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  1. X-1999: IL LORO FUTURO ERA GIA' DECISO- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 25 June 2013
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    Fumetto delle Clamp (gruppo di mangaka tutto al femminile), si tratta di un'opera di non facile lettura, complessa e affascinante.
    Tutto parte dal ritorno del giovane Kamui Shiro a Tokio in seguito alla misteriosa morte della madre in un incendio: Kamui è dotato di particolari poteri esp, e il suo ritorno darà inizio agli eventi che potrebbero portare alla fine del mondo. Ma come può essere? Sta tutto nel suo nome, composto da "kami" (Dio) e la lettera "I" fonte della dualità: infatti il nome può avere sia il significato di "Colui che fa la volontà di Dio" oppure "Colui che agisce in vece di Dio". Fin da subito è vittima di attacchi a cui risponde a tono, rivelando un atteggiamento spietato. Dopo uno scontro con un ragazzo di nome Saiki, viene trovato e curato dai suoi vecchi amici d'infanzia, i fratelli Fuma e Kotori Monoo (quest'ultima innamorata di lui). Fanno poi la loro comparsa Sorata Arisugawa e Kigai Yuto, il quale, essendo entrambi interessati al ragazzo, hanno un amichevole scambio di colpi (e, stranamente, intendo amichevole in senso letterale). Dopo la tragica morte del padre di Kotori e Fuma, ssacerdote del tempio che custodisce la spada che dovrebbe usare Kamui, Sorata lo porta dalla sacerdotessa Hinoto, veggente che con le sue profezie regge il futuro del Giappone e dell'intero pianeta, che gli spiega la situazione: esistono due schieramenti, i Draghi del Cielo, che vogliono preservare il mondo, e i Draghi della Terra, che invece vogliono distruggerlo per poi ricostruirlo purificato; a seconda se Kamui scieglierà di essere un Drago del Cielo o uno della Terra, il mondo sarà distrutto o meno. Ma le cose non sono così semplici, in quanto, come si scoprirà durante il manga, si tratta comunque di una possibilità, e niente è scolpito nella pietra, anche se ognuno ha un suo destino.

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    Facciamo qualche esempio: Kamui, volendo proteggere il mondo in cui vivono Kotori e Fuma, deciderà di diventare un drago del Cielo, ma a questo punto Fuma, destinato ad essere IN OGNI CASO la sua stella gemella, diventerà il Kamui Drago della Terra, uccidendo la sua stessa sorella e diventando lo specchio in cui una persona può vedere il volto di chi gli sta più a cuore; Sorata, in seguito ad una profezia è destinato a morire per salvare la donna che ama, che lui, in piena libertà, deciderà essere il drago del cielo Arashi Kishu; quest'ultima all'inizio non capisce il giovane, poi lo capisce e ninn'è che sia molto d'accordo, poi capitola e, dopo una notte d'amora con lui, perde i suoi poteri e decide di passare dall'altra parte per evitare che si sacrifichi; Hinoto, guida dei Draghi del Ciel...

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    Last Post by aver2330 il 25 June 2013
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  2. UN CICLONE DI NOME SUPERMAN di Pietro Zerella

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    L’uscita nelle Sale cinematografiche della nuova versione dell’Uomo d’Acciaio ci fornisce il pretesto per rivangare le radici di questo eroe in calzamaglia dalla fama imperitura. Con i suoi 80 anni di vita (l’esordio ufficiale è datato 1938 ma in realtà Jerome Siegel e Joe Shuster lo avevano creato cinque anni prima senza mai riuscire a trovare un editore che lo stampasse), Superman è entrato ormai a pieno diritto nella storia (Anche quella con la “S” maiuscola ) del nostro pianeta. In questo articolo ci soffermeremo su uno degli aspetti , tutto sommato marginale, di questa storia, ripercorrendo, a grandi falcate, il cammino editoriale che Superman ha percorso in Italia. Si è trattato, come vedremo, di un percorso accidentato, interrotto da frequenti cadute alle quali hanno sempre fatto seguito miracolose resurrezioni. Come è giusto per tutte le figure mitologiche, le prime apparizioni del personaggio nel Bel Paese sono avvolte dalle fitte nebbie del mistero. In effetti, l’esordio dovrebbe essere avvenuto sul N° 19 degli Albi dell’Audacia (Luglio 1939- Edizioni Juventus). Fu un esordio sotto mentite spoglie, perché, in ossequio alle leggi fasciste, l’offensivo vocabolo venne trasformato in un roboante ed autarchico “Ciclone”.

