BACK TO THE BASICS: il blog

  1. LE PERVERSIONI DI MISS BETTY BOOP di Pietro Zerella

    By aver2330 il 28 Mar. 2013
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    Siamo nel 1931 e l’America vive ancora a contatto con lo spettro della recessione. Le dure riforme attuate da Franklin D. Roosewelt stanno per dare il giusto innesco alla ripresa economica ma il momento è ancora delicato. Ora più che mai i cittadini hanno bisogno di qualcosa che li affranchi, momentaneamente, dalla pesante realtà quotidiana. Il cinema si gioca l’arma della “sex bomb”. Una intera generazione di vamp cinematografiche riempie gli schermi di seni procaci e bocche carnose…
    Anche il cinema d’animazione troverà la sua icona sexy. E’ una donnina provocante e piena di malizia, dal corpo esuberante e dalla boccuccia a forma di cuore…Il suo nome? Betty Boop!
    Dopo una falsa partenza in cui veniva presentata come una barboncina (nel cortometraggio Dizzy Dishes del 1930), gli animatori Max e Dave Fleischer, ebbero la felicissima intuizione di darle una forma umana. Betty, chiaramente ispirata alle attrici in carne ed ossa del suo tempo, entrò subito nelle grazie del pubblico. In realtà i Fleischer avevano studiato molto bene la cosa ed avevano fornito alla loro creatura tutta una serie di carte da giocarsi.

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    Il testone a forma di nocciolina di Betty, ispirava tenerezza ma Miss Boop era molto di più di una bambolina. In un accorto gioco di equilibrio le caratteristiche adulte bilanciavano quelle infantili. I capelli con la riga al centro, per esempio, le davano un aspetto da bimba ma i riccioli “tirabaci” infrangevano l’apparente innocenza. E gli occhioni rotondi ed “ingenui” erano sormontati da lunghe e maliziose ciglia. Il resto del corpo era sodo e prosperoso e i succinti vestitini che lasciavano spesso le spalle scoperte erano un’inequivocabile segnale di richiamo sessuale. Tuttavia, il potenziale eversivo di Betty andava ben al di là del suo aspetto esteriore. Era una ragazza libera che aveva avuto la forza di scappare dal vecchio ed ovattato mondo per affrontare la pericolosa realtà quotidiana e viverne, senza freni, le straordinarie avventure. Per sette anni tra il 1932 ed il 1939 , le mossette ammiccanti ed i gridolini di Betty Boop, imperversarono nelle Sale Cinematografiche e le sue storie, apparentemente surreali fecero presa su un pubblico fondamentalmente adulto. Al suo fianco si fecero onore come comprimari , personaggi come Koko il Clown e il cagnolino Bimbo. Dei modelli di riferimento abbiamo in parte detto. Gli esperti riconducono le caratteristiche somatiche a quelle di Clara Bow, la prima diva sexy del cinema americano che turbò le menti degli spettatori lasciandosi ammirare mentre si bagnava nelle limpide acque di un fiume (Nel film Hula di Victor Fleming).

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    Last Post by Pietro Zerella il 1 April 2013
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  2. La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick

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    Fumetti e Romanzi
    By aver2330 il 25 Mar. 2013
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    Nella stazione di Parigi, tra le due guerre, si aggira uno strano ragazzo. Il suo nome è Hugo Cabret e si occupa della manutenzione degli orologi della stazione, all'insaputa di tutti, da quando suo zio è misteriosamente scomparso.

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    Lasciato a se stesso è costretto a compiere piccoli furti e non solo per mangiare. Suo padre, infatti, gli ha lasciato un automa, trovato su una soffitta di un museo, abbandonato. Aveva intenzione di ripararlo, dato che faceva l'orologiaio, ma è rimasto vittima di un incendio. Hugo ha deciso di completare l'opera del padre, perchè per lui quell'automa diventa speciale, non solo un ammasso di ingranaggi e viti, ma rappresenta la consapevolezza che una volta riparato gli darà le risposte che cerca, visto che sembrerebbe in grado di scrivere. Per far questo, però, è costretto a rubare piccoli ingranaggi e pezzi di ogni sorta. Scoperto da un venditore di giocattoli, nella vita di Hugo finiscono per fare irruzione altre persone come la nipote del giocattolaio e soprattutto il mondo del cinema che in quegli anni stava muovendo i suoi primi passi.
    Il vero protagonista di questo romanzo, infatti, che potremmo definire un ibrido tra letteratura e fumetto, poiché alcune passaggi sono raccontati per immagini, anzi per vere e proprie sequenze mute, è proprio quel cinema pionieristico e visionario, fatto da prestigiatori e illusionisti, come Georges Meliès (1861–1938).

