BACK TO THE BASICS: il blog

  1. ARROWSMITH, IL FASCINO DELLA DIVISA- recensione di Alfonso Verdicchio

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    By aver2330 il 5 Oct. 2013
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    Anche se la realtà come la conosciamo cambia profondamente, certi errori dell'Uomo sembrano inevitabili. Così anche in un mondo in cui la magia la fa da padrona a discapito della tecnologia e l'Uomo convive con altre razze di natura magica, la prima guerra mondiale divampa inevitabile. L'uso della magia non rende la guerra meno devastante anzi i due "blocchi" cominciano una "guerra agli armamenti" che rende il conflitto sempre più devastante.
    Mentre l'Europa precipita nel baratro dall'altra parte dell'Oceano si sceglie la neutralità. Non tutti però vogliono restare fuori dal conflitto. E' il caso del giovane Fletcher Arrowsmith che scappa di casa e decide di arruolarsi come volontario tra gli avieri, l'arma di maghi volanti che hanno come "compagno" un piccolo drago. Fletcher è convinto che sia necessario combattere al fianco degli alleati anglo-francesi per debellare il "male" costituito dal blocco degli imperi centrali, ma è attirato anche dalla divisa e dalla possibilità di provare l'ebrezza del volo.
    Dopo un periodo di addestramento in cui continua a cullare i suoi ideali, il nostro si ritrova sul campo di battaglia.
    E qui Busiek provvede a far sbriciolare le convinzioni di Arrowsmith pezzo a pezzo man mano che va avanti a combattere.
    Subito, alla prima sortita, perde tutta la sua squadra e il suo migliore amico. E man mano che va avanti vede nuovi orrori, combattimenti sempre più cruenti, e l'uso della magia sempre più smodato e senza controllo. La magia qui infatti viene presentata come un ulteriore strumento di morte e di devastazione. Tanto che persino gli dei voltano le spalle all'Umanità.
    Per ultimo anche la sua convinzione di star lottando per il bene viene meno quando partecipa ad un'incursione aerea che spazza via un'intera città a causa di un incantesimo troppo potente per essere controllato.
    Busiek supportato dagli ottimi disegni di Pacheco ci parla degli orrori della guerra filtrandoli attraverso vari generi, dal fantasy, all'horror, fino allo Steampunk amalgamandoli ottimamente. Lo stesso Fletcher sembra assomigliare più a un eroe da romanzo che non a un indistruttibile supereroe che affronta i pericoli e gli orrori della guerra a testa bassa senza farsi domande.
    Pacheco fa la sua parte ottimamente, le sue tavole sono minuziose e le sue invenzioni grafiche descrivono magnificamente questo mondo parallelo al nostro e rendono più che plausibile la convivenza tra i vari generi citati.
    Insomma una miniserie in cui le tematiche affrontate sono forti e fanno riflettere. E magari spingeranno anche qualcuno a leggere un romanzo come "Niente di nuovo sul fronte occidentale" che descr...

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    Last Post by aver2330 il 5 Oct. 2013
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  2. IL MALE INCARNATO

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    By Pietro Zerella il 1 Oct. 2013
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    TITOLO ITALIANO : TESCHIO ROSSO – IL MALE INCARNATO
    (Panini Comics- Pagine 112-Prezzo : Euro 12,00)
    TITOLO ORIGINALE : RED SKULL INCARNATE
    (Red Skull Incarnate Dal N°1 (settembre 2011 al N°5 (Gennaio 2012) Marvel