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    Seguirono altre sporadiche apparizioni su “Gli Albi dell’Audacia” e su “L’Audace” (…Complimenti per la fantasia!). Si trattava di storie rivolte ad un pubblico pre-adolescenziale e lo stile narrativo era ingenuo e ripetitivo, spesso oltre i limiti del comico. Le imperfezioni, e i rimaneggiamenti effettuati sulle tavole originali abbassavano ulteriormente la già modesta qualità. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale impose alla Patria cimenti ben più ardimentosi della lettura di un giornalino e la pubblicazione venne rapidamente accantonata. Spettò alla Casa Editrice Milano (poi divenuta Edizioni Mondiali), l’onore e l’onere di riprovarci. Così Superman ritornò su un’anonima collana antologica dal formato ridotto (stile albetto) e con una foliazione di appena 8 pagine. Ben presto, però, approdò sulla collana di punta della Casa Editrice quella “Collezione Uomo Mascherato” che dal N° 67 si trasformava in “Collezione Uomo d’Acciaio”. Con la fine della guerra, infatti, Superman, poteva recuperare se non il nome, almeno il soprannome originale. La serie vivacchiò per qualche anno ma la svolta era ormai nell’aria. E’ il 16 maggio del 1954….L’editore Arnoldo Mondatori manda nelle edicole una serie tascabile (12,5 X 16 cm, 32 pagine a 20 lire) con iniziale cadenza quattordicinale. La collana si chiama “Gli Albi del Falco”! Per i primi 30 numeri, l’eroe di Siegel & Shuster fu il padrone...

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    Last Post by Pietro Zerella il 2 July 2013
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  3. SLAM DUNK- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 22 June 2013
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    I protagonisti di questo manga di Takehiko Inoue sono due: Hanamichi Sakuragi e il Basket.
    Unico neo: all'inizio ad Hanamichi il basket non piace, anzi lo odia proprio. Questo perchè, alle medie, fu scaricato da una ragazza per un giocatore di basket. Arrivato al liceo Shohoku, spera che la fortuna cambi, ma i suoi amici lo prendono in giro, visto che essendo lui un mezzo teppista, alto e con i capelli rossi, le speranze sono poche.... Invece il fato gioca a suo favore: incontra la dolce Haruko Akagi, che per giunta lo prende in simpatia, accorgendosi dellle sue potenzialità di giocatore (ma solo pechè è alto e riesce a tenere una palla con una sola mano)! Ma anche qui sta l'inghippo, anzi, ce ne sono due:
    1) la ragazza è la sorella del capitano della squadra di basket, anche se Takenori Akagi sembra quasi un gorilla (infatti la prima domanda che viene in mente è "ma sono davvero fratelli?"), e il rossino arriva a sfidarlo;
    2) Haruko è innamorata di Kaede Rukawa, asso del basket appena iscrittosi.
    Ma pensate ke questo basti a fermare il mitico Sakuragi? No di certo! Dopo una serie di (maldestri) tentativi, riesce a farsi accettare in squadra, ma visto che non sa un'acca di basket deve allenarsi sui fondamentali, sotto la guida di Ayako, manager della squadra. A poco a poco il nostro fa notevoli miglioramenti, guardato anche dall'allenatore dello Shohoku, il signor Anzai: questi, una volta era un severo allenatore, soprannominato "il Diavolo dai capelli bianch", ma un fatto tragico ne trasformò il carattere, facendolo diventare "il Budda dai capelli Bianchi". Nonostante Hanamichi gli amcnhi di rispetto e faccia fare boing boing alla sua faccia, questi riconosce immediatamente le qualità del Nostro. Ma per essere completa, la squadra ha bisogno di altri due elementi: Ryota Miyagi, talentuoso playmaker dalla bassa statura ma dalla grande velocità e agilità, innamorato perso di Ayako, ma non si sa se ricambiato o meno. Tempo prima era stato sospeso per colpa di uan rissa con l'elemento numero due, Hisashi Mitsui, abilissimo giocatore di basket, eletto anche mvp alle medie, entrato nello Shohoku per seguire Anzai. Tuttavia un infortunio lo allontana e prende una brutta piega. Cerca persino di impedire ai nostri di accedere al campionato nazionale, visto che in caso di rissa sarebbero fuori. Meno male che intervengono Mito, Okusu, Noma e Takamya, gli amici di Hanamichi a risolvere la questione, dando una bella ripassata a lui e ai suoi amici. Ricomposto il tutto, la squadra è pronta! Le prime partite vedono vincere la nostra squadra di attaccabrighe, con Hanamichi che diventa il re... delle espulsioni! Finalmente arriva il momento delle grandi sfide: si inizia con lo Shoyo di Kenji Fujima, playmaker e allenatore della squadra "Quando è ...

