BACK TO THE BASICS: il blog

  1. ALIEN LEGION di Alfonso Verdicchio

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    By aver2330 il 12 June 2014
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    Gli anni '70 per le major del fumetto statunitense, ovvero Marvel e DC comics, furono parecchio duri. La crisi di vendite derivata da quella creativa rischiò infatti di far chiudere definitivamente le due case editrici.
    Nel 1978 finalmente arrivò ad occupare il posto di redattore capo della Marvel Jim Shooter, il quale ebbe da subito le idee chiare.
    Oltre infatti a ristrutturare l'intero parco testate della casa editrice affidandole ad autori giovani e di grande talento, intuì anche la necessità di creare nuove tipologie di formato editoriale e di sfruttare la rapida diffusione del Mercato Diretto che proprio in quel momento si stava sviluppando velocemente.
    Il mercato diretto prevede la distribuzione dei fumetti solo all'interno del circuito librario e delle fumetterie. In questo modo si salta la distribuzione generica (cioè quella nella edicole) che ha il difetto di rendere al distributore il materiale invenduto. Con il mercato diretto si stampa solo il quantitativo prenotato senza rischio di reso e questo permette di valutare più correttamente eventuali rischi di perdita economica.
    Nel 1980, nasce la Epic Comics, etichetta i cui fumetti sono distribuiti solo nel Direct Market. L'ispirazione per la nascita di questa nuova etichetta così come il nome trovano la sua origine nella rivista antologica a fumetti Epic Illustrated.
    Si trattava di una pubblicazione alquanto rivoluzionaria rispetto allo standard editoriale della Marvel Comics. Il formato stesso è quello di una rivista o magazine lontano quindi dal consueto formato comic book. L'idea era di presentare un'antologia di differenti storie a fumetti con personaggi e autori diversi per un totale di 100 pagine a colori.
    L'aspetto davvero innovativo per quel tempo è tuttavia il fatto che i diritti delle storie e dei personaggi creati rimanevano agli autori e non alla casa madre. La piena libertà creativa veniva poi garantita dal fatto che la serie era distribuita solo tramite il Mercato Diretto e non presentava in copertina il marchio Marvel Comics (ma appunto quella della neonata Epic) nè quello del famigerato Comics Code Authority.
    Nel 1984 viene prodotta sotto l'etichetta della Epic, Alien Legion una serie fantascientifica. Il concept di Carl Potts, in tutte le sue forme , era di narrare le vicende dei fanti della Legione Aliena che servivano l'Unione e il suo esercito che comprendeva ben tre galassie, delle loro missioni, e dei loro eroi morti in “sporche” missioni su pianeti ostili e inospitali.

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    La Legion...

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    Last Post by aver2330 il 12 June 2014
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  2. THUNDERBOLTS: "LUPI TRAVESTITI DA AGNELLI" O "LA GIUSTIZIA COME UN FULMINE!"

