BACK TO THE BASICS: il blog

  1. 50 ANNI DI X- MEN di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 16 Nov. 2013
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    Era il 1963 quando comparvero per la prima volta nelle edicole, con la firma dei "soliti" Stan Lee & Jack Kirby, le avventure di una squadra di mutanti (persone il cui corredo genetico li aveva dotati di incredibili poteri): gli X- Men. Il professor Charles Xavier, in segreto il più potente telepate della terra, aveva deciso di aprire una scuola in cui i giovani mutanti potessero imparare ad usare i loro poteri, cercando di fermare le eventuali minacce derivate da mutanti che invece usavano le proprie capacità per fare del male. I primi X- Men (chiamati così perchè dotati di poteri "eXtra") furono Ciclope (Scott Summers, leader del gruppo, capace di sparare raggi concussivi dagli occhi, per tenere a freno il suo potere ha bisogno di occhiali e visore al quarzo rubino), Uomo GHiaccio (Bobby Drake, capace di congelare oggetti e persone e costruire oggetti fatti di ghiaccio), Bestia (Hank McCoy, dal fisico scimmiesco ma estremamente intelligente), e per finire Marvel Girl (Jean Grey, dai poteri telecinetici e, in seguito, telepatici). Fin dalla loro prima avventura come gruppo, i 5 affrontarono colui che sarebbe diventato la loro nemesi principale: Magneto, Signore del Magnetismo. Questi sarà presente in molte avventure degli Uomini X, accompagnato anche dalla sua Confraternita dei Mutanti Malvagi (all'epoca composta da Toad, Mastermind, Scarlet e Quicksilver). Da ricordare sono anche Blob, Lo Svanitore, Unus L'Intoccabile, Lucifero (criminale responsabile dell'incidente che costringe Xavier su una sedia a rotelle il Fenomeno (alias Cain Marko, fratellastro del Professor X e trasformato in un essere inarrestabile dal demone Cyttorak), ma soprattutto Le Sentinelle costruite da Bolivar Trask, che costituiscono la prova tangibile dell'odio e della paura che la razza umana nutre verso i mutanti, vedendoli come dei mostri. Con il passare del tempo il gruppo cresce, al posto del costume monotematico ognuno acquisisce una propria uniforme distintiva, il Professor X sembra morire e, nel periodo di sbandamento che ne segue, entrano in scena la giovane Lorna Dane (dai poteri magnetici e di cui Bobby si innamorerà) e veniamo a conoscenza del fatto che Scott ha un fratello: Alex. Questi si rivelerà essere in grado di convogliare l'energia cosmica in raggi al plasma, e si scoprirà che ha una sorta di legame simbiotico con Ahmet Abdol, il Faraone Vivente: quando Alex non può assorbire energia cosmica, questa finisce nel Faraone che, quando raggiunge il culmine, si trasforma nel gigantesco Monolito Vivente, con cui gli X- Men si ritroveranno a combattere. Lo scontro ha due conseguenze: ai disegni appare Neal Adams e ritornano le Sentinelle, stavolta ad...

