BACK TO THE BASICS: il blog

  1. IL PICCOLO PIERRE - STORIE DISORDINATE di Alfonso Verdicchio

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    By aver2330 il 18 Mar. 2014
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    TITOLO: IL PICCOLO PIERRE- storie disordinate (Ed. Tunuè- Pagine 96- Prezzo : Euro 14,90)
    TESTI : CORRADO MASTANTUONO
    MATITE : STEFANO INTINI
    CHINE : NICOLA PASQUETTO


    Pierre è un bambino di sette anni dal carattere gentile, amante della lettura e con pochi grilli per la testa. Insomma sarebbe il bimbo perfetto se non avesse avuto in sorte Pilar.
    Pilar è un diavoletto custode, apparentemente coetaneo a Pierre che è l'unico che può vederlo. Per questo motivo le marachelle e i dispetti di Pilar finiscono per mettere puntualmente nei guai Pierre.
    La famiglia di Pierre è composta dal padre, un uomo d'affari brillante e preparato, che per motivi di lavoro vede poco suo figlio, e da Ingrid, la sua Tata. Quando Pierre viene a sapere che suo padre sta affrontando una crisi finanziaria decide di dargli una mano, vendendo un suo vecchio orologio da tasca al capitano Morgan Plomb. Ma a causa dell'intervento del solito Pilar la cosa si farà ben più complicata e i nostri due eroi finiranno dall'altra parte del mondo ad affrontare pirati e scienziati pazzi.
    Il volume pubblicato da Tunuè per la collana Tipitondi è davvero una piccola chicca dalla prima all'ultima pagina. Esilarante l'introduzione con la descrizione della genesi del personaggio che strizza l'occhio a molti personaggi famosi di carta e non, molto belli anche le illustrazioni di altri autori come Cavazzano o Villa che omaggiano a loro modo il piccolo Pierre e il suo diavoletto custode.


    I due autori ci presentano una storia con un approccio sicuramente inusuale per il genere, almeno per quello che si è visto negli ultimi anni. L'editoria per ragazzi e bambini ha infatti, ultimamente, scelto di proporre delle storie con paletti rigorosi e molto stretti. Ne "Il piccolo Pierre" molti di questi paletti sono stati aggirati o ignorati. La famiglia del bimbo, per esempio, è composta solo dal padre, separato, e dalla tata. Il nostro diavoletto non è molto "politicamente corretto" sia nelle battute che nelle azioni, e questo rende sicuramente molto simpatico lui e meno ingessato Pierre. Nè c'è alcuna "morale della favola" alla fine dell'avventura.
    Insomma il fine dei due autori è divertire e raccontare un'avventura avvincente e non priva di colpi di scena. I disegni sono davvero stupendi, in puro stile disneyano, con tavole stracolme di particolari e curate fin nei minimi dettagli e ben si sposano con il ritmo della sceneggiatura, molto alto nelle scene "d'azione" (che non sono poche).
    Un albo, quindi...

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    Last Post by aver2330 il 18 Mar. 2014
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  2. INCONTRI CON WARREN ELLIS di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 14 Mar. 2014
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    In un tempo lontanissimo, il tempo dei miti e delle leggende, quando ancora potevo prendere fumetti regolarmente, notai in edicola un numero di "Wildcat's". Avendone letto qualche storie nei primi giorni della Image, lo presi. Quello che mi colpì, però, furono le avventure di Stormwatch, che proprio in quel periodo stava per iniziare il ciclo Warren Ellis (testi) e Tom Raney (disegni). Fu una folgorazione. Si può dire che da allora presi i numeri solo per seguire le avventure di questa squadra di supereroi alle dipendenze dell'ONU e guidata da Henry "Weatherman" Bendix. Erano personaggi con un loro spessore, e sembrava che "vivessero"... Certo, lo stile di Ellis era cupo, incentreto sui segreti sia del governo che dello stesso Bendix, ma come scoprii in seguito, la differenza con lo Stormwatch di prima (solita copia delle major) e quella di poi è abissale. Vennero anche introdotti la sboccata Jenny Sparks e jack Hawksmoor, si scherzò sul fatto che Fuji (giapponese diventato un essere di energia che doveva essere rinchiuso in un'armatura) avesse più orgasmi al giorno dovuti alle vibrazioni dei passi delle persone, e non mancò una strizzatina alla Distinta Concorrenza: il bar dove il gruppo si riposava era il "Bar di Clark", il proprietario portava gli occhiali e, quando minacciò di dare una lezione ad Hellstrike se combinava ancora casini, lasciò intravedere un bagliore rosso negli occhi. Diciamocelo: le storie di Ellis erano poco politically correct, portavano a dilemmi di vario genere, ma DOVEVANO essere lette.