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    By aver2330 il 4 June 2014
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    Lo scontro con il quasi onnipotente Onslaught, il mondo era rimasto senza Vendicatori e Fantastici Quattro, ovvero senza gli eroi più potenti e stimati.
    Rimanevano solo l'Uomo Ragno, gli X- Men e pochi altri. A colmare il vuoto, comparve (in appendice all'Uomo Ragno) un nuovo gruppo di eroi: Citizen V (erede dell'omonimo eroe della 2 Guerra Mondiale), Techno, Atlas, Mach- 1, Meteorite e Songbird... I Thuderbolts!
    Ben presto conquistarono la fiducia di tutti, e il sindaco diede loro come sede nientemeno che il Four Freedom Plaza, la sede dei Fantastici Quattro. ma nascondevano un segreto: in realtà si trattava dei Signori del male del Barone Zemo, intenzionati a sfruttare il vuoto lasciato dalla tragedia per i loro piani di conquista.... Citizen V era Zemo stesso, Meteorite era Moonstone (Karla Sofen), Atlas era Golia (Erik Josten), Songbird Mimi Spaventia (Melissa Joan Gold), Mach- 1 Lo Scarabeo (Abner Jenkins) e per finire Techno era Fixer (Norbert Ebersol). Naturalmente Moonstone era la vice di Zemo, ed altrettanto naturalmente cercava un modo per manipolare le cose a suo favore. Tuttavia la vita degli eroi aveva i suoi lati positivi, quasi tutti i membri avevano un passato da cui scappare o fare ammenda, e le cose iniziarono a cambiare, soprattutto quando al team si unì la giovane Hallie Takahama, vittima delle manipolazioni genetiche di Arnim Zola, con il nome di battaglia di Jolt. La ragazzina era una grande fan degli eroi, credeva veramente che il gruppo fosse dei buoni ed il suo ottimismo trasformò Atlas in una sorta di fratello maggiore e persino Karla si stava affezionando a lei; oltrretutto era in atto un avvicinamento tra Abe e Melissa, e quando i due si trovarono a lavorare insieme alla Vedova Nera, incominciarono a pensare ad una vera carriera da eroi. Ma il sogno era destinato ad infrangersi: in due speciali da edicola Zemo, per dimostrare di avere ancora il comando, svelo pubblicamente le loro vere identità e, con l'aiuto di Techno (nel frattempo mutato in un essere robotico) diede il via al suo vero piano. Quando gli eroi tornarono, ai Thunderbolts spettò una difficile scelta: stare con Zemo o essere dei veri eroi? Alla fine, tranne Techno gli altri decisero di mettersi contro Zemo (Moonstone più perchè Helmut aveva rovinato i suoi piani) e toccò a loro salvare la situazione quando gli eroi finirono sotto il controllo del loro ex- leader. Quest'ultimo riuscì a fuggire sfruttando il debito che Erik sentiva di avere con lui. Purtroppo, poco dopo lo scontro, i Thunderbolts finirono per essere trasportati sul pianeta Kosmos ed invischiati nella lotta per il trono. Tornati sulla terra (e nelle edicole in appendice a Capitan America), ormai dovevano vivere da fuggiaschi, nascondendosi, e...

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    Last Post by aver2330 il 4 June 2014
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  3. JANE : NUDA ALLA META!! di Pietro Zerella

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    La piccola storia del Fumetto non è fatta solo di svolte epocali. Accanto ai grandi eventi che ne hanno segnato il cammino in maniera fragorosa e spettacolare, esiste una specie di sentiero parallelo in cui i cambiamenti avvengono senza clamori ma sono altrettanto radicali. Quella che andremo a rievocare brevemente è la storia di una piccola e ingenua donna di carta che seppe rivoluzionare il mondo con la sola arma della sua lingerie!. Come spesso accade, le storie hanno un inizio casuale. Prendete un brillante artista britannico di nome Norman Pett (1891-1960), mettetelo a parlare con gli amici e sottoponetelo ad un richiamo al quale nessun anglosassone può resistere, quello delle scommesse!. Norman è già il fortunato autore di una strip per bambini “Pip, Squeak e Wilfred “ma come se la sarebbe cavata con un fumetto popolare per adulti? La risposta a questo interrogativo viene data il 5 dicembre 1932 sulle pagine di “The Daily Mirror” popolarissimo tabloid dell’epoca. La striscia si chiama Jane's Journal, Or the Diary of a Bright Young Thing e e la protagonista è l’avvenente Jane Gay che presto “perderà” il cognome diventando per tutti l’adorabile Jane! Ricalcata inizialmente sulle fattezze di Mary Pett, moglie di Norman , verrà poi rimodellata sul corpo di Chrystabel Leighton-Porter che l’artista ha ammirato mentre posava per una classe di studenti d’Arte nella natia Birmingham. Le strisce narrano le disavventure di Jane ma presentano una caratteristica che le distingue da tutte le altre viste prima .


    L'eroina, infatti, frequentemente perde una parte dei suoi vestiti . In questo senso Jane è davvero un’antesignana dell’emancipazione femminile se non altro a livello esteriore. Stilisticamente, l’ardita pin-up si rifaceva ad attrici iconiche come Betty Grable o Betty Hutton ma a livello comportamentale si avvicinava allo stereotipo della candida esibizionista alla Marilyn. Il terreno delle sue avventure è quello giallo-rosa e Jane si muove su di esso calpestando alcuni tra i più seguiti principi del comune senso del pudore, caratterizzandosi, però, per l’ assoluta mancanza di malizia. Fattori costanti del suo fumetto sono gli incidenti che le capitano in serie e la inducono ad un involontario spogliarello. Man mano si stabilisce un patto tra lei e il lettore che in ognuna delle strisce “pretende” di vedere quasi nuda la svampita biondina ma deve accontentarsi dell’effetto erotizzante della triade calze, slip e giarrettiere.
    Ciò che rende accettabile la visione di questi piccanti siparietti (spesso accompagnati da gridolini di sorpresa) è l’apparente veridicità. I pretesti sono “possibili”: lo scivolone su una buccia di...