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    Last Post by aver2330 il 16 Nov. 2013
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  2. IL CORVO di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 4 Nov. 2013
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    Vista l'ambigua festività, stavolta l'attenzione è sull'opera di James O'Barr e sul film da essa tratta. Da notare che sia il fumetto che il film sono diventati di culto (con merito). Ma partiamo con ordine...
    Leggenda vuole che O'Barr sia stato ispirato sia dalla morte della moglie che dalla vicenda di due giovani uccisi e rapinati per soli 20 $; dico leggenda perchè nell'introduzione all'edizione panini vien ipotizzato che sia un modo , per l'autore, di lenire il proprio dolore. La trama? E' presto detto: Eric Draven e la sua fidanzata Shelly decidono di sposarsi, ma purtroppo vengono uccisi da un gruppo di balordi (lei viene anche stuprata mentre stava per morire). Un anno dopo, Eric risorge come uno spirito vendicativo per punire i colpevoli, accompagnato da un corvo (autore soprannaturale della risurrezione e quasi mentore del protagonista). Finito il tutto, finalmente si potrà ricongiungere con l'amata.
    L'opera in sé non è male, ben scritta e ben disegnata, ma raggiunge il vertice nei momenti d'introspezione del protagonista, quando lui ricorda e i ricordi vengono mostrati quasi come dipinti. Un must assoluto, come anche la sequenza in cui, finalmente, Eric Draven potrà riposare in pace. Intendiamoci, non è un capolavoro, ma
    1) bisogna leggerla, almeno una volta nella vita;
    2) è adattissima sia per i romantici che per gli amanti del "dark";
    3)... Bastano le prime due. Il film, invece, è quasi meglio dell'originale e consegna alla storia un Brandon Lee che fino ad allora è stato quasi impalpabile.
    Si può dire che mentre il padre ha raggiunto il successo decadendo alla fine, il figlio sia andato in crescendo per finire in gloria. Ma torniamo a noi... La storia è quasi come quella del fumetto, ma modificata per esigenze di copione: viene affiancata ad Eric una bambina (amica della coppia), ampliato il ruolo del poliziotto (nel fumetto a malapena testimone dell'inizio della vendetta), e Top Dollar viene trasformato in una specie di boss del crimine che appicca e fa appiccare incendi ogni notte di Halloween, con tanto di ambigua sorella al fianco (Gong Li non è questa bellezza ma è da ricordare); Tin Tin, il nero che nel fumetto è ucciso per ultimo e con fatica, qui è il primo a morire "era già morto. Nell'attimo stesso in cui l'ha toccata. Erano tutti morti... Solo che non lo sapevano ancora." Shelly ed Eric stavolta muoiono perchè lei ha intralciato i piani di Top Dollar, e il loro omicidio viene commesso alla vigilia delle nozze... Il 31 ottobre. Tanto per non farci mancare niente, c'è pure una sparatoria a tutto chiasso per sottolineare l'immortalità del Corvo e lo "scontro finale". A questo p...

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    Last Post by slask il 6 Nov. 2013
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  3. LA TERRA DEL SONNO LEGGERO

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    By Pietro Zerella il 28 Oct. 2013
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    LA TERRA DEL SONNO LEGGERO

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    C’era una volta, negli Stati Uniti d’America, un giovane artista che cercava la sua strada per il successo. Aveva talento da vendere e mille idee che gli ronzavano nella testa e il suo nome era Winsor McCay.(1869-1934) Winsor fu un autentico pioniere del fumetto e del Cinema di animazione, il grande successo commerciale non arrivò mai pienamente ma le sue scelte stilistiche coraggiose e controcorrente gli garantirono un perpetuo posto alla tavola dei “Grandi” della Nona Arte. In un’epoca in cui le strisce prettamente umoristiche dominavano il mercato ebbe la sfacciataggine di proporre ai quotidiani un personaggio che viveva in un mondo di sogni e di incubi, Little Nemo, che sarebbe entrato nell’immaginario collettivo come il prototipo del bambino sognatore. L’esordio della striscia è datato 15 ottobre 1905 ed il giornale che per primo mostrò al mondo le avventure di “Nemo” fu il New York Herald. Gli inserti domenicali di quel quotidiano ospitarono le splendide tavole di McCay realizzate in un accuratissimo e raffinato stile liberty. Litle Nemo in Slumberland (questo era il nome completo della striscia) rimase in quella sede per circa 6 anni fino a quando l’autore non decise di accettare l’offerta di lavoro del New York American della catena concorrente. Qui, Winsor riprese la serie il 2 aprile del 1911, ribattezzandola” In The Land of Wonderful Dreams” e la portò avanti per circa tre anni, prima che il ricorso nelle sedi giudiziarie dell’Herald (che deteneva i diritti del personaggio) lo “costringesse” a ritornare alla casa madre. Tuttavia, la popolarità di Little Nemo si era progressivamente affievolita e alla fine del 1927 la serie fu interrotta. Molti anni dopo, Robert McCoy, il figlio di Winsor, da molti ritenuto il modello ispiratore del personaggio, cercò di riportarlo in vita ma i suoi volenterosi tentativi non diedero gli esiti sperati. Oggi non si producono più strisce inedite ma ristampe anastatiche(l’ultima è quella della Fantagraphic books che pubblicò la serie in maniera completa tra il 1980 e il 1993)che sono diventate autentici oggetti di culto per i collezionisti. Dopo questa breve storia editoriale rimane da dare una risposta plausibile alla domanda “Chi era Little Nemo”. Si trattava di un ragazzino americano dall’età imprecisata (tra i 5 e i 10 anni). Il suo nome era composto dall’aggettivo “Little” (piccolo) accoppiato al sostantivo di origine latina “Nemo”(Nessuno) . Come vedremo, anche la scelta di questo nome ha una sua rilevanza. Ogni notte, durante il sonno, il bambino viveva straordinarie avventure, incontrava persone ed esseri fantastici e compiva ardite escursioni nei territori dell’impossibile. D’altra parte, come dicevamo prima, la vocazione al viaggio era già tut...

