BACK TO THE BASICS: il blog

  1. UN CICLONE DI NOME SUPERMAN di Pietro Zerella

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    L’uscita nelle Sale cinematografiche della nuova versione dell’Uomo d’Acciaio ci fornisce il pretesto per rivangare le radici di questo eroe in calzamaglia dalla fama imperitura. Con i suoi 80 anni di vita (l’esordio ufficiale è datato 1938 ma in realtà Jerome Siegel e Joe Shuster lo avevano creato cinque anni prima senza mai riuscire a trovare un editore che lo stampasse), Superman è entrato ormai a pieno diritto nella storia (Anche quella con la “S” maiuscola ) del nostro pianeta. In questo articolo ci soffermeremo su uno degli aspetti , tutto sommato marginale, di questa storia, ripercorrendo, a grandi falcate, il cammino editoriale che Superman ha percorso in Italia. Si è trattato, come vedremo, di un percorso accidentato, interrotto da frequenti cadute alle quali hanno sempre fatto seguito miracolose resurrezioni. Come è giusto per tutte le figure mitologiche, le prime apparizioni del personaggio nel Bel Paese sono avvolte dalle fitte nebbie del mistero. In effetti, l’esordio dovrebbe essere avvenuto sul N° 19 degli Albi dell’Audacia (Luglio 1939- Edizioni Juventus). Fu un esordio sotto mentite spoglie, perché, in ossequio alle leggi fasciste, l’offensivo vocabolo venne trasformato in un roboante ed autarchico “Ciclone”.

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    Seguirono altre sporadiche apparizioni su “Gli Albi dell’Audacia” e su “L’Audace” (…Complimenti per la fantasia!). Si trattava di storie rivolte ad un pubblico pre-adolescenziale e lo stile narrativo era ingenuo e ripetitivo, spesso oltre i limiti del comico. Le imperfezioni, e i rimaneggiamenti effettuati sulle tavole originali abbassavano ulteriormente la già modesta qualità. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale impose alla Patria cimenti ben più ardimentosi della lettura di un giornalino e la pubblicazione venne rapidamente accantonata. Spettò alla Casa Editrice Milano (poi divenuta Edizioni Mondiali), l’onore e l’onere di riprovarci. Così Superman ritornò su un’anonima collana antologica dal formato ridotto (stile albetto) e con una foliazione di appena 8 pagine. Ben presto, però, approdò sulla collana di punta della Casa Editrice quella “Collezione Uomo Mascherato” che dal N° 67 si trasformava in “Collezione Uomo d’Acciaio”. Con la fine della guerra, infatti, Superman, poteva recuperare se non il nome, almeno il soprannome originale. La serie vivacchiò per qualche anno ma la svolta era ormai nell’aria. E’ il 16 maggio del 1954….L’editore Arnoldo Mondatori manda nelle edicole una serie tascabile (12,5 X 16 cm, 32 pagine a 20 lire) con iniziale cadenza quattordicinale. La collana si chiama “Gli Albi del Falco”! Per i primi 30 numeri, l’eroe di Siegel & Shuster fu il padrone...

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    Last Post by Pietro Zerella il 2 July 2013
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  2. COS'E' MARVEL E COS'E' DC di Fabio Volino