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    Last Post by Pietro Zerella il 31 May 2014
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  4. LE MILLE VITE DI LARA CROFT di Alfonso Verdicchio

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    Nel marzo dello scorso anno Lara Croft è tornata con un nuovo episodio di Tomb Raider su PC e sulle principali consolle con un videogam edito dalla Square Enix.
    Questo è il nono capitolo nella storia di un personaggio che, nato a metà degli anni '90, ha finito per diventare tra i più famosi e seguiti nel mondo videoludico. Anzi il più famoso, visto che nel 2006 le fu assegnata una stella nella "Walk of Game", e fu inserita anche nel "Guinness World Record" come "L'eroina dei videogame più famosa al mondo". Lo testimoniano ulteriormente anche i due film che la vedono come protagonista e una serie a fumetti.
    Tutto cominciò nel 1996. In quell'anno infatti uscì il primo Tomb Raider, sviluppato da Core Design e pubblicato da Eidos Interactive, e originariamente rilasciato per PC, PlayStation e Sega Saturn. Il videogame ci presentò per la prima volta, Lara Croft, un'archeologa inglese alla ricerca di antichi tesori, che vagamente ricordava Indiana Jones.
    L'archeologa in questo suo primo episodio viene contattata e successivamente ingaggiata da Jacqueline Natla, potente, ricca e determinata donna d'affari, per recuperare il frammento di un antico quanto potente manufatto magico: lo Scion di Atlantide, la città perduta. La ricerca di questo manufatto porterà Lara prima in Perù, precisamente nel cuore della preistorica città Inca Vilcabamba. Poi in Grecia, dove secondo i calcoli dovrebbe trovarsi il secondo frammento, celato nelle viscere di un antico monastero sulle montagne: la Follia di San Francesco. Quindi la sua ricerca la porta in Egitto.
    Recuperato l'ultimo frammento dello Scion, Lara può finalmente completare il prezioso manufatto magico; una volta ricongiunto Lara assiste a una visione; tramite la quale scopre che Jacqueline Natla fu un membro dell'antico popolo di Atlantide, che per punizione fu ibernata in una capsula di ghiaccio, nella quale rimase imprigionata per diversi secoli fino al 1945, quando riuscì finalmente liberarsi dalla prigionia durante un test nucleare svolto a Los Alamos, Nuovo Messico, luogo nella quale era stata sepolta. Lara torna finalmente al presente, e con grande orrore scopre di essere in trappola. Natla infatti, assieme ad alcuni suoi scagnozzi, immobilizza Lara, e dopo averla disarmata le sottrae lo Scion con il quale, racconta, intende creare una micidiale armata di creature magiche con cui dominare l'intero mondo. Lara sfugge alla morte ancora una volta e, una volta tornata a bordo della sua motocicletta, parte all'inseguimento di Natla, che nel frattempo intende raggiungere la Grande Piramide di Atlantide . Una volta penetrata nella Grande Piramide, Lara riesce a distruggere lo Scion con un colpo di pistola, e più ...

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    Last Post by aver2330 il 8 May 2014
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  5. DAGO : DA SCHIAVO BIANCO A GIANNIZZERO NERO di Pietro Zerella