    Ho potuto seguirli fino a quando non hanno smesso di pubblicare la testata, quindi non ho potuto leggere i due volumi conclusivi. So semplicemente che Stormwatch fu decimata dopo uno scontro con dei residuati di "Alien" e i Wildcat's andarono al soccorso (se si pensa che questi ultimi sembrano una copia degli X- men, che avevano come nemici la Covata, ispirata anch'essa al film con Sigourney Weaver, capirete come Warren Ellis non si smentisca.). Prendete quindi con le molle quanto detto... ma era solo l'inizio.


    Presto vidi Warren Ellis alle prese con "The Authority", con protagonisti Jenny Sparks, Jack Hawksmoor e Swift (essenzialmente "Stormwatch Nero") con l'aggiunta di Apollo e Midnighter (La versione gay di Superman e Batman), più le nuove incarnazioni di Engineer (Angela Spica) e Doctor, i cui predecessori fecero una brutta fine in seguito alla pazzia di Bendix. Il loro quartier generale era il Carrier, un "vascello di traslazione" c...

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    Last Post by Stardarkpop il 24 April 2014
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  3. LE MOLTE VITE DI MISTER MORAN di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 27 Feb. 2014
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    Il parto è programmato per il 27 marzo 2014 e mai gestazione è stata più lunga e laboriosa. A oltre 20 anni dalla sua ultima apparizione tornerà anche sul mercato fumettistico italiano uno dei personaggi più controversi e affascinanti che abbiano mai frequentato le pagine di un albo: Miracleman\Marvelman. Una storia appassionante la sua, fin da quel doppio nome, fatta di intrighi e di controversie legali, di fulgida popolarità e di lunghissimi oblii. Raccontarla, anche per sommi capi, non è un’impresa agevole, eppure ci proviamo. In un certo senso tutto nasce con Superman. Il personaggio di Siegel & Shuster aveva improvvisamente spalancato una porta da cui tutte le altre case editrici americane volevano passare. Nel 1939 la Fawcett Comics lanciò Whiz, una rivista che presentava tra gli altri Captain Marvel, un personaggio scritto da Bill Parker e disegnato da Clarence Beck che si inseriva perfettamente nel neonato filone supereroico. La storia descriveva le vicende del giovane Billy Batson, orfano e senza fissa dimora, e del suo incontro apparentemente casuale col vecchio mago Shazam. Billy, pronunciando il nome del suo mentore era in grado di trasformarsi in un supereroe dallo sgargiante costume arancio e oro che possedeva tutta una gamma di strabilianti poteri che lo rendevano, di fatto, “il mortale più possente del mondo”. Il successo fu enorme, i fumetti venduti superavano abbondantemente il milione di copie e al fianco del personaggio principale vedevano la luce una miriade di comprimari che andarono a formare quella che fu definita la Marvel Family (Mary Marvel, Captain Marvel Jr. Uncle Marvel). Il successo era così dilagante che l’espressione Shazam entrò nel linguaggio comune andando ad esprimere uno stato di stupore e sorpresa. Tuttavia nel 1954, la Fawcett, incapace di sostenere la bega giudiziaria con la National che l’accusava di aver plagiato Superman, interruppe la pubblicazione. A questo punto, quando tutto lasciava pensare ad una sparizione definitiva entrò in gioco un fattore nuovo. Oltre che negli USA, infatti, Captain Marvel aveva avuto una buona diffusione anche sul suolo britannico grazie all’editore Leonard Miller. Quando la Fawcett smise di editare il personaggio , Miller decise di fare un tentativo autonomo. L’idea era quella di creare un eroe che avesse una continuità con Captain Marvel e per metterla in pratica si affidò alle solide mani di, Michael "Mick"Anglo (Maurice Anglowitz, Gran Bretagna -1916 – 31 October 2011) Nacque così’ Marvelman che era un riconoscibilissimo clone di Captain Marvel in cui le modifiche erano solo di facciata: Billy Batson diventava Micky Moran, la parola magica non era più Shazam ma “Kimota” (con l’ingenuità tipica dell’epoca non era altro...