    TESTI : GREG PAK
    MATITE : MIRKO COLAK
    CHINE : MIRKO COLAK
    COPERTINE : DAVID AJA

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    Partita con ottimi propositi, l’esperienza della cosiddetta Repubblica di Weimar si rivelò ben presto fallimentare. La debolezza politica interna e le ferite lasciate dalla Grande Guerra avevano trasformato la Germania in uno Stato fragile e caotico. La crisi economica aveva raggiunto una dimensione spaventosa : l’iperinflazione (“16 miliardi di marchi per una bustina di sale!” e la disoccupazione (che coinvolgeva una larghissima parte della popolazione ) avevano fatto da terreno fertile” per la demagogia (sia di destra che di sinistra) che infiammava le masse. E’ il 1923 e Johann Schmidt (L’uomo che diventerà il terribile Teschio Rosso) è solo uno dei tanti ospiti dell’Istituto di Monaco per Ragazzi difficili. Ha nove anni e tutta la sua vita si basa su una sola regola: sopravvivere. L’impresa non è affatto facile, bisogna essere furbi, stare sempre un passo avanti e nello stesso tempo guardarsi alle spalle. Se è utile, qualsiasi compromesso è accettabile (persino fingersi ebreo) , se le circostanze lo richiedono, tutto e tutti sono sacrificabili. L’importante è vivere per trovare il proprio posto nell’Ordine costituito. In un paio di mesi, agli inizi del 1933, un milione e seicentomila tedeschi formalizzano la loro iscrizione al Partito Nazista: Johann è uno di essi…..La sua escalation è appena cominciata; rapidamente supera tutte le tappe intermedie e riesce ad entrare nelle grazie del Fuhrer (Di più non dico, per non togliere il gusto della lettura…) che, forse intravede negli occhi di quel giovane una scheggia della sua follia. Un viaggio nel passato e nell’animo di quello che diventerà uno dei più riusciti “Villain” della Marvel, in cui la biografia romanzata di Schmidt va ad incastrarsi con abilità ai fatti storici realmente accaduti. Johann è nato già “cattivo” o lo è diventato?....La sua storia può essere assimilata a quella di tutti coloro che hanno accettato e fatto proprie le regole della barbarie nazista?...
    Greg Pak che, come sceneggiatore di Super-eroi non mi convince più di tanto, riesce davvero a fare un buon lavoro, replicando l’ottima qualità della sua precedente opera, Testament”, in cui venivano svelate le origini di Magneto. La sceneggiatura è scorrevole e descrittiva e, per quanto possibile, persino rigorosa . Probabilmente, Il Male incarnato non entrerà nel novero dei “capolavori” ma non è un’opera trascurab...

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    Last Post by Pietro Zerella il 1 Oct. 2013
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  3. I VIAGGI NEL TEMPO DI ALLEY OOP di Pietro Zerella

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    Storia del fumetto
    By aver2330 il 24 Sep. 2013
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    La letteratura fantastica ed il Fumetto che ne è una diretta emanazione si basa su alcuni capisaldi. Tra essi rivestono un particolare fascino l’ambientazione preistorica e la possibilità di viaggiare nel tempo. Ottanta anni fa un personaggio riuscì ad integrare in sé stesso, in maniera mirabile, queste due tematiche. Si Chiamava Alley Oop (Da noi Up il Cavernicolo) ed era un simpatico uomo preistorico dall’aspetto vagamente scimmiesco e dal corpo tozzo che si appoggiava saldamente su grosse gambe elefantine.Il creatore di questa divertente striscia ambientata tra antichissimi vulcani e mastodontici (e anacronistici) dinosauri era un giovanotto nato nello Iowa nel 1900: Vincent T. Hamlin. Vincent aveva alle spalle una storia molto particolare…Partito volontario per il Fronte europeo, aveva avuto uno spiacevolissimo incontro ravvicinato con l’iprite tedesca che lo aveva lasciato intossicato ed ustionato. Durante la sua lunga convalescenza, aveva scoperto la sua felice vena di narratore, rallegrando i compagni di corsia con le sue vignette umoristiche. Ritornato in America, dopo alcune esperienze lavorative poco proficue, ebbe modo di fare amicizia con un geologo che lo “iniziò” ai piaceri della paleontologia. Da quel momento,la preistoria divenne per lui una sorta di benevola ossessione. Quando, nel 1933, la NEA, una grossa agenzia di distribuzione giornalistica, gli commissionò la creazione di una nuova striscia Vincent non battè ciglio. Rapidamente progettò il suo protagonista, un cavernicolo dal corpo robusto e dalle braccia vagamente animalesche con una faccia dal naso importante incorniciata da una barbaccia incolta a sottolinearne l’aspetto decisamente arcaico. Restava da decidere il nome della striscia e l’autore si ricordo di quell “Alley Oop”, il grido d’incitamento che gli acrobati circensi si lanciavano nel momento culminante della loro esibizione. Tutto era pronto e il successò gratificò immediatamente le audaci scelte di Hamlin, portando l’irsuto ominide a diventare il beniamino di milioni di lettori. Le disavventure del protagonista e della sua combriccola di amici ebbero facile presa sul pubblico, le gags erano sempre coinvolgenti e mai banali e le continue trovate autoriali davano sale alle vicende. Le tigri dai denti a sciabola e gli stegosauri, che rendevano difficile la vita quotidiana dei nostri progenitori, svilupparono nei lettori dell’epoca una forte empatia e una spiccata simpatia per quell’omaccione burbero e sempre pronto a menare le mani ma coraggioso e dotato di un innato senso di giustizia. Le storie del regno di Moo (chiaro riferimento a Mu, il fantomatico continente scomparso), i cui abitanti testardi e rissosi erano continuamente impegnati in controversie coi regni vicini (Tra i quali...