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    By aver2330 il 21 June 2013
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    - Il reboot è DC, il relaunch è Marvel
    - La legacy è DC, la tradizione è Marvel
    - Le Crisi sono DC, le amministrazioni controllate sono Marvel
    - Le Leghe sono DC, le Fondazioni sono Marvel
    - I prodotti di animazione fighi sono DC, i film incassamiliardi sono Marvel
    - La Golden Age è DC, la Silver Age è entrambe, la Bronze Age è Marvel, la Modern Age è entrambe
    - New è DC, Now è Marvel
    - Batman è DC, le fintocopie di Batman sono Marvel
    - La Cenisio è DC, la Corno è Marvel
    - NANANANANANANANANANANA è DC, THWIP THWIP è Marvel
    - I Nuovi Dei sono DC, gli Eterni sono Marvel, il Dio Eterno dei comics è Jack Kirby
    - Chi è più veloce tra Superman e Flash? è DC, Chi è più forte tra Hulk e la Cosa? è Marvel
    - I vecchi babbioni della seconda guerra mondiale sono DC, i saggi eroi della seconda guerra mondiale sono Marvel
    - Le metropoli inesistenti sono DC, le città vere Marvel
    - L'Inferno è DC, gli inferni sono Marvel, Diavoli dell'Inferno è Martin Mystere
    - Le resurrezioni e i recuperi da paralisi totali sono sia DC che Marvel
    - Swamp Thing è DC, Man-Thing è Marvel, Thing è Marvel, The Thing From Another World è un film
    - Vertigo è DC, Epic è Marvel, le storie "adulte" non importa di chi siano, basta che siano fatte bene
    - Lee è DC, Lee è Marvel... insomma, sono tutti Lee
    - Gli elseword sono DC, i What If Marvel... storie immaginarie, non lo sono tutte in fondo?



    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 15:49
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  3. ROBBY IL ROBOT : UNA STAR DI METALLO di Pietro Zerella

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    Il sogno più o meno inconfessato di ogni attore è quello di garantirsi l’immortalità entrando nell’immaginario collettivo. Quello che andremo ad omaggiare in questo articolo è un attore “atipico” ma non per questo privo di una sua grandezza mediatica…..Il suo nome è Robby ed è un Robot!. Creato e realizzato dall’ingegnere americano Robert Kinoshita, Robby vide la luce il 1° luglio del 1955 negli Studios della Metro-Goldwin-Mayer di Culver City, in California. Era praticamente una sorta di scatolone con gli arti, alto circa 2 metri e pesante 300 libbre. L’intera operazione costò 125000 dollari (cifra considerevole per l’epoca): l’animazione fu affidata ad un “mago” degli effetti speciali, Glen Robinson, mentre per l’interpretazione vocale venne scelto un attore di buon talento, Marvin Miller. A guardarlo l’androide non aveva nulla di eroico anzi risultava goffo e grottesco, eppure sarebbe diventato una delle icone della “Science Fiction” cinematografica. Una parte del successo, probabilmente, fu dovuta ad una precisa scelta autoriale. Robby, infatti, rappresentò la prima applicazione sul grande schermo delle celeberrime tre leggi della robotica elaborate da Isaac Asimov che, brevemente, ricordiamo:

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    1) Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno.
    2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge
    3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purchè questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge.
    Il successo di Robby è indissolubilmente legato alla sua interpretazione ne “Il Pianeta Proibito” (Forbidden Planet- USA\1956), film tratto dal romanzo omonimo di W.J. Stuart (liberamente ispirato a “La Tempesta” di William Shakespeare) e diretto da Fred M. Wilcox.

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    Ricordiamone a sommi capi la trama:
    Una spedizione guidata dal comandante Adams (Leslie Nielsen) atterra sul pianeta Altair 4 alla ricerca del gruppo di esploratori terrestri atterrato su quel mondo venti anni prima. I superstiti sono pochissimi: il dottor Morbius (Walter Pidgeon), uno scienziato un po’ megalomane, la giovane figlia di questi, Altaira (Anne Francis) e un robot tuttofare denominato affettuosamente “Robby” (in questo film animato da Frankie Darro). Sul pianeta sono rimaste tracce evidentissime degli antichi abitatori, i Krel...

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    Last Post by Pietro Zerella il 14 June 2013
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  4. HOUSE OF M di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 7 June 2013
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    Reclamizzato a suo tempo come "l'evento Marvel più importante di tutti i tempi, anche rileggendolo in sè e per sè non è questa grande cosa.
    Certo, parte bene con il prologo, l'inizio, con Vendicatori e X- Men riuniti per decidere il destino di Wanda non è male, ma poi l'azione declina un po', e l'unica cosa che vale la pena di ricordare sono i tie- in ad esso collegati e gli speciali da edicola.