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    Last Post by aver2330 il 27 Feb. 2014
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  4. REALM OF KINGS/ THANOS IMPERATIVE-di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 27 Feb. 2014
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    Gli ultimi giorni dell'universo Marvel come lo conoscevamo prima del restyling Marvel Now! Se con War of Kings eravamo rimasti con l'apertura della Faglia dovuta all'esplosione della bomba "terrigena", con Realm of Kings ne vediamo le conseguenze.
    Nonostante sia stato tradotto in italiano con "Il Dominio dei re", la prima saga non è altro che la stabilizzazione dopo il conflitto. Tra le annotazioni da fare c'è la conferma che Medusa, come sovrana, non ha la statura che aveva il suo defunto (ma poi risuscitato e qualcuno mi deve spiegare come ha fatto) marito: infatti sembra un sovrano autoritario vecchio stampo, che vede il suo diritto a governare come un fatto naturale dovuto al suo status regale e alla vittoria militare sui Kree prima e gli Shi'ar dopo; mancando di una vera e propria visione, per consolidare il suo regno ricorre all'inganno (con l'aiuto di Maximus) e non esita ad attaccare Gorgon come fosse un suddito qualsiasi. Dall'altro lato abbiamo invece una Crystal che sembra ricalcare quasi le orme della compianta Lady D, visto che i kree la salutano come "la principessa del popolo"; le sue vicissitudini coniugali con Ronan sono un bell'intermezzo comico e sembra quasi che lei abbia in lui un marito come si deve (non me ne voglia Pietro). dal lato Shi'ar, com'era comprensibile, Kallark trova comprensibilmente difficile adattarsi al suo nuovo status di imperatore degli Shi'ar: d'altronde come potrebbe Gladiatore, abituato a combattere al fianco dei suoi compagni della Guardia Imperiale, restarsene fermo ed occuparsi di noiose questioni?
    Paradossalmente, almeno a mio giudizio, se la cava meglio della regina degli Inumani. In tutto questo, grazie a Quasar e alle missioni esplorative inviate dai due sovrani, scopriamo che la Faglia è un passaggio verso il cosidetto Cancroverso, un luogo dove vivono controparti malvagie degli eroi che ben conosciamo. Alla fine della saga vediamo la fine dei Guardiani della Galassia, la morte di Phyla e la rinascita di una nostra vecchia conoscenza: Thanos, il Titano Pazzo (che qui chiamano "matto" e non capisco perchè). Si passa quindi alla madre di tutte le battaglie (o almeno alla matrigna... Alla zia): Thanos Imperative. nel Cancroverso l'equilibrio è stato spezzato dal fatto che al momento della sua morte, Capitan Marvel, campione della vita, viene avvicinato da delle oscure entità e accetta il loro dono: una sorta di vita eterna. la Morte viene uccisa e nessuno muore più, ma si riforma in un'agghiacciante parodia di ciò che era. venuto a conoscenza di un universo dove ancora la Morte esiste l'adesso Lord Mar- Vell pensa bene di invaderlo in nome dei suoi or...

