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  1. SUPER UOMINI ITALICI : ATOMIK

    AvatarBy Pietro Zerella il 7 Nov. 2013
     
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    SUPER UOMINI ITALICI : ATOMIK

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    Siamo agli inizi degli Anni ’60. Mentre negli USA, Stan Lee & Jack Kirby ridefinivano in maniera portentosa il mito dei Super Uomini ponendo le basi per quello che sarebbe stato lo splendido futuro degli Eroi, anche in Italia si cercava un approccio vincente a questo genere fumettistico. Personaggi come Atlas di Grecchi e Ugolini e Radar di Torelli e Donatelli fecero capolino nelle edicole. Sulla scia di quelle pubblicazioni, anche l’Editoriale Corno (che avrebbe poi legato in maniera indissolubile la propria storia proprio alla Marvel Comics di Stan Lee) tentò di cavalcare l’onda del momento, lanciando, in appendice agli albi di Maschera Nera, un supereroe “all’italiana”. La struttura narrativa era molto semplice. Uno scienziato nazista aveva progettato una tuta atomica capace di rendere fortissimi e praticamente invulnerabili i soldati che l’avessero indossata: La guerra era finita prima che il progetto potesse essere sviluppato pienamente ma il prototipo della tuta era stato effettivamente costruito. Le potenzialità belliche dell’arma non erano sfuggite ad una potente organizzazione criminale che intendeva sfruttarne a pieno le prerogative , usandola come carta vincente per la conquista del Mondo. Sulle tracce dell’ Organizzazione, c’erano, però, i Servizi Segreti americani e, in particolare, l’agente Red Norton che riuscì a mettere le mani sul prodigioso costume, Come da programma, il congegno rendeva Norton invulnerabile e l’agente completò il suo armamentario dotandosi di due pistole in grado di emettere raggi distruttivi o stordenti a seconda dell’intensità di regolazione. Assunta l’identità di Atomik, Norton realizzò una base segreta in un antico castello trasformandolo in un efficiente laboratorio scientifico. Come tutti i supereroi che si rispettano, Atomik aveva la sua personale nemesi, il misterioso Dominatore (la cui identità segreta era, ovviamente, insospettabile) che dal suo rifugio nella catena dell’ Himalaya continuava a fare progetti per la conquista del Mondo, assecondato dall’immancabile “Mad Doctor” , il Professor Diabolicus, che sfornava per lui fantascientifiche invenzioni. Come si vede, la serie non presenta particolari tratti di originalità, eppure, inizialmente, il riscontro non fu negativo. Un paio di anni dopo la prima pubblicazione (avvenuta nel 1962), le storie vennero raccolte su una testata autonoma di 96 pagine in bianco e nero. I Testi erano realizzati da un giovane Luciano Secchi che cominciò a sviluppare proprio su Atomik quelle situazioni ironiche che faranno da terreno di cultura per il suo Alan Ford. Tuttavia, Secchi era ancora lontano dalla maturità narrativa e le sue storie risultavano spesso cervellotiche e sconclusionate. Ai disegni si alternarono Paolo Piffarerio (Che resta il vero papà grafico di Atomik e sicuramente il migliore interprete stilistico), il volenteroso Giuseppe “Montag” Montanari ( che cercò di sopperire alle magagne tecniche con un’inchiostrazione estremamente pulita) e Raffaele Cormio \Ralph Hunter che tentò di rifarsi a modelli statunitensi come Hogarth e Frank Robbins senza centrare più di tanto il bersaglio. Le copertine, infine vennero affidate a Ezio Carretti che, con discreti risultati, si riferì palesemente e giustamente alla versione di Piffarerio del personaggio. Il successo non durò a lungo, e dopo una serie di avventure in cui Atomik , con l’ausilio dell’Esercito americano, inevitabilmente sventava le minacce del Dominatore e salvava il Pianeta, la testata chiuse……Eravamo nel 1965 e quello che avrebbe potuto essere felicemente uno dei pochi supereroi italici scomparve nella terra dei personaggi dimenticati.


    Edited by aver2330 - 7/11/2013, 17:17
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