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    Last Post by Pietro Zerella il 30 Oct. 2013
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  4. IL SOGNO... INFRANTO di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 24 Oct. 2013
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    Esistono fumetti che, benchè non siano sai quali capolavori, presentano storie che restano nel cuore...
    E' il caso di X- Force #12 (edizione italiana): nell'albo si trovano 3 storie, ma, onestamente, è come se fossero due, visto che la prima e l'ultima sono due perle. Incominciamo con il dire che la copertina è, a ben vedere, abbastanza fuorviante: il sogno non è per niente infranto, e Sam "Cannonball" Guthrie non attacca il Professor X. Si tratta semplicemente della raggiunta maturità di Sam come leader e di X- Force come squadra, visto che ora non hanno più Cable come guida e devono decidere del loro futuro: continuare il sogno di Xavier di coesistenza pacifica (la mano aperta) oppure seguire il metodo di Cable e combattere per la sopravvivenza (pugno chiuso)? Dopo una lunga riflessione, Sam mostra al professore la sua scelta: come un pugno chiuso può servire anche a proteggere (Cannonball apre il pugno e mostra uno scoiattolo), la mano aperta può servire anche per colpire (tentativo di schiaffo). In sintesi, continueranno a servire il sogno, ma lo faranno seguendo il metodo insegnato loro da Cable. Quando Sam verrà a sapere da Xavier che due membri della sua squadra hanno trafugato delle informazioni, è lo stesso professore a dirgli "Non farai niente. Questa è la strada che ti sei scelto, ed è una strada fatta di compromessi". Questa è la prima perla.
    Dopo l'inizio dell'avventura che vede X- Force alle prese con l'eredità del loro mentore (apparentemente defunto), si arriva alla seconda perla, ovvero X- Factor alle prese con un nemico subdolo e insidioso... Una visita dallo psicologo!! Visto che lo stesso Guido ammette più volte che il loro è uno strano gruppo (memorabile il suo "ti pareva, solo noi abbiamo una galleria di acerrimi nemici di cui non abbiamo mai sentito parlare"), la visita non può essere che un (quasi) susseguirsi di gag: Havok ammette i suoi dubbi sulle proprie capacità di leader, avendo come esempio la figura onnipresente del fratello Scott; Polaris è estremamente insicura, persino del proprio aspetto fisico (convinta di essere troppo grossa, ricomparirà poi con un costume più succinto che le servirà a giustificare la sua affermazione sul fatto che gli uomini guardano solo quello); Rahne non è sicura della propria identità, immagina continuamente sé stessa e chi la circonda in versione cartoon e/o come protagonista di un qualche show, senza dimenticare che il condizionamento subito a Genosha la porta ad avere sentimenti contrastanti verso Alex (ma cosa ci fanno i Summers alle donne?); Guido e Jamie, di solito quelli più giocherelloni, ammettono di usare la cosa per celare la loro sofferenza (il primo) e la propria paura di restare solo...