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    Se proprio vogliamo giustificarne l'importanza, si può dire che serve a piantare il seme degli eventi futuri come Decimation (a quanto sembra leggermente dimenticata), Civil War e (in retrospettiva) Secret Invasion.
    A dire il vero ci sarebbe anche da citare l'adagio "attento a quello che desideri perchè potrebbe avverarsi" nei confronti di Wolverine, che ha, sì recuperato i ricordi di TUTTO quello che gli è successo, ma non si può dire che la cosa gli abbia giovato...


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 16:00
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  5. IL RITORNO DI AKIRA di Christian M. Scalas

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    Alla fine anche qui è uscito fuori dalla cerchia degli Antidiluviani.
    L'impatto visivo rimane inalterato. È lo stesso effetto che mi ha fatto rivedere Blade Runner dopo 25 anni. Sarà perché in questo tempo l'ho rivisto decine di volte, quindi non è come rivedere Jeeg o Astrorobot e sorridere di ogni ingenuità che si rivela solo oggi. I conti con la trama risultante dall'adattamento del manga li ho fatti a suo tempo, e tra tutti gli adattamenti cinematografici resta uno dei miei preferiti, uno dei migliori film di fantascienza di sempre. Possiamo, oggi, discutere della qualità del character design? Del fatto che in certe inquadrature il viso di Kei sembra quasi non distinguersi da quello di Kaneda? Oppure dell'inespressivitá del Colonnello in alcuni mezzobusto? Secondo me no, è inutile, lana caprina che niente togle alla potenza visionaria offerta dall'impatto sonoro-visivo-cromatico. Ventitre anni fa, poco prima della mia prima visione, su una vhs copiata da una registrazione fatta alla prima nipponica, in lingua ed interamente virata in verde (grazie alle donzelle dell'allora fanzine Yamato) ho smadonnato all'idea che il finale fosse stato suggerito ad Otomo da quel folle di Jodo per poi ricredermi.

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    Ben poco altro va aggiunto al catartico "watashi wa Tetsuo" se non le sequenze in bianco e nero che seguono e su cui di abbatte il suono di Shoji Yamashiro.
    Un discorso a parte, ed interamente in negativo, merita l'edizione italiana, a partire dal doppiaggio sino al costo del biglietto d'ingresso per questa edizione del 25nnale. Un tempo avevamo una scuola di doppiaggio inarrivabile, oggi c'è solo tanta tristezza. Le voci sono quanto di peggio si potesse ottenere, di gran lunga peggiori della prima edizione prodotta dalla Eagle Pictures, che pure tagliò il formato, l'inizio e la fine per far bastare il poco di pellicola a loro disposizione per le VHS.
    Arriviamo, infine, al costo: 10€, oggi, sono troppi ed hanno tenuto lontano da questa proiezione ben più di un appassionato. A questo si aggiunge, all'UCI Cinemas di Cagliari la cafonaggine e la mancanza di rispetto, di chi ha acceso le luci appena è iniziata la scena finale, con gli inservienti che hanno subito invado le corsie delle poltroncine spingendo la gente a spostarsi.


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 16:04
    Last Post by aver2330 il 6 June 2013
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  6. IL RITORNO DEL DOTTOR DESTINO- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 3 June 2013
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    Anni fa, quando lessi che il ritorno del Dottor Destino nell'universo Marvel era passato quasi inosservato, ci rimasi un pò male, visto che l'albo è pregevole sotto molti punti di vista.
    Prima di leggerlo, ero ancorato ad una visione di Victor Von Doom diciamo "monocorde", la cui unica occupazione era tramare alle spalle dei Fantastici 4 e vincere la sua sfida personale con Reed Richards e poco altro.

    Qui invece mi apparì sotto una nuova luce, e capisco perchè può ben figurare anche nel ruolo di eroe. Qui infatti, non è il cattivo della situazione, ma quello che cerca di salvare baracca e burattini seguendo l'onore feudale...
    Certo, di ambiguo rimane sempre ambiguo, machiavellico, arrogante, ma tutto sommato si tifa per lui. Leggendo poi le storie successive sulla testata del quartetto me lo ha reso ancora più affascinante... Ieri sono giunto persino a chiedermi: cosa sarebbe successo se effettivamente Von Doom fosse diventato "re" del pianeta? Mi sono anche domandato se sia un dono particolare di Chris Claremont quello di donare questa tridimensionalità, visto anche il lavoro svolto con Magneto...