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    Last Post by aver2330 il 22 June 2013
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  4. COS'E' MARVEL E COS'E' DC di Fabio Volino

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    Approfondimenti
    By aver2330 il 21 June 2013
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    - Il reboot è DC, il relaunch è Marvel
    - La legacy è DC, la tradizione è Marvel
    - Le Crisi sono DC, le amministrazioni controllate sono Marvel
    - Le Leghe sono DC, le Fondazioni sono Marvel
    - I prodotti di animazione fighi sono DC, i film incassamiliardi sono Marvel
    - La Golden Age è DC, la Silver Age è entrambe, la Bronze Age è Marvel, la Modern Age è entrambe
    - New è DC, Now è Marvel
    - Batman è DC, le fintocopie di Batman sono Marvel
    - La Cenisio è DC, la Corno è Marvel
    - NANANANANANANANANANANA è DC, THWIP THWIP è Marvel
    - I Nuovi Dei sono DC, gli Eterni sono Marvel, il Dio Eterno dei comics è Jack Kirby
    - Chi è più veloce tra Superman e Flash? è DC, Chi è più forte tra Hulk e la Cosa? è Marvel
    - I vecchi babbioni della seconda guerra mondiale sono DC, i saggi eroi della seconda guerra mondiale sono Marvel
    - Le metropoli inesistenti sono DC, le città vere Marvel
    - L'Inferno è DC, gli inferni sono Marvel, Diavoli dell'Inferno è Martin Mystere
    - Le resurrezioni e i recuperi da paralisi totali sono sia DC che Marvel
    - Swamp Thing è DC, Man-Thing è Marvel, Thing è Marvel, The Thing From Another World è un film
    - Vertigo è DC, Epic è Marvel, le storie "adulte" non importa di chi siano, basta che siano fatte bene
    - Lee è DC, Lee è Marvel... insomma, sono tutti Lee
    - Gli elseword sono DC, i What If Marvel... storie immaginarie, non lo sono tutte in fondo?



    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 15:49
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  5. LETTURE DA BRIVIDO : IL CORRIERE DELLA PAURA di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 19 June 2013
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    Sono passati 39 anni da quel giugno del 1974 in cui nelle edicole italiane apparve una rivista dall’inconsueto formato e dallo strano nome: Il Corriere della Paura. Quella rivista “anomala”durò solo 22 numeri ed ebbe meno di due anni di vita editoriale eppure il suo ricordo è “fissato” nella memoria di chi la lesse all’epoca e di chi ha avuto la possibilità di leggerla successivamente. Quale è il motivo di questa incredibile “durata”, di questo successo che continua ancora oggi? A mio modesto parere, molto nasce dal felice connubio tra fumetti (“Made in USA”) e articoli (di completa produzione nostrana). L’Editoriale Corno stava vivendo il momento di massima espansione; l’anno prima aveva cominciato a pubblicare gli Albi dei Super Eroi, una collana in cui i personaggi si alternavano a rotazione senza una testata fissa. Si trattava di storie dai contenuti diversissimi che spaziavano dal “western” di Red Wolf allo Sword and Sorcery di Conan the Barbarian all’”horror” raffinato del Dracula di Gene Colan e del Werewolf by Night di Mike Ploog. Proprio partendo dalla discreta accoglienza accordata a questi personaggi, la Direttrice Responsabile della Corno, Maria Grazia Perini, propose al suo editore una vera e propria rivista di genere. Ricevuto l’”imprimatur” la Perini, confermando tutto il suo talento, snocciolò una serie infinita di idee vincenti:

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    1) La scelta del nome che certamente rimanda allo storico “Corriere dei Piccoli” ma che richiama alla memoria anche prestigiosi quotidiani come il Corriere della Sera.
    2) Il formato di dimensioni maggiorate (cm 21 x27,5) rispetto agli albi dedicati ai supereroi che permette una adeguata visibilità nelle edicole.
    3) la scelta di un rigoroso bianco e nero (stile a cui grazie agli albi della Bonelli, il lettore è ormai affezionato)
    4) L’utilizzo (almeno per i primi 15 numeri) di copertine pittoriche; quella del N°1 (Tratta da Dracula Lives! N° 5) dell’illustratore argentino Luis Dominguez (1923-) con un Dracula alle prese con la vittima di turno, cattura l’attenzione e così sarà anche per quelle successive, affidate al talento di artisti come Earl Norem e Boris Vallejo.
    5) L’allestimento di un apparato redazionale, interessante e ben curato, affidato ad esperti di rilievo come Cesare Medail (1943-2005 ), curatore di una serie di articoli sui vari aspetti dell’esoterismo o come Giovanni Mongini (1944-) , critico e storico del Cinema che si occupò di una rubrica fissa sull’horror in celluloide.
    E poi c’era lei, “la strega” Maria Grazia con la sua asciutta ma esauriente pagina introduttiva e la sua seguitissima rubrica della posta in cui dava prova delle sue inneg...

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    Last Post by raes il 20 June 2013
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  6. ROBBY IL ROBOT : UNA STAR DI METALLO di Pietro Zerella

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    Il sogno più o meno inconfessato di ogni attore è quello di garantirsi l’immortalità entrando nell’immaginario collettivo. Quello che andremo ad omaggiare in questo articolo è un attore “atipico” ma non per questo privo di una sua grandezza mediatica…..Il suo nome è Robby ed è un Robot!. Creato e realizzato dall’ingegnere americano Robert Kinoshita, Robby vide la luce il 1° luglio del 1955 negli Studios della Metro-Goldwin-Mayer di Culver City, in California. Era praticamente una sorta di scatolone con gli arti, alto circa 2 metri e pesante 300 libbre. L’intera operazione costò 125000 dollari (cifra considerevole per l’epoca): l’animazione fu affidata ad un “mago” degli effetti speciali, Glen Robinson, mentre per l’interpretazione vocale venne scelto un attore di buon talento, Marvin Miller. A guardarlo l’androide non aveva nulla di eroico anzi risultava goffo e grottesco, eppure sarebbe diventato una delle icone della “Science Fiction” cinematografica. Una parte del successo, probabilmente, fu dovuta ad una precisa scelta autoriale. Robby, infatti, rappresentò la prima applicazione sul grande schermo delle celeberrime tre leggi della robotica elaborate da Isaac Asimov che, brevemente, ricordiamo:

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    1) Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
    2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge
    3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purchè questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge.
    Il successo di Robby è indissolubilmente legato alla sua interpretazione ne “Il Pianeta Proibito” (Forbidden Planet- USA\1956), film tratto dal romanzo omonimo di W.J. Stuart (liberamente ispirato a “La Tempesta” di William Shakespeare) e diretto da Fred M. Wilcox.

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    Ricordiamone a sommi capi la trama:
    Una spedizione guidata dal comandante Adams (Leslie Nielsen) atterra sul pianeta Altair 4 alla ricerca del gruppo di esploratori terrestri atterrato su quel mondo venti anni prima. I superstiti sono pochissimi: il dottor Morbius (Walter Pidgeon), uno scienziato un po’ megalomane, la giovane figlia di questi, Altaira (Anne Francis) e un robot tuttofare denominato affettuosamente “Robby” (in questo film animato da Frankie Darro). Sul pianeta sono rimaste tracce evidentissime degli antichi abitatori, i Krel...

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    Last Post by Pietro Zerella il 14 June 2013
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  7. HOUSE OF M di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 7 June 2013
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    Reclamizzato a suo tempo come "l'evento Marvel più importante di tutti i tempi, anche rileggendolo in sè e per sè non è questa grande cosa.
    Certo, parte bene con il prologo, l'inizio, con Vendicatori e X- Men riuniti per decidere il destino di Wanda non è male, ma poi l'azione declina un po', e l'unica cosa che vale la pena di ricordare sono i tie- in ad esso collegati e gli speciali da edicola.

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    Se proprio vogliamo giustificarne l'importanza, si può dire che serve a piantare il seme degli eventi futuri come Decimation (a quanto sembra leggermente dimenticata), Civil War e (in retrospettiva) Secret Invasion.
    A dire il vero ci sarebbe anche da citare l'adagio "attento a quello che desideri perchè potrebbe avverarsi" nei confronti di Wolverine, che ha, sì recuperato i ricordi di TUTTO quello che gli è successo, ma non si può dire che la cosa gli abbia giovato...