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    Riconosciuto come il secondo padre del cinema (dopo i Fratelli Lumière), Meliès introdusse e sperimentò diverse novità tecniche e narrative. A lui è attribuita l'invenzione del cinema di finzione (che filma mondi "diversi dalla realtà") e di numerose tecniche cinematografiche, in particolare del montaggio, la caratteristica più peculiare del nascente linguaggio cinematografico. È universalmente riconosciuto come il "padre" degli effetti speciali. Il suo film più noto è “Viaggio nella Luna (Le Voyage dans la Lune)” (1902), ispirato dal romanzo omonimo di Jules Verne e di H. G. Wells, per l’epoca fu un film spartiacque, pieno di passione e di trovate cinematografiche.
    Scoprì accidentalmente il trucco della sostituzione nel 1896 e fu uno dei primi registi a usare l'esposizione multipla, la dissolvenza e il colore (dipinto a mano direttamente sulla pellicola).
    Inizia la sua attività come mago illusionista nel prestigioso Teatro Robert-Houdin a Parigi, ma, rimasto affascinato dall’invenzione dei fratelli Lumiere decide di creare una cinepresa in proprio per poter girare in autonomia filmati. Leggenda e verità si mischiano nella sua storia come ne...

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    Last Post by aver2330 il 26 Mar. 2013
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  3. GEORGE A. CUSTER - CACCIATORE DI GLORIA di Vincenzo Accardo

    By aver2330 il 23 Mar. 2013
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    Pubblicata nel 1974 dall'editore che sarebbe diventato Bonelli nella collana "I protagonisti"che raccolse dieci biografie di figure del West è una biografia a fumetti di Custer documentatissima che si colloca nella linea revisionista della storia degli indiani.
    E'stata una bella lettura che mi ha fatto rivivere gli anni d'oro del fumetto quando la qualità era molto più alta sia per i disegni sia per i contenuti per rispondere alle esigenze di un pubblico più numeroso e esigente.

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    Custer è visto nel massacro di Washita e nella battaglia del Little Big Horn, ed è un uomo accecato dalla ricerca della gloria, delle promozioni che manda a morire i soldati per mano dei Sioux. Sto leggendo tutto quelllo che è stato pubblicato dagli anni 70 in poi su Custer a fumetti e non ho trovato,per fortuna,nessun fumetto apologetico di questo personaggio figlio di un fabbro ma con idee militariste e culto feticista del successo e della gloria che ce lo rendono lontano e estraneo.
    Custer arrivò all'accademia di West Point grazie alla raccomandazione di un deputato democratico a cui si era rivolto più volte e lui era repubblicano come tutta la sua famiglia.
    A West Point non solo non brillò in nessuna materia ma ebbe dei voti scarsi in tutte tranne che in una che richiedeva impegno fisico.Collezionò più di 500 note di demerito che gli avrebbero valso l'espulsione se non ci fosse stato qualche amico che ne aveva cancellate molte altre e l'aveva aiutato a mantenere il posto.Nella guerra civile non brillò, come racconta la mitologia su Custer, tuttavia si fece conoscere e ottenne una certa fama.
    Nella lotta contro gli indiani incominciò a vedere le massicce diserzioni dal suo reparto di soldati semplici e ufficiali stanchi di combattere in mille disagi e sacrifici di tutti i generi. A Washita non tutti gli ufficiali presenti furono entusiasti di quello che stavano per fare e fecero,cioè un massacro di donne, vecchi e bambini. Uno dei suoi ufficiali inviò una relazione dettagliata ad un importante giornale americano che la pubblicò e Custer lo fece trasferire ad un altro reparto creandogli gravi disagi nella vita privata perchè aveva la moglie gravemente malata,bisognosa di cure e in difficoltà con gli spostamenti.
    Nella battaglia del Little Big Horn non solo era stato avvertito delle forze soverchianti dei Sioux ma aveva fatto di tutto per arrivare prima degli altri reparti allo scontro per potersi coprire di gloria.
    Il fumetto dello sceneggiatore e disegnatore Rino Albertarelli accoglie la tesi del suicidio del generale durante lo scontro finale come Berardi e Milazzo in Ken Parker e a differenza degli sceneggiatori di "La congiura contro Custer"con T...