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    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 16:21
    Last Post by aver2330 il 3 June 2013
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  7. IL CORVO PRESENTA di Claudio Mondini

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    Il corvo - Miniserie di 4 numeri ( 0,1,2,3 )
    Il corvo presenta - Serie regolare mensile di 100 numeri
    Formato : spillato a colori 17x26 - Pagine variabili da 64 a 96 a 112.
    Edizioni : General Press poi Magic Press.

    "Il Corvo presenta" conteneva principalmente storie horror.
    Per questo ho deciso di fotografarla su quel DIVANO.

    Fine della recensione.

    PS = Nell'autunno del 1994 se entravi in un'edicola a comprare fumetti ti serviva un portafogli a fisarmonica.Le fumetterie cominciavano a spuntare in ogni città , ma non era necessario frequentarle se non ti occorrevano pezzi vecchi e rari.

    Comprai "Il Corvo" #01 non perchè me ne fregasse qualcosa di Brandon Lee o del film ( che NON ho mai visto , peraltro ) , ma perchè avevo letto una interessante recensione su Rockerilla e perchè da sempre seguivo le bands citate a fiume nel fumetto (Cure , Joy division , NiN , ecc.).
    Credo che ci siano stati davvero POCHE riviste in Italia a proporre una massa così abnorme di capolavori del fumetto come quelli che troviamo in questi 4 + 100 numeri de "Il corvo".
    Provo ad elencarne alcuni,ben conscio che ne dimenticherò tanti (e tutti ottimi).

    Il CORVO - James O'Barr
    Sandman - Neil Gaiman
    Hellblazer - Ennis - Azzarello - altri
    Death - Neil Gaiman
    Kabuki - D.Mack
    Preacher - G.Ennis
    Stray Bullets - D.Lapham
    Lucifer - M.Carey
    100 Bullets - Azzarello
    Fables - B.Willingham
    The Filth - G.Morrison
    Bite club - H.Chaykin

    E mi fermo alla PRIMA dozzina , senza stare ad elencarvi le decine di storie brevi o le bellissime mini-storie (da UNA sola pagina) da "Leggende urbane".
    Oggi molti lettori di fumetti ripensano a quelle serie come a pietre miliari...veri capostipiti della maturazione dei comics avvenuta in quegli anni; ma leggere quelle storie fresche di stampa e con quel forte sapore di controcultura underground (e non meramente come degli imprescindibili modelli di letteratura disegnata) cambiò la mia visione del fumetto e mi fece "crescere" come lettore...anche se leggevo già fumetti da oltre 20 anni.

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    La testata cambiò nome diverse volte : dopo la miniserie "Il corvo" ripartì dal N. 01 come "Il corvo presenta" per poi divenire "Preacher" dal N.37 ed infine "Vertigo presenta"dal N.67 fino alla chiusura.
    Questa serie è stata l'esempio di come si possa pubblicare una rivista "antologica" cambiando spesso e volentieri personaggi ed autori pur rimanendo sempre ad altri livelli qualitativi e con...