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 16:00
    Last Post by aver2330 il 7 June 2013
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  8. SUORE NINJA una recensione di Federica Belloni

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    By aver2330 il 7 June 2013
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    Il fumetto "Suore Ninja" targato Star Comics, è stato scritto da Davide La Rosa e disegnato da Vanessa Cardinali.
    E' uscito in edicola con il primo volume intitolato "Zombie gay in vaticano".
    La trama è incentrata sull’elezione imminente del nuovo Papa. Nell’attesa della fumata bianca si scatena al di fuori di San Pietro un Gay pride in protesta all'atteggiamento omofobo della chiesa, ma improvvisamente tutti i manifestanti si trasformano in zombie. Papa Costantino Vitaliano I si troverà ad affrontare questa minaccia, ma in suo soccorso arrivano le Suore Ninja, un trio di combattenti di un antico ordine segreto con il compito di proteggere la chiesa e tutto lo Stato Vaticano dai mostri che lo minacciano.
    Questo fumetto si dimostra spettacolare nella sua originalità, divertentissimo, ma non solo. Qui l'ironia viene usata anche come mezzo per far riflettere chi lo sta leggendo sui problemi più o meno conosciuti riguardo la situazione della Chiesa e della politica.
    Anche se come tema non è nuovo perché già visto in fumetti come "Jenus" e "Nirvana", è comunque sempre ben gradito; fa riflettere, che uno sia credente o meno, fatto piuttosto raro e strada poco percorsa forse per paura di "esporsi". Risulta coraggiosa questa scelta, perché per uno che è alla "ricerca di pubblico" è una decisione piuttosto rischiosa che può portare egualmente sia alla perdita sia all'acquisizione di nuovi follower.
    Si apprezza come le tre Suore protagoniste siano state introdotte nella storia. Appaiono infatti proprio nel momento del bisogno, ma dopo una lunga introduzione che composta di “stacchi di inquadratura” (due tavole una tantum) che interrompevano gli eventi "agitati" dell’albo (dalla “sbroccata” di Jovanardi all’invasione di zombies) per mostrarci le tre Suore impegnate in una luuuuunga messa.
    P.S. Il caso “fortuito” ha voluto poi, che il fumetto uscisse proprio nel momento in cui tutti gli italiani aspettavano ansiosamente la vera fumata bianca dal vaticano!

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    Passiamo ora al secondo volume “Vaticano Lost in Space”.
    La trama segue dalla vittoria sugli zombie gay ed inizia con il neo eletto Papa che viene rapito insieme all’intero Vaticano dagli alieni, più precisamente da parte dello spietato Capitan Chobin. Vengono trasferiti su un pianeta misterioso governato da un intransigente quanto bizzarro imperatore: Ettore Hardenna!! In questo luogo i nostri protagonisti vivranno l’incubo peggiore che un essere umano possa mai immaginare: il ritorno degli anni ‘80 e di tutti i suoi miti&...

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    Last Post by raes il 8 June 2013
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  9. LE DUE VITE DI ALIKA di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 6 June 2013
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    L’autore francese Jean Claude Forest aveva aperto nuovi orizzonti al fumetto. Nel 1962, la sua Barbarelle aveva ottenuto un incredibile successo planetario, affrontando con coraggio il tabù del sesso e trattando l’argomento in un contesto decisamente insolito: la fantascienza! Sulla scia della sexy eroina bionda nacquero innumerevoli personaggi che in maniera più o meno riuscita tentavano di farle il verso. Anche l’Italia diede il suo contributo alla causa, lanciando sul mercato editoriale una pletora di eroine sensuali e disinibite. Nacquero così personaggi come Astrella, Gesebel, Uranella, Cosmine, Venus e…Alika. Il 1° Luglio 1965 faceva il suo esordio nei chioschi dei giornalai, un albetto mensile (128 pagine a 150 Lire!) della Cofedit\ Attualità Periodici che, a suo modo, sarebbe entrato nella storia del fumetto popolare italiano.