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    Last Post by aver2330 il 24 Sep. 2013
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  4. AMAZING SPIDER- MAN #700: FU VERA DISGARZIA?- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 16 Sep. 2013
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    Non ho nessuna remore ad ammettere che, saputo che Doc Ock e Peter si sarebbero scambiati di corpo, sono rimasto sconvolto. Non ci volevo credere, per me era una cavolata megagalattica, quasi un insulto (ok, forse è meglio togliere il "quasi")...
    Eppure, dopo essermi trovato tra le mani il fatidico numero, e aver letto la storia, non posso, in tutta coscienza, non chinare il capo, persino davanti a Humberto Ramos, che mi sta leggermente sulle balle dai tempi di Superboy (ergo, dall'inizio).
    Certo, con un escamotage hanno tolto la difficoltà dei ricordi, ma le scene di Peter che incontra tutti i suoi defunti e Octavius che rivive la vita del suo arcinemico hanno un pathos come pochi, quasi a voler mostrare come in fondo non possa andare così male nel ruolo (forse).
    Inoltre, la figura di Otto Octavius riceve un certo smalto perduto: JJJ lo identifica come un fallito, ed in effetti egli stesso lo pensava ai tempi della sua redenzione, quando aveva come compagna la statuaria Stunner (a dimostrazione che il fisico non è tutto). Sfortunatamente, gli autori hanno fatto morire quel Doc Ock per mano di Kane...
    Certo, meglio giocarsela con lo stesso personaggio di sempre che non sfruttare appieno la sua trasformazione... Otto è sempre andato fiero del suo genio e trattava con disprezzo gli altri, che considerava indegni; eppure aveva riconosciuto nel Ragno, se non un suo pari, almeno uno spirito affine. Quando, alla fine del loro scontro, Peter riesce a mostrare la sua vita ad Octopus, questi non riesce a farsi carico di tutta quella sofferenza... Mentre combatte, gli vengono in mente i ricordi che Peter ha di Zia May... Ammettiamolo, in fin dei conti la cosa può essere una gran trovata. Certo, il fatto che, alla fine, "Superior Spider- Man" faccia riferimento al suo genio e alla sua ambizione non fa sperare questo granchè, ma onestamente avrebbe potuto andare peggio! Pur non essendo ancora del tutto convinto, sono per dargli una chance


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 12:40
    Last Post by raes il 19 Sep. 2013
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  5. L'ULTIMA GIOVENTU'- di Nicola Paolo Chiodi

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    By aver2330 il 16 Sep. 2013
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    In un futuro non lontano l’umanità è stata decimata,probabilmente a causa di una guerra .In una città che si trova in stato semi-apocalittico,gli adulti sono scomparsi a causa di una delle pericolose radiazioni provocate da una delle ultime bombe e con essi vengono colpiti anche i ragazzi che hanno raggiunto la pubertà e sviluppato la maturità sessuale. I bambini si ritrovano da soli senza fratelli maggiori, senza protezioni, sono liberi, ma anche esposti al pericolo, devono fare i conti con molte avversità,con la lotta per sopravvivere. In un clima di crescente violenza che farà emergere alcuni dei lati peggiori dell’animo umano.
    L’Opera si sviluppa in episodi apparentemente autoconclusivi che con lo scorrere della narrazione acquisiscono continuità narrativa così come il delinearsi dei personaggi principali( che divengono chiari solo più avanti nella narrazione) e la loro conseguente caratterizzazione.
    I vari aneddoti raccontati durante la storia illustrano la perdita dell’innocenza dei protagonisti che in un mondo ormai dominato dal caos dove , loro malgrado, si ritrovano a riprodurre gli stessi difetti della società in cui sono nati, ed emergono così il disorientamento, la vulnerabilità, la codardia, la vanità, la diffidenza, l’avarizia, la mancanza di solidarietà,l’assenza di veri modelli di comportamento,l’ attacamento al superfuo, e una serie di sentimenti e atteggiamenti che hanno contribuito a creare quella drammatica situazione e quella città morta. L’adolescenza qui è come una spada di Damocle che pende sui giovani protagonisti intimoriti dai possibili effetti che le radiazioni potrebbero ancora avere su di loro,ora obbligati a prendersi delle responsabilità.