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    Last Post by aver2330 il 23 Mar. 2013
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  4. PHOEBE, LO SPIRITO DEL TEMPO di Pietro Zerella

    By aver2330 il 23 Mar. 2013
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    Il grande successo mediatico e l’eccezionale popolarità raggiunta da Barbarella , la biondissima e disinibita creatura di Jean Claude Forrest, aveva lanciato prepotentemente sulla scena internazionale un nuovo genere narrativo: il fumetto “spaziale” erotico.
    In quel filone si inserirono molte altre ragazze dalla incredibile bellezza e del tutto prive della vocazione alla castità. In Francia , serie come Jodelle, Pravda o Saga de Xam proiettavano nell’universo fumettistico una intera generazione di eroine decisamente “hot”...
    Persino in Unione Sovietica, nell’ambiente goliardico dell’Università di Kiev nasceva (protetta dall’anonimato) Oktiabrina (Octobriana), atipica ”supereroina russa” carnale e fortissima . Ovviamente, la risposta dagli USA non tardò ad arrivare e prese le vesti (poche, in verità!) di Phoebe Zeit-Geist.
    Siamo nel gennaio del 1965 e sulle pagine della rivista di avanguardia “Evergreen Review" viene presentato una nuova striscia:The Adventures of Phoebe Zeit-Geist.

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    A occuparsene sono lo sceneggiatore Michael O’Donoghue (1940-1994) dallo stile caustico e corrosivo ed il disegnatore Frank Springer (1929-2009), che diverrà celebre soprattutto per i suoi lavori alla Marvel Comics (Nick Fury e il Graphic Novel di Dazzler).
    In realtà, come vedremo tra breve, Phoebe con la “liberazione femminile” ha ben poco a che fare. La nostra eroina ha 24 anni ed è figlia di un aristocratico serbo. Ha trascorso buona parte della sua adolescenza nel Tibet settentrionale, apprendendo i segreti delle arti marziali (segreti che le saranno davvero poco utili!), poi si è trasferita in Uruguay ed ha studiato danza classica, prima di approdare in uno dei migliori collegi svizzeri. I suoi impegni mondani la hanno condotta ad Anversa , ospite di un lussuoso party. Durante la festa, però, la bellissima ragazza viene prima drogata e poi rapita. Al suo risveglio si ritroverà nella Valle della Morte, in California al cospetto di un uomo vestito come un generale nazista. Con grande sadismo, il criminale si accanisce su di lei. Dapprima la costringe a togliersi i vestiti , poi la tortura e la frusta senza pietà.

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    E’ proprio in questo momento che si verifica la frattura con le altre eroine del suo tempo: Phoebe, nuda e ferita, non reagisce e non si ribella!!Lo schema si ripeterà all’infinito, nelle storie successive. Alle prese con “feticisti dei piedi “cinesi o con assassine lesbiche, Phoebe sarà la vittima designata ed arrendevole dei loro giochi crudeli e viziosi.
    Presto lo scenario di queste rappresentazioni si dilaterà varcando i confini d...

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    Last Post by aver2330 il 23 Mar. 2013
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  5. L'OCCHIO SINISTRO DI RAMA