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    Last Post by aver2330 il 27 Feb. 2014
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  5. AvX: VENDICATORI CONTRO X- MEN di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 7 Feb. 2014
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    Finalmente, sia lode a Dio, sono riuscito a leggere questa chiacchieratissima (anche dame per quel che filtrava) saga, il punto di svolta dell'intero universo Marvel. Onestamente, nonostante continui a non vedere di buon occhio i Cinque della Fenice, devo dire che mi è piaciuta: ha mostrato una certa coerenza dall'inizio alla fine, evitando l'effetto "bolla di sapone" che aveva colpito Fear Itself. Unico grave neo è che continuano a far comportare i personaggi in maniera... come posso dire... poco consona. Ciclope, inizialmente riluttante, continua nel suo ruolo di capo non solo degli X- Men, ma anche della razza mutante, a dispetto del fatto che un simile atteggiamento va contro quello che Xavier gli ha insegnato e al modo in cui si è sempre comportato (nonostante un certo cinismo post- Apocalisse); il suo modo di comportarsi verso Hope e la sua fede cieca nel suo ruolo mi fanno storcere il naso. passiamo a cap, che, come riconosce anche lui alla fine, ha esagerato nel cercare di mettere tutto sotto il controllo dei Vendicatori senza cercare di vedere la cosa dal punto di vista dei mutanti e peccando anche nell'esercitare autorità: addirittura Tony Stark farà la voce della ragione "E dopo cosa farai? caccerai tutti dal Raft e ci sbatterai dentro gli X- Men?" va detto quindi che entrambi i leader si comportano al di sotto dei loro standard. L'uno sbaglia a voler proteggere a tutti i costi la "Messia mutante", mentre l'altro non si rende conto che è insensato cercare di nascondere Hope da qualche parte, pretendendo che Scott e compagnia accettino senza fiatare; oltretutto, come fatto notare da Summers, è venuto a parlare... Seguito da una dozzina di Vendicatori! Andiamo, è di Steve Rogers che stiamo parlando... Ma andiamo al fulcro della vicenda: come reagisce Hope?
    Da una parte si sente pronta ad accettare la Fenice, ne sente il potere anche prima che sia nelle vicinanze, mentre dall'altra, dopo averne scoperto il potere effettivo, cerca di sacrificarsi con l'aiuto di Wolverine. Il suo successivo addestramento, e la sua accettazione del ruolo, era un qualcosa che poteva essere fatto molto prima, se solo i due gruppi non si fossero comportate da stupidi. Inoltre c'è anche una certa nota stonata, non degna di una casa editrice che deve parte del suo successo alla tanto vituperata continuity: fanno tutti riferimento alla prima venuta della Fenice, ma ci si è dimenticati che la Forza fenice si unì anche a Rachel, la figlia di Jean e Scott, e che si rimanifestò nella stessa Jean ai tempi di Grant Morrison. In entrambe le occasioni non successe il disastro della prima volta.

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    Last Post by aver2330 il 7 Feb. 2014
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  6. SHEENA: LA PIN-UP DELLA JUNGLA di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 7 Feb. 2014
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    Ritorniamo, dopo qualche tempo, ad affrontare il tema delle Jungle Girls”, soffermandoci su colei che viene ritenuta la prima e “storica” esponente della categoria: Sheena, Queen of The Jungle. In una scena fumettistica in cui le luci della ribalta erano riservate ai maschi, le ragazze avevano dovuto accontentarsi di ruoli da assolute comprimarie. E allora, una marea di eterne fidanzate o di affettuose mogliettine popolò le strisce e gli albi della “golden age” . La massima aspirazione possibile era quella di rivestire i panni della “dark lady” di turno, cattiva ma, almeno non remissiva. Incredibilmente ma fino ad un certo punto (i geni anticipano sempre le tendenze), la svolta stava per arrivare grazie alla felice intuizione di uno dei “Padri Nobili” del fumetto, quel Will Eisner che con il suo The Spirit avrebbe ridefinito il concetto stesso di “Nona Arte”. Furono, infatti, proprio Will e il suo socio SM “Jerry” Iger a progettare un personaggio femminile molto diverso dal solito. Quando ricevettero la richiesta dagli editori, si ricordarono di un romanzo di H. Rider Haggard e della sua “She, dea della Jungla e ne trassero ispirazione per la loro nuova creazione sia per il nome che per l’ambientazione esotica. L’esordio di Sheena avvenne in “esilio” sul Magazine britannico Wags N° 1, nel 1937 ma presto i due autori, con la loro intraprendenza, riuscirono ad arpionare un contratto di distribuzione anche per gli USA. A pubblicare la nuova eroina sarebbe stata la Fiction House, una casa editrice specializzata nelle riviste “pulp”.
    Il debutto americano è datato settembre 1938 ed avviene sulle pagine del primo numero di Jumbo Comics. Sheena restò su Jumbo Comics fino al N° 167 (aprile 1953) ma apparve, con una certa frequenza, anche su Jungle Comics e dal 1942 al 1952 su una propria testata autonoma che durò 18 numeri. Tratteggiata da Eisner, venne realizzata graficamente da Mort Meskin. I testi erano firmati da W. Morgan Thomas, rutilante pseudonimo sotto il quale si celavano Iger ed Eisner stesso, e i disegni furono affidati ai migliori illustratori della “Good Girl Art”. Ai pennelli si avvicendarono, tra gli altri, Bob Powell , Robert Webb, Matt Baker e Zoine Rowich. Sheena rubò subito l’attenzione: era una splendida ragazza sui 25 anni di età, dotata di una forza eccezionale e di una fisicità prorompente, i suoi lunghi e fluenti capelli biondi che incorniciavano due occhi chiari ed intensi la dotavano di una grandissima sensualità. Questa sua valenza erotica era saggiamente incrementata dal look che gli artisti (Powell, in particolare) avevano studiato per lei. Sheena, infatti , era coperta da una “classica” pelle di leopardo che lasciava parzialmente scoperti i se...