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    Last Post by aver2330 il 24 Oct. 2013
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  5. MAGNETO REX di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 19 Oct. 2013
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    Max Eisenhardt, alias Erik "Magnus" Lensherr, alias Magneto, è un personaggio che ormai sarebbe troppo riduttivo definire un villain. Questo poteva essere vero negli anni '60, ma il passare del tempo e un signore di nome Chris Claremont lo hanno dotato di una tridimensionalità e, se vogliamo, di una regalità che lo rendono "oltre".
    Mettiamoci nei suoi panni: vittima dell'Olocausto (lettura consigliata "Magneto:Testamento"), scopre i suoi potri nella maniera più violenta possibile, con la morte della figlia, viene poi abbandonato dalla sua terrorizzata moglie Magda. Successivamente dedica i suoi poteri alla caccia ai nazisti spalleggiato dai servizi segreti americani, conoscendo così Charles Xavier, di cui diviene amico, ma con il sorgere della minaccia comunista subisce il voltafaccia che lo consacrerà a nemico della razza umana... Chissenefrega di quello che hanno fatto i nazisti? ora il nemico sono i russi! Inizia così la sua crociata per dominare il mondo, in modo che quello che è successo agli ebrei non capiti ai mutanti. Questo lo porterà in contrasto con il suo vecchio amico Xaver e i di lui pupilli, nonchè con mezzo universo Marvel... Con Claremont il personaggio ci appare un pò più complesso: lui vuole solo il bene dei mutanti, come il Professor X, ma le tragedie che l'hanno plasmato non gli permettono di abbracciarne la filosofia. Riuscirà tuttavia ad instaurare un rapporto con i ritrovati figli Pietro e Wanda, caratterizzato dal fatto che, quando fecero parte ddella Confraternita dei Mutanti Malvagi, lui era un criminale e non era certo una figura paterna in nessun caso. Dopo il ferimento di Kitty Pride durante uno scontro, Magnus decide di redimersi e inizia a collaborare con gli X- Men combattendo al loro fianco e assumendo perfino la carica di preside della Scuola per Giovani Dotati; addirittura vuole farsi processare per i suoi crimini (tentativo fallito per colpa dei gemelli Strucker, ma lasciamo perdere...). Tuttavia il peso delle tragedie che costellano la normale vita degli Uomini X sono troppo per lui, e finisce con il ritirarsi sull'Asteroide M, disdegnando di occuparsi oltre di quello che succede agli esseri umani. Non prima di aver collaborato con la bella Rogue, che sembra far breccia nel suo cuore... Potevano lasciarlo in sanata pace? macchè, ricordatevi che siamo nel cosmo Marvel!! Il canto del cigno della gestione Claremont sembra essere anche quello del Signore del Magnetismo, con un epitaffio che resta nel cuore e che vale, da solo, l'acquisto di X- Men 50 (da me recentemente riletto). Il Magneto qui tratteggiato è un uomo ormai stanco, richiamato alle armi da Fabian Cortez e dagli Accoliti; a dire la verità non vuole nuocere p...

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    Last Post by aver2330 il 19 Oct. 2013
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  6. EROI SOTTOVALUTATI: CANNONBALL di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 17 Oct. 2013
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    Sam "Cannonball" Guthrie è un mutante proveniente dal Kentucky capace di generare un campo esplosivo che gli permette di volare a grandi velocità e lo rende invulnerabile finchè è in volo. Venne reclutato per far parte dei Nuovi Mutanti del Professor X e lì militò per lungo tempo.
    Non ha mai brillato più di tanto, ma lui e la sua squadra si sono distinti e hanno avuto il loro bel bagaglio di tragedie.
    Le cose cambiano quando Cable prende in mano le redini della squadra e la trasforma nella prima X- Force: emerge il Sam leader, i suoi poteri si evolvono e ora è in grado di usare l'energia cinetica del suo campo in fase d'attacco oppure per assorbire gli attacchi e restituirli, proteggendo sé stesso e/o i suoi compagni, inoltre sembra anche essere un High-Lord ( particolari mutanti immortali).