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    Fumetti e Romanzi
    By aver2330 il 22 Mar. 2013
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    Diamo il via ad una nuova rubrica che vuole in qualche modo mettere l'accento sulle "contaminazioni" del fumetto nella letteratura.
    In un'epoca in cui sempre più spesso e diffusamente, anche troppo a mio avviso, si parla di trasposizioni e riduzioni cinematografiche di personaggi e opere a fumetti, credo sia il caso di indagare anche in quest'altra direzione e chissà magari può consigliare una buona lettura, e visti i tempi, non fa mai male.
    Non si poteva non cominciare dal primo romanzo che ha come protagonista il Detective dell'impossibile, dato che sono un suo grande fan.
    Martin Mystere: l'occhio sinistro di Rama scritto da Andrea Carlo Cappi con la collaborazione di Alfredo Castelli è uscito per i tipi della Sonzogno nel 2003. Prima però penso sia opportuno spendere due parole sul protagonista.
    Creato da Alfredo Castelli nel 1982, e realizzato graficamente da Giancarlo Alessandrini, Martin Jacques Mystère (il suo nome completo) è un insolito detective: archeologo, antropologo, esperto d'arte, collezionista di oggetti inusuali, uomo d'azione e instancabile viaggiatore, è americano di nascita (vive a New York, in un piccolo appartamento pieno di libri e oggetti curiosi al numero 3/a di Washington Mews), ma si è formato culturalmente in Italia.
    Dopo la morte dei suoi genitori (1965) in un incidente aereo, ha cominciato a occuparsi dei "grandi enigmi" mai risolti, cioè di quegli enigmi che la scienza "ufficiale" non prende in considerazione e che non sono ancora stati razionalmente risolti, da quelli archeologici a quelli storici, da quelli scientifici o parascientifici a quelli esoterici, spaziando occasionalmente nel campo degli Ufo, dei poteri Esp, della magia. Dalle sue esperienze trae spunti per volumi di successo e per una trasmissione televisiva intitolata "I Misteri di Mystère". Pur essendo un formidabile "tuttologo", pur disponendo di un "gadget" fantascientifico (un'arma "vecchia di quindicimila anni" che emette raggi in grado di paralizzare momentaneamente gli avversari), Martin Mystère non è assolutamente un eroe tutto d'un pezzo: è dotato, infatti, di una grande autoironia (lui stesso non si prende troppo sul serio e si autodefinisce "Il Buon Vecchio Zio Marty") e, in più, una serie di difetti (la tendenza a tirare tardi, la verbosità, la paura di invecchiare) lo rende un personaggio "umano" e accattivante.
    Suo compagno fedele di avventure è il neanderthaliano Java, vero uomo della caverne scovato da Martin in una "nicchia" preistorica in Mongolia e soltanto superficialmente civilizzatosi. Martin Mystère e Java formano una di quelle coppie "impossibili" che possono esistere unicamente nel mondo della fantasia.
    Martin è fon...

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    Last Post by aver2330 il 24 Mar. 2013
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  6. L’INFILMABILE TERRA DI MEZZO di Pietro Zerella

    By aver2330 il 21 Mar. 2013
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    “Tre Anelli al Re degli Elfi sotto il cielo che risplende, Sette ai Principi dei Nani nelle loro rocche di pietra, Nove agli Uomini Mortali che la triste Morte attende”….
    Il 19 dicembre 2001, un tornado devastante e benefico scuote il mondo del Cinema…Sul Grande Schermo, approda un film che ridefinisce i parametri di questo straordinario “medium”… S’intitola “La Compagnia dell’Anello” e viene annunciato come il primo di una trilogia che darà nuova vita all’epica saga di Tolkien, Il Signore degli Anelli. Dietro il capolavoro del regista Peter Jackson, c’è un percorso costellato di fallimenti e di opere incompiute.
    Sull’intero “Corpus letterario” dello scrittore inglese sembra gravare una sorta di maledizione: ambientare un film nella Terra di Mezzo” è troppo dispendioso , per la sua natura stessa si tratta di una epopea infilmabile.
    In effetti, la storia sembra dare ragione a questo convincimento generale. Come è ovvio, il successo planetario de Lo Hobbit, del Silmarillion e del Signore degli Anelli, attira immediatamente il mondo dello spettacolo.
    Già nel 1956, l’emittente di Stato anglosassone, la BBC, condensa la saga di Tolkien in uno sceneggiato radiofonico in 12 puntate che ottiene una calorosa accoglienza da parte del pubblico. Circa 9 anni dopo questa saga comincia a circolare anche negli USA. I movimenti studenteschi leggono tra le righe delle opere di Tolkien una sorta di visione alternativa rispetto a quella fornita dalla Bibbia e ne fanno una vera e propria icona culturale. Nel 1966, l’animatore Gene Deitch, in collaborazione con l’illustratore Adolf Born elabora un primo adattamento cinematografico. Rappresentare Tolkien in un film di animazione è un progetto allettante ma troppo oneroso….Ci vuole troppo tempo ed una scorta illimitata di denaro….La nave si incaglia!
    Dovranno passare oltre 10 anni prima che si rimetta in movimento. Il 27 Novembre 1977 la NBC (potente network televisivo statunitense) trasmette un film della Rankin & Bass Production che sembra finalmente dare corpo alle speranze dei fans di Tolkien.