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    Last Post by aver2330 il 24 May 2013
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  8. TEMUGIN di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 17 May 2013
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    Temugin è il figlio del Mandarino, portato dal padre in un monastero perchè fosse lì addestrato.
    Così è: il ragazzo cresce imparando la via delle arti marziali e quella della medit6azione. Purtroppo nell'universo Marvel non si può stare calmi a lungo: un giorno si presenta alla porta del monastero Po, il braccio destro del padre, che gli porta una scatola con dentro le mani del Mandarino e i relativi 10 anelli. E? tempo che Temugin raccolga l'eredità paterna. Il ragazzo, però, non ha niente contro Iron Man, senonchè proprio Testa di Ferro e la sua avversaria Aiysha finiscono alle porte della sua dimora. Temugin e Iron Man hanno il loro primo scontro, durante il quale il ragazzo si dimostra molto diverso dal defunto genitore:
    1) ridà piena potenza all'armatura di Tony perchè sia uno scontro leale;
    2) lo prende a calci utilizzando solo le arti marziali. Lo scontro viene poi sospeso, ma le strade dei due si incontreranno ancora quyando Tony Stark verrà accusato di essere il responsabile di un attacco all'ambasciata cinese, visto che l'arma usata è un cannone che lui aveva progettato per la Corea del Nord (su invito delle Nazioni Unite, ma lasciamo perdere i dettagli). Dopo inseguimenti, agguati, un pericoloso soggiorno in ospedale, un debolissi e malridottissimo Iron Man unisce gli indizi, che lo portano a Temugin. Altro scontro tra i due, altra batosta per Tony (stavolta anche gli anelli entrano in campo), per poi scoprire che era tutto un piano di Po, per forzare la mano al suo nuovo padrone e far inmodo che questi continui l'opera del genitore. Il vero colpevole è consegnato alla giustizia, che può ben poco nei confronti di Temugin, la cui organizzazione è troppo ramificata e sottile; fattostà che lui e Tony si lasciano, se non come amici, almeno in buoni rapporti. Le ultime notizie lo danno come mandante dell'ennesimo attacco a Tony Stark durante la saga "La Singolarità": ma il Temugin che compare nell'ultima vignetta della storia è molto diverso, è abbigliato come il padre e sembra un pazzo. Che fine ha fatto dopo?
    Boh! A quanto ne so, ha perso una mano (con relativi anelli) e ha collaborato con gli Agenti dell'Atlas, stingendo amicizia con Jimmy Woo, ma trattandosi di storie inedite, non ne ho la certezza. Peccato, era un buon personaggio, e sarebbe stato interessante rivederlo in occasione del ritorno del Mandarino e della sua sorellastra Sasha


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 19:58
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  9. INVASIONI ROBOANTI ED INVASIONI STRISCIANTI di PIETRO ZERELLA

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    Cinema
    By aver2330 il 18 Feb. 2013
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    Il 15 agosto del 1945, Hiro Hito, il divino imperatore del Giappone, mentre due delle sue città ancora bruciavano nella fornace atomica, firmò la resa incondizionata.
    Il Mondo intero tirò un sospiro di sollievo, la guerra che aveva causato centinaia di milioni di morti era finita! L’illusione durò un attimo perché il fungo radioattivo che si era sollevato dai corpi carbonizzati di Hiroshima e Nagasaki aveva creato un nuovo “inferno” potenziale, peggiore di tutti quelli che, con insensata ostinazione, l’umanità aveva generato nei millenni precedenti.
    L’Unione delle Repubbliche Sovietiche e gli Stati Uniti d’America, i due colossi usciti trionfanti e i loro vassalli si contrapponevano ora in un perfido gioco dall’equilibrio instabile, ordigno contro ordigno come in una infantile gara al massacro.
    Era iniziata quella “Guerra Fredda” che per quasi 50 anni avrebbe stritolato l’intero pianeta in una spirale di paranoia. Negli Usa la paranoia si era presto concretizzata in un nuovo nemico da combattere : “Il pericolo rosso”. Il Paese venne soffocato dal “maccartismo” che annusava la minaccia bolscevica in ogni angolo riposto. La ricca America dell’operoso capitalismo aveva il” diritto” di difendersi da ogni attacco al suo “stile di vita” ma, come spesso capita, si scatenò una dissennata caccia alle streghe che portò l’intolleranza ai massimi livelli.
    Il Cinema, da sempre specchio della società americana, seppe cogliere questi umori e cavalcare le tensioni. Allo scoccare degli anni ’50, nelle sale cinematografiche, iniziò una massiccia invasione aliena.
    Dietro ogni creatura spaventosa, ogni vischioso baccello e ogni mostro tentacolare si avvertiva, neppure tanto nascosta, l’ombra dell’invasore comunista. Fondamentalmente gli sceneggiatori scelsero due grandi filoni, quello dell’invasione di massa e quello dell’infiltrazione strisciante.


