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  1. IL SESTO recensione di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 5 Jan. 2014
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    Normalmente non leggo graphic novel italiane. anzi, a dirla tutta, con il tempo ho quasi smesso di leggere roba italiana. Fortuna volle che mi arrivò la notizia della presentazione di questo fumetto: da buon fan di Highlander, le mie orecchie si drizzarono alla sola parola "immortale", per cui decisi di andare... Ne rimasi così interessato (leggi "'ngrifato") da ordinarlo in fumetteria. ma andiamo all'opera: va detto che non ci sono duelli con le spade, e l'atmosfera non è nemmeno allegra; questo è dovuto al fatto che viene illustrato il lato peggiore dell'Immortalità: con il trascorrere dei secoli, tutti quelli che tu hai amato se ne andranno, mentre tu rimarrai sempre uguale, sempre giovane... Sempre solo. Simbolica è anche la scelta del nome della città dove si svolge la storia: New Archetype. Malgrado il nome non sia dei migliori, rispecchia pienamente gli eventi: come la città doveva simboleggiare qualcosa di nuovo, ma decadendo ben presto nella corruzione come e più delle altre città, così Trevor Between non è il classico immortale. Infatti lui "subisce" la sua condizione, quasi con una sorta di rassegnazione, ormai assuefatto alla sua condizione... Fino ad ora. Fino ad una ragazza di nome Alison.
    Viene da chiedersi: fino a quando puoi continuare a subire? Fino a quando puoi far finta di niente? la risposta, per Trevor arriva quando entrambi rimangono vittima di un incidente stradale, ma a morire è lei... Poco prima che scoprisse il regalo che lui le aveva fatto (un busto che la raffigurava)... Trattandosi di un personaggio pubblico, che concorreva alla carica di sindaco, la morte di Alison suscita da subito clamore, il busto viene usato come monumento commemorativo, ma con il tempo tutto si calma, e a visitarla non viene nessuno. Tranne, stranamente, Trevor. Di solito, si trasferisce poco dopo la "morte", ma qualcosa lo ha spinto a rimanere. L'incidente è stato causato dal fatto che gli è apparsa, all'improvviso, la figura di un uomo incappucciato, per cui è tempo di scoprire chi egli sia. la figura si scoprirà essere il Mietitore di anime, incaricato di trasportare le anime nel posto che compete loro; quando Trevor lo affronta viene da lui trafitto, e (un mondo di dolore dopo) si trova in un luogo dove le anime fluiscono come in un fiume e si trova davanti un edificio dove incontra Eleazar, una figura ricorrente nella sua vita, l'unica che può dargli le risposte che cerca. Infatti si scopre che non solo si tratta del famoso Lazzaro, ma questi è anche il padre del nostro; dopo la sua resurrezione, la sua vita si fece più difficile, tutti lo guardavano in modo strano, come se non fosse no...

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    Last Post by aver2330 il 5 Jan. 2014
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  2. LA BANDA DELLA MAGLIANA -recensione di Paolo Lucaioli

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    By aver2330 il 18 Dec. 2013
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    Ho finito proprio ieri sera di leggere il volume “La Banda della Magliana” della BeccoGiallo.
    Premettendo che sono un grande appassionato degli anni ’70, degli Anni di Piombo e di tutti gli eventi ad essi correlati, devo dire che non mi ha eccessivamente entusiasmato e che diversi aspetti mi hanno lasciato perplesso.
    Ovviamente, prima di leggere il fumetto, bisogna completamente dimenticare le atmosfere del film, della serie e del libro “Romanzo Criminale”; non ci si trova infatti di fronte ad una storia romanzata ma ad un racconto dei principali eventi e delle principali vicende che hanno portato alla ribalta la banda nel corso della sua attività. La prima cosa che salta all’occhio (soprattutto dei meno informati) è la necessità di una conoscenza preliminare abbastanza approfondita dei fatti: un lettore poco documentato potrebbe valutare il volume come un lavoro non molto dettagliato, un po’ frettoloso ed a tratti confusionario.
    La mancanza di opportuni approfondimenti che aiuterebbero a delineare meglio le varie vicende ed i personaggi, potrebbe causare una certa difficoltà nella comprensione dell’intera storia. Alla fine del tomo è presente anche una Cronistoria, ma a mio avviso anche questa è troppo sintetica per poter essere considerata come uno strumento utile. E pur vero che gli stessi autori affermano che il fumetto “non è la storia epica e romanzata della Banda della Magliana” e che “non è cronaca pura, scritta con gli atti processuali alla mano”, ma da un saggio/fumetto di impegno civile (slogan della stessa casa editrice) mi aspettavo qual cosina di diverso con un po’ più di sostanza.
    Devo comunque dire che, nonostante tutto, la lettura risulta facile, piacevole e coinvolgente; inoltre questo volume mi ha fornito un nuovo punto di vista per analizzare ed approfondire un argomento di mio interesse (in passato mai avrei pensato di trovare un fumetto che parlasse della Banda della Magliana) e perciò sarà un piacere averlo nella mia libreria accanto ai vari libri di saggistica.