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    Alla resa dei conti, “Lo Hobbit” si rivelerà una cocente delusione. Pur partendo da buone premesse e pur avvalendosi dell’esperienza dell’avanzatissima animazione giapponese, il risultato è modesto. I 78 minuti del film non bastano per metterci dentro le mille vicende e i mille personaggi del romanzo originale. La Trama viene ridotta all’osso e si focalizza quasi esclusivamente sulle prime avventure di Bilbo Baggins. E’ una pellicola dal basso costo che ha messo nel mirino il pubblico infantile e ne asseconda gusti ed aspettative. Le continue interruzioni canore, poi, certo non giovano alla storia….possono dilettare i bambini ma annoiano profondam...

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    Last Post by Pietro Zerella il 24 Mar. 2013
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  7. THUNDERBOLTS

    By aver2330 il 19 Mar. 2013
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    C'è un giochino per iPad in cui devi far accoppiare dei draghi di colori diversi nella speranza di ottenere uno di quelli speciali. Non c'è una logica e tutto dipende da un po' di fortuna e dal tempo che passi chino sul sudato schermo. Certe decisioni del Marvel Now nella scelta delle testate e degli autori da abbinarvi funziona più o meno allo stesso modo.
    Thunderbolts è una di quelle serie che nasce già male, unendo la prosa sempre uguale e modaiola (apprezzata c'è da dire da un certo pubblico che ha sempre seguito le sue serie con fideistica costanza) di Daniel Way con i disegni legnosi e statici, inadatti a qualsivoglia super eroe o scena d'azione di Steve Dillon.
    Stupisce quindi il fatto che ai due siano state date le redini di un gruppo formato da gente come il Punitore, Elektra Deadpool e Venom e con a capo la versione rossa e militaresca, ora senza baffi, di Hulk. Forse l'idea era che la miscela sarebbe stata comunque esplosiva e che ognuno di questi personaggi portasse in dote un numero di fan sufficienti a far si che fosse data fiducia alla serie.

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    Certi dati di vendita dei primi numeri testimoniano che la mediocrità mai come in questo periodo è veramente aurea e come al solito in questi casi sotto la carta e disegni c'è veramente il nulla. I primi cinque numeri vedono i nostri in una missione dai contorni di fantapolitica in un paese cinese così pieno di stereotipi da far sembrare il primo Stan Lee filo americano un figlio dei fiori all'ultimo stadio.
    Way riesce nell'inconsueta impresa di snaturare tutti i personaggi, di rovinare il lavoro fatto sulla regular di Venom e di superare se stesso nel confezionare per Deadpool battute peggiori di quelle con cui aveva infarcito certe sue saghe sulla ormai defunta testata del mercenario chiacchierone. Visto che al peggio non c'è mai fine il colpo di grazia all'ottimo concept dei Thunderbolts ( la Suicide Squad Marvel) lo dà la love story tra Frank Castle ed Elektra ( non è uno spoiler in quanto ogni anticipazione di cover mostra i due persi in abbracci e baci italoamericaninja). Il gruppo svolge operazioni segrete dove la discrezione, l'abilità a muoversi tra le ombre è fondamentale. Questo principio viene negato dalla scelta di uniformi in cui risaltano elementi rossi come il teschio sul kevlar del Punitore, il ragno sulla divisa di Venom senza dimenticare che Deadpool è tutto fuorché un personaggio alla Metal Gear Solid ed Elektra è tanto letale quanto appariscente. Il trend rosso si completa con l'aggiunta del Capo, la vecchia nemesi di Hulk che torna con un testone di quel colore. Ci sono abbastanza ...