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    Gli episodi possono articolarsi in due blocchi, nel primo si presenta una situazione post-olocausto con ambienti claustrofobici urbani disseminati di rifiuti e cadaveri e un senso di abbandono e desolazione. Nel secondo parte sugli spazi aperti delle campagne, la fuga dalla città alla ricerca di un luogo dove stabilirsi, e il loro viaggio è simbolico di un cammino verso l’emancipazione.Anche nei campi continua la lotta per la sopravvivenza ancora attanagliata dalle insicurezze e dalle paure che i personaggi si portano dietro.
    Uscito nel 1982, l’ultima Gioventù ,conosciuta anche col titolo “dopo il grande splendore” è l’edizione italiana de “El ultimo recreo”. conferma il talento dei due celebri artisti argentini che collaborano ancora una volta alla realizzazione di un piccolo gioiello del fumetto argentino. La narrazione di Trillo è delicata ed essenziale, i disegni di Altuna rendono molto bene le atmosfere desolate e
    Il degrado de...

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    Last Post by ELIANA il 8 Dec. 2013
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  6. WAR OF KINGS (O "L'ARTE DI GOVERNARE")- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 13 Sep. 2013
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    Come sempre, con il passare del tempo, quando si rilegge un fumetto si possono scoprire cose nuove rispetto a prima: in questo caso, War of Kings mette in mostra diverse... "tipologie" di sovrano.
    Vulcan: è il tiranno pazzo, a cui piace esibire la sua forza e che è troppo ottuso e/o inesperto per seguire le opinioni di qualcun altro che non sia sé stesso; purtroppo i suoi deliri di potenza hanno portato dalla sua parte gli Shi'ar a cui mancava un impero più attivo, con cui ribadire la loro potenza, un pò come fece Hitler con la Germania.
    Ronan: in passato visto come un presuntuoso usurpatore, ora è un "sovrano per forza", un traghettatore ben conscio dei limiti raggiunti dal suo popolo (limiti che sembravano superati in Maximum Security, ma tant'è...). Da notare come il suo carattere arrogante sia stato smussato e portato a più miti consigli, forse dovuto al peso che porta.
    Gladiatore: Kallark (questo il suo vero nome) si trova in una situazione simile a quella di Ronan, ma se ne differenzia per il semplice fatto che in tutta la sua vita non ha fatto che servire fedelmente il trono, come lui stesso spiaga. I majestor vanno e vengono, l'unica costante è lui. Persino il suo "tradimento" è dovuto a quello che lui pensa sia il bene del popolo Shi'ar... Alla fine della guerra, con l'impero devastato, il fatto che sia lui ad assurgere al rango più alto è in fondo nel corso naturale delle cose. Lilandra: è la sovrana legittima dell'impero Shi'ar, che ha guidato con saggezza fino a che Morrison prima e Vulcan poi non hanno deciso altrimenti. E' il volto saggio e regale del potere, che ha esercitato con grande equilibrio, non permettendo che i suoi sentimenti interferissero con il suo ruolo. Medusa: sia qui che nel precedente tie- in di Secret Invasion dimostra un'alterigia che le fa difetto. Sa di essere una sovrana, di dover governare, ma le manca la sensibilità nel farlo. Crystal: sposata a Ronan, non vede di buon occhio tale matrimonio, ma è ben consia delle sue responsabilità in merito, ed è il "volto umano" della famiglia reale inumana presso i kree. Malgrado tutto il tempo passato, qui è quasi troppo insicura, schiacciata dal peso di responsabilità che non vorrebbe, e solo nell'episodio a lei dedicato mostra le sue vere capacità; alla fine è proprio lei a spingere Kallark verso il suo destino, commentando saggiamente che, a volte, per servire il trono devi ESSERE il trono.
    Chiudiamo la carrellata con il nobile Freccia Nera: in questa saga è un pò in chiaroscuro, ma l'unica cosa che gli importa e gli è sempre importato è fare il bene del suo popolo. Ha sempre guidato gli Inumani, cercando di tenerli nascosti e allo stesso tempo...

