di amici ebbero facile presa sul pubblico, le gags erano sempre coinvolgenti e mai banali e le continue trovate autoriali davano sale alle vicende. Le tigri dai denti a sciabola e gli stegosauri, che rendevano difficile la vita quotidiana dei nostri progenitori, svilupparono nei lettori dell’epoca una forte empatia e una spiccata simpatia per quell’omaccione burbero e sempre pronto a menare le mani ma coraggioso e dotato di un innato senso di giustizia. Le storie del regno di Moo (chiaro riferimento a Mu, il fantomatico continente scomparso), i cui abitanti testardi e rissosi erano continuamente impegnati in controversie coi regni vicini (Tra i quali...

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    Last Post by aver2330 il 24 Sep. 2013
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  9. BELLA E BRONCO : DUE GAGLIOFFI NEL FAR WEST di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 13 Sep. 2013
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    Era il luglio 1984. Nelle edicole italiane, non ancora intasate da piatti e bicchieri, faceva capolino un nuovo fumetto Bonelli. La copertina de "I Lestofanti" aveva un indubbio fascino e al lettore più navigato non era sfuggito lo stile pulito e potente di Gino D'Antonio. Tuttavia, c'era qualcosa che non "tornava"….le pagine erano solo 64 e il formato dell'albo era "strano"... "Bella e Bronco" non ebbe una vita editoriale né lunga né fortunata ma rimane uno di quei fumetti che avrebbero meritato una maggiore considerazione e un miglior riscontro. Questa breve rievocazione, fatta più col cuore che con la memoria, vorrebbe riaccendere su questa testata una fiammella di curiosità da ravvivare con la lettura completa della serie. Reduce dalla spettacolare cavalcata attraverso le generazioni della sua "Storia del West", Gino D'Antonio (1927-2006), autore completo e narratore eccelso, decise di ambientare anche questa sua nuova creazione negli Stati Uniti, dandole una precisa collocazione temporale. La storia di Bella e Bronco comincia nel 1862 , durante la Guerra di Secessione e le vicende dei protagonisti si affiancheranno per un lungo tratto a quelle del Conflitto….
    Questa volta l'eroe della testata è ….un duo!

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    Bronco(che non rivela il suo nome perché "porta sfortuna") ovvero "Cavallo Selvaggio" è un indiano della Nazione Cherokee. Dietro le sue fattezze da nativo, nasconde quelle di un uomo che è molto più "civilizzato" dei suoi contemporanei. Grazie agli insegnamenti del missionario salesiano che lo ha allevato, il grintoso padre Pierre, il ragazzo ha studiato e si è costruito un paravento fatto di raffinata eleganza (a rappresentarla, un lussuoso cappello al quale è legato in maniera maniacale) e di colte citazioni letterarie ma la sua natura "primitiva" gli è rimasta dentro e lo spinge, talora, ad improvvise azioni impulsive. Ha una doppia natura ma riesce, apparentemente senza difficoltà, a tenere a freno questa sua schizofrenia. Ha la stoffa dell'eroe, del difensore degli umili e dei deboli ma conosce il valore del denaro e non lo disdegna, limitandosi a dargli il giusto peso. Il suo percorso nel mondo è guidato da un personale codice etico in base al quale esiste un tempo per le parole e un tempo per la pistola…...
    La signorina Madigan (cognome dalle chiare ascendenze irlandesi), Bella lo è di nome e di fatto! Sa che il suo corpo è una delle migliori armi del suo arsenale e lo adopera con sagacia e con costrutto, andando in giro con scollature vertiginose o mostrandosi spesso in desabillé senza part...

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    Last Post by aver2330 il 13 Sep. 2013
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  10. FELIX : IL GATTO NERO CHE COLORO’ IL MONDO di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 5 Aug. 2013
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    Doveva chiamarsi Master Tom. In realtà poi fu ribattezzato Felix e divenne il gatto più celebre del mondo. Felix the Cat è il primo vero divo dei cartoni animati. Pat Sullivan lo aveva ideato nel 1917 (facendolo esordire in uno short intitolato Felix the Cat),solleticato dalla notevole fortuna che stavano ottenendo in quel tempo alcuni per¬sonaggi del cartoon e anche dalla insistente richiesta che l’industria del cinema rivolgeva ai disegnatori perché dessero vita a nuovi characters cui affidare l’intrattenimento del cosid¬detto “ complemento di programma” . Sullivan, scelse Il nero felino, tra i molti comprimari che aveva riunito nelle sue strisce di pellicola e lo rifinì quel tanto che era neces-sario per dargli una personalità riconoscibile. Questo gatto surreale, furbo e ingegnoso, conobbe un successo quasi immediato in tutto il mondo, raggiungendo negli anni ’20 del secolo scorso una fama pari a quella del grande Charlot..

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    Nel 1923 il King Features Syndicate contattò Sullivan , proponendogli di adattare le avventure di Felix per i quotidiani e così Otto Messmer (1892-1983), un animatore che lavorava nel suo studio e che aveva dato un contributo determinante al successo del personaggio ( tanto che molti critici lo ritengono il vero creatore del popolarissimo gatto), incominciò ad occuparsene, anche se tutto il materiale era firmato da Sullivan. Felix approdò nel mondo dei fumetti il 1° agosto del 1923 sulle pagine del giornale inglese The Daily Sketch. La pubblicazione statunitense iniziò invece il 19 agosto 1923 con la distribuzione, ovviamente, del King Features Syndicate.

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    Dal 1943, le comic strips di Messmer furono pubblicate sulla testata Felix the Cat, edita prima dalla Dell Comics, poi dalla Toby Press e, infine, dalla Harvey Comics. Gatto Felix comparve nelle tavole disegnate da Otto Messmer fino al 1954. Sia nei cortometraggi a disegni animati che nei fumetti, Felix è un gatto dotato di una logica assurda e surreale che non ha molto in comune con quella umana, anche se certe volte sembra più uomo che gatto: come quando cammina preoccupato, con la testa infossata nelle spalle e le zampe anteriori dietro la schiena.. Nelle sue storie diventa pro¬tagonista di vicende ambientate indifferentemente sulla Luna o nella vita di tutti i giorni. Si tratta di vicende, dai ritmi scatenati che stravolgono il reale, intrise di un parti¬colarissimo humour grazie al quale un punto esclamativo può diventare una pagaia, un quarto di Luna una comodissima culla, il numero quattro una sedia, una bolla di sapone gelata un tranquillo igloo, due ...

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    Last Post by aver2330 il 5 Aug. 2013
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