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    Last Post by aver2330 il 19 Mar. 2013
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  8. LA SECONDA OPPORTUNITA’ di Pietro Zerella

    By aver2330 il 19 Mar. 2013
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    Questa volta vi invito a partecipare ad un giochino…Ammettiamo che un ricco sceicco saudita vi affidi un altissimo budget per lanciare sul mercato italiano 10 serie a fumetti. Il danaroso e munifico sponsor vi pone una condizione ben precisa..Non vuole 10 serie nuove di zecca ma 10 “opere” che abbiano già affrontato l’edicola e che siano uscite sconfitte dalle dura lotta per la sopravvivenza.
    Quali serie “italiane” andreste a ripescare?....Io vi fornisco la mia lista e resto in curiosa attesa delle vostre!!
    HAMMER (Star Comics 1994)
    Helena Svensson, Swan Barese e John Colter, dopo essere evasi dal carcere orbitale di massima sicurezza, Lazareth, decidono di avviare una collaborazione tra loro, affrontando una serie di missioni ad alto rischio. A bordo di un velocissimo cargo da trasporto ribattezzato Hammer, i tre intraprendono un viaggio senza meta attraverso il Sistema Solare, sopravvivendo di espedienti e prestando la propria professionalità a chiunque sia in grado di ricompensarla profumatamente.

    IRON HEART (IL MARCHIO GIALLO 1995)
    C’era una volta un eroe che veniva da molto lontano, stanco per le troppe guerre combattute, i troppi amici e i troppi amori perduti . Cercava la pace e la tranquillità ma non si può sfuggire a lungo al proprio destino, Iron Heart era una serie ambientata nel presente, costellata da frequenti salti spazio temporali in virtù dei quali il protagonista si trovava al centro di avvenimenti storici di portata mondiale

    SAMUEL SAND (Star Comics 1996)
    Samuel Sand un investigatore americano originario della California, trasferitosi in Francia da giovane mentre Lyla De Cressy è una bella e colta ragazza francese che possiede alcuni poteri paranormali e un gatto magico di nome Misty. Insieme dirigono l’Agenzia Casi Impossibili che si occupa del paranormale sullo sfondo di una Parigi esoterica carica di fascino e mistero.
    BELLA E BRONCO (Bonelli 1984)
    Siamo nel vecchio e selvaggio West. Dopo che una cannonata ha raso al suolo il suo saloon, l’avvenente “Bella” inizia una serie di peregrinazioni insieme al colto indiano “Bronco”.I due “amici” non sono raddrizzatori di torti né vendicatori di professione ma solo due naufraghi che cercano di sopravvivere nell’oceano perennemente in tempesta della vita.

    LA STIRPE DI ELAN (Bonelli 1985)
    Elan, un pianeta in cui un arretrato progresso tecnologico è compensato da un largo utilizzo di arti magiche , è sconvolto da una guerra che vede contrapposti l’impero tarkassiano e una confederazione di piccoli stati guidati dal regno di Ardell. Grazie all’accordo con la Hamtech, una multinazionale terrestre in possesso di immense risorse tecnologiche, i Tarkassiani stanno per preva...

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    Last Post by Eugenio Marica il 3 Oct. 2013
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  9. “LORO” DI FRANCIA di Pietro Zerella

    By aver2330 il 18 Mar. 2013
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    Un dogma fondamentale del mondo del fumetto è : Nessun Paese è come la Francia!...
    Solo all’ombra della Torre Eiffel, la Bedè gode della giusta considerazione e da un punto di vista culturale, “loro” sono su un altro pianeta. Tutto vero? Se ci limitiamo a ragionare per “convenzione”, possiamo senz’altro ammettere che quello francofono è un mercato ricco. Nessun lettore sano di mente, potrebbe non riconoscere l’interesse mediatico che le “Nuvole” suscitano in casa di Marianna. Basti pensare al clamore che scatenano le uscite degli albi più attesi o alle incredibili masse di persone che si spostano per seguire il Festival di Angouleme….
    Altro punto decisamente a favore dei cuginetti di Oltralpe è la loro spiccata capacità di costruirsi i lettori di domani grazie ad offerte editoriali pensate espressamente per il pubblico più giovane. Quindi, apparentemente, il meccanismo sembrerebbe funzionare con grandissima efficienza….Poi, però, come spesso succede, se si sposta lo zucchero addensato in superficie, il caffè diventa leggermente più amaro. La crisi nelle vendite c’è anche in Francia anche se mascherata dal dinamismo delle case editrici locali. Nel 2000 si pubblicavano 1500 albi all'anno e se ne vendevano 30 milioni di copie, oggi vengono stampati 5000 albi ma le vendite si bloccano a 40,5 milioni, con una media per albo che, in assoluto, si è notevolmente abbassata. Se poi andiamo ad analizzare il tipo di albi venduti, vediamo che a farla da padrone sono sempre i soliti immortali personaggi. Asterix, Lucky Luke, Tintin, Blake & Mortimer, Spirou & Fantasio….L’anagrafe di questi signori fa sembrare Tex un ragazzino e Dylan Dog un neonato….Per il resto, manga abbastanza omologati come Naruto e One Piece (ai primi due posti nelle vendite) , fumetti americani, pubblicati alla rinfusa e scarsissimo interesse verso il resto d’Europa…E le tanto decantate pubblicazioni per i bambini? Titeuf vende 750 mila copie ma a voi sembra un capolavoro?...Nella migliore delle ipotesi è un personaggio simpatico..
    Dice: in Francia, hanno più coraggio…certo, infatti continuano da 60 anni con lo stesso formato a 46 pagine. Dice…in Francia gli artisti Italiani trovano il modo per esprimersi al di fuori della gabbia Bonelli…certo, per entrare nella gabbia del fumetto alla francese che non è certo meno rigida!....Per come la vedo io, gran parte del successo dei Fumetti francesi è legata al loro proverbiale senso di “grandezza”. In questo, effettivamente, ci sono superiori…Noi siamo sempre troppo esterofili e spesso diventiamo i peggiori nemici di noi stessi…Però’ se il prezzo da pagare è questo nazionalismo ad oltranza non so se ne valga la pena. Pensatela come volete ma su una nazione che mette al primo ...