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    Al primo modello fanno senz’altro capo film celeberrimi come “La Guerra dei Mondi” (War of the Worlds, 1953) in cui esseri potentissimi squassano la Terra coi loro indistruttibili “tripodi” e annientano ogni resistenza umana prima di essere sconfitti dalla “Divina Provvidenza”
    ( concretizzatasi nelle letali forme batteriche terresti che sgominano gli invasori ) o come “La Terra contro i dischi volanti (Earth versus the flying saucers, 1956) che vede protagonisti alieni dalle fattezze robotiche che infliggono alle città terrestri immani distruzioni prima di essere, inopinatamente, sconfitti dalla “Scienza”.
    Per sua natura più inquietante è il modello dell’invasione subdola che vanta illustri esempi.
    Ne “Gli Invasori spaziali” (Invaders from Mars, 1953), gli alieni si nascondono nel sottosuo...

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    Last Post by aver2330 il 18 Feb. 2013
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  10. ANNI ’70 : LE COLLANE ANTOLOGICHE DELLA MARVEL di PIETRO ZERELLA

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    Comics USA
    By aver2330 il 15 Feb. 2013
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    Agli inizi degli anni ’70, la Marvel Comics era in costante ed inarrestabile espansione.
    L’impegno sociale contro la droga che, coraggiosamente, aveva intrapreso con la celeberrima trilogia su “The Amazing Spider-Man N° 96-98 stava aprendo nuovi ed interessanti sviluppi narrativi ma l’opera di consolidamento sul mercato richiedeva attente ed accurate strategie. Per fortuna, nella Casa delle Idee erano entrati giovani e preparati autori che si erano resi conto immediatamente delle immense potenzialità dell’Universo Marvel. Tra di essi, spiccava il biondo ed occhialuto Roy Thomas che aveva scalato le gerarchie aziendali col suo innegabile talento e le sue capacità imprenditoriali.

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    Se da un lato, la sua creatività lo aveva portato a realizzare( coi “complici Neal Adams, John Buscema e Tom Palmer) la straordinaria sequenza degli “Avengers” conosciuta come Guerra Kree-Skrull, la sua concretezza lo aveva indotto a sviluppare una strategia d assalto che andava ad occupare tutte ( o quasi) le nicchie del mercato fumettistico. Nascevano testate e riviste consacrate all’”Horror”, altre dedicate alle Arti Marziali, altre ancora che seguivano il fenomeno della “Blaxploitation” cinematografica (che vedevano all’opera, da protagonisti, eroi afroamericani), persino una propria fanzine (curata da JIm Steranko!), quella “Friends Of Ol’ Marvel che i “Veri Credenti”, affettuosamente, chiamavano FOOM. Accanto a queste variegate proposte, nacquero numerose collane antologiche che avevano il compito di testare i nuovi personaggi in vista di un lancio vero e proprio. Molte di esse sfoggiavano nel logo il nome della Casa Madre: Marvel Spotlight, Marvel Premiere, Marvel Chillers…..Marvel Feature!
    Marvel Feature approdò nei punti di vendita USA nel dicembre del 1971. Sarebbe durata soltanto 12 numeri , prima di rinascere come “Marvel Two In One” ma avrebbe lasciato una traccia indelebile grazie alle vicende del gruppo più insolito mai apparso sulla scena del fumetto : The Defenders (I Difensori).


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    La storia, scritta da Roy Thomas e disegnata da due veterani come Ross Andru e Bill Everett (insolitamente alle chine) mostrava tre eroi solitari, costretti dalle circostanze ad una insospettabile alleanza. Il vecchio nemico del Dottor Strange, Yandroth, sta morendo….C’è un solo problema: appena il suo cuore si fermerà, il potentissimo computer Omegatron, scatenerà la cataclismatica distruzione della Terra. Solo l’unione di tre grossi calibri come Strange, Namor e l’irrefrenabile Hulk possono impedire che ciò avvenga. Sarà l’inizio di un lungo sodalizio fra i tre che giure...

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    Last Post by aver2330 il 15 Feb. 2013
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