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  1. Enigma, la strana vita di Alan Turing- Recensione di Francesca Sperelli

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    By aver2330 il 26 Jan. 2015
     
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    Andrea raccoglieva violette ai bordi del pozzo/
    Andrea gettava riccioli neri nel cerchio del pozzo/
    Il secchio gli disse “Signore, il pozzo è profondo/
    più profondo del fondo degli occhi della Notte del Pianto.”/
    Lui disse:”Mi basta, mi basta che sia più profondo di me.”/
    Lui disse: “Mi basta, mi basta che sia più profondo di me.”
    (“Andrea”- Fabrizio De André)



    “Per costruire la mente di una macchina, è naturale che io mi ispiri alla mente di un essere umano! Questo però non mi induce a credere che gli umani possano essere trattati come oggetti inanimati. Vorrei che questo pensiero fosse valido anche per le mie macchine.”
    Ho sempre detestato la matematica e per questo la pagella di fine quadrimestre era una vera penitenza ogni anno.
    I numeri, per quanto grandi, nella mia mente di bambina non erano in grado di descrivere la sublimità di un paesaggio emozionale o i terremoti spirituali.
    Scoprii molto più tardi che l’universo è riducibile in formule matematiche e che la matematica stessa può essere non soltanto il più detestabile dei supplizi per uno studente, ma uno strumento al servizio dell’umanità nell’ora più buia.
    Alan Turing, genio solo e solitario, di una psiche difficilmente semplice, inventò una macchina, Colossus, in grado di decifrare i messaggi di Enigma, terrificante strumento in grado di criptare i messaggi segreti dei nazisti.
    Colossus sarebbe stato l’antenato dell’odierno computer e per questo Steve Jobs e Bill Gates hanno riconosciuto il loro debito nei riguardi dello sfortunato scienziato, colpevole di trivellare il buco sbagliato.
    Oggi il mondo celebra Turing con il lungometraggio “The imitation game” (nei panni del genio il celebre Benedict Cumberbatch), ma anche la Nona Arte rende omaggio all’illustre studioso con l’opera “Enigma” di Tuono Pettinato (in collaborazione con la fisica Francesca Riccioni), edito da Rizzoli Lizard.
    Gli Autori, a differenza del film che pone risalto all’emotività del protagonista, ricostruiscono la mente complessa del genio alla luce dell’evoluzione della scienza matematica del primo Novecento con la disarmante semplicità di una matita senza particolari fronzoli.
    Lo stile grafico del barbuto fumettista è, infatti, molto simile a quello del Corriere dei Piccoli della prim
    a metà del XX secolo nonché alle vignette satiriche proprio di quel periodo.
    Un disegno, quindi, molto semplice e lontano anni luce da quello di mostri sacri della matita, ma in grado di cogliere la complessità di un argomento quale la capacità della matematica di descrivere la realtà materiale.
    Aggiungendo un’eloquente ironia e il parallelismo tra vita reale, Storia e la fiaba di Biancaneve (della quale Turing era ossessionato al punto tale da mangiare una mela avvelenata al cianuro), “Enigma” è il tributo di colori e nuvole al pensiero matematico moderno e a un percorso del tutto inusuale che avrebbe portato alla vittoria degli Alleati, non al suono delle mitragliatrici, non al fragore delle mine o al boato orrendo delle bombe atomiche ma nel silenzio rigoroso del calcolo, interrotto solo dal cigolio secco dei rotori.

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    Cos’ha allora di diverso il fumetto rispetto al film, a parte le ovvie differenze strutturali?
    Il film ha una fotografia garbata, una buona regia, ma una sceneggiatura eccessivamente incentrata su Cumberbatch, attorno al quale ruotano i vari personaggi secondari dietro un invisibile sipario, il quale sminuisce il valore storico da loro avuto nella costruzione della macchina. Inoltre, il lungometraggio può essere definito, come già detto, un “film di azione emotiva” sulla scia delle lacrime profuse dallo scienziato e non attenzionando a sufficienza le sue ricerche.
    Al contrario, il fumetto mette in risalto le qualità geniali di un eroe bislacco prima ancora che omosessuale, sforzandosi di far comprendere le dinamiche dello spionaggio inglese con un linguaggio comprensibile e alla portata di tutti tipico proprio della Nona Arte, per quanto anche qui non sia presente il meritato spazio agli altri scienziati che collaborarono alla costruzione di Colossus.
    Vivamente consigliato agli appassionati di informatica, ai lettori che vorrebbero scoprire una diversa sfaccettatura della Seconda Guerra Mondiale e ai “veri uomini” che pubblicano post omofobi su Facebook.

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Comments
  1. Pietro Zerella
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    La recensione di Francesca é molto attenta e ricca di spunti di riflessione. Purtroppo, per quanto mi riguarda, l'argomento matematico mi renderebbe indigesta la lettura....Se poi, a questo elemento di base, aggiungo che lo stile grafico di Tuono Pettinato non mi attira, le probabilità si abbassano ulteriormente...Però solo le montagne non si muovono e, chissà, l'articolo di Francesca potrebbe spronarmi....
     
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