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    Last Post by Pietro Zerella il 18 Mar. 2013
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  10. I THUNDERBIRDS E IL SUPERMARIONATION

    By aver2330 il 15 Mar. 2013
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    All'inizio degli anni '60 il produttore televisivo britannico Gerry Anderson elaborò una nuova ed originale tecnica di animazione che battezzò Supermarionation.
    Il sistema prevedeva l’uso di marionette sospese e controllate da sottilissimi fili. Questi fili, sottilissimi dovevano avere a una doppia funzione: trasmissione del movimento agli arti della marionetta, e trasferimento del segnale elettrico ai componenti elettronici situati nella testa della marionetta stessa.
    Nella testa, infatti, si trovava un motore a bobina governato da un trasduttore elettroacustico capace di trasformare la voce in un segnale elettrico a impulsi. Siccome il motore controllava le labbra, questo garantiva un preciso sincronismo del movimento della bocca con i dialoghi.
    I meccanismi di controllo furono collocati originariamente all'interno le teste dei pupazzi, il che rendeva la testa sproporzionatamente grande rispetto ai corpi, come alcuni personaggi a fumetti. Le cose migliorarono con l'avvento di componenti elettronici miniaturizzati a metà degli anni 1960 che fecero sì che fu possibile progettare un nuovo tipo di fantoccio con la testa correttamente proporzionata e meccanismi di controllo al torace, collegata alla bocca da aste sottili attraverso il collo. Ciò diede alle marionette un aspetto molto più realistico.
    Con questa tecnica Anderson produsse varie serie televisive dal 1960 al 1969, Four Feather Falls (1960),Supercar (1961),Fireball XL5 (1962),Stingray (1963),Thunderbirds (1964), Captain Scarlet and the Mysterons (1967), Joe 90 (1968),The Secret Service (1969). La sua “creatura” più famosa però rimane sicuramente Thunderbirds.


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    Prodotta nel biennio1964-65 insieme a sua moglie Sylvia per la casa di produzione AP Films e trasmessa dal network britannico Independent Television (ITV) a partire dal 1965, Thunberbidrs era una serie di fantascienza. Trasmessa nel Regno Unito tra il 1964 e il 1965, e composta in totale di 32 episodi di 50 minuti ciascuno, viene replicata ancora e ha ispirato diverse altre serie televisive e vari film, tra cui uno con attori in carne e ossa. Approdò nel resto d’Europa solo negli anni settanta e in particolare in Italia, fatta eccezione per quattro episodi che furono trasmessi integralmente dalla RAI nel 1974, fu proposta da reti private e ogni puntata fu divisa in più parti, con titoli diversi per ognuna di esse. La diffusione integrale della serie è stata effettuata da Canal Jimmy solo nel 2001. La rete satellitare ha integrato gli episodi delle molte sequenze che a suo tempo vennero tagliate per ottenere la durata desiderata.
    Thunderbirds trae origine da un episodio della vita reale: Gerry Anderson, infatti, si ispirò a un disastro miner...

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    Last Post by Pietro Zerella il 16 Mar. 2013
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