    Edited by aver2330 - 4/9/2019, 20:05
    Last Post by aver2330 il 18 Dec. 2013
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  3. LA MORTE DI DAMIAN di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 5 Dec. 2013
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    Appena ho visto immagini sull'evento ho pensato che non poteva essere, poi, ho scoperto che era vero...
    Onestamente, mi dispiace un mondo per Bruce, ma la prima parola che mi viene in mente è "spreco".
    Intendiamoci, Damian non è simpatico, e qui si rinasce ogni due per tre (in fondo sono tornati sia Jason Todd che Barry Allen) ma ha grandi potenzialità!
    O devo parlare al passato? Fa lo stesso, visto che lui è morto e Bruce, già devastato dalla morte di Jason a suo tempo, non so come prenderà la morte di suo figlio.
    Detto questo, che senso ha farlo morire? C'è stato un altro sondaggio? Dal poco che ho letto, c'erano un mare di possibilità di sfruttare sia il fatto che il ragazzo ha avuto poco a che fare con suo padre, e lo ritrova giusto il tempo per vederlo (apparentemente) morire. Deve così calarsi in un ambiente diverso da quello in cui è cresciuto e la sua "umiltà" non lo aiuta di certo, soprattutto nel rapporto con Tim.
    Deve inoltre essere il Robin di un uomo che non ritiene adatto al Manto, ma tutto sommato sarebbe stato divertente continuare a vedere i due "crescere" assieme, visto è considerato che
    1) sotto la sua spocchia tradisce una certa inesperienza e
    2) già si vede un certo cambiamento di carattere...
    Cosa succede invece? Torna Bruce Wayne! Poco male, visto che adesso Damian, oltre ad imparare a lavorare in squadra, dovrà anche "gestire" il rapporto con il padre (come del resto deve fare anche Batman)... E invece, dopo un reboot non così reboot, lo fanno morire! Sono io o non sanno cosa fare con i loro personaggi?
    Last Post by aver2330 il 5 Dec. 2013
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  4. IL CANTO DI NATALE DI BATMAN di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 26 Nov. 2013
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    Il Canto di Natale di Charles Dickens (1812-1870) ha goduto di innumerevoli versioni alternative e prenderlo come spunto narrativo è un grosso rischio. Si può rimanere nella tradizione (e non aggiungere nulla) o spaziare nella sperimentazione (stravolgendone i contenuti). Lee Bermejo, popolare disegnatore prima della WildStorm (sotto l’egida di Jim Lee) e successivamente punta di diamante della DC Comics, non fallisce la prova. Alla sua prima opera da autore completo, rivela spiccate doti narrative scegliendo un approccio non banale alla novella originale. Il protagonista della storia, una sorta di voce narrante, è un ladruncolo da strapazzo, un uomo che ha fatto macerie della sua vita ma che tra i detriti ha avuto la fortuna di trovare un gioiello sfavillante come il figlioletto Timmy. Incredibilmente, il “cattivo” è Barman!.E’ un uomo disilluso, spento, vuoto, la morte di Robin gli ha sottratto anche le ultime vestigia di umanità, riducendolo ad una mera ed ottenebrata macchina da combattimento. E’ un cavaliere davvero oscuro, un vecchio Scrooge che vive circondato solo dai suoi fantasmi. Eppure, tre “Visitatori” lo condurranno al cospetto delle sue scelte sbagliate. La “Gatta” (Catwoman) lo metterà di fronte al suo passato, riportandolo ai giorni in cui nel suo cuore c’era spazio per il gioco e persino per l’amore, Superman gli mostrerà il presente, rivelandogli la forza infinita ed universale della speranza nel cambiamento, ma troverà solo un uomo pieno di livore e di rancori. Alla fine Superman non potrà che compatire Batman, ma con l’innocenza di chi gli vuole bene. Infine, arriverà il terzo “Visitatore”, il Joker che lo inchioderà al suo futuro e all’orribile prospettiva di una morte solitaria e di una tomba dalla tristissima epigrafe : “Qui giace un pipistrello, è morto noioso, prevedibile e amato da nessuno”.