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    Last Post by aver2330 il 7 Feb. 2014
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  7. HULK. O "DELLA SCHIZOFRENIA" di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 3 Feb. 2014
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    Incomincio con il dire che non sono mai stato un grande fan di Hulk, anche se adoro le vecchie storie disegnate da Sal Buscema dove si incontravano gli eroi dei vari paesi e l'ho seguito per diverso tempo su F4 e poi insieme a Devil per la run di Peter David con l'Hulk intelligente prima e dal ciclo di Bruce Jones fino al distacco dopo. Tuttavia, uno degli albi che leggo con maggior piacere e frequenza è il numero a lui dedicato dei "Classici del Fumetto di Repubblica", ed è proprio durante la mia ultima rilettura che mi sono ritornate in mente alcune riflessioni... Se si va a leggere insieme "La Psicanalisi di Hulk" e "Sabbie piatte e solitarie..." (una delle mie storie Marvel preferite) si capisce come in effetti sia l'uomo che il mostro in effetti siano due facce della stessa medaglia: Hulk è, a tutti gli effetti, sia il bambino che non seppe reagire che l'istinto di sopravvivenza di Bruce Banner, la parte di lui che vorrebbe sfogarsi ma che invece prima dell'incidente era rimasta sopita.
    Secondo me il Gigante di Giada tratteggiato da David con la collaborazione di Gary Frank e Dale Keown è quello che più si avvicina ad essere un essere completo. Tuttavia, non ho messo nel titolo di questo articolo "della schizofrenia" solo per riferirmi a questo, ma anche al modo come è stato visto Hulk dai vari autori. Fin dall'inizio Stan Lee lo vedeva come una sorta di Jekyll e Hyde e questo è in sostanza vero; Peter David, facendolo diventare cinico, divertente e grigio ha riportato alla luce la somiglianza, per poi voler far ricongiungere le due metà e dar vita al miglior Hulk, che fondeva la razionalità di Bruce Banner con il sarcasmo e la potenza del "mostro"; successivamente ha fatto emergere un Hulk differente, simile all'originale, ma ora Banner poteva trasformarsi liberamente senza preoccuparsi del suo stato emotivo, delle fasi della luna o simili. Quando l'ho letto nella su citata storia (e in quella precedente sui "classici del fumetto") ci sono rimasto un pò male: a me l'Hulk "perfetto" piaceva... ma era solo l'inizio. da letture sporadiche le cose erano tornate all' "Hulk spacca" del tutto (come nello scontro con Abominio per vendicare Betty), con storie che non mi soddisfacevano pienamente, mi pare scritte da Paul Jenkins.

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    Poi è arrivato Bruce Jones, e l'inizio della sua run mi aveva riportato decisamente all'interesse, soprattutto vedendo che il m...