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    Esistono personaggi che sanno diventare “simbolici”. Dago è uno di essi e, per certi versi, può rappresentare l’essenza dell’Avventura. La sua prima apparizione non sembra così dirompente. E’ solo uno dei tanti progetti ospitati dalla rivista argentina Nippur Magnum della Editorial Columba. Ad occuparsi delle sceneggiature è l’onnipresente Robin Wood ,le cui stesse origini sembrano un fumetto (è nato infatti in Paraguay nella utopistica colonia socialista denominata Nueva Australia). I disegni vengono affidati ad Alberto Cèsar Salinas (figlio di Josè, popolarissimo artista argentino). Siamo nel 1980.Tre anni dopo sul settimanale “Lanciostory” delle Edizioni Lancio (ora Aurea) la lunghissima saga di Dago approderà anche da noi.
    Dal 1996, il ruolo di Salinas verrà rilevato dall’abilissimo Carlos Ernesto Gomez che darà una sua forte impronta grafica alla serie. Ecco in estrema sintesi la vicenda di Dago. Negli anni a cavallo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, Venezia vive uno dei momenti di massimo splendore. Cesare Renzi si gode a pieno l’opulenza della sua città: è il giovane rampollo di una delle famiglie più in vista , è ricco ed affascinante e passa da un divertimento all’altro. Per sua sfortuna, però, la sorte sta presentargli il conto. Suo padre, infatti,ha in mano le prove di un complotto ai danni della Repubblica ordito da un dignitario turco (Ahmed Bey), un mercante greco (Kalandrakis) e due nobili veneziani, Giacomo Barazutti,(che è il miglior amico di Cesare) e il principe Bertini( braccio destro del Doge) che ha saputo agire con grande accortezza. Renzi ignorando il suo coinvolgimento nella trama consegna proprio a lui i risultati delle sua indagini e firma in questo modo.


    La condanna a morte di se stesso e della sua famiglia. Nella notte scoppia la tragedia : Giacomo Barazutti pugnala Cesare mentre sta leggendo una lettera di suo padre che gli rivela il tradimento del suo amico. Nello stesso momento, tutta la sua famiglia viene sterminata dai sicari inviati dai congiurati. Come se non bastasse, nella sua casa vengono trovate delle lettere, abilmente falsificate, che indicano suo padre, e non il principe Bertini, come capo della congiura. La famiglia Renzi, annientata fisicamente, ora deve conoscere anche il gusto atroce del perpetuo disonore. Il giovane viene dato per morto e abbandonato in mare. Sopravvissuto miracolosamente, viene recuperato da una nave saracena sulla quale inizia per lui una nuova e tormentata esistenza.. Ribattezzato per dileggio Dago, in ricordo della daga che aveva nella schiena, viene venduto come schiavo. Quelli che lo aspettano sono anni di violenza, di crudeltà e di continuo pericolo. N...

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    Last Post by aver2330 il 7 May 2014
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  6. SOLO COME UN CANE: IL VIALE DEL TRAMONTO DI DYLAN DOG di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 15 April 2014
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    Se é vero che la storia del fumetto, come la Natura, non compie salti improvvisi, dobbiamo pur ammettere che esistono dei momenti in cui “subisce” delle improvvise e brusche accelerazioni. Esiste un personaggio che più di ogni altro esemplifica questo concetto, una figura carismatica che ha segnato in maniera profonda l’immaginario dei lettori italiani: Dylan Dog. A cavallo tra gli anni ’80 e quelli ’90 l’indagatore dell’incubo divenne un vero e proprio fenomeno di costume, toccando incredibili vette di popolarità (e tirature milionarie!), riuscendo a coinvolgere persino quella componente di lettrici che si erano sempre sentite lontane dal mondo del Fumetto. Inevitabilmente un successo del genere scatenò uno sfruttamento massimale del “marchio” che invase le edicole con una miriade di testate collaterali. Furono prodotte migliaia e migliaia di tavole che (anche a causa dell’abbandono di Tiziano Sclavi, creatore e nume tutelare di Dylan) portarono ad un progressivo abbassamento della qualità media. Il trono di Dylan cominciò ad emettere sinistri scricchiolii. Le vendite calarono (e calano) in maniera repentina e anche il consenso non fu più così universale. Oggi la testata di Dog rimane la seconda più venduta in Italia dopo Tex ma è anche quella che ha subito la maggiore emorragia di lettori. I motivi di questa crisi sono molteplici. Esiste un motivo fisiologico: nessun personaggio conserva all’infinito il suo potenziale innovativo e la sua carica emozionale. Come noi umani anche gli eroi di carta invecchiano e, malauguratamente, Dylan Dog è invecchiato male. Ai suoi albori, il protagonista era un curioso uomo sulla trentina, eternamente squattrinato ma ricco di una bruciante forza interiore che lo spingeva a tuffarsi, senza rete di protezione, nelle trame più oscure e aggrovigliate. Si opponeva alle creature dell’incubo con la forza dei suoi sogni e delle sue speranze, combatteva le tenebre con la luce della sua anima entusiasta e debellava la morte stessa con la sua gioia di vivere. Era un giovane eroe, forte, coerente e sicuro dei suoi ideali dai quali non derogava per nessuna ragione. In questa ambientazione “solare” le sue frequentissime escursioni nell’universo femminile con le “fidanzate di giornata” avevano una precisa ragione di essere, arricchendo la trama e portando, talora, alla luce figure di notevole spessore. Persino le freddure stralunate di Groucho vivevano del loro stesso non senso e la galleria dei comprimari riusciva ad esprimere interpreti credibili. Il tono stesso delle vicende , con un utilizzo dello splatter senza mascheramenti perbenistici, veniva sapientemente innaffiato con forti dosi di ironica “allegria”.