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    Last Post by aver2330 il 13 Sep. 2013
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  7. STREET FIGHTER III di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 13 Aug. 2013
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    Anche l'universo di Street Fighter entra nel mondo dei manwha e lo fa con il botto, visto che il suo autore è Hui King Sum, lo stesso di Super Shen!

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    Partiamo con dei piccoli distinguo: i nomi dei personaggi sono in originale, quindi il comandante Vega corrisponde all'arcade M. Bison, che a sua volta in originale è il pugile nero, mentre Balrog è lo spagnolo con la maschera. La forza dei nemici si valuta in base al "colore" della loro energia; i livelli sono quindi sette: bianca, gialla, verde, rossa, blu, viola e nera. Gli avvenimenti si svolgono molto tempo dopo il confronto tra Ryu, Ken e Vega. Il cast comprende i personaggi più importanti della saga più un nutrito numero di nuove leve: Sean, che assistendo al duello finale assorbe l'energia dell'Hadoken e dello Shoryuken, ma all'inizio non è in grado di esprimerli al meglio; diventerà allievo di Ryu, assisterà Ken per un breve periodo, per poi scoprire di essere il figlio di Urien e diventare avversario di Ken, da cui non si sente apprezzato. Alex, figlio del comandate Vega, che uccise sua madre: questa era una prostituta, quindi indegna di generare il suo erede. Il suo scopo principale è quindi di vendicarsi: all'inizio non è molto forte, visto che cela dentro di sé una grande potenza che è però sigillata, ma poi diventa allievo di Gouki che gli insegnerà l'Ashulo; successivamente anke suo padre lo aiuterà e i due avranno un "amichevole scambio" (leggesi si meneranno come fabbri) durante il quale Alex sembra prevalere, ma Vega lo inganna e sembra ucciderlo. Tuttavia Alex si salva grazie allo spirito di Gouki, e dopo varie vicissitudini, il padre morente gli lascia la tecnica del Pugno Superatomico: a questo punto il ragazzo se la prende con Ken che lo ha privato dello scopo della sua vita. Abbiamo poi Ibuki, giovane ninja che segue Alex nelle sue peregrinazioni e si innamora di lui; nel corso del manhwa scopre di essere la figlia di Gill. Infine abbiamo la giovane Elena, compagna di allenamenti di Alex e che si prenderà cura di Nash (figlio di Ken), il suo maestro Oro (gran bastardo, padre di Dhalsim, stavolta malvagio, che vuole vendicarsi di Gill e Urien) e Dudley, pugile tirapiedi di Gill. I nemici, già accennati prima, sono i due fratelli Gill e Urien (precedentemente noto come Jagger): essi hanno un duplice scopo, ovvero liberarsi della maledizione di famiglia e uccidere Gouki, che ha ucciso loro padre e stuprato e ucciso la loro madre. ma in cosa consiste tale maledizione? Tempo fa un loro avo raggiunse l'energia nera e volle sfidare il cielo.

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    Per tutta risposta, fu condannato a morire prima dei 40 anni, a meno ...

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    Last Post by aver2330 il 13 Aug. 2013
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  8. KING OF FIGHTERS ZILLION- di Luigi Riggio