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    Last Post by aver2330 il 3 Feb. 2014
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  8. SWEET THOOTH di Pietro Zerella

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    By aver2330 il 3 Feb. 2014
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    TITOLO ITALIANO: SWEET TOOTH- FUORI DAI GUAI (Lion Comics- Pagine 120- Prezzo : Euro 11,95)
    TITOLO ORIGINALE : OUT OF THE DEEP WOODS
    (Sweet Tooth Dal N° 1 del Novembre 2009 al N° 5 del Marzo 2010 poi raccolti nell’omonimo TP della Vertigo\DC Comics

    TESTI : JEFF LEMIRE
    MATITE : JEFF LEMIRE
    CHINE : JEFF LEMIRE
    COPERTINE : JEFF LEMIRE

    Il Pianeta Terra non è più un luogo adatto per i bambini….Lo sa bene il piccolo Gus !
    Il suo universo è tutto in un fazzoletto di terra circondato dalla foresta e in una casetta di legno in cui, dopo la scomparsa della mamma, vive col padre. Il mondo oltre gli alberi è stato devastato dall’”Afflizione”, la terribile epidemia che ha sterminato quasi interamente l’umanità, riducendola a sparuti gruppi di individui (minati dal male) senza leggi e senza futuro. Tutto si è consumato in maniera rapida e misteriosa una decina di anni prima e da quel momento sono nati pochissimi bambini. Ognuno di loro presenta una mutazione somatica che in qualche modo li fa sembrare esponenti di una razza ibrida di uomini-animali. Gus ha nove anni, le sue orecchie lunghe e le corna alla sommità del capo lo fanno somigliare ad un cervo. Quando il padre muore, la sua oasi viene invasa dai serpenti! Il piccolo diventa l’ambita preda di alcuni cacciatori. La salvezza arriva grazie al gigantesco Jepperd che gli promette di condurlo in una “riserva” in cui troverà altri ibridi. Durante il viaggio, il violento e spietato Jepperd sembra affezionarsi a Gus tanto da dargli il soprannome di “Golosone” (Sweet Tooth) a causa della sua passione per i dolciumi…..Sarà davvero così ?

    Ottima prova di Jeff Lemire (Canada-1976) che si conferma uno dei migliori scrittori della nuova generazione e si rivela anche un buon disegnatore. La storia affascina e suscita stupore, la trama è chiara, scorrevole ricca di “colpi a sorpresa” ottimamente calibrati. La caratterizzazione dei personaggi è accurata e credibile fin dal primo numero. Il mondo post-apocalittico di Gus non ha regole e non ha pietà eppure il bambino, forte della sua “assurda” innocenza, lo affronta con determinata dolcezza. In definitiva, la Linea Vertigo si mostra ancora capace di formulare ottime nuove proposte. Tuttavia, questa “Sweet Tooth, pur accolta favorevolmente dalla critica è in odore di chiusura…Un vero peccato!!


    Edited by aver2330 - 24/11/2017, 14:31
    Last Post by aver2330 il 3 Feb. 2014
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  9. DI MESSIA E DI SCISMI di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 28 Jan. 2014
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    Tempo fa ho deciso di rileggermi qualche vecchia x- storia per vedere se, con il senno del poi trovavo un senso alla divisione tra Ciclope e Wolverine e sulla sua causa. Ancora non ho trovato granchè, in quanto...
    Messiah Complex- E' l'origine. Dopo tanto tempo finalmente è nato un nuovo mutante, dal potere incalcolabile, e le varie fazioni si mettono in gioco: ogni X- Men è chiamato a partecipare, salvo i giovani, che scalpitano per prendere parte allo scontro. In questo caso è lo stesso Ciclope a fermarli: "La posta in gioco è troppo alta. Verrà il vostro momento, ma alle mie condizioni. E quando sarà, rimpiangerete che sia venuto". Fattostà che i New X- Men agiscono di testa loro e la cosa finisce in tragedia; tuttavia era loro desiderio affrontare i Purificatori e vendicare i loro amici barbaramente uccisi. Quando poi le sentinelle attaccano la scuola è Nezno che, incurante dei pericoli derivati dall'uso del suo potere, decide di darsi da fare. Del resto, in una situazione del genere è in gioco la loro sopravvivenza come specie e nessuno può tirarsi indietro, visto che i loro nemici non fanno (e non hanno mai fatto) distinzioni.
    Second Coming- la Messia Mutante (ovvero la giovane Hope) è ritornata. Tutti si aspettano grandi cose da lei, altri invece le danno la caccia, ma la ragazza non sa cosa pensare... Tranne che non vuole starsene con le mani in mano. D'altro canto però, inizia la deriva di Ciclope verso un certo fanatismo: da Hope dipende il destino della razza mutante, lei deve sopravvivere, sarà lei che porterà alla rinascita. Peccato che 1) Hank gli faccia notare come "più la fede è forte, più persone muoiano) e 2) a morire sia proprio uno degli X- Men storici, ovvero Kurt Wagner/Nightcrawler, poco dopo aver scoperto dell'esistenza di X- Force. Per quanto riguarda i giovani, bhe... Ormai hanno fatto il callo con la morte, e non hanno la stessa fede che ha Scott. Quando però Bastion e le sentinelle Nimrod attaccano la tua casa, cosa puoi fare se non uscire e combattere? la stessa Hope dimostra un certo buon senso quando replica a Rogue (che doveva tenerla al sicuro) "Là fuori c'è della gente che sta morendo per me. Che diritto ho io di starmene in disparte senza fare niente?". Niente da eccepire, anche perchè non è indifesa, visto che è stata addestrata da Cable (mica il primo venuto). Sarà proprio il suo mentore/padre a dare la vita per lei, e verrà anche scoperta la natura dei suoi poteri se non la portata.