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    Last Post by Pietro Zerella il 7 Aug. 2014
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  7. UN SUPERMAN PER OGNI STAGIONE- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 15 April 2014
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    Tempo addietro feci un articolo in cui esplorai i vari interpreti di Batman, per cui, in questi giorni, mi è venuta un'idea simile su Superman. Partiamo quindi da...
    CHRISTOPHER REEVE- Dite quello che volete, ma lui E' Superman. Molti di noi hanno iniziato ad interessarsi all'Uomo d'Acciaio vedendo lui. Sono cresciuti con i suoi film. I sudetti si basavano sul Superman pre- Crisi (ovvero prima delle'evento Crisi sulle Terre Infinite, che riscrisse l'universo Dc, n.d.r.) e vedevano un Clark Kent molto imbranato rispetto alla sua controparte (pare fosse un'idea dello stesso Reeve), con Margot Kidder nel ruolo di Lois Lane e Gene Hackman in quello di Lex Luthor. Qualcuno potrebbe lamentarsi degli effetti speciali, non così interessanti, ma quello che conta è la resa (peraltro ottima) del personaggio. Vero è che dopo Superman I e II le cose peggiorano, ma resterà sempre nella memoria degli appassionati.
    DEAN CAIN- Interpreta Superman/Clark Kent nel telefilm "Lois & Clark- Le nuove avventure di Superman". Con lui abbiamo Teri Hatcher nel ruolo di Lois Lane, il compianto Lane Smith in quelli di Perry White, e John Shea in quelli di Lex Luthor. Nella prima stagione appare Tracy Scoggins nel ruolo di una disinibita Cat Grant, mentre il ruolo di Jimmy Olsen, dopo vari interpreti, sarà di Justin Whalin. la serie si ispira a "The Man of Steel" di John Byrne, che ricrea le avventure dell'azzurrone dopo la Crisi. Molto più spazio viene dato alle vicissitudini normali di Clark Kent, adesso intelligente giornalista alle prese con Lois e i suoi interventi come Superman; mentre prima i Kent erano morti, adesso fanno parte del cast, sempre pronti ad accorrere se loro figlio ha bisogno e pronti a consigliarlo; anche il rapporto con Lois segue il fumetto: prima una sorta di rivali, poi amici e partner di lavoro, poi fidanzati. Due piccole curiosità: 1) se qualcuno ci fa caso, nel telefim le identità di Clark e quella di Superman si scambiano la pettinatura; 2) Lex ha i capelli (per la maggior parte del tempo), ma la cosa non scalfisce il malefico carisma del personaggio (e dell'attore); 3)Perry è un patito di Elvis e in ogni episodio ci sarà un o o più aneddoti sul Re (onestamente, uno dei motivi per cui seguivo la serie; erano troppo divertenti). Durante le sue avventure si può dire che Superman affronta ogni sorta di avversario, persino l'Intergang quando Luthor scomparirà dalla scena, e verranno toccati quasi tutti i generi. Addirittura neanche il matrimonio di Lois e Clark sarà tranquillo: prima lei viene sostituita da un clone, poi si scopre che dietro c'era Lex e seguiranno episodi al cardiopalma che culmineranno con un altro matrimonio, stavolta alla presenza di po...