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    Si può tranquillamente dire che Cannonball entra a pieno diritto nella categoria dei "leader naturali" assieme ai fratelli Summers, tanto che, dopo una lunga serie di vicissitudini con il gruppo, viene "promosso" negli X- Men... Ho detto promosso? Scusate, volevo dire "mandato a farsi benedire o quasi". Infatti il personaggio perde quanto aveva guadagnato in spessore, e si comporta quasi come uno studente alle prime armi, troppo insicuro rispetto al Sam che fu... Passi che ha davanti giganti come Scott Summers (Ciclope) e Ororo Monroe (Tempesta), ma ekkediavolo!! Per farvi capire l'abisso che si è creato tra le sue potenzialità e come viene trattato, masta menzionare il piccolo alterco avuto con un signore chiamato Gladiatore: non avrebbe comunque vinto, ma dallo scambio si evince che certo non gliel'avrebbe fatta passare tanto liscia, visto che è riuscito ad assorbire un colpo dello strontiano e a restituirglielo...
    Eppure il personaggio sembra relegato in un piano molto secondario, buono solo per destare l'interesse di Marrow e far la parte del pivello. Alleluiagrazieaddio, il nostro lascia gli Uomini X per ritornare con l'X- Force del periodo Ellis, con Pete Wisdom come "consulenza tattica"/caposquadra; Sammy è tornato a casa!! Ma questa incarnazione di X- Force dura troppo poco, e Cannonball corre in aiuto degli X- Treme X- Men, stavolta distinguendosi di più.
    Per il resto solo comparsate, a parte la morte del fratello e la sorella che si fidanza con Angelo (come e perchè si siano poi lasciati, fatevelo spiegare dal Mago Otelma), e un'avventura in tandem con l'Uomo Ghiaccio in risposta all'attacco di Sinistro in "Accecati dalla luce". Dopodichè torna ad essere un "Nuovo Mutante" riformando gran parte del gruppo originale, riacquista smalto e, durante "Second Coming" guida una squadra al ...

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    Last Post by aver2330 il 17 Oct. 2013
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  7. LA PROTEZIONE DELL'INFANZIA

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    Inevitabilmente, nell’epoca dei social network l’uscita in edicola di un fumetto che ha basato tutta la sua strategia di marketing sulla comunicazione è stato oggetto di contesa mediatica . Orfani di Roberto Recchioni ancora prima di essere letto è stato sviscerato come in una sala settoria, scomposto e riassemblato, visto da sopra, da sotto di prospetto e di sbieco. Quello che vorrei riuscire a fare è semplicemente una valutazione meno isterica del lavoro di un autore che, nel bene o nel male, riesce sempre a smuovere le acque stagnanti dell’editoria italiana, La storia, ormai, l’abbiamo letta. I protagonisti sono un manipolo di ragazzini sopravvissuti miracolosamente ad un misterioso attacco alieno al pianeta Terra. L’evento catastrofico ha causato una reazione degli umani, della quale proprio i ragazzi diventano strumento, dopo aver ricevuto una rigida istruzione militare. Detta così, la vicenda sembrerebbe abbastanza banale e i rimandi ad innumerevoli precedenti sono in molti casi solari. La prima chiave di lettura è scontata, la solita invasione aliena, la scontata resistenza della specie umana e (probabilmente) la riscossa con la riconquista del pianeta. Se così fosse, in fondo, “Orfani” non si discosterebbe dal modesto Brad Barron di qualche anno fa che proprio quella sequenza di eventi proponeva. In realtà, Recchioni si dimostra molto più abile di Tito Faraci. Per prima cosa opera una cesura netta nella narrazione delineando due momenti che corrono paralleli tra loro: il passato (con l’addestramento dei potenziali guerrieri) e il futuro in cui la guerra è stata portata proprio sul pianeta d’origine dei nemici. Ciò lascia una zona inesplorata, quella del presente che potrà essere riempita come e quando vorrà l’autore. La mini di Brad Barron scorreva placida e senza grandi scatti, Orfani è un dramma in progressivo svolgimento, in cui la sopravvivenza dei personaggi non è affatto scontata….Si dirà: “è l’ennesimo racconto di formazione, una sorta di via italiana al Gioco di Ender oppure ai Fanti Spaziali di Heinlein o ancora a mille altri esempi legati alle conoscenze e alla sensibilità dei lettori. Può essere vero ma la Science Fiction è tutta fatta di rimandi ad opere precedenti e le zone narrative devono avere, comunque, un confine limitato per rimanere nel genere, una eccessiva eversione snaturerebbe l’essenza stessa delle tematiche. Asimov, Clarke e tutti i grandi del settore non hanno creato nulla di sconvolgent, hanno solo modellato la materia già esistente con la incredibile forza visionaria delle loro menti, Recchioni, nel suo piccolo, compie un’operazione simile mescolando nel suo calderone una serie di ingredienti. Com’è la zuppa?.....Magari non vincerebbe a Masterchef ma non è neppure così indigesta. La...