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    Last Post by aver2330 il 28 Jan. 2014
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  10. L'AMORE AI TEMPI DI KENSHIRO di Luigi Riggio

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    By aver2330 il 23 Jan. 2014
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    Devo ricordarmi di non fare promesse... Infatti mi è venuta in mente una considerazione: ma le persone che criticano anime (volgarmente "cartoni animati") come Ken il Guerriero, se li sono visti? Ovviamente penso che hanno dato una fuggevole occhiata, hanno visto L' "ATATATATATATATA", il sangue, e hanno deciso che era troppo violento... Un pò come ha fatto mia sorella. Altrimenti non me lo spiego, visto che, oltre ad essere quasi una Bibbia delle arti marziali, ha dei personaggi di una tragicità come pochi, che si sacrificano per amore (e/o per dovere).
    In ordine sparso, abbiamo Shin, che acconsentì a lasciare Julia e ad inscenarne la morte per non farla cadere nelle mani di Raoul; Juza: innamorato di Julia, maschera i suoi sentimenti dietro una posa da farfallone. Fu proprio combattendo contro di lui che Raoul capì la vera identità dell'Ultimo Guerriero: solo una persona avrebbe potuto risvegliare l'istinto guerriero di Juza, le cui ultime parole restano nella memoria "Sono Juza delle Nuvole. Sono un uomo libero. Libero come le nuvole che sono in cielo sospinte lievemente dal vento..."

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    Sempre parlando di Juza, mi ricordo che, dopo aver fatto un casino per essere stato incatenato, l'Ultimo Guerriero si leva la maschera e lui spezza le catene in 2 secondi netti ed esclama "Ti darò anche la mia vita!" Rei, l'Uccello d'Acqua di Nanto, che si sacrifica per ripagare il debito che ha con Kenshiro (lo ha aiutato a ritrovare la sorella e le ha restituito la vista); Shu, la Stella della Benevolenza, che si preoccupa dei bambini, il futuro dell'umanità: fu proprio per proteggere un giovane Kenshiro che si tolse la vista... Persino un uomo spietato come Souther, che malediceva l'amore, lo faceva solo perchè fu costretto ad uccidere il suo stesso maestro, che lo aveva allevato come un figlio... L'onnipresente Julia, di cui tutti bene o male sono innamorati, rappresenta la Stella dell'Amore Materno, quello stesso che, in fondo, cercavano sia Raoul sia suo fratello Caio. E come non menzionare Falco, il Generale della Luce d'Oro, il cui senso del dovere lo spinge ad obbedire agli ordini di una viscida iena... Questi sono solo alcuni, ma l'intero universo di Ken il Guerriero è pieno di figure simili, tanto che è stato paragonato a Guerra e Pace sia per il numero dei personaggi che per la loro complessità; si può dire che sia una delle opere che meglio rispecchia l'anima del gruppo, impronta indelebile di come davvero i fumetti siano "una cosa seria". Eppure ci sono ancora persone che parlano senza sapere, basandosi su un'impressione superficiale, e che si ri...

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    Last Post by aver2330 il 23 Jan. 2014
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