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    La testata ebbe, tutto sommato una vita breve e tormentata. Da “Il Pianeta Giallo” a “Minigoglie nel mondo di Neanderthal “ si susseguirono venti albi, fino al luglio 1967. (In realtà venne annunciato anche il N° 21 dal titolo “La Vendetta di Mot” che non fu mai pubblicato). I testi erano realizzati da Alessandro Pascolini e Anna Taruffi ed i disegni da Giorgio Chiapperotti, Angelo Todaro, Umberto Sammarini e Romano Felmang Mangiarano. Alle copertine si alternarono Umberto Sammarini, Franco Piccioni ed un giovanissimo Franco Verola. Apparentemente, Alika, era del tutto simile alle sue colleghe dell’epoca. Originaria del pianeta Absur, un mondo precipitato nel caos e nel disordine sociale, Alika si muove nello spazio a bordo di un’astronave sospinta dalle onde cerebrali. Accompagnata dall’astronauta Martell e da un fedelissimo robot, l’eroina vaga nel cosmo alla ricerca del pianeta Terra,. Alika Si dimostra, fin dall’inizio, una donna forte ed emancipata, libera da ogni tipo di complesso nei confronti dei maschi e con una inesauribile gusto per la vita. Per i primi 7 numeri, vive una serie di avventure a metà tra il thrilling (Il sottotitolo della testata è proprio “ Il Thrilling dello Spazio) e l’erotismo. In realtà i siparietti sexy si limitano a qualche allusione ed il nudo non si spinge mai oltre la rappresentazione di qualche fugace seno scoperto.. Detto così, potrebbe apparire un personaggio come tanti altri ma dal N° 8 la serie virerà verso una incredibile svolta satirica. Improvvisamente, il mondo della procace eroina si popola di facce note provenienti dalla politica, dalla televisione e dallo spettacolo. Il nuovo corso spiazza i lettori ma non evita i colpi della censura. Il numero 12, “Il cavaliere mascherato” viene sottoposto a sequestro.

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  10. IL RITORNO DI AKIRA di Christian M. Scalas

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    Alla fine anche qui è uscito fuori dalla cerchia degli Antidiluviani.
    L'impatto visivo rimane inalterato. È lo stesso effetto che mi ha fatto rivedere Blade Runner dopo 25 anni. Sarà perché in questo tempo l'ho rivisto decine di volte, quindi non è come rivedere Jeeg o Astrorobot e sorridere di ogni ingenuità che si rivela solo oggi. I conti con la trama risultante dall'adattamento del manga li ho fatti a suo tempo, e tra tutti gli adattamenti cinematografici resta uno dei miei preferiti, uno dei migliori film di fantascienza di sempre. Possiamo, oggi, discutere della qualità del character design? Del fatto che in certe inquadrature il viso di Kei sembra quasi non distinguersi da quello di Kaneda? Oppure dell'inespressivitá del Colonnello in alcuni mezzobusto? Secondo me no, è inutile, lana caprina che niente togle alla potenza visionaria offerta dall'impatto sonoro-visivo-cromatico. Ventitre anni fa, poco prima della mia prima visione, su una vhs copiata da una registrazione fatta alla prima nipponica, in lingua ed interamente virata in verde (grazie alle donzelle dell'allora fanzine Yamato) ho smadonnato all'idea che il finale fosse stato suggerito ad Otomo da quel folle di Jodo per poi ricredermi.

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    Ben poco altro va aggiunto al catartico "watashi wa Tetsuo" se non le sequenze in bianco e nero che seguono e su cui di abbatte il suono di Shoji Yamashiro.
    Un discorso a parte, ed interamente in negativo, merita l'edizione italiana, a partire dal doppiaggio sino al costo del biglietto d'ingresso per questa edizione del 25nnale. Un tempo avevamo una scuola di doppiaggio inarrivabile, oggi c'è solo tanta tristezza. Le voci sono quanto di peggio si potesse ottenere, di gran lunga peggiori della prima edizione prodotta dalla Eagle Pictures, che pure tagliò il formato, l'inizio e la fine per far bastare il poco di pellicola a loro disposizione per le VHS.
    Arriviamo, infine, al costo: 10€, oggi, sono troppi ed hanno tenuto lontano da questa proiezione ben più di un appassionato. A questo si aggiunge, all'UCI Cinemas di Cagliari la cafonaggine e la mancanza di rispetto, di chi ha acceso le luci appena è iniziata la scena finale, con gli inservienti che hanno subito invado le corsie delle poltroncine spingendo la gente a spostarsi.


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 16:04
    Last Post by aver2330 il 6 June 2013
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