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    Last Post by aver2330 il 15 April 2014
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  8. INCONTRI CON WARREN ELLIS di Luigi Riggio

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    Comics USA
    By aver2330 il 14 Mar. 2014
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    In un tempo lontanissimo, il tempo dei miti e delle leggende, quando ancora potevo prendere fumetti regolarmente, notai in edicola un numero di "Wildcat's". Avendone letto qualche storie nei primi giorni della Image, lo presi. Quello che mi colpì, però, furono le avventure di Stormwatch, che proprio in quel periodo stava per iniziare il ciclo Warren Ellis (testi) e Tom Raney (disegni). Fu una folgorazione. Si può dire che da allora presi i numeri solo per seguire le avventure di questa squadra di supereroi alle dipendenze dell'ONU e guidata da Henry "Weatherman" Bendix. Erano personaggi con un loro spessore, e sembrava che "vivessero"... Certo, lo stile di Ellis era cupo, incentreto sui segreti sia del governo che dello stesso Bendix, ma come scoprii in seguito, la differenza con lo Stormwatch di prima (solita copia delle major) e quella di poi è abissale. Vennero anche introdotti la sboccata Jenny Sparks e jack Hawksmoor, si scherzò sul fatto che Fuji (giapponese diventato un essere di energia che doveva essere rinchiuso in un'armatura) avesse più orgasmi al giorno dovuti alle vibrazioni dei passi delle persone, e non mancò una strizzatina alla Distinta Concorrenza: il bar dove il gruppo si riposava era il "Bar di Clark", il proprietario portava gli occhiali e, quando minacciò di dare una lezione ad Hellstrike se combinava ancora casini, lasciò intravedere un bagliore rosso negli occhi. Diciamocelo: le storie di Ellis erano poco politically correct, portavano a dilemmi di vario genere, ma DOVEVANO essere lette.


    Ho potuto seguirli fino a quando non hanno smesso di pubblicare la testata, quindi non ho potuto leggere i due volumi conclusivi. So semplicemente che Stormwatch fu decimata dopo uno scontro con dei residuati di "Alien" e i Wildcat's andarono al soccorso (se si pensa che questi ultimi sembrano una copia degli X- men, che avevano come nemici la Covata, ispirata anch'essa al film con Sigourney Weaver, capirete come Warren Ellis non si smentisca.). Prendete quindi con le molle quanto detto... ma era solo l'inizio.


    Presto vidi Warren Ellis alle prese con "The Authority", con protagonisti Jenny Sparks, Jack Hawksmoor e Swift (essenzialmente "Stormwatch Nero") con l'aggiunta di Apollo e Midnighter (La versione gay di Superman e Batman), più le nuove incarnazioni di Engineer (Angela Spica) e Doctor, i cui predecessori fecero una brutta fine in seguito alla pazzia di Bendix. Il loro quartier generale era il Carrier, un "vascello di traslazione" c...

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    Last Post by Stardarkpop il 24 April 2014
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  9. LE MOLTE VITE DI MISTER MORAN di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 27 Feb. 2014
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    Il parto è programmato per il 27 marzo 2014 e mai gestazione è stata più lunga e laboriosa. A oltre 20 anni dalla sua ultima apparizione tornerà anche sul mercato fumettistico italiano uno dei personaggi più controversi e affascinanti che abbiano mai frequentato le pagine di un albo: Miracleman\Marvelman. Una storia appassionante la sua, fin da quel doppio nome, fatta di intrighi e di controversie legali, di fulgida popolarità e di lunghissimi oblii. Raccontarla, anche per sommi capi, non è un’impresa agevole, eppure ci proviamo. In un certo senso tutto nasce con Superman. Il personaggio di Siegel & Shuster aveva improvvisamente spalancato una porta da cui tutte le altre case editrici americane volevano passare. Nel 1939 la Fawcett Comics lanciò Whiz, una rivista che presentava tra gli altri Captain Marvel, un personaggio scritto da Bill Parker e disegnato da Clarence Beck che si inseriva perfettamente nel neonato filone supereroico. La storia descriveva le vicende del giovane Billy Batson, orfano e senza fissa dimora, e del suo incontro apparentemente casuale col vecchio mago Shazam. Billy, pronunciando il nome del suo mentore era in grado di trasformarsi in un supereroe dallo sgargiante costume arancio e oro che possedeva tutta una gamma di strabilianti poteri che lo rendevano, di fatto, “il mortale più possente del mondo”. Il successo fu enorme, i fumetti venduti superavano abbondantemente il milione di copie e al fianco del personaggio principale vedevano la luce una miriade di comprimari che andarono a formare quella che fu definita la Marvel Family (Mary Marvel, Captain Marvel Jr. Uncle Marvel). Il successo era così dilagante che l’espressione Shazam entrò nel linguaggio comune andando ad esprimere uno stato di stupore e sorpresa. Tuttavia nel 1954, la Fawcett, incapace di sostenere la bega giudiziaria con la National che l’accusava di aver plagiato Superman, interruppe la pubblicazione. A questo punto, quando tutto lasciava pensare ad una sparizione definitiva entrò in gioco un fattore nuovo. Oltre che negli USA, infatti, Captain Marvel aveva avuto una buona diffusione anche sul suolo britannico grazie all’editore Leonard Miller. Quando la Fawcett smise di editare il personaggio , Miller decise di fare un tentativo autonomo. L’idea era quella di creare un eroe che avesse una continuità con Captain Marvel e per metterla in pratica si affidò alle solide mani di, Michael "Mick"Anglo (Maurice Anglowitz, Gran Bretagna -1916 – 31 October 2011) Nacque così’ Marvelman che era un riconoscibilissimo clone di Captain Marvel in cui le modifiche erano solo di facciata: Billy Batson diventava Micky Moran, la parola magica non era più Shazam ma “Kimota” (con l’ingenuità tipica dell’epoca non era altro...