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    Però, anche la morte può essere una catarsi. La presa di coscienza della propria fine può essere il tramite per imparare a vivere davvero. Tutto ciò che serve è una seconda opportunità per aggiustare le cose, per rinascere dalle proprie ceneri ed avventurarsi in un faticoso cammino di “redenzione. Riuscirà Barman\Scrooge ad incamminarsi sul sentiero della rinascita? Starà a lui la scelta ma qualcosa ci dice che, alla fine, supererà l’indurimento del suo cuore e scoprirà che oltre il rancore e la vendetta che, comunque, rimangono elementi trainanti, esiste una forza prodigiosa chiamata amore. La rivisitazione di due “miti” (Barman e Dickens) è decisamente ben riuscita. Bermejo si conferma artista di altissimo livello mostrandoci immagini ricche e potenti , nello stesso tempo cupe e splendenti. Alcune seque...

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    Last Post by aver2330 il 26 Nov. 2013
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  5. IL GRANDE BELZONI di Federica Belloni

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    By aver2330 il 13 Nov. 2013
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    Finalmente il giorno che tanto attendevo è arrivato. Aspettavo impaziente l’uscita di questo albo, dopo aver partecipato alla conferenza tenuta da Walter Venturi alla Fiera Internazionale di Comics, dove introduceva l’uscita de “Il Grande Belzoni”.
    Appena aperto l’albo, troviamo nove pagine di testo nelle quali ci vengono raccontate la vita e le avventure di Giovanni Battista Belzoni, una magnifica introduzione (con tanto di foto identificative del protagonista) usata per far capire a chi non lo conosce cos’ha compiuto e chi è quest’uomo.
    TRAMA – Dopo numerose esperienze, il padovano Giovanni Battista Belzoni lavora in un circo, conosciuto come l’uomo più forte del mondo capace di sollevare 11 uomini e riscuotendo così un notevole successo. Sentendosi, però, solo un fenomeno da baraccone decide dopo aver incontrato la donna giusta per lui, Sarah e dopo averla sposata, di partire con lei e cambiare vita recandosi in Egitto. In questa terra antica e misteriosa, dopo immani fatiche, inganni e mille avventure, Belzoni diventerà uno dei più grandi scopritori dei primordi dell’egittologia. Ma questa sua ossessione per l’avventura lo porterà anche ad allontanarsi da se stesso..

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    Non posso che cominciare dicendo che questo è davvero un gran e bel romanzo a fumetti Bonelli e che si percepisce la passione e la curiosità per il soggetto della storia e l’impegno di Walter Venturi. Più che sfogliare delle tavole di fumetto mi sembrava di assistere alla proiezione di un film, dove la trama inizia lentamente per darci il modo di conoscere le sensazioni, l’ambiente e i compagni del nostro protagonista, per poi svolgersi in un susseguirsi di azioni e scoperte che coinvolgono irresistibilmente, per finire con la figura di un gigante inarrestabile che possente si eleva su un gruppo di indigeni in Africa.
    Veniamo messi di fronte ad un personaggio storico quasi dimenticato, un uomo grandioso, umile, generoso, testardo, ambizioso e geniale, un personaggio che da vita a tante cose senza mai purtroppo essere il centro, un eterno secondo, insomma. Belzoni è continuamente alla ricerca di un suo scopo personale, uno scopo glorioso che ripaghi le sue fatiche; è continuamente alla ricerca di se stesso tanto da trascurare e perdere le persone che ha intorno.
    I disegni di Walter sono davvero impeccabili, rendono bene per la trama storica, con un tratto curato e pieno di particolari, che riesce a trascinarti sotto il sole e l’afa del deserto, fra i tendaggi pieni di spezie e tabacco e sulle acque del Nilo circondate da meraviglie nascoste. La sua esperienza anche come sceneggiatore sa come e quando dosare i dialoghi e le didascalie, regala...