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    Last Post by Michele Baldassarri il 16 Oct. 2013
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  8. ANCHE IL LOGO VUOLE LA SUA PARTE di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 1 Oct. 2013
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    Tecnicamente si definisce “Logo” quella rappresentazione grafica che permette di identificare una qualsiasi azienda dandole visibilità immediata e, nel contempo, ispirando fiducia nel potenziale cliente. Come tutte le Aziende , anche quelle che producono fumetti hanno avvertito fin dall’esordio la necessità di far conoscere il loro marchio attraverso questo meccanismo strategico. In tal senso è esemplificativa la storia del marchio associato ad una delle più potenti industrie fumettistiche degli USA (e conseguentemente mondiale), la DC Entertainment. Il primo logo della Dc appare addirittura nel 1940. Si tratta di un semplice cerchio con in mezzo le lettere D e C estrapolate dalla scritta “A Dc publications”. Per un lungo periodo questo logo rimase fondamentalmente lo stesso, a parte qualche modifica non eclatante nella scritta. Per capitalizzare il grande successo commerciale dell’Uomo d’Acciaio, si pensò di aggiungere “Superman” alla scritta di base. Una ulteriore modifica venne apportata all’inizio del decennio seguente quando si decide di pubblicizzare maggiormente il nome effettivo dell’editore ovvero “National Comics”. Bisognerà attendere molti anni per arrivare a modifiche più radicali. Nel 1976, il colosso editoriale commissionò ad uno dei più celebri creativi d’America, il grafico Milton Glaser un logo al passo coi tempi. Glaser non fallì la prova e realizzò quello che rimane uno dei simboli più rappresentativi della DC, il famoso “Dc Bullet”. Il successo fu tale che il marchio rimase inalterato su tutte le copertine per quasi 30 anni. Solo nel 2006, un altro grafico di altissimo livello, Josh Beatman, lo attualizzò realizzando il modello definito “Dc Spin” . Il tentativo fu quello di creare un logo funzionale ed adatto all’uso multimediale ma lo scopo venne raggiunto solo in parte perché lo zoccolo duro dei lettori non entrò mai davvero in sintonia con il nuovo marchio. Anche per questa tenace resistenza, i dirigenti della DC si rivolsero alla Landor Associates per ottenere un design innovativo che calamitasse l’attenzione dei clienti. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e francamente non è particolarmente brillante. Progettato espressamente per il mondo digitale può cambiare colore e motivo di fondo a seconda del personaggio, può persino animarsi sugli schermi dei telefonini e dei tablet, ma funziona relativamente quando è statico sulle copertine. La grafica, pur accattivante, è confusa e l’effetto della D ripiegata non è immediato ma richiede un secondo (e anche un terzo sguardo). Inevitabilmente l’esercito dei fans ha fatto sentire la sua voce, vedremo se la DC darà rilevanza alla cosa…


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 12:18
    Last Post by aver2330 il 1 Oct. 2013
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  9. DECOSTRUZIONE DI UN MITO IN 3 ATTI- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 17 Sep. 2013
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    Giorni fa mi sono ritrovato a pensare ai supereroi in generale e alle opere che hanno segnato il fumetto, rendendomi conto che il mito dei supereroi poteva (forse) essere riassunto in tre opere: Marvels, Kingdom Come e Watchmen.

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    In Marvels (della premiata ditta Kurt Busiek/Alex Ross) vediamo l'avvento dei supereroi, con i loro costumi e/o le loro fantastiche abilità: all'inizio sono guardati con meraviglia, con timore, poi li si acclama come protettori e si invoca il loro intervento; alla fine si segue il motto secondo cui "si creano gli eroi per poi distruggerli". Il finale è agrodolce: la morte di Gwen Stacy segna il passaggio dall'innocenza ad una maggiore consapevolezza, sempre attraverso gli occhi di Phil Sheldon, fotografo, l'uomo comune che ci porta nel suo mondo e che, con la morte della Biondina, decide che ha visto troppo e ritorna alla vita semplice e alla sua famiglia (da notare che il ragazzino che consegna i giornali alla fine si chiama Dan Ketch, a testimonianza che nulla è così semplice).
    Con Kingdome Come (di Mark Waid e dell'onnipresente Ross) si può dire che viene posta una domanda fondamentale, anzi due: c'è veramente bisogno degli eroi? Se si, di quale tipo?