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    Manwha
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    By aver2330 il 2 Aug. 2013
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    E Dio disse "Che ci sia Andy Seto"... Ed Andy Seto fu. Infatti grazie a lui, anche King of Fighters, come il suo "rivale" entra nella schiera dei manhwa e lo fa con stile! La trama è slegata dal torneo vero e proprio (di cui si disputa l'edizione '99) e vede la risoluzione della "Saga del Grande Serpente" iniziata nel '96 con Goenitz e continuata nel '97, quando i Tre Sacri Guerrieri Kyo Kusanagi, Yori Yagami e Chizuru Kagura affrontano Yamata- No- Orochi reincarnatosi nel corpo di Chris. Dopo lo scontro, gli esponenti dell'organizzazione N.E.S.T.S. rapiscono Kyo per creare dei cloni in cui impiantare tutte le tecniche dei guerrieri più forti e conquistare il mondo. Peccato che Yori, intenzionato a ritrovare il rivale per ammazzarlo (???), vda al salvataggio ed insieme a questi riesca a batterli. Ma è una vittoria di Pirro: Kyo e Yori si affrontano per dirimere una volta per tutte la questione tra loro, ma si scopre che, in seguito agli esperimenti fatti su di lui, Kyo ha perso i poteri!! Mentre si autocommisera, si svolge il torneo e debutta K', che, in squadra con l'amico Maxima, Benimaru e Shingo sconfigge Krizalid (membro di N.E.S.T.S.) e ponga fine al piano sui cloni (con Heidern a mettere la ciliegina sulla torta). Fattostà che Yuika Makishima, un altro esponente dell'organizzazione, rapisce Kyo e Yuki con l'intento di portare a termine il sacrificio e usare Orochi per dominare il mondo... Le cose non vanno secondo i piani: stavolta il Grande Serpente si reincarna in Jean, il fratellino di King e tocca ad un risorto Kyo risolvere il tutto! Orochi entra nella Dimensione Oscura insieme a Yuki, con il Nostro alle calcagna. La missione si comnplica quando Kyo scopre che ha solo 9 ore di tempo per battere Orochi e gli Otto Ashura, prima che un'eclissi porti il mondo alla distruzione, e, come se non bastasse, deve anche impedire al Grande Serpente di vampirizzare le energie dei suoi amici! Oltretutto sopraggiunge anche Yori: vuole essere lui ad ammazzare Kyo!! Dopo un breve scontro con il rivale, il piano cambia: arriverà da Orochi prima di lui, lo batterà dimostrandosi il migliore e poi lo ucciderà... Manco a dirlo il piano non va a buon fine (in fondo anche in lui scorre il sangue del Serpente) e i due rivali si ritrovano a combattere una battaglia impari contro il Grande Serpente. Soltanto l'intervento di Chizuru e degli Oggetti Sacri pone fine allo scontro e consente di riportare tutto alla normalità... Ma quando mai! Perchè se il nemico ancestrale è stato battuto, non così lo è N.E.S.T.S., che prova ancora a uccidere Kyo, usando prima Rugal e poi Ron, ex leader del clan Hizoku. Kyo capisce che per affrontare l'...

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    Last Post by aver2330 il 2 Aug. 2013
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  9. KING OF FIGHTERS 2001- di Luigi Riggio

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    Manwha
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    By aver2330 il 2 Aug. 2013
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    Dopo il capolavoro di Andy Seto, ecco quello che si può definire un "coitus interruptus", più interruptus che coitus (come spiegherò meglio dopo).
    L'opera prende alcune mosse da Zillion, ma ha alcune differenze: Kyo viene sempre rapito alla fine dello scontro con Orochi/Chris, viene sempre salvato da Iori, ma non recupera i suoi poteri. Inizia l'edizione 2001 del King of Fighters, stavolta organizzato nientepopodimenoche dalla stessa organizzazione N.E.S.T.S., che schiera un suo gruppo in cui l'elemento di spicco è quello psicopatico di K9999, ultimo genemodificato della serie K, ultimo perchè non più perfezionabile. Il suo scopo è sconfiggere sia K' che Kyo, in modo da dimostrare la sua superiorità e rifarsi del suo essere poco considerato. Attrattiva di questo torneo è il ritorno di Kyo Kusanagi e, di conseguenza, di Iori Yagami. Ma Kyo, come detto in precedenza, è con le forze al lumicino e purtroppo, anche se il commentatore dice "Si racconta che se Kyo Kusanagi combattesse alla massima potenza, potrebbe vincere il King of Fighters da solo, senza che i suoi compagni muovano un muscolo" (la miglior definizione possibile), quest'anno non corrisponde alla verità, come si scoprirà fin dal primo incontro, quando il Nostro verrà sconfitto senza colpo ferire da Mai Shiranui, lasciando le sorti dello scontro tra Japan Team e Women Team al solo Benimaru. Naturalmente Iori non prende bene la cosa: come, lui si è presentato solo per combattere contro l'eterno rivale, e questi fa una figura così pietosa?!? Inferocito, vuol chiudere subito i giochi e accopparlo, ma viene fermato da K999. Ne nasce uno scontro tra i due, che vede Iori Yagami spedito addirittura fuori dallo stadio!!! Altro battibecco di K999 e, stavolta, K'(che, come al solito, non se ne frega di niente): quest'ultimo viene messo alle corde, ma Foxy risolve la situazione richiamando all'ordine il pazzoide. A questo punto incominciano una serie di flashback che ci raccontano i retroscena del torneo con il ritorno di Kyo nei panni di G- Mantle, misterioso uomo mascherato che attacca le squadre iscritte al torneo per saggiarne le capacità, l'esordio di May Lee nel Korea Team, la formzione del K' team, l'ennesimo scontro tra lo stesso K' e il (ari)redivivo Krizalid, lo scontro tra Krizalid e K999 per decidere l'ultimo componente del N.E.S.T.S. Team, Benimaru che scopre Kyo e gli offre il suo aiuto, ecc. Alla ripresa del torneo, vediamo Benimaru superare Mai per poi ritrovarsi addosso Li Xiangfei e, ormai al lumicino, King: sulla carta ormai non c'è partita, ma la determinazione di Benimaru Nikaido spinge King a "lasciargli" il match (visto che lei, al contrario,...