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    Last Post by Pietro Zerella il 13 Nov. 2013
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  6. VITAMORTE- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 9 Nov. 2013
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    Partiamo da una premessa: a me, Barry Windsor- Smith non è mai piaciuto.
    Tuttavia, ho avuto modo, di recente, di rileggere questa storia e ho un solo aggettivo per definirla: perfetta. Non ha la minima sbavatura. Invece della solita avventura di supereroi, qui abbiamo come protagonisti due esseri umani, così simili nelle loro fragilità.
    Ororo è stata privata dei suoi poteri, e quindi adesso una parte di lei è "morta", ovvero la parte che la faceva sentire in contatto con la natura e che la qualificava come "dea"; Forge, del canto suo, è un reduce del Vietnam il cui palazzo, come affermerà in seguito miss Munroe, serve solo a farlo sentire protetto e al sicuro, nonostante tutta la tecnologia di cui fa sfoggio grazie al suo potere mutante. E' anche una storia d'amore, visto che il destino ha deciso di intrecciare le loro vite: Ororo è stata privata dei suoi poteri da un'arma creata da Forge, che adesso la ospita in casa sua e la fa sentire una donna e di cui s'innamorerà, per poi odiarlo con la stessa intensità quando scoprirà il fattaccio.
    I due sono simili anche nel retaggio, di cui la prima è stata privata e che il secondo ha scelto di ignorare (e di questo gli verrà presentato il conto): l'una era una dea in contatto con le forze della natura, l'altro appartiene ad una tradizione che si fonda sugli spiriti della natura e che lo rende una sorta di "punto di connessione" tra scienza e magia". E' il primo incontro tra due anime gemelle, che purtroppo (ovvero per colpa degli autori dopo Claremont) non potranno passare la vita insieme.
    Certo, T'Challa è un richiamo alle radici africane di Ororo, ma è Forge che ha fatto emergere la donna dietro la Signora degli Elementi. Quando poi "morirà", Forge farà un triste riferimento al suo matrimonio, riferendosi a lei come "Ororo Ikadi T'Challa"... Peccato...
    Last Post by aver2330 il 9 Nov. 2013
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  7. NOI, ZAGOR -Recensione di Marco Caggese

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    Cinema e Fumetti
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    By aver2330 il 25 Oct. 2013
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    Veramente ben riuscito questo film-documentario sullo Spirito Con La Scure.
    La pellicola è articolata in 7 sezioni che spaziano dai creatori, alla produzione alla redazione, ai fans del personaggio. Si parte con una bella intervista a Gallieno Ferri, un uomo di 84 anni, pieno di una dignità e di un’umiltà commoventi. Ferri racconta come lui e Sergio Bonelli hanno creato passo-passo il personaggio, come è stato pensato fisicamente, il perché della scure (un’arma che doveva servire a non uccidere), e questo simpatico ragazzo ottantenne dice che lo disegna ancora perché si diverte a farlo.
    Moreno Burattini mostra quanto sia elaborata la gestazione di ogni numero, di quanto lavoro ed approfondimento ci sia dietro ogni vignetta, è parla senza mezzi termini del suo lavoro su Zagor come di una “missione”.
    Le corde del cuore vengono toccate quando la camera percorre i corridoi della Sergio Bonelli Editore, dense di colori, di carta, con mille tavole originali appese ai muri, tra scrivanie colme di scarabocchi, di appunti, di persone con il capo chino a tirar fuori quelle 100 pagine in bianco e nero che con tanta semplicità andiamo a comprare in edicola. Poi arriviamo alla scrivania di Sergio Bonelli, e tutto assume una dimensione diversa. Dietro questo “tarzanide” con una vistosa casacca rossa e 52 anni di vita editoriale c’è un universo di passioni, di dedizione e di vero amore da parte di tutti coloro che lo realizzano.
    E aldilà dell’aspetto tecnico ciò che traspare da questo film è la grande passione che lega i lettori a questo personaggio. Infatti l’ultimo capitolo è dedicato alla comunità di Zagoriani, italiani e non, uno strano popolo mosso da un legame ad un personaggio diventato un fenomeno della storia fumettistica italiana, dotato di un’etica, di una morale e di un senso della giustizia non facili da trovare altrove. I dati di vendita dicono che Zagor è l’unica testata Bonelli che, in tempi di crisi, non ha perso nemmeno un lettore, e questo qualcosa vorrà dire.
    I 70 minuti scorrono veloci, accompagnati dalle musiche di Graziano Romani, ed il film si chiude con una lunga (forse un po’ troppo) carrellata delle più celebri copertine degli albi dello Spirito Con La Scure: brividi in sala…


    Edited by aver2330 - 22/7/2020, 11:51
    Last Post by cristofaro il 27 Oct. 2013
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  8. WILL EISNER, UNA VITA PER IL FUMETTO di Massimo Gamberi