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    Infatti la gente inizia a chiedere eroi più al passo con i tempi: lo stesso Superman viene sostituito nel ruolo di protettore di Metropolis da Gog, che non ha esitato ad uccidere il Joker a sangue freddo... E fu così che la maggior parte dei vecchi eroi si ritirò, lasciando gli esseri umani al loro destino. Ma è solo il preludio alla fine, una fine che il vecchio Wesley Dodds, un tempo Sandman, aveva sognato e che ora ha come testimone il pastore Norman McCay: questi, disilluso, viaggia assieme allo Spettro, con il compito di identificare il colpevole in modo che l'Ira di Dio possa punirlo. Assistiamo a scontri tra "super-eroi" (notare le virgolette) privi di regole o morale, con un Gog sparito da tempo dopo che le sue azioni scellerate hanno portato alla distruzione del Kansas. Solo il ritorno dei vecchi eroi potrebbe riportare tutto a posto, o meglio, solo il ritorno DELL'EROE. Wonder Woman si reca da Clark, ritiratosi nella Fortezza della Solitudine, per convincerlo, ma apparentemente non ottiene risultato; apparentemente... Una scia rossa e blu annuncerà il ritorno dell'Uomo d'Acciaio, che insieme ad una rinata Justice League vuol riportare l'ordine.
    Ma i tempi sono cambiati, come anche i Nostri: Wonder Woman, ancora (troppo) amazzone ma non più principessa, Batman occupato a mantenere in uno stato di Polizia Gotham City, e Superman, che si ritrova piano piano in una posizione...

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    Last Post by aver2330 il 17 Sep. 2013
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  10. AMAZING SPIDER- MAN #700: FU VERA DISGARZIA?- di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 16 Sep. 2013
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    Non ho nessuna remore ad ammettere che, saputo che Doc Ock e Peter si sarebbero scambiati di corpo, sono rimasto sconvolto. Non ci volevo credere, per me era una cavolata megagalattica, quasi un insulto (ok, forse è meglio togliere il "quasi")...
    Eppure, dopo essermi trovato tra le mani il fatidico numero, e aver letto la storia, non posso, in tutta coscienza, non chinare il capo, persino davanti a Humberto Ramos, che mi sta leggermente sulle balle dai tempi di Superboy (ergo, dall'inizio).
    Certo, con un escamotage hanno tolto la difficoltà dei ricordi, ma le scene di Peter che incontra tutti i suoi defunti e Octavius che rivive la vita del suo arcinemico hanno un pathos come pochi, quasi a voler mostrare come in fondo non possa andare così male nel ruolo (forse).
    Inoltre, la figura di Otto Octavius riceve un certo smalto perduto: JJJ lo identifica come un fallito, ed in effetti egli stesso lo pensava ai tempi della sua redenzione, quando aveva come compagna la statuaria Stunner (a dimostrazione che il fisico non è tutto). Sfortunatamente, gli autori hanno fatto morire quel Doc Ock per mano di Kane...
    Certo, meglio giocarsela con lo stesso personaggio di sempre che non sfruttare appieno la sua trasformazione... Otto è sempre andato fiero del suo genio e trattava con disprezzo gli altri, che considerava indegni; eppure aveva riconosciuto nel Ragno, se non un suo pari, almeno uno spirito affine. Quando, alla fine del loro scontro, Peter riesce a mostrare la sua vita ad Octopus, questi non riesce a farsi carico di tutta quella sofferenza... Mentre combatte, gli vengono in mente i ricordi che Peter ha di Zia May... Ammettiamolo, in fin dei conti la cosa può essere una gran trovata. Certo, il fatto che, alla fine, "Superior Spider- Man" faccia riferimento al suo genio e alla sua ambizione non fa sperare questo granchè, ma onestamente avrebbe potuto andare peggio! Pur non essendo ancora del tutto convinto, sono per dargli una chance


    Edited by aver2330 - 14/10/2013, 12:40
    Last Post by raes il 19 Sep. 2013
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