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    Last Post by aver2330 il 2 Aug. 2013
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  10. LE STORIE: NOBODY recensione di Federica Belloni

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    By aver2330 il 1 Aug. 2013
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    Dopo “Il Lato oscuro della Luna” (numero 5 de “Le Storie”) ecco un’altra bellissima storia abilmente scritta da Alessandro Bilotta. 114 pagine che si leggono tutte d’un fiato. Una storia che coinvolge il lettore, lo trascina nelle avventure e nelle tempeste in pieno oceano popolato da mostri marini enormi e spietate sirene.

    La trama racconta di Nobody, un marinaio senza nome né genitori che in passato ha fatto parte della gloriosa flotta di sir Harry Burrard-Neale. Egli èritenuto da tutti un pazzo vaneggiante il quale,seguendo le indicazioni di un moribondo trovato disperso in mare, decide di intraprendere un lungo viaggio per recuperare sua moglie Molly, rapita due anni prima dal terribile pirata Ahriman.

    Questa sceneggiatura, riporta alla mente vecchi racconti e storie di ragazzi che hanno fatto la storia della letteratura.
    Lo stesso protagonista, Nobody, che veste alla perfezione i panni dell’amato Ulisse di Omero, Sandokan “La Tigre della Malesia”, Janex de Gomera, personaggio della mente dello scrittore Emilio Salgari, amico fedele di Sandokan nel ciclo romanzesco de “I Pirati della Malesia”, che viene abilmente disegnato da Vitrano, il quale attraverso il suo tratto riesce quasi a farci immaginare il volto di Philippe Leroy, attore che interpretava Yanez nello sceneggiato televisivo del 1976 “Sandokan”. Infine troviamo il Principe Dakkar, che, se non ricordo male, sarebbe l’alter-ego indiano del Capitano Nemo (nobile polacco).

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    Durante il racconto, si è come rapiti dal personaggio di Nobody; mentre si legge l’albo viene da chiedersi “Ma è vero ciò che dice?” o “Riuscirà a trovare sua moglie Molly?”.
    La vita di un pirata è movimentata, in generale, ma quella di Nobody è assolutamente e freneticamente senza senso e fino alla fine della storia non c’è nessun elemento che ci aiuti a indovinare quale possa essere la conclusione di questa avventura.
    Solo a pagina 77, Bilotta lascia trapelare qualcosa e alla fine, ci fa scoprire che l’amata Molly non è stata rapita da Ahriman, ma che in realtà lei lo ha sposato ed ha avuto una figlia, che Nobody vedeva nelle sue visioni, convinto che fosse sua.

    Quando Nobody si rende conto di quale sia la verità che nascondeva dentro la sua mente, mette una certa tristezza questo finale. Consumarsi eternamente in ricordi che dovrebbero essere seppelliti, aggrapparsi costantemente ad una speranza inesistente è un vano ed inutile tentativo di correggere le situazioni spiacevoli della nostra vita. Nobody credeva di avere questo potere, ma alla fine capisce di essere un figlio del mare non del mondo.

    Bellissimi i disegni di Vitrano dal porto avvolto nella nebbia...

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