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 17 Oct. 2013
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    Quando si parla di biografie "autorizzate" si cammina sempre su un campo minato. Si corre il rischio di avere per le mani un volume di parte.
    Ci sono biografie autorizzate che tacciono parti "scomode" della vita del personaggio preso in questione.
    Non è però il caso di Will Eisner, una vita per il fumetto, straordinario libro di Bob Andelman, finalmente in italiano edito da DoubleShot. Questa versione italiana è diversa da quella originale, pubblicata in America. Comprende infatti una serie di interviste condotte dopo la pubblicazione dell'opera. Alcune, in
    particolare coi disegnatori Chaykin e Friedman, hanno lo scopo di chiarire alcuni punti rimasti in sospeso. Altre, come quelle con Darwin
    Cooke, Pete Poplaski, Gary Chaloner e Andrew D. Cooke, autore di un documentario su Eisner, hanno contribuito ad approfondire la conoscenza
    del corpus eisneriano. Per una volta tanto, si racconta innanzitutto l'uomo dietro la matita. Anche l'artista, ovviamente; ma in ogni caso si cerca di far luce proprio sull'Eisner uomo.
    Interessante il rapporto di grande complicità con la moglie, col fratello Pete, e soprattutto il rapporto con i figli.
    Si parte dall'inizio: dallo Studio Eisner & Iger con tutti i retroscena di quel pionieristico periodo. I primi comic books: all'inizio sono ristampe di
    strisce sindacate, poi contenitori di storie nuove, realizzate appositamente da "botteghe di fumetto", come quella diretta da Eisner e
    Iger. Poi, la sofferta decisione di staccarsi dal socio e creare il personaggio più famoso: THE SPIRIT.
    La biografia, inoltre, contiene un'infinità di documenti privati (la corrispondenza tra Eisner e Iger nel periodo successivo alla "rottura" tra i due) e di curiosità. Fa luce sul periodo post Spirit, che va dal 1952 all'inizio degli anni '70. Viene approfondito il rapporto tra Eisner e l'esercito (e la rivista da lui
    diretta: PS MAGAZINE). Il periodo della sua riscoperta (con le ristampe della Warren) e, soprattutto, viene affrontata in maniera scrupolosa e
    completa la seconda parte della sua carriera fumettistica, quella più autoriale e matura.
    Insomma un volume fondamentale per capire al meglio il mondo eisneriano. Il ritratto dell'Autore più innovativo di sempre,
    quello che al medium FUMETTO credette da subito, quando gli altri consideravano i giornalini solo spazzatura.
    Il prezzo di 30 euro è accettabile, anche perchè si tratta di un "librone".
    Da avere.
    Last Post by aver2330 il 17 Oct. 2013
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  9. LA PROTEZIONE DELL'INFANZIA

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    Inevitabilmente, nell’epoca dei social network l’uscita in edicola di un fumetto che ha basato tutta la sua strategia di marketing sulla comunicazione è stato oggetto di contesa mediatica . Orfani di Roberto Recchioni ancora prima di essere letto è stato sviscerato come in una sala settoria, scomposto e riassemblato, visto da sopra, da sotto di prospetto e di sbieco. Quello che vorrei riuscire a fare è semplicemente una valutazione meno isterica del lavoro di un autore che, nel bene o nel male, riesce sempre a smuovere le acque stagnanti dell’editoria italiana, La storia, ormai, l’abbiamo letta. I protagonisti sono un manipolo di ragazzini sopravvissuti miracolosamente ad un misterioso attacco alieno al pianeta Terra. L’evento catastrofico ha causato una reazione degli umani, della quale proprio i ragazzi diventano strumento, dopo aver ricevuto una rigida istruzione militare. Detta così, la vicenda sembrerebbe abbastanza banale e i rimandi ad innumerevoli precedenti sono in molti casi solari. La prima chiave di lettura è scontata, la solita invasione aliena, la scontata resistenza della specie umana e (probabilmente) la riscossa con la riconquista del pianeta. Se così fosse, in fondo, “Orfani” non si discosterebbe dal modesto Brad Barron di qualche anno fa che proprio quella sequenza di eventi proponeva. In realtà, Recchioni si dimostra molto più abile di Tito Faraci. Per prima cosa opera una cesura netta nella narrazione delineando due momenti che corrono paralleli tra loro: il passato (con l’addestramento dei potenziali guerrieri) e il futuro in cui la guerra è stata portata proprio sul pianeta d’origine dei nemici. Ciò lascia una zona inesplorata, quella del presente che potrà essere riempita come e quando vorrà l’autore. La mini di Brad Barron scorreva placida e senza grandi scatti, Orfani è un dramma in progressivo svolgimento, in cui la sopravvivenza dei personaggi non è affatto scontata….Si dirà: “è l’ennesimo racconto di formazione, una sorta di via italiana al Gioco di Ender oppure ai Fanti Spaziali di Heinlein o ancora a mille altri esempi legati alle conoscenze e alla sensibilità dei lettori. Può essere vero ma la Science Fiction è tutta fatta di rimandi ad opere precedenti e le zone narrative devono avere, comunque, un confine limitato per rimanere nel genere, una eccessiva eversione snaturerebbe l’essenza stessa delle tematiche. Asimov, Clarke e tutti i grandi del settore non hanno creato nulla di sconvolgent, hanno solo modellato la materia già esistente con la incredibile forza visionaria delle loro menti, Recchioni, nel suo piccolo, compie un’operazione simile mescolando nel suo calderone una serie di ingredienti. Com’è la zuppa?.....Magari non vincerebbe a Masterchef ma non è neppure così indigesta. La...