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    Last Post by aver2330 il 27 Feb. 2014
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  10. REALM OF KINGS/ THANOS IMPERATIVE-di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 27 Feb. 2014
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    Gli ultimi giorni dell'universo Marvel come lo conoscevamo prima del restyling Marvel Now! Se con War of Kings eravamo rimasti con l'apertura della Faglia dovuta all'esplosione della bomba "terrigena", con Realm of Kings ne vediamo le conseguenze.
    Nonostante sia stato tradotto in italiano con "Il Dominio dei re", la prima saga non è altro che la stabilizzazione dopo il conflitto. Tra le annotazioni da fare c'è la conferma che Medusa, come sovrana, non ha la statura che aveva il suo defunto (ma poi risuscitato e qualcuno mi deve spiegare come ha fatto) marito: infatti sembra un sovrano autoritario vecchio stampo, che vede il suo diritto a governare come un fatto naturale dovuto al suo status regale e alla vittoria militare sui Kree prima e gli Shi'ar dopo; mancando di una vera e propria visione, per consolidare il suo regno ricorre all'inganno (con l'aiuto di Maximus) e non esita ad attaccare Gorgon come fosse un suddito qualsiasi. Dall'altro lato abbiamo invece una Crystal che sembra ricalcare quasi le orme della compianta Lady D, visto che i kree la salutano come "la principessa del popolo"; le sue vicissitudini coniugali con Ronan sono un bell'intermezzo comico e sembra quasi che lei abbia in lui un marito come si deve (non me ne voglia Pietro). dal lato Shi'ar, com'era comprensibile, Kallark trova comprensibilmente difficile adattarsi al suo nuovo status di imperatore degli Shi'ar: d'altronde come potrebbe Gladiatore, abituato a combattere al fianco dei suoi compagni della Guardia Imperiale, restarsene fermo ed occuparsi di noiose questioni?
    Paradossalmente, almeno a mio giudizio, se la cava meglio della regina degli Inumani. In tutto questo, grazie a Quasar e alle missioni esplorative inviate dai due sovrani, scopriamo che la Faglia è un passaggio verso il cosidetto Cancroverso, un luogo dove vivono controparti malvagie degli eroi che ben conosciamo. Alla fine della saga vediamo la fine dei Guardiani della Galassia, la morte di Phyla e la rinascita di una nostra vecchia conoscenza: Thanos, il Titano Pazzo (che qui chiamano "matto" e non capisco perchè). Si passa quindi alla madre di tutte le battaglie (o almeno alla matrigna... Alla zia): Thanos Imperative. nel Cancroverso l'equilibrio è stato spezzato dal fatto che al momento della sua morte, Capitan Marvel, campione della vita, viene avvicinato da delle oscure entità e accetta il loro dono: una sorta di vita eterna. la Morte viene uccisa e nessuno muore più, ma si riforma in un'agghiacciante parodia di ciò che era. venuto a conoscenza di un universo dove ancora la Morte esiste l'adesso Lord Mar- Vell pensa bene di invaderlo in nome dei suoi or...

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