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    Last Post by Michele Baldassarri il 16 Oct. 2013
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  10. STEAMBOY di Ermelinda Tomasi

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    By aver2330 il 9 Oct. 2013
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    Quando mi recai in fumetteria qualche annetto fa per acquistare un manga nuovo, mi soffermai sulla copertina di Steamboy e mi piacque subito. Quello che mi attirò fu la grafica dei personaggi e del background. Vidi anche il prezzo, sei euro, ma alla fine presi la decisione di acquistarlo e di certo non me ne sono pentita. Non sapevo ancora di cosa parlasse, ma quando ne iniziai la lettura fui presa dalla storia tipicamente steampunk, filone fantascientifico che io amo molto.
    Il protagonista è uno, un ragazzino nato in una famiglia di inventori; gli faranno da cornice altri ragazzini più o meno coetanei, con i quali condividerà la sua passione per le macchine a vapore e grazie ai quali riuscirà a superare le avversità che gli si presenteranno lungo la strada. Si spazia tra ambienti fini ed aristocratici a quelli più poveri e malfamati, come gli slam di Londra. In tutto il manga permane quel senso di amicizia genuina, tipica tra i ragazzini senza troppe pretese.

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    Scritto da Katsuhiro Hotomo e disegnato da Yu Kinutani, An adventure story of Steamboy fu pubblicato in Giappone dalla casa editrice Kodansha, in due volumi, nel 2007. In Italia dalla Star Comics, sempre in due volumi, nel 2010.
    Siamo nell’Inghilterra vittoriana del 1863, a Manchester, in una realtà alternativa del XIX secolo.
    Ray James, ovvero Ray Steam, è un inventore. Appartiene alla terza generazione degli inventori Steam, ossia suo padre e suo nonno Lloyd, ex-giocattolaio, attualmente entrambi in America al lavoro in una grande azienda. Il nonno, prima di partire, gli regala un orologio con figure meccanizzate, ma purtroppo il meccanismo che segna le ore non funziona. Considerati piuttosto stravaganti, Ray è fiero di loro e un giorno aspira a diventare come loro.
    Infatti, egli impiega il suo tempo a perfezionare un’invenzione: una monoruota compatta autopropellente a vapore (motrice a vapore), formata da una caldaia alimentata da carbone e legna, ma a causa della scarsa precisione delle viti, la struttura non riesce a resistere alla potenza del motore.
    Ray ce la sta mettendo tutta per terminare la sua monoruota perché è intenzionato a partecipare alla famosa coppa Stephenson, l’inventore della locomotiva a vapore. Ray usa il vapore compresso ad alta pressione come energia del motore ausiliario.
    Il suo motto è: “non c’è progresso scientifico senza correre dei rischi”
    Ray è circondato da persone premurose come la mamma ed Emma, sua amica. C’è anche Paul, aspirante giornalista sempre in cerca di scoop eclatanti. Quest’ultimo crede in Ray e nel fatto che un giorno egli possa diventare un grande inventore, proprio come suo padre e suo nonno.
    Un giorno, entrambi boicottano la lezione e si recano alla stazione di Manchester per vedere ...

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    Last Post by aver2330 il 9 